Osserva i suoi sentimenti dall'esterno e non sa se li sta vivendo lui ( 1° parte)

Abbiamo 37 anni, stiamo assieme da due. I suoi gli hanno comprato una casa più grande di quella che aveva (che era sempre edi genitori). Ma lui dall'inizio della nostra relazione, cena e dorme a casa mia tutte le sere. Dice che gli piace stare da me,Io pensavo che come la sua nuova casa sarebbe stata pronta ci saremmo trasferiti. Anche perchè io sono in affitto.Ma di questa casa lui non me parlava mai e a maggio, dopo 2 mesi dall'acquisto, ho affrontato il discorso apertamente. Non era normale che non mi parlasse della casa , nemmeno l'avevo mai vista! Gli chiesi se c'era qualche problema... Dopo una serie di scuse banali, forse è arrivato al punto. A 20 anni aveva sofferto di depressione ( e questo lo sapevo già) e stette in cura 2 anni da uno psichiatra. Dice che prova cose simili a quei tempi, in forma più leggera ma simili. Ovvero gli sembra che quello che gli accade, non accade a lui. Non so se lo spiego correttamente anche perchè è stato difficile per capire di cosa stesse parlando. E'come se lui stesse assistendo a tutto dall'esterno e , nel nostro caso, non sa se l'amore che prova è reale, se sta accadendo a lui o " a quelle vita" che lui osserva da fuori.E' da maggio che io vivo con in testa l'idea che lui ora non se la sente di vivere assieme. E questa cosa mi pesa, non è quello che voglio io. Ne abbiamo parlato diverse volte, gli ho chiesto del perchè non gli va di farsi aiutare e lui mi risponde sempre che è difficile, che se si fa aiutare poi magari vengono fuori altri cose che fanno più male...io ho provato a farmi uscire dalla testa questa mia esigenza per salvare la coppia, ma non ci riesco . Gli ho detto che purtroppo ho bisogno d'altro, di una relazione stabile con una persona che con me voglia provare a costruire qualcosa. A 10 giorni da questo discorso non ha avuto la minima reazione. Mi dice solo che per lui sono importante, che non può finire così. E se gli chiedo che piano avrebbe previsto per ricominciare a stare bene, non parla.Io sarei disposta a rimanere solo se lui si farà aiutare da qualcuno. Non pretendo cambiamenti immediato, magari ci vorranno anni. Ma lui dovrà lavorarci su seriamente. Nonostante sappia che rischia di perdermi, non ha fatto nemmeno un tentativo. Per quanto mi faccia male, capita che due persone vivano una storia in modo differente, provino sentimenti diversi. Ma perchè se non vuole vivere con me continua a dirmi che che non vuole perdermi , che con me si sente sereno e al sicuro, di dargli tempo ? Io non capisco di che tempo ha bisogno: non ha un progetto, un piano per affrontare le sue paure. Io rimarrei solo se lui affrontasse le sue paure.. Ci vorranno anni ? AMen. A quel punto potrei aspettare perchè saprei che sta provando ad uscirne, che sta affrontando le sue paure. Ma da cosa nascono quei disturbi ? Ci sono persone che li riescono ad affrontare da soli senza l'aiuto di nessuno IO temo di no se a distanza di 17 anni sono tornati ( o forse non se ne sono mai andati...)
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Utente,

se il suo compagno riporta sintomi legati presumibilmente a depersonalizzazione/derealizzazione e vissuti dissociativi è possibile che il suo non fosse (o non sia) semplicemente un Disturbo dell'Umore, ma che ci sa dell'altro.
In questo senso è impensabile che possa curarsi da solo, non si sa come, perchè, per fare un paragone medico, non si tratta di un taglietto da disinfettare, ma di una patologica di una certa importanza che probabilmente non gli è stata nemmeno diagnosticata con certezza.

Penso che lui stia prendendo tempo nella speranza che lei si rassegni e che accetti di dividere la vita con una persona che non sta bene e non vuole curarsi.

Se per lei questo è impensabile è importante che insista sulla necessità di un percorso da attuarsi presso uno psicologo: se anni fa il suo compagno si fosse rivolto anche ad un nostro collega invece che al solo medico psichiatra, e non si fosse quindi limitato ad assumere psicofarmaci, avrebbe probabilmente lavorato su quegli aspetti che già all'epoca gli provocavano malessere e magari li avrebbe del tutto risolti da tempo.
E' evidente che il ritorno di questo malessere significa che la cura psichiatrica è stata inadeguata o insufficiente, perciò è importante cambiare strada (anche assumendo in contemporanea dei farmaci, se necessario) perchè l'elaborazione degli aspetti psicologici alla base di vissuti e di sintomi come i suoi non è certo resa possibile dalla semplice assunzione di psicofarmaci.
Il rischio è anzi quello di mettere a tacere il sintomo con i medicinali e di ignorare completamente le sue cause, consentendo a queste ultime di ingigantirsi e radicarsi nel tempo per riemergere in seguito.
Forse a lui è successo proprio questo.

Se non si sente di rivolgersi da solo ad uno psicologo potete iniziare ad andarci in coppia, visto che gli esiti del suo disagio si stanno ripercuotendo sul vostro rapporto e sui vostri progetti.
L'importante è che la questione venga affrontata seriamente e che lei non comprenda che ci sia alcuna possibilità che tutto si risolva spontaneamente, perchè questo sarebbe un esito impossibile.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it