L'università mi ha rovinato la vita

Buonasera,

L'università mi ha distrutto la vita. Quella che doveva essere una bellissima esperienza si è trasformata nell'inferno in terra.

Ho fatto una serie di scelte sbagliate. Il primo anno lo feci da fuorisede a Giurisprudenza. Mi trovai male da subito lo dissi ai miei, ma non ci fu verso di tornare a casa prima di un anno. Dissi loro "lascio l'università" ma non sentirono ragioni.

Mi iscrissi in un università vicino casa, passando ad Economia (mi piaceva). Sentendomi un fallito per l'anno perso e cominciai a meditate il riscatto. Mi laureai col massimo dei voti e nei tempi. Fui ammesso in uno dei migliori cdl magistrali, nella miglior facoltà d'economia d'Italia.

I primi mesi prima di trasferirmi iniziai ad avvertire un senso di malessere enorme ed a nutrire una forte avversione per la materia. Una volta trasferito, iniziarono i problemi non riuscivo a concentrarmi ne ad alzarmi dal letto, in preda alla depressione ed alla solitudine più totale, mi sentivo schiacciato e oppresso, non avevo più voglia di fare niente.

Meditai che non era la mia strada e mi resi conto di odiare la materia. Cominciai pure una seria riflessione sulla mia vita concludendo che tutti i miei problemi nascevano dallo studio, e decidendo di "trovare spazio per altre cose" (non ero mai stato fidanzato ne avevo avuto rapporti sessuali).

Dopo mesi di tormenti decisi di tornare a casa, in accordo coi miei genitori, abbandonando per sempre l'Università. Decisi di prendere seriamente in considerazione l'idea di lavorare nella loro attività commerciale, piccola ma molto nota e ben avviata.

I primi tempi stavo parecchio giù di morale, ma in brevissimo mi ripresi: cominciai a fare sport, dimagrii raggiungendo una buona forma fisica, diedi il 100% sul lavoro. Andai da uno psicologo, diagnosticò un burnout.

I miei erano visibilmente contenti ed io mi affrancavo dall'università. Mia madre parlava sempre di iscrivermi nella vecchia università. Le dissi che era impossibile. Col tempo fu sempre più insistente riguardo l'università, anche i vecchi compagni universitari fecero opera di persuasione. Tanto fecero che mi convinsi e mi re-immatricolai per la magistrale nella vecchia Università.

In breve i progressi fatti scomparvero. Non vivo più, zero obiettivi, non esco più dalla camera e non vedo più nessuno,parlo da solo, urlo e bestemmio, mi vergogno per non aver ancora completato gli studi. E' una ruminazione continua. Attacchi d'ansia e di panico. Non trovo più alcuna forma di concentrazione. Credo di aver definitivamente perso la mia sanità mentale.

Se c'è l'università non ci sono io. Mia madre ha cominciato a dirmi "abbandona, lascia perdere tutto". Ma io non lascio perdere niente, non mi fido più di lei. Nonostante tutto mi mancano 2 esami. Mi fa schifo la materia. Sono "vecchio" e condannato al precariato. Vorrei scappare.

Possibile che la mia indecisione e l'ostinazione dei miei genitori mi abbiano nel tempo trasformato in una larva umana? Ho distrutto ciò che c'era di buono in me, come mai?
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38

Gentile ragazzo,

penso che uno psicologo dovrebbe con lei lavorare sull'orientamento professionale, vale a dire sulle scelte, se non di studi che mi sembrano comunque piuttosto definite, di vita e di lavoro.

Nel contempo sarebbe utile anche esplorare ed eventualmente migliorare i rapporti familiari e capire i motivi delle sue difficoltà con la magistrale: quella pregressa si collegava al distacco dalla sua città? o c'erano altri fattori in gioco? e quali i motivi di quella attuale? ci sono collegamenti con le pressioni dei familiari?

Quando avrà qualche anno in più rivedrà se stesso nei giorni attuali come "molto giovane" e con una miriade di opportunità.

L'importante perciò è che non le sprechi e si faccia aiutare da un valido professionista che non limiti la sua attenzione al burnout, ma ne trovi le cause ed evidentemente i rimedi.

cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

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Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Gentile dr.ssa Sciubba
La ringrazio molto.La magistrale pregressa era molto lontana dalla mia città d'origine.Tale "distacco" fu interpretato come la causa del mio blocco dai miei genitori L'attuale magistrale non è confrontabile con la precedente ne come studi ne come opportunità lavorative. Non mi riconosco più ne come studente ne come futuro professionista. Concluderò gli studi e farò di tutto per non serviti del titolo di studio conseguito.
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Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Avevo fatto una scelta ben precisa, che implicava l'abbandono dell'università in favore di un diverso percorso lavorativo e di vita e mi sono fidato dei miei genitori che hanno approvato la mia scelta. Il loro dietro front successivo e la re iscrizione ad un nuovo cdl magistrale, per di più nel campo che avevo sconfessato, hanno fatto perdere significato al mio gesto. So che è difficile da capire, ma è come se avessi rinunciato ad una Ferrari per una 500. Ma non è che fossi incapace di guidare la prima, semplicemente io NON VOLEVO Più guidare, ne l'una ne l'altra. Non mi riconoscevo più come studente ne mi vedevo capace nel mio campo. I miei genitori hanno invece generalizzato il tutto pensando bene che passata la burrasca potessi essere rimandato in una "qualsiasi università" purché vicina a casa, pur di prendere un pezzo di carta. Sono ben consapevoli che non servirà a nulla vista l'età e le difficoltà incontrate e stanno spingendo per farmi continuare la loro attività. Visto l'esito scontato non vedo il motivo di tanta loro insistenza se non la volontà di rubarmi altri 3 anni di vita. Avrebbero potuto insistere prima che buttassi all'aria tutte le opportunità avute.
Oggi, dopo 2 anni, sono peggiorato sotto ogni punto di vista. Non parlo, non esco, mi sento costantemente scoraggiato e debilitato, mi considero un fallito, ogni giorno è peggio del precedente, non riesco più a fare programmi o a pormi obiettivi, non ragiono più e non sono lucido. Nella mia vita almeno prima c'era la volontà di realizzarsi professionalmente, oggi non c'è nulla: no ragazze, mai avuto rapporti di alcun tipo, pochissimi amici, sopratutto nessuna motivazione e vergogna profondamente per qualsiasi cosa. Mi sento inetto e invalido sotto tutti gli aspetti.
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Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
per quel che riguarda il mio percorso con lo psicoterapeuta questo si concentrò anche su altri aspetti, oltre al burnout, ritenendo che il fallimento universitario fosse solo l'ombra del problema. Ebbe una certa influenza, sostenendo la mia scelta di abbandonare. Tuttavia pochi mesi dopo, quando già prevedevo che la scelta di reiscriversi fosse sbagliata, lui liquido il tutto dicendo di "lasciarsi trasportare". Io mi sono fatto trasportare e difatti sono completamente deragliato sotto tutti gli aspetti della vita, perdendo i progressi fatti in precedenza.
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Come vede, i rapporti con i genitori sembrano essere un punto fondamentale da considerare e migliorare.

Tenga presente che sono problemi facilmente risolvibili, soprattutto in mano ad uno psicoterapeuta esperto nelle relazioni.

Cordiali saluti
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Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
I rapporti con i genitori sono ottimi, mi confronto spesso, con mia madre sopratutto, sulla questione. Il problema è che non sembrano aver capito l'errore che hanno fatto "forzandomi" con la magistrale.
il problema grave è che l'Università ha completamente inficiato la qualità della mia vita. Prima di ogni esame ho sempre attraversato, nel corso dei trascorsi 7 anni, fasi di depressione che via via sono diventate sempre più lunghe. Non riesco a fare nulla: non studio, non mi concentro, non esco di casa.
A giorni dovrei affrontare un duro esame ( uno dei 2 che mancano) ma praticamente nell'ultimo mese non ho concluso quasi nulla e passo le giornate disteso sul letto a rimuginare su tutto il fallimento della mia vita. Non mi riesco minimamente a concentrare o a ricordare nulla di quanto letto o ripetuto, trovo persino difficile articolare le parole per "ripetere".
Praticamente ogni volta scatta un meccanismo per il quale mi isolo del resto del mondo per lungo tempo prima di un esame, ma poi i giorni effettivamente di studio risultano pochi e fatti solo all'ultimo. Subentra però un ansia tale da impedirmi di fare qualsiasi cosa: non esco mai dalla mia camera se non per mangiare e mi riduco ad uno straccio.
Questo è successo praticamente sempre prima di ogni esame, salvo rarissime eccezioni. Il primo anno, l'anno dell'"abbandono" e quest'anno tali fasi sono durate mesi, mi hanno portato a rompere i rapporti con i conoscenti ed a prendere decisioni "radicali" nei primi 2 casi. Da quest'anno poi sono comparsi vari crolli nervosi, crisi di pianto e attacchi isterici. Tale fase era incominciata nel novembre scorso come forma d'ansia per esami che sarebbero arrivati mesi dopo, ho incominciato ad ingrassare a vista d'occhio e abbandonato l'attività sportiva. A gennaio e febbraio si è trasformata in blocco totale per lo studio. A Marzo sono comparsi gli attacchi di panico (del tutto immotivati), ad Aprile gli attacchi isterici. A metà Maggio la situazione si è stabilizzata, tanto che pensavo che la fase peggiore fosse dietro passata. Ad Agosto, in maniera del tutto immotivata, è comparso un nuovo blocco nello studio ed un azzeramento dei rapporti sociali. Odio la materia che sto studiando
Da che può dipendere?
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazzo,
bisogna capire se la sua sintomatologia sia dovuta ad ansia da esame, a metodo di studio errato, a stress legato agli studi per motivi più generali ecc. , ivi compresa quella che lei chiama "forzatura" dei genitori riguardo la magistrale.

Non è possible qui fare diagnosi approfondita, ma appunto fare delle ipotesi. E 'certo che il suo è un problema legato allo studio e ci sono varie strategie e tecniche che si possono applicare per risolverlo, ma la valutazione e la scelta di esse spetta allo psicologo psicoterapeuta, che pertanto andrebbe consultato in altra sede.

Le segnalo un libro che potrebbe interessarla: "Lo studente strategico" di A. Bartoletti
[#8]
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Gentile dott.ssa Sciubba
La ringrazio per la cortese risposta.
L'unica cosa che mi sento di escludere è il metodo di studio, forse non dei migliori, ma che spesso mi ha consentito di uscire in breve dalle avversità in cui mi trovavo.
La mia è una disaffezione generale verso lo studio, che fino ad un paio d'anni fa era la mia sola ragione di vita. Poi questo discorso è caduto e dopo la re iscrizione alla magistrale la disaffezione si è trasformata in odio puro.
La vergogna di prendere la laurea a ormai 27 anni inoltrati, in un'ambito che ho tentato di abbandonare 2 volte, è tale da spingermi ad abbandonare nonostante manchino solo 2 esami.
Ho una paura tremenda del post laurea tutti si aspettano qualcosa, ma io non ho più la forza o la volontà di fare nulla.
E' probabile che io mi stia autoboicottando?
[#9]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazzo,
chi prende lauree impegnative spesso si laurea in ritardo, molto più tardi di lei e trova in genere ugualmente lavoro.

Il suo mi sembra un problema di orientamento. Cosa vuole fare dei suoi studi e della sua vita?

Farsi condizionare dagli altri, in questo come in altri campi, è solitamente un pessimo approccio.
Se non riesce a trovare la "sua" strada si faccia aiutare da uno psicologo psicoterapeuta.
cordiali saluti
[#10]
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Dott.ssa Sciubba
La ringrazio della risposta
In questo momento non so assolutamente cosa devo fare della mia vita. L'unica cosa che volevo evitare era di laurearmi in ritardo. Non ho mai trovato difficoltà oggettive nello studio, l'ho abbandonato più volte propri perché non volevo continuare non mi sentivo più attratto da quello che studiavo. Perciò mi pesa tanto prendere a 27 anni qualcosa in cui non mi riconosco più.
L'unica soluzione è l'abbandono degli studi.
[#11]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazzo,
prima di prendere una decisione così drastica e così importante le consiglio di consultare uno psicologo psicoterapeuta.
Le motivazioni alla base di questa sua possibile decisione infatti potrebbero sfuggirle in quanto celate nell'inconscio che, sappiamo, è il vero motore delle nostre azioni.
Rischia in tal modo di prendere una decisione inefficace che non risolve alla radice e non soddisfa le istanze inconsce, le quali potrebbero tornare a darle problemi in altre occasioni.

Cordiali saluti
[#12]
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Gentile dr.ssa Sciubba

La ringrazio per la risposta.
A giorni mi recherò da uno specialista per esporgli la situazione.
Da un paio di giorni le crisi d'ansia si sono fatte più forti e ho avuto parecchi attacchi di nervosismo.
Ho poi ogni volta una sorta di "stretta" allo stomaco e il respiro affannoso. Inoltre sono ingrassato a vista d'occhio: mangio in continuazione pur non avendo appetito.
[#13]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Bene, tenga presente anche la possibilità di richiedere consulenze on line.

cordiali saluti
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