Amore fraterno
Salve, sono un ragazzo di 25 anni.
Vorrei avere un consiglio riguardo la mia storia più importante durata 3 anni.
Io 22 anni e lei 21 cominciamo a uscire insieme dopo una sorta di mio colpo di fulmine (lei da anni era attratta da me, ma senza essere ricambiata) e ci fidanziamo.
Presto scopro però che questa ragazza non ha mai avuto esperienze sessuali.
Per me non è un problema, la amo, l’accetto e sono pronto ad aspettarla. Scopro che si conosce poco dal punto di vista sessuale, non si masturba, non pensa di sapere cosa sia un orgasmo e con nessuno è mai riuscita a farsi mettere un dito dentro la vagina nonostante provi impulsi sessuali e si ecciti ad esempio da alcune scene di film.
Capisco che, avendo entrambi il desiderio di avere un rapporto completo, la cosa migliore è di rivolgersi a una sessuologa.
Dalle visite viene fuori che la mia ragazza presenta un problema di vaginismo risolvibile col tempo e applicazione con dei simulatori, imparando a rilassare i muscoli .
Con il passare dei mesi e sempre spingendola a esercitarsi, lei migliora. Al termine di questa terapia cerchiamo più volte di avere un rapporto completo. Purtroppo i tentativi falliscono sempre e questo alla lunga fa emergere inevitabilmente un senso di frustrazione e di sconfitta in lei.
In quei momenti è molto concentrata su sé stessa per cercare la giusta posizione, ha bisogno di minuti per rilassarsi e riuscire a farmi entrare, il momento perde la magia che dovrebbe avere e la mia erezione non riesce mai ad essere ottimale per tutto il tempo che servirebbe alla penetrazione nel nostro caso, un po’ particolare.
Questo è confermato da una visita andrologica che mi mette nelle condizioni di avere una erezione duratura tramite la prescrizione di un medicinale. Purtroppo non abbiamo mai provato ad avere un rapporto dopo la visita di questo andrologo che è giunta quando un altro problema era ormai diventato ingestibile.
Con il passare del tempo il desiderio di entrambi è calato (in maniera seria per lei). Nell’intimità riesce grazie al mio impegno a lasciarsi trasportare dal momento ed eccitarsi, ma ad un certo punto si blocca come se mi dissociasse dall’aspetto sessuale.
Lei ha cominciato inoltre (a mia insaputa) a nutrire fantasie verso altri ragazzi , questo inizialmente non la turbava (lei ha sempre avuto un atteggiamento passivo, tendeva a non affrontare i problemi per la paura di stare male), ma passati 3 mesi ha capito che tutto questo le era ormai sfuggito di mano. Dopo quindi mesi in cui io non ero a conoscenza di questo problema, lei mi ha lasciato dicendomi che nell'intimità mi vede più come un fratello che come fidanzato.
Sa che con me sarebbe molto probabile ora riuscire a avere un rapporto completo, ma non sente ora di avere la giusta voglia di affrontare tutto questo. Io ormai sto subendo tutto questo, contro la mia volontà e non so davvero cosa fare, se rompere i rapporti, se continuare a sentirla, se davvero riesco a allontanarla dalla mia mente.
Vorrei avere un consiglio riguardo la mia storia più importante durata 3 anni.
Io 22 anni e lei 21 cominciamo a uscire insieme dopo una sorta di mio colpo di fulmine (lei da anni era attratta da me, ma senza essere ricambiata) e ci fidanziamo.
Presto scopro però che questa ragazza non ha mai avuto esperienze sessuali.
Per me non è un problema, la amo, l’accetto e sono pronto ad aspettarla. Scopro che si conosce poco dal punto di vista sessuale, non si masturba, non pensa di sapere cosa sia un orgasmo e con nessuno è mai riuscita a farsi mettere un dito dentro la vagina nonostante provi impulsi sessuali e si ecciti ad esempio da alcune scene di film.
Capisco che, avendo entrambi il desiderio di avere un rapporto completo, la cosa migliore è di rivolgersi a una sessuologa.
Dalle visite viene fuori che la mia ragazza presenta un problema di vaginismo risolvibile col tempo e applicazione con dei simulatori, imparando a rilassare i muscoli .
Con il passare dei mesi e sempre spingendola a esercitarsi, lei migliora. Al termine di questa terapia cerchiamo più volte di avere un rapporto completo. Purtroppo i tentativi falliscono sempre e questo alla lunga fa emergere inevitabilmente un senso di frustrazione e di sconfitta in lei.
In quei momenti è molto concentrata su sé stessa per cercare la giusta posizione, ha bisogno di minuti per rilassarsi e riuscire a farmi entrare, il momento perde la magia che dovrebbe avere e la mia erezione non riesce mai ad essere ottimale per tutto il tempo che servirebbe alla penetrazione nel nostro caso, un po’ particolare.
Questo è confermato da una visita andrologica che mi mette nelle condizioni di avere una erezione duratura tramite la prescrizione di un medicinale. Purtroppo non abbiamo mai provato ad avere un rapporto dopo la visita di questo andrologo che è giunta quando un altro problema era ormai diventato ingestibile.
Con il passare del tempo il desiderio di entrambi è calato (in maniera seria per lei). Nell’intimità riesce grazie al mio impegno a lasciarsi trasportare dal momento ed eccitarsi, ma ad un certo punto si blocca come se mi dissociasse dall’aspetto sessuale.
Lei ha cominciato inoltre (a mia insaputa) a nutrire fantasie verso altri ragazzi , questo inizialmente non la turbava (lei ha sempre avuto un atteggiamento passivo, tendeva a non affrontare i problemi per la paura di stare male), ma passati 3 mesi ha capito che tutto questo le era ormai sfuggito di mano. Dopo quindi mesi in cui io non ero a conoscenza di questo problema, lei mi ha lasciato dicendomi che nell'intimità mi vede più come un fratello che come fidanzato.
Sa che con me sarebbe molto probabile ora riuscire a avere un rapporto completo, ma non sente ora di avere la giusta voglia di affrontare tutto questo. Io ormai sto subendo tutto questo, contro la mia volontà e non so davvero cosa fare, se rompere i rapporti, se continuare a sentirla, se davvero riesco a allontanarla dalla mia mente.
[#1]
Caro Utente,
la sola prescrizione che vi è stata data era quella di utilizzare dei presidi che consentissero alla ragazza di imparare a rilassare i muscoli vaginali, o la questione è stata affrontata anche dal punto di vista psicologico?
La sessuologa era una psicologa o un medico?
Un intervento solo "fisico" è parziale e non consente di arrivare alle cause (psicologiche) di un problema come quello della ragazza, che si accompagnava anche a desiderio ipoattivo e probabilmente a sensi di colpa nei confronti della sessualità, che portava a una chiusura nei confronti di questo argomento.
Probabilmente attorno al tema dell'impossibilità di avere rapporti si sono organizzati altri problemi di coppia che sono rimasti per così dire "coperti" da quello che è diventato il problema con la P maiuscola, ma che potrebbero essere emersi chiaramente nell'ultimo periodo.
Penso che possiate aver perso di vista i sentimenti, che nel frattempo nella ragazza si sono affievoliti lasciando anche il posto a fantasie su altri partner.
Se le cose stanno così e la ragazza, con il passare degli anni, si è scoperta non più innamorata di lei, penso che non possa avere alcun peso il fatto che ora potreste avere dei rapporti, perchè è venuto meno il presupposto necessario per essere una coppia.
Probabilmente per lei è un'idea molto sgradita quella di lasciar perdere, dopo tutto quello che ha passato, ma se la ragazza le ha detto chiaramente che vi vede come fratelli non credo ci sia molto altro da fare.
Se la ragazza non è più innamorata le consiglio di troncare i rapporti per non soffrire ulteriormente e non sentirsi "danneggiato e beffato" da tutta questa situazione, dirigendo invece altrove le sue energie.
Un caro saluto,
la sola prescrizione che vi è stata data era quella di utilizzare dei presidi che consentissero alla ragazza di imparare a rilassare i muscoli vaginali, o la questione è stata affrontata anche dal punto di vista psicologico?
La sessuologa era una psicologa o un medico?
Un intervento solo "fisico" è parziale e non consente di arrivare alle cause (psicologiche) di un problema come quello della ragazza, che si accompagnava anche a desiderio ipoattivo e probabilmente a sensi di colpa nei confronti della sessualità, che portava a una chiusura nei confronti di questo argomento.
Probabilmente attorno al tema dell'impossibilità di avere rapporti si sono organizzati altri problemi di coppia che sono rimasti per così dire "coperti" da quello che è diventato il problema con la P maiuscola, ma che potrebbero essere emersi chiaramente nell'ultimo periodo.
Penso che possiate aver perso di vista i sentimenti, che nel frattempo nella ragazza si sono affievoliti lasciando anche il posto a fantasie su altri partner.
Se le cose stanno così e la ragazza, con il passare degli anni, si è scoperta non più innamorata di lei, penso che non possa avere alcun peso il fatto che ora potreste avere dei rapporti, perchè è venuto meno il presupposto necessario per essere una coppia.
Probabilmente per lei è un'idea molto sgradita quella di lasciar perdere, dopo tutto quello che ha passato, ma se la ragazza le ha detto chiaramente che vi vede come fratelli non credo ci sia molto altro da fare.
Se la ragazza non è più innamorata le consiglio di troncare i rapporti per non soffrire ulteriormente e non sentirsi "danneggiato e beffato" da tutta questa situazione, dirigendo invece altrove le sue energie.
Un caro saluto,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Gent.le ragazzo,
entrambi avete cercato di affrontare le difficoltà nella sessualità come se il corpo fosse "staccato" dal cervello e fosse una macchina alla quale fornire le "istruzioni per l'uso" o al massimo la "benzina" per accendere il motore.
In realtà, corpo e cervello fanno parte di un unico organismo che funziona in modo integrato e questo nella sessualità è particolarmente evidente.
L'intervento sessuologico non dovrebbe essere circoscritto all'applicazione dei simulatori e al semplice trascorrere del tempo ma includere un approccio che promuova un processo di cambiamento sia relativo al rapporto con il proprio corpo sia relativo alla relazione di coppia.
"ormai sto subendo tutto questo, contro la mia volontà e non so davvero cosa fare, se rompere i rapporti, se continuare a sentirla, se davvero riesco a allontanarla dalla mia mente."
Se la ragazza ha deciso di interrompere la relazione anche se si tratta di un evitamento non credo che tu possa far altro che prendere atto della sua scelta e rispettarla.
Se la sofferenza relativa alla rottura di una relazione affettiva viene metabolizzata, diventa possibile andare avanti nel proprio percorso di vita relazionale senza " zavorre".
entrambi avete cercato di affrontare le difficoltà nella sessualità come se il corpo fosse "staccato" dal cervello e fosse una macchina alla quale fornire le "istruzioni per l'uso" o al massimo la "benzina" per accendere il motore.
In realtà, corpo e cervello fanno parte di un unico organismo che funziona in modo integrato e questo nella sessualità è particolarmente evidente.
L'intervento sessuologico non dovrebbe essere circoscritto all'applicazione dei simulatori e al semplice trascorrere del tempo ma includere un approccio che promuova un processo di cambiamento sia relativo al rapporto con il proprio corpo sia relativo alla relazione di coppia.
"ormai sto subendo tutto questo, contro la mia volontà e non so davvero cosa fare, se rompere i rapporti, se continuare a sentirla, se davvero riesco a allontanarla dalla mia mente."
Se la ragazza ha deciso di interrompere la relazione anche se si tratta di un evitamento non credo che tu possa far altro che prendere atto della sua scelta e rispettarla.
Se la sofferenza relativa alla rottura di una relazione affettiva viene metabolizzata, diventa possibile andare avanti nel proprio percorso di vita relazionale senza " zavorre".
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#3]
Utente
Vi ringrazio di cuore entrambe per i vostri pareri che reputo azzeccati.
A proposito della natura del problema sessuale io ho sempre pensato che non si riducesse semplicemente a qualcosa di "fisico" e ho sempre cercato di far capire alla mia ragazza che dovesse aprirsi e parlare alla sessuologa (precisamente ginecologa e psicoterapeuta) della sua maniera particolare di vivere la sessualità e di provare piacere.
Purtroppo lei invece si è confrontata solo appunto sul lato fisico del problema (anche per timidezza) quindi non è stato affrontato da un punto di vista psicologico.
Questa sessuologa ha appurato che le cause del vaginismo non fossero dettate da abusi passati o da credo religioso, ma che potesse trarre origine da una insicurezza intrinseca di carattere.
Premetto che io avrei fatto davvero qualsiasi cosa per proteggere la storia, sarei stato disponibile ad affrontare una terapia di coppia ad esempio.
La sua mancanza di esperienza sessuale e la sua poca maturità sulla vita di coppia (per lei la nostra è stata la prima vera storia lunga, prima aveva solo avuto storie al max di 5 mesi) per quanto riguarda l’atteggiamento che uno deve avere per affrontare e prevenire i problemi che inevitabilmente si presentano mi ha sempre spaventato, ma ho sempre pensato che saremmo riusciti a crescere insieme e superare tutto tramite una comunicazione trasparente e chiara (cosa che evidentemente da parte sua è mancata su alcuni aspetti della nostra relazione).
Lei infatti non ha mai criticato nulla di me perfino quando ci siamo lasciati (cosa che a me è sempre sembrata impossibile).
Capisco ora che negli ultimi 5 mesi la passione, particolarmente da parte sua si sia affievolita, ma non ho elementi per capire davvero in cosa ho mancato (e avrei davvero fatto il possibile per rimediare se avessi capito in cosa).
Vorrei davvero poter conoscere quali aspetti di e abbiano portato lei a modificare l'immagine che lei aveva nella sua testa di me.
Reputo infatti che qualsiasi relazione debba assestarsi quando comincia a durare anni e sia necessario darsi occasione di crescere a partire dalle critiche reciproche.
Questo tra di noi non ha funzionato, infatti le sue fantasie sono cominciate proprio durante un momento in cui io ho tirato fuori delle mie insoddisfazioni sulla nostra relazione rispetto ad una monotonia dei momenti che condividevamo.
Lei al posto di reagire costruttivamente si è invece allontanata da me (come ho saputo alla fine).
Non credo di essere il ragazzo perfetto, ma ciò che mi fa star male è il pensiero che la nostra storia si sia rovinata soprattutto per via del fatto che certi problemi e certe dinamiche (e non faccio riferimento solo all'aspetto sessuale) lei le abbia affrontate per la prima volta con me e che la sua inesperienza nell'affrontarle e la sua passività abbiano creato i presupposti che hanno portato alla rottura, che debba imparare a proteggere una storia.
O forse è tutta una bella scusa a cui mi piace credere?
Lei vuole che il tempo le dia risposta se questa sia stata la scelta corretta.
A proposito della natura del problema sessuale io ho sempre pensato che non si riducesse semplicemente a qualcosa di "fisico" e ho sempre cercato di far capire alla mia ragazza che dovesse aprirsi e parlare alla sessuologa (precisamente ginecologa e psicoterapeuta) della sua maniera particolare di vivere la sessualità e di provare piacere.
Purtroppo lei invece si è confrontata solo appunto sul lato fisico del problema (anche per timidezza) quindi non è stato affrontato da un punto di vista psicologico.
Questa sessuologa ha appurato che le cause del vaginismo non fossero dettate da abusi passati o da credo religioso, ma che potesse trarre origine da una insicurezza intrinseca di carattere.
Premetto che io avrei fatto davvero qualsiasi cosa per proteggere la storia, sarei stato disponibile ad affrontare una terapia di coppia ad esempio.
La sua mancanza di esperienza sessuale e la sua poca maturità sulla vita di coppia (per lei la nostra è stata la prima vera storia lunga, prima aveva solo avuto storie al max di 5 mesi) per quanto riguarda l’atteggiamento che uno deve avere per affrontare e prevenire i problemi che inevitabilmente si presentano mi ha sempre spaventato, ma ho sempre pensato che saremmo riusciti a crescere insieme e superare tutto tramite una comunicazione trasparente e chiara (cosa che evidentemente da parte sua è mancata su alcuni aspetti della nostra relazione).
Lei infatti non ha mai criticato nulla di me perfino quando ci siamo lasciati (cosa che a me è sempre sembrata impossibile).
Capisco ora che negli ultimi 5 mesi la passione, particolarmente da parte sua si sia affievolita, ma non ho elementi per capire davvero in cosa ho mancato (e avrei davvero fatto il possibile per rimediare se avessi capito in cosa).
Vorrei davvero poter conoscere quali aspetti di e abbiano portato lei a modificare l'immagine che lei aveva nella sua testa di me.
Reputo infatti che qualsiasi relazione debba assestarsi quando comincia a durare anni e sia necessario darsi occasione di crescere a partire dalle critiche reciproche.
Questo tra di noi non ha funzionato, infatti le sue fantasie sono cominciate proprio durante un momento in cui io ho tirato fuori delle mie insoddisfazioni sulla nostra relazione rispetto ad una monotonia dei momenti che condividevamo.
Lei al posto di reagire costruttivamente si è invece allontanata da me (come ho saputo alla fine).
Non credo di essere il ragazzo perfetto, ma ciò che mi fa star male è il pensiero che la nostra storia si sia rovinata soprattutto per via del fatto che certi problemi e certe dinamiche (e non faccio riferimento solo all'aspetto sessuale) lei le abbia affrontate per la prima volta con me e che la sua inesperienza nell'affrontarle e la sua passività abbiano creato i presupposti che hanno portato alla rottura, che debba imparare a proteggere una storia.
O forse è tutta una bella scusa a cui mi piace credere?
Lei vuole che il tempo le dia risposta se questa sia stata la scelta corretta.
[#5]
"Non credo di essere il ragazzo perfetto, ma ciò che mi fa star male è il pensiero che (...) la sua inesperienza (..) e la sua passività abbiano creato i presupposti che hanno portato alla rottura."
Gent.le Ragazzo,
non si tratta di una scusa ma di un'interpretazione che rivela il tuo approccio nei confronti della ragazza, in altri termini dato che io la percepisco inesperta e passiva sono legittimato a chiedermi in un atteggiamento vittimista e autoreferenziale che la condanna senza riserve e rinforza un atteggiamento pseudo-genitoriale infatti concludi affermando:
" credo (...) che debba imparare a proteggere una storia."
Gent.le Ragazzo,
non si tratta di una scusa ma di un'interpretazione che rivela il tuo approccio nei confronti della ragazza, in altri termini dato che io la percepisco inesperta e passiva sono legittimato a chiedermi in un atteggiamento vittimista e autoreferenziale che la condanna senza riserve e rinforza un atteggiamento pseudo-genitoriale infatti concludi affermando:
" credo (...) che debba imparare a proteggere una storia."
[#6]
Utente
Vi ringrazio per le vostre risposte che mi sono utilissime come spunti per nuove riflessioni.
In riferimento alla risposta della Dr.ssa Campione con "Non credo di essere il ragazzo perfetto, ma ciò che mi fa star male è il pensiero che (...) la sua inesperienza (..) e la sua passività abbiano creato i presupposti che hanno portato alla rottura."
intendevo farvi partecipi di un mio dubbio più che di una certezza.
Il punto è che in quei giorni cercavo di trovare una risposta alla rottura anche per poter trovare pace dalla sofferenza che provavo.
Forse da come ho posto i miei pensieri sembra che io condanni la mia ragazza come se avesse volontariamente fatto qualcosa di male contro di me, ma non è ciò che penso.
Per via del limite di parole nel mio primo messaggio non vi ho parlato di un aspetto che potrebbe aver influito sul calo del desiderio sessuale.
All'inizio della nostra storia e confrontandoci dopo i primi momenti di intimità, lei mi ha parlato del fatto che di base fa fatica a lasciarsi andare e perdere il controllo, a vivere il momento, ad essere istintiva.
Mi ha anche confidato di avere dubbi sull'aver mai provato un vero orgasmo.
Insieme (attraverso la stimolazione manuale) lei mi diceva che provava delle sensazioni molto forti mai provate prima che le provocavano un piacere che diventava molto intenso fino a diventare insopportabile tanto che al culmine mi fermava.
Questo aspetto come si colloca rispetto al vaginismo? Pensate che possa essere collegato o è diverso?
Può essere legato al calo di desiderio sessuale?
In riferimento alla risposta della Dr.ssa Campione con "Non credo di essere il ragazzo perfetto, ma ciò che mi fa star male è il pensiero che (...) la sua inesperienza (..) e la sua passività abbiano creato i presupposti che hanno portato alla rottura."
intendevo farvi partecipi di un mio dubbio più che di una certezza.
Il punto è che in quei giorni cercavo di trovare una risposta alla rottura anche per poter trovare pace dalla sofferenza che provavo.
Forse da come ho posto i miei pensieri sembra che io condanni la mia ragazza come se avesse volontariamente fatto qualcosa di male contro di me, ma non è ciò che penso.
Per via del limite di parole nel mio primo messaggio non vi ho parlato di un aspetto che potrebbe aver influito sul calo del desiderio sessuale.
All'inizio della nostra storia e confrontandoci dopo i primi momenti di intimità, lei mi ha parlato del fatto che di base fa fatica a lasciarsi andare e perdere il controllo, a vivere il momento, ad essere istintiva.
Mi ha anche confidato di avere dubbi sull'aver mai provato un vero orgasmo.
Insieme (attraverso la stimolazione manuale) lei mi diceva che provava delle sensazioni molto forti mai provate prima che le provocavano un piacere che diventava molto intenso fino a diventare insopportabile tanto che al culmine mi fermava.
Questo aspetto come si colloca rispetto al vaginismo? Pensate che possa essere collegato o è diverso?
Può essere legato al calo di desiderio sessuale?
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.4k visite dal 21/09/2017.
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