Ansia/ mi sento bloccata dalla paura

Buonasera,
Sono in terapia da ormai un anno e mezzo a causa di una malattia genetica da cui sono affetta dalla nascita (ho chiesto anche un consulto in psicologia qui qualche tempo fa). Dopo un percorso travagliato e varie interruzioni, sono arrivata a un punto importante della terapia.
Quando ho cominciato le sedute il mio psicologo non sapeva nulla di me, ancora meno della mia malattia. Non aveva nessuna esperienza di pazienti con malattie genetiche. Nonostante ciò ha saputo ascoltarmi e ora è in grado di capire le ragioni di certi miei ragionamenti o stati d'animo, pur se non li giustifica.
In particolare è riuscito a comprendere l'importanza di stabilire di chi sia la responsabilità della mia patologia. Perché si è formata e se la colpa sia mia o dei miei genitori. Mi ha consigliata di rivolgermi ad alcuni siti di medicina online per avere risposte. Così ho fatto: negli ultimi mesi mi sono rivolta a vari specialisti, anche su questo sito.
Purtroppo però su patologie rare come la mia c'è molta ignoranza anche tra i medici. Ho ricevuto risposte tra loro incompatibili. Alcuni dicono che la mia anomalia genetica era già presente in uno dei gameti da cui sono stata generata. Altri dicono di no, che è sopravvenuta dopo il mio concepimento. Nessuno mi ha detto da cosa sia stata provocata in concreto. Dicono che le cause non sono ancora note.
Per me questa incertezza è inaccettabile e insopportabile, devo avere risposte. Devo sapere chi è il responsabile della mia patologia e punirlo. E se la colpevole sono io, allora devo sapere qual'è la mia colpa, è fondamentale.
Insieme al terapeuta abbiamo allora deciso di scrivere a medici specialisti della mia sindrome, anche se in Italia sono pochi, dato che è l'unico modo di avere una risposta certa, se esiste. La settimana prossima cominceremo a contattarli sperando che rispondano.
Dovrei essere contenta. In fondo in passato ho sentito vari altri psicologi che mi dicevano che non dovevo farmi domande sul perché fossi nata così. Secondo loro avrei dovuto accettare tutto quello che mi è capitato perché tanto non si può cambiare nulla, e rassegnarmi a vivere la vita che ho.
Quindi dovrei essere felice di avere trovato chi mi riconosce almeno il diritto di essere arrabbiata, di sapere perché è successo a me.
Ma ora ho paura. Paura di non avere risposta dai medici che contatterò. O di ricevere il solito: "l'origine dell'anomalia non è ancora del tutto nota, il suo è stato un caso sfortunato". O di risposte che non riuscirò ad accettare e mi manderanno fuori di testa. Ho paura che per me non ci sia davvero nulla da fare. Che morirò sbagliata, mentre io voglio diventare normale. O di scoprire che aveva ragione chi diceva che dovevo rassegnarmi.
Vorrei lasciare perdere tutto, abbandonare il percorso, non contattare nessuno, per paura di soffrire ancora senza poter diventare normale. Ho paura che nessuno mi accetterà mai, perché sono un errore di natura che non sarebbe dovuto nascere.
Perché tante paure?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(...)Per me questa incertezza è inaccettabile e insopportabile, devo avere risposte. Devo sapere chi è il responsabile della mia patologia e punirlo (..)
gentile ragazza quando smetterà di rincorrere questa premessa assolutamente SBAGLIATA, troverà la serenità .
NON capisco nemmeno come un terapeuta possa sostenere questa assurda ricerca priva di alcun senso che non fa altro che mantenere in vita il problema.
Saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Utente
Utente
Gentile dott. De Vincentiis, preciso che sono solo io a ragionare in termini di colpa. Il mio terapeuta non concorda affatto con questa mia idea. Nonostante ciò pensa che io abbia il diritto di andare in fondo alla questione e sapere come sono andate le cose. D'altronde ci deve essere una causa, una ragione per cui io non sono nata normale e le altre sì. Non può essere stato un caso. E devo assolutamente sapere quale sia.
Ma dall'altra parte adesso ho mille paure, e non so perché. Anche se la cosa che più di tutte mi terrorizza è ricevere altre risposte non esaustive che mi lasceranno con l'incertezza a vita.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(...)pensa che io abbia il diritto di andare in fondo alla questione e sapere come sono andate le cose. D'altronde ci deve essere una causa, una ragione per cui io non sono nata normale e le altre sì. (...)
quando parla di colpe a cosa si riferisce esattamente? A cosa allude, giusto per intenderci meglio?
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Utente
Utente
Parlo dell'origine della mia anomalia genetica. Ci deve essere un responsabile. O io o uno dei miei genitori. Se l'anomalia era già presente in uno dei gameti da cui sono stata generata, la colpa è del genitore che ha prodotto il gamete anomalo, rovinandomi la vita. E se è così devo capire chi è dei due. Se invece i gameti erano sani, e l'anomalia è sopraggiunta in fase embrionale i miei genitori hanno fatto tutto giusto, non hanno colpe. In quel caso la colpa è mia, che dovevo nascere sana, invece sono nata sbagliata, ma se è così non so perché sono nata anormale, non so cosa è andato storto e devo assolutamente scoprirlo. Spero di avere spiegato il perché sia così fondamentale sapere come siano andate le cose.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
si ha spiegato molto bene l'irrazionalità del suo discorso e l'assurdità che sta cercando!
Ed è proprio questa ricerca priva di alcun senso che la mantiene in uno stato di ansia perenne alla ricerca di "colpe" inesistenti. Le anomalie genetiche NON sono l'espressione della colpa di qualcuno e lei sta cercando semplicemente un capro espiatorio per sfogare una rabbia, magari comprensibile, ma con mete assolutamente irrazionali.
Si faccia aiutare da un terapeuta, magari da un altro, per smettere questa ricerca, che, probabilmente, è la causa del suo disagio.saluti.
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Utente
Utente
Gentile dott. francamente non la capisco. Ho richiesto questo consulto per capire come mai mi sento così in ansia e bloccata all'idea di ricevere risposte sull'origine della mia patologia al punto da pensare di abbandonare la psicoterapia per paura, e lei invece di aiutarmi mi dice che cercare risposte non ha senso e mi consiglia di cambiare terapeuta.
Le assicuro invece che non è affatto possibile accettare un handicap perché "è successo per caso". Nulla succede per caso, e finché non saprò qual'è la causa esatta della mia malattia e chi ne è il responsabile, non riuscirò mai a darmi pace. Ma evidentemente lei come tanti altri pensa che una possa arrivare ad accettare certe situazioni così, a scatola chiusa.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
lei rimane purtroppo congelata nella sua idea SBAGLIATA, da qui più che farglielo notare non è possibile fare altro.
Quando smetterà la sua ricerca allora sarà più serena. Forse lo capirà nel tempo.
saluti
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Utente
Utente
Buongiorno,
Riapro questa discussione per alcuni sviluppi sopravvenuti nel frattempo. Nonostante i miei timori ho deciso di continuare la terapia psicologica e la mia ricerca in merito alla causa della mia malattia genetica.
Dopo varie risposte poco esaustive tre settimane fa finalmente una genetista mi ha risposto molto dettagliatamente, quasi una consulenza genetica in piena regola. Mi è stato spiegato come vi siano sostanzialmente due forme della mia patologia. Della prima forma, la più frequente, si è ormai scoperto che la colpa è di uno dei due genitori, che ha prodotto un gamete anomalo, dal quale è nata una figlia malata. Si sa anche che nella maggior parte dei casi il responsabile è il padre, non la madre.
Esiste poi una seconda forma, meno frequente, in cui l'anomalia sopravviene, non prima ma dopo il concepimento. I gameti sono sani, ma durante lo sviluppo dell'embrione vi è una perdita di materiale genetico. Quest'ultimo è il mio caso.
Ora ho la certezza che la colpa della mia malattia è esclusivamente mia, perché i miei genitori hanno fatto quello dovevano, hanno prodotto entrambi gameti sani, sono io che poi sono nata sbagliata.
Nemmeno questa genetista però, ha mai saputo dirmi da cosa sia stata provocata in concreto l'anomalia genetica. Io però ancora una volta non riesco ad accettare questo "non lo sappiamo perché sia successo", voglio sapere qual'è la mia colpa, che cosa ho fatto per essere nata sbagliata, mentre tutte le altre donne sono nate normali.
Sono arrabbiata anche perché nel primo caso c'è un colpevole, cioè il padre, e c'è una causa. Io invece rimango nel dubbio e nell'incertezza. Però, se da una parte sono arrabbiata per la mancanza di risposte, dall'altra ormai è chiaro che quelle risposte che cerco non le riceverò mai, a questo punto. Per questo motivo, consapevole che difficilmente avrò una risposta più esaustiva dell'ultima ricevuta, ho deciso di terminare il mio percorso di psicoterapia, anche se non ho ottenuto nessuno dei risultati sperati.
Volevo che i medici mi dicessero perché sono nata così e che mi proponessero una terapia, anche sperimentale, che mi permettesse di guarire, di diventare geneticamente una donna e di potere avere figli. Invece ancora una volta non sanno dirmi perché sono nata sbagliata e non c'è nessuna cura per me. Resterò per sempre un errore, per sempre sterile. Ho chiamato il mio terapeuta spiegando che ormai non c'è più nulla da fare e l'ho salutato definitivamente ringraziandolo dell'aiuto che mi ha dato, anche se lui avrebbe voluto che continuassi la ricerca e contattassi ulteriori specialisti.
Adesso io non voglio più vivere, la mia vita non ha alcun senso se non posso sapere il motivo di quello che mi è successo e non posso guarire.
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