Rinnegare il proprio essere donna, paura del tradimento e dell'abbandono
Ho un problema con la paura del tradimento e dell'abbandono. Prima che mi diciate che questo ha a che fare con una mia insicurezza vi anticipo che ho un'autostima difficilmente feribile. Non cerco approvazioni esterne. Sono sempre stata estremamente autonoma e indipendente. Mi accetto per come sono e mi sento realizzata nel mio lavoro e nei miei rapporti sociali. Sono una bella donna... e per questo motivo, da sempre, frequentando ambienti prettamente maschili, sono stata oggetto di desiderio e di commenti piccanti, sopportando spesso gli inutili tentativi di flirt di persone sposate o fidanzate. Non sono possessiva perchè amo la mia libertà... e non riuscirei a toglierla alla persona che amo. Sono estremamente rispettosa della privacy dell'altro. E sono fedele.
Tuttavia ho paura di essere abbandonata o tradita da ogni uomo che ho. Gestisco la mia gelosia con rassegnazione dicendomi "inutile che ti danni l'anima e la danni all'altro, goditi il presente, e abituati a non appoggiarti a lui totalmente, così che quando se ne andrà non ti troverai a vivere l'inferno". Questo meccanismo mentale mi porta a non desiderare nè un matrimonio e nè una famiglia mia. Perchè tanto nella mia testa do per scontato che la donna è destinata a fare sacrfici e sforzi sovraumani per portare avanti tutto da sola: figli, casa e lavoro. Nell'abbandono dell'eventuale marito che penserà solo a portare i soldi a casa e a tradirla con chissà chi. Rinnego il mio essere donna perchè essendo tale ho un ruolo preciso: Badare alla famiglia. Ma io ho i miei sogni, le mie passioni e i miei hobby.
Mia madre? Casalinga insicura, egocentrica, gelosa e possessiva. Non penso mio padre l'abbia mai tradita.
Mio padre? Un uomo abbastanza introverso e distaccato. Abbastanza burbero. Entrambi mi amano. Anche se non sono così "calorosi nei gesti". Le mie relazioni amorose? Chiaramente tutte fallite. Uomini per la maggior parte problematici, narcisisti, deboli, fragili mai cresciuti. Forse me li scelgo apposta, così con la mia "sindrome da crocerossina" finisco per accudirmene.
Crescere con una madre diffidente del marito e in ambienti così maschili, mi porta a pensare che la fedeltà non esiste. Vorrei amare il mio essere donna... vorrei cambiare questa "configurazione" del mio cervello.
Tuttavia ho paura di essere abbandonata o tradita da ogni uomo che ho. Gestisco la mia gelosia con rassegnazione dicendomi "inutile che ti danni l'anima e la danni all'altro, goditi il presente, e abituati a non appoggiarti a lui totalmente, così che quando se ne andrà non ti troverai a vivere l'inferno". Questo meccanismo mentale mi porta a non desiderare nè un matrimonio e nè una famiglia mia. Perchè tanto nella mia testa do per scontato che la donna è destinata a fare sacrfici e sforzi sovraumani per portare avanti tutto da sola: figli, casa e lavoro. Nell'abbandono dell'eventuale marito che penserà solo a portare i soldi a casa e a tradirla con chissà chi. Rinnego il mio essere donna perchè essendo tale ho un ruolo preciso: Badare alla famiglia. Ma io ho i miei sogni, le mie passioni e i miei hobby.
Mia madre? Casalinga insicura, egocentrica, gelosa e possessiva. Non penso mio padre l'abbia mai tradita.
Mio padre? Un uomo abbastanza introverso e distaccato. Abbastanza burbero. Entrambi mi amano. Anche se non sono così "calorosi nei gesti". Le mie relazioni amorose? Chiaramente tutte fallite. Uomini per la maggior parte problematici, narcisisti, deboli, fragili mai cresciuti. Forse me li scelgo apposta, così con la mia "sindrome da crocerossina" finisco per accudirmene.
Crescere con una madre diffidente del marito e in ambienti così maschili, mi porta a pensare che la fedeltà non esiste. Vorrei amare il mio essere donna... vorrei cambiare questa "configurazione" del mio cervello.
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Buonasera,
Anche se con dovizia di particolari, siamo sempre online e non è possibile investigare tutti gli ambiti della sua vita che ha citato nel consulto, ci vorrebbero più consulenza de visu.
La paura dell'abbandono solitamente, parte da lontano e da lontano andrebbe curata.
È spesso multi fattoriale, e le esperienze postume della vita possono peggiorarla o lenirla, ma non "curarla"
Le allego delle letture che troverà in qusto link dove potrà leggere parecchio su questa sua, frequente, problematica amorosa.
https://www.valeriarandone.it/?s=Fame+d%27amore+
Anche se con dovizia di particolari, siamo sempre online e non è possibile investigare tutti gli ambiti della sua vita che ha citato nel consulto, ci vorrebbero più consulenza de visu.
La paura dell'abbandono solitamente, parte da lontano e da lontano andrebbe curata.
È spesso multi fattoriale, e le esperienze postume della vita possono peggiorarla o lenirla, ma non "curarla"
Le allego delle letture che troverà in qusto link dove potrà leggere parecchio su questa sua, frequente, problematica amorosa.
https://www.valeriarandone.it/?s=Fame+d%27amore+
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Utente
-- La paura dell'abbandono solitamente, parte da lontano e da lontano andrebbe curata --
Se sta parlando della mia infanzia, i miei mi hanno dato il giusto amore e la giusta autonomia.
Ero una bambina estremamente intelligente e precoce. Essendo l'ultima di tre figli ho assorbito molto dai miei fratelli. Ho avuto molto più elasticità da parte dei miei genitori rispetto a loro. Ero brava a scuola. Ricordo che nemmeno condividevo gli ottimi voti con i miei genitori perché non avevo bisogno che mi dicessero di essere brava per sentirmici. Né barattavo la mia buona condotta e i miei ottimi risultati scolastici per qualche regalo o abbraccio. Ero completamente autonoma. Non pretendevo neppure la paghetta. Facevo le cose per il piacere di farle e per soddisfazione personale. Trauma infantile? Io la ricordo con piacere la mia infanzia. L'unica cosa che mi hanno turbata sono stati i lavaggi del cervello fatti da mia madre sull'egoismo maschile, sulla sua gelosia per mio padre e su tutte le possibili frustrazioni che una donna insicura possa avere.
Soffro di dipendenza affettiva dice? Forse piuttosto di farmi i lavaggi del cervello... o di essere introversi e purberi,
i miei genitori avrebbero dovuto abbracciarmi di più? Io intanto non ho una relazione sana da quando avevo 16 anni.
Se sta parlando della mia infanzia, i miei mi hanno dato il giusto amore e la giusta autonomia.
Ero una bambina estremamente intelligente e precoce. Essendo l'ultima di tre figli ho assorbito molto dai miei fratelli. Ho avuto molto più elasticità da parte dei miei genitori rispetto a loro. Ero brava a scuola. Ricordo che nemmeno condividevo gli ottimi voti con i miei genitori perché non avevo bisogno che mi dicessero di essere brava per sentirmici. Né barattavo la mia buona condotta e i miei ottimi risultati scolastici per qualche regalo o abbraccio. Ero completamente autonoma. Non pretendevo neppure la paghetta. Facevo le cose per il piacere di farle e per soddisfazione personale. Trauma infantile? Io la ricordo con piacere la mia infanzia. L'unica cosa che mi hanno turbata sono stati i lavaggi del cervello fatti da mia madre sull'egoismo maschile, sulla sua gelosia per mio padre e su tutte le possibili frustrazioni che una donna insicura possa avere.
Soffro di dipendenza affettiva dice? Forse piuttosto di farmi i lavaggi del cervello... o di essere introversi e purberi,
i miei genitori avrebbero dovuto abbracciarmi di più? Io intanto non ho una relazione sana da quando avevo 16 anni.
[#3]
Lei chiede una diagnosi non fattibile online, le cause non si possono ricostruire con il racconto della sua vita, ma serve molto altro.
"Io intanto non ho una relazione sana da quando avevo 16 anni."
Un mio collega saprà aiutarla, ne sono certa.
Auguri per tutto
"Io intanto non ho una relazione sana da quando avevo 16 anni."
Un mio collega saprà aiutarla, ne sono certa.
Auguri per tutto
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.9k visite dal 12/09/2017.
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