Penso sempre alla terapeuta....

Buonasera dottori,
avrei una domanda da porvi: per via di una crisi coniugale, ci siamo decisi a rivolgerci ad una terapeuta di coppia. Abbiamo trovato una persona squisita, disponibile e preparata. Il punto è che nell'ultima seduta è scattato in me qualcosa....qualcosa, a mio vedere, d'inspiegabile: sono arrivata a pensare sempre a lei, a non vedere l'ora di andare agli appuntamenti, a non vedere l'ora di sentirla. Le ho esternato tutto questo, le ho detto che le voglio bene, che mi sento già male al pensiero che la terapia possa un giorno finire e si è detta perplessa. Mi ha ricordato che lei è solo uno strumento di benessere tra me e mio marito e pertanto NON deve rappresentare un disagio. Che devo focalizzarmi sui compiti e su quanto emerso in seduta che non sulla sua persona. Che d'ora in avanti parleremo solo in sede e non per messaggi e telefono; in attesa di chiarire questo fatto quando ci vedremo. Insomma....ha preso totalmente le distanze ed io mi sento come abbandonata. Secondo voi è giusto il suo agire? Perchè "perplessa"? Se si dice perplessa, io mi sento malata....
A cos'è dovuto questo mio improvviso "sentimento"? Preciso che mai ho avuto tendenze omosessuali e questo è anche qualcosa di più particolare. Grazie mille
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Il sentimento che prova si chiama trasfert, è normale e serve alla cura.

“Che d'ora in avanti parleremo solo in sede e non per messaggi e telefono”

Non mi è chiaro questo passaggio, solitamente ci si sente - e per di più in maniera ortodossa - per stabilire il primo appuntamento, o se dovesse capitare di dover spostare gli orari.

Niente sms o telefonate private, ancor di più perché è la coppia in terapia, non lei.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it