Rapporto materno disastroso

Ciao a tutti, ho talmente tante cose in testa da non sapere neanche da dove iniziare. Iniziamo dall'ultimo litigio con mia mamma, l'altro giorno, per cui sono a terra.

Il motivo è abbastanza banale, ma il tutto è poi degenerato. Non abbiamo mai avuto un bel rapporto, ma mi pare che peggiori sempre di più. Io mi sento emotivamente prigioniera, lei sembra avercela con me sempre (ha sempre il muso, prende ogni mio commento come una critica, mi attacca per qualsiasi cosa, ritiene sia un'ingrata, ecc.). Non ho mai capito i motivi.

Con lei è impossibile instaurare qualsiasi tipo di dialogo perché le possibilità sono due: o la compatisco e le do ragione o sbraita e dice cose che io spero non pensi, ma che una volta dette rimangono tali.

Siamo lontante 600 km, sono diventata mamma da quasi 3 anni. E le cose continuano a peggiorare. Nonostante il mio bimbo passi più tempo con lei che con i nonni paterni, l'ultima discussione ha avuto per oggetto esattamente questo tema: "tu dovevi lasciare il bimbo a me l'ultima settimana di vacanza perché IO NE AVEVO BISOGNO E TU LO SAPEVI".

Ma io non ho ceduto al suo ricatto morale e dopo un'estate a dir poco disastrosa, ho pensato solo alla tranquillità di mio figlio e al sacrosanto diritto degli altri nonni di passare del tempo con lui. Da lì l'inferno."Tuo marito ci snobba. Certo loro sono più capaci di me di allevare il bambino. Con loro non sei come con me. Tu non ragioni con la tua testa, lui ti plagia".

Questa solo una sintesi addulcorata delle accuse pesanti, arroganza, straffonttenza, cattiveria che da una mamma non ti aspetti mai, sebbene dovrei essere abituata. Mi ha annientata. Letteralmente.

Ho dovuto prendere delle gocce per calmarmi tacendo la cosa a mio marito che, non essendo suo figlio, probabilmente bene non avrebbe reagito. Ho terminato la conversazione in malo modo. Come accade non di rado. Solitamente poi la richiamo (sempre io, mai lei) o le scrivo. E tutto torna come prima sino alla prossima sfuriata. Stavolta non l'ho richiamata. Forse perché quello che ha detto mi ha particolarmente ferita.

D'istinto vorrei svegliarmi domani mattina e dimenticare che esiste, così da smettere di soffrire. Ma so che non è possibile. Non l'ho mai sentita ammettere di aver commesso un errore se non in modo sarcastico o per fare la vittima. Quindi lei è convinta di essere nel giusto. E forse è supportata da qualche parente serpente che ben poco ha a cuore il nostro rapporto. Ma io non ho più le forze per tentare riconciliazioni.Sono stanca, fisicamente e moralmente. Non ce la faccio più.

Vorrei solo stare meglio, essere serena perché non posso permettermi, peraltro con un bimbo, che lei rovini la mia esistenza inculcandomi il rimorso. Prima la richiamavo perché avevo il terrore che le accadesse qualcosa nel frattempo ed io dovessi vivere con questo gran peso dell'irrisolto.

Ma se invece nel frattempo qualcosa accadesse a me? Grazie a chi vorrà aiutarmi. Alessia

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<Vorrei solo stare meglio, essere serena perché non posso permettermi, peraltro con un bimbo, che lei rovini la mia esistenza inculcandomi il rimorso. >

Gentile Utente,
quello che accade con sua madre dipende anche da come si definisce e comporta lei (che scrive) nei suoi confronti.

Se sua madre cerca di trattenerla in un circolo vizioso che continua a ripetersi, sta a lei spezzarlo, dando risposte differenti alle sue richieste.
Fino a che si lascia prendere da rimorsi e sensi di colpa -e retrocede- può non essere facile, credo che su questo dovrebbe riflettere.
Come mai il suo bimbo passa tanto tempo con la nonna per necessità o per farla contenta?

<IO NE AVEVO BISOGNO E TU LO SAPEVI"> Sono i bisogni di suo figlio e i suoi che è la madre da mettere in primo piano.
Lei non può cambiare sua madre, ma il vostro rapporto si perchè alla sua età sentirsi prigioniera di sua madre denota una relazione disfunzionale.

Sua madre vive sola?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 307 27
Gentile Signora
esistono purtroppo delle relazioni fra madre e figlia che dal punto di vista emotivo non supportano il senso di sé e la sicurezza, che sono attributi necessari per uscire da una situazione insoddisfacente. Queste situazioni comuni a molte figlie, innescano al contrario un circolo vizioso dove la mancanza di senso di sé impedisce di mettere in atto una modalità efficace che le permetta di trovare soluzioni idonee. Madri assenti o troppo presenti o aggressive, o invadenti creano i presupposti per figli insicuri o ansiosi o altro.
Il grande psicoterapeuta Donald Winnicott indicava una madre sana che si prendeva cura della propria figlia in un modo sano come: “Madre normalmente devota”. Quando questa situazione viene a mancare le conseguenze possono condizionare la vita nella quotidianità al punto da far insorgere svariate problematiche e non mostrare vie d'uscita. Leggo che il suo peso è inferiore alla media e questo la dice lunga. Leggendo il suo post si entra in un gioco di potere (chiamiamolo così) che si è innescato fra lei e sua madre e che si tocca con le mani. La madre usa la forza combattiva e verbale e lei soccombe o utilizza gli stessi codici sentendosi però inefficace, fattore che permette ancora meglio a sua madre di perpetrare i suoi attacchi che vengono giustificati in virtù dei difetti della figlia.
Difficile competere con queste che potremo chiamare Regine Madri guerriere, l'unica soluzione possibile è fare una psicoterapia che la sostenga nel percorso del distacco da queste modalità comunicative deleterie. Sua madre magari non ha ricevuto a sua volta amore e cerca di averlo con questa modalità, ma ciò che importa adesso è la sua vita, lei è giovane e vedrà che trarrà grande giovamento da colloqui con un/una collega e sicuramente suo figlio con lei. Lei merita una vita serena e di questo deve essere convinta fino in fondo.
Essere madri non è semplice ma anche essere figlie, come lei ci dimostra, è un compito a volte oltremodo complicato.
Ci faccia sapere

Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

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Utente
Utente
Grazie.. mi sono commossa soprattutto a leggere la risposta della dott.ssa Dei. Mia madre comunque non vive sola, c'é mio padre, ha una vita socialmente attiva e ho un fratello con il quale non si scatenano le stesse dinamiche o almeno se ciò accade, accade sporadicamente. Sono io il suo bersaglio. Lo sono da anni e in momenti più sereni ho tentato di comprendere, di trovare un filo di razionalità. Ma è come rimbalzare su un muro di gomma. Mio figlio ha due anni e passa un periodo delle sue vacanze con i nonni. Materni e paterni. Ma le problematiche esistono da ancora prima che mio marito lo conoscessi. Hanno cambiato colore, forma...ma la sostanza é la stessa. Questa volta non so cosa sia accaduto, forse c'è stata una parola, una frase che mi ha dato il KO. Ma ho detto basta. E credo che inizierò un percorso che mi aiuti a liberarmi. Perché non voglio rischiare di essere questo per mio figlio o per un eventuale altro che verrà.
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 307 27
È un'avventura ricostruire se stesse. La più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio dei capelli.
Vi ho sempre adorato donne in rinascita per questo meraviglioso modo di gridare al mondo: "Sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo. Perché tutti devono vedere e capire:"Attenti, il cantiere è aperto. Stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse". Più delle albe, più del sole,una donna in rinascita è la più grande meraviglia. Per chi la incontra e per se stessa. È la primavera a novembre. Quando meno te l'aspetti.
Questo bellissimo pezzo di Jack Folla per il suo cantiere aperto.
Non pensi e scopra con il o la collega con cui lavorerà, come vuol essere amata. Vedrà piano piano spuntare un sorriso sul suo volto, sarà quello che illuminerà l'inverno.
Mille auguri
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Utente
Utente
Dott.ssa Rinella, intanto grazie. Lei ritiene che in tale situazione mio figlio debba essere allontanato da lei?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Non intendevo questo con la mia domanda.
E' lei che deve decidere cosa sia bene per suo figlio, se sta bene con la nonna o cosa, se lo lascia con lei per cedere a una sua richiesta oppure perchè ci sta bene.
Certamente sono i bisogni di suo figlio da salvaguardare, non è il bimbo che deve soddisfare le esigenze della nonna e non dovrebbe essere al centro o motivo delle contese.

<E credo che inizierò un percorso che mi aiuti a liberarmi. Perché non voglio rischiare di essere questo per mio figlio o per un eventuale altro che verrà.>
E' certamente un ottimo proposito, per i motivi di cui sopra e anche per vivere con serenità il suo ruolo di genitore.

Cordfialità e auguri