Università:vorrei mettermi l'anima in pace

Buongiorno Dottori,
cerco di raccontare quanto più brevemente possibile la mia situazione.
A 15 anni (ne ho quasi 21) ho iniziato a pensare che mi sarebbe piaciuto fare medicina e mi sentivo molto motivata, ispirata dal fatto che nello stesso anno mio fratello più grande avrebbe provato i test (alla fine non passò).
Gli ultimi due anni del liceo li ho vissuti combattuta per quanto riguarda la scelta futura perchè da una parte i miei genitori facevano molte pressioni purché io passassi, dall'altra iniziavo a sentirmi stretta in questa scelta, avevo paura che non la desiderassi davvero e che le mie capacità non fossero adeguate per un percorso così lungo. Ogni volta che eravamo in macchina mio padre mi ricordava puntualmente l'impegno che avrei dovuto "garantire" a me stessa affinché quei test io li passassi e mi ricordava con larghissimo anticipo l'impegno che avrei dovuto metterci, al contrario mia madre mi spezzava la poca autostima che avevo (ma è sempre stata così con me) affinché io non volassi troppo alto per non rimanere troppo delusa.Praticamente mi sentivo implodere e entrai in crisi, masochisticamente iniziai a leggere esperienze negative di gente che scelse questa facoltà e poi se ne pentì per poi mollare. Questa crisi culminò un paio di settimane prima dei test, quando vedevo che i miei punteggi non erano buoni e di colpo smisi di desiderare di fare medicina. Ora sono iscritta al secondo anno di una triennale sanitaria, e nonostante sia passato diverso tempo non riesco a togliermi il pallino di medicina. Non faccio infermieristica, ma sono comunque sempre dentro all'ambiente medico (di laboratorio), studio gli "stessi" argomenti (in qualità e quantità differente ovviamente) ma non riesco davvero a togliermi questa idea di medicina dalla testa. Due volte sono stata tentata a riprovare i test, senza parlare mai con i miei genitori, ma ho preferito il certo con l'incerto, cioè un percorso sicuramente più semplice oltre che breve anche se non mi soddisfa affatto e mi ha portato a passare il primo anno malissimo (questa sarebbe una storia a parte). Vorrei tornare a provare quelle sensazioni mentre studiavo per i test (quando ancora ero convinta)..sentivo il futuro incerto ma nonostante ho sacrificato quell'estate io non mi sono mai pentita di averlo fatto perchè mi rendeva felice (studiare con l'idea di passare).

Ho provato a scomporre il problema, a tentare di vederlo dall'esterno, ma anche se mi dico che l'idea di medicina era frutto delle aspettative degli altri, ora che queste aspettative non ci sono più l'idea è ancora la stessa...
Ho idealizzato troppo questa facoltà? .. e quindi come posso chiudere questo capitolo definitivamente?
Ho provato ad immaginarmi a fare altro come ad esempio l'insegnante però torno sempre allo stesso punto..
La mia migliore amica che mi è sempre stata vicino e sa tutte le sensazioni che ho passato crede che io non voglia ammettere che voglio davvero farla.. però se così fosse perchè non ne sono sicura, se davvero fosse il mio desiderio?
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Dr.ssa Francesca Carubbi Psicoterapeuta, Psicologo 20 1
Gentile utente. D ciò che scrive, sembra proprio un conflitto tra ciò che si aspettano gli altri (anche gli altri fantasmatici, ovvero non tanto l'Altro in termini reali, bensì come lo abbiamo interiorizzato in termini di aspettative, valori...) ed il suo desiderio: scrive che "smisi di desiderare". Perché? Da come scrive, pare che gli altri, o meglio i loro giudizi, abbiano avuto molta presa nella sue decisioni. Provi a riflettere su questo. E, comunque, il desiderio è sempre conflittuale, perché comporta sempre una scelta. La propria.
Cordialmente

Dr.ssa Francesca Carubbi
Psicologa - Psicoterapeuta Centrata sul Cliente
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Utente
Utente
Buongiorno
La ringrazio per la risposta.
Ho sempre avuto un po'paura di questa facoltà, forse per la mia poca autostima e un po'perchè mia madre alle superiori non sembrava mai soddisfatta davvero dei miei risultati. Nonostante andassi bene, potevo sempre andare meglio, così come all'esame di stato mi disse che pensava che il tema di italiano fosse andato meglio, e per lei poteva voler dire anche un solo punto (sono uscita con 94). L'estate in preparazione dei test mi sentivo molto felice durante lo studio (sensazione di benesse e di star facendo la cosa giusta che purtroppo non ho più avuto da allora)ma poco prima dei test ho iniziato a sentire una sensazione soffocante e mi ha portato non solo anon desiderare più medicina,ma proprio a non volerla fare. Quello che non mi spiego è perchè nonostante quello che è successo io continuo ad avere l'idea di farla,idea che in realtà non ho il coraggio di concretizzare perchè un percorso così lungo e difficile mi hanno fatto preferire un percorso di cui non mi sento felice ma di cui ne ho la certezza di riuscirci. Ogni anno in prossimità dei test e non solo (ad esempio quando studio materie che mi piacciono)vorrei iscrivermi a medicina ma non l'ho mai fatto.
Allo stesso tempo sento che non sto facendo la facoltà giusta per me. Non so come uscirne e vivere sentendomi al posto giusto. Secondo lei ha senso che io riprovi dopo la laurea triennale? O sto solo continuando ad idealizzare una professione? Ad esempio ieri sono state pubblicate le domande del test di quest'anno che io ritengo più facili rispetto all'anno in cui provai io e mi chiedo se non sia stato destino non passare medicina..
Le materie che studio mi piacciono e interessano ma non la parte pratica (di laboratorio) e ogni volta che a tirocinio posso vedere un medico "all'opera" rimango entusiasta e super interessata. Un po'la mia idea negativa di medicina è stata condizionata dalla paura di dover fronteggiare gravi emergenze come ad esempio politraumatizzati o persone con gravi emorragie,mentre ad esempio non mi disturba l'idea di dover fare un massaggio cardiaco in un paziente incosciente. Ho assistito tranquillamente ad un'autopsia durante il primo anno di università ad esempio. Quello che mi ha frenato in parte è anche stata la componete psicologica se così si può dire.
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Dr.ssa Francesca Carubbi Psicoterapeuta, Psicologo 20 1
Gentile Utente. Ha scritto una cosa che mi ha colpito "un percorso di cui non mi sento felice ma di cui ne ha la certezza di riuscirci". È questo che la frena? La paura di non essere all'altezza? Di non raggiungere quelle prestazioni che pensa che vogliano i suoi genitori (scriveva di un tema di italiano che sembra non aver soddisfatto sua madre)? Se mi permette: quando scrive di Medicina, mi arriva un profondo desiderio di provarci. È come se fosse la paura a frenarla. Ma oltre la paura esiste il coraggio: sono due facce della stessa medaglia.
Cordiali Saluti
[#4]
Utente
Utente
Grazie davvero per la risposta dottoressa.
Secondo lei potrei risolvere il problema con l'aiuto di un professionista o lo risolverò "provando" l'esperienza di medicina?
Purtroppo non lavorando non vorrei pesare ulteriormente sui miei genitori e se questa questione potessi risolverla da sola sarebbe sicuramente meglio anche se mi piacerebbe molto andare da uno psicologo per farmi aiutare a capire ciò che desidero per il mio futuro.
La ringrazio per la sua disponibilità.
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Dr.ssa Francesca Carubbi Psicoterapeuta, Psicologo 20 1
Gentile utente. Non è che ci sia una risposta giusta o sbagliata. Dipende da ciò che ora lei desidera fare e anche dalle sue priorità in questo momento, anche economiche. Andare dallo psicologo è un'opportunità, senza scadenza, in più per conoscersi e comprendere ciò che ci fa paura e ci frena, ma ciò non esclude il poter provare a fare medicina. Comunque, già il desiderio di andare da un professionista è una forte motivazione ad iniziare un percorso, perché si sta interrogando sulle sue questioni.
In bocca al lupo e un caro saluto
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