L'amico di vecchia data
Sto con una compagna da 4 anni .Quando la conobbi mi disse subito che c’era una persona nella sua vita che non andava toccata. Non era il suo compagno, ma si conoscevano da quando erano ragazzi con una relazione naufragata nell' analfabetismo emotivo e penuria di passione. Noi non viviamo insieme e lei nonostante sia avanti con gli anni vive a casa dei genitori ottantenni non essendo assertiva nella ricerca della sua indipendenza. Due giorni feriali alla settimana lei fa servizio di “assistenza” a Sandro , (che oltretutto nel 2014 ha avuto un ictus ma senza danni.Li parla solo lui, si lamenta e lei gli fa da secchio del vomito. Lui non ha un lavoro, vive per conto suo ma viene campato dai suoi Non ha amici ne una donna, è depresso, non gli puoi proporre nulla fuori zona perché mette duemila scuse Chiedere aiuto? Manco a dirlo. Tutto quello che inizia per PSICHE è veleno.La situazione sfrutta lo spirito salvatore della mia compagna che dice “io non lo posso lasciare solo”. Lui naturalmente si fa assistere. Lei è utile a qualcuno, ma una volta mi disse Tu non sai quanto è pesante per me! Le nostre discussioni riguardano l’impossibilità di rompere questo cordone ombelicale. Si sentono tutti i giorni come una dottoressa e un malato. Se lei diventa propositiva Sandro si chiude a riccio dicendo a no a tutto. Manco a dirlo Marina non ha figli, non li ha mai voluti per paura di non essere all’altezza, E Sandro è come se fosse il figlio non avuto di Marina All'inizio per me tutto bene, poi col tempo è scattata una sorta di gelosia affettiva.La mia strategia di sopravvivenza è quella di darle la solita giustificazione di debolezza, che non ne può fare a meno, come se lui fosse suo figlio e lei la donna separata che lo va a trovare. L’aspetto sessuale tra loro è assente totale per vari motivi ma non voglio infierire su di lui, ma so la loro storia ed è stato anche motivo di rottura tra di loro. All’inizio della nostra relazione abbiamo raggiunto il paradosso, perché lei gli ha detto la cosa a Sandro dopo almeno 1 anno non sapendo bene come dirglielo!!! Un po’ come quando la madre separata porta a casa un nuovo uomo e non sa come farlo accettare al figlio o ai figli. Poco tempo dopo lui ha un ictus. Lei dice perché era grosso mangiava e depresso. Io sento invece che tra l’ ictus e la confessione del nuovo uomo, ci sia una membrana sottile. Anche i genitori di lei erano in difficoltà perché chiedevano come si dovevano comportare nei confronti di Sandro.Io non so se c’è una domanda da farvi, mi interessa molto la vs opinione. Buttare a mare il bambino con l’acqua sporca? ma si butta anche il buono che c’è. Parlare con lei è sempre un parto perché si arriva davanti a un muro. il risentimento verso di lui è il marcio che ci fa discutere e porta solo a galla l’impotenza di lei, il loro appoggiarsi l’uno all’altro e io che rimango li con una decisione da prendere: me la tengo cosi o la lascio? ogni tanto il problema mi si rinfaccia come l’aglio Cordialità
[#1]
Caro Utente,
la situazione è complicata perchè siete legati in tre da una sorta di catena che nessuno ha il coraggio di spezzare.
Se però uno solo di voi smettesse di partecipare a questo gioco forse l'equilibrio si romperebbe portando a conseguenze inattese e positive.
Il punto importante è che a Marina pesa assistere Sandro come un bambino, perchè da bambino si comporta, e che quindi non lo sta difendendo in tutto e per tutto.
Probabilmente Marina ha raggiunto il limite della sopportazione, ma, vedendo Sandro così malato, ha paura che non occuparsene significhi abbandonarlo ad una brutta fine, quando invece significherebbe obbligarlo a trovare una soluzione reale per i propri problemi e non perpetuare oltre queste dinamiche mortifere.
Farei quindi leva sulla difficoltà che Marina ha riconosciuto di avere (se ho capito bene) nell'allontanarsi da Sandro per consigliarle un aiuto psicologico che le consenta di essere libera nelle sue scelte, e non diretta dal senso di colpa o dalla necessità di sentirsi utile - scopo che può raggiungere in mille altri modi.
Visto che siete una coppia e che questi problemi ricadono su entrambi potreste anzi recarvi insieme da un mio collega per fare il punto della situazione e ragionare su cosa sia possibile fare.
E' indubbio che Marina, per come la descrive, soffra effettivamente di quelle che lei chiama "debolezze" e che siano tali debolezze a non consentirle di sganciarsi nè da Sandro, nè dai propri genitori, ma se volete costruire e ad alimentare una dimensione di coppia è necessario che tutto questo cambi.
Un caro saluto,
la situazione è complicata perchè siete legati in tre da una sorta di catena che nessuno ha il coraggio di spezzare.
Se però uno solo di voi smettesse di partecipare a questo gioco forse l'equilibrio si romperebbe portando a conseguenze inattese e positive.
Il punto importante è che a Marina pesa assistere Sandro come un bambino, perchè da bambino si comporta, e che quindi non lo sta difendendo in tutto e per tutto.
Probabilmente Marina ha raggiunto il limite della sopportazione, ma, vedendo Sandro così malato, ha paura che non occuparsene significhi abbandonarlo ad una brutta fine, quando invece significherebbe obbligarlo a trovare una soluzione reale per i propri problemi e non perpetuare oltre queste dinamiche mortifere.
Farei quindi leva sulla difficoltà che Marina ha riconosciuto di avere (se ho capito bene) nell'allontanarsi da Sandro per consigliarle un aiuto psicologico che le consenta di essere libera nelle sue scelte, e non diretta dal senso di colpa o dalla necessità di sentirsi utile - scopo che può raggiungere in mille altri modi.
Visto che siete una coppia e che questi problemi ricadono su entrambi potreste anzi recarvi insieme da un mio collega per fare il punto della situazione e ragionare su cosa sia possibile fare.
E' indubbio che Marina, per come la descrive, soffra effettivamente di quelle che lei chiama "debolezze" e che siano tali debolezze a non consentirle di sganciarsi nè da Sandro, nè dai propri genitori, ma se volete costruire e ad alimentare una dimensione di coppia è necessario che tutto questo cambi.
Un caro saluto,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Sandro è il meno intenzionato di tutti a rompere la catena e lo stile di vita che conduce in trappola può solo replicarsi all'infinito, e quindi si prende volentieri la stampella di Marina. Marina, come ha detto giustamente lei dottoressa, fa più male che bene a Sandro come una mamma che soffoca i propri figli con la scusa dell'amore. E sento che questo pegno che deve pagare a Sandro ha radici lontane.
Rompendo la catena io, posso solo arrivare a una rottura del compromesso e chiedere a Marina o di parlarne insieme da un terapeuta o che la situazione è dannosa per il nostro rapporto. Un piccolo inciso. Quando si lasciarono Marina e Sandro lei fece ben sei anni di analisi ma Sandro...rimase intoccabile, ne usci con un attribuzione di "anaffettività" da parte della terapeuta che non fu d accordo della dipartita delle sua cliente.
le cose non sono solo bianche e nere e lei potrebbe almeno diluire le visite e prendersi piu tempo per se, invece di fare l'infermiera, ma ogni cosa ha una ragione e il vincolo che lega Marina ai suoi e a Sandro credo che sia un po' lo stesso. Per ora la ringrazio e non so se vuole aggiungere una chiosa. Grazie. Mauro
Rompendo la catena io, posso solo arrivare a una rottura del compromesso e chiedere a Marina o di parlarne insieme da un terapeuta o che la situazione è dannosa per il nostro rapporto. Un piccolo inciso. Quando si lasciarono Marina e Sandro lei fece ben sei anni di analisi ma Sandro...rimase intoccabile, ne usci con un attribuzione di "anaffettività" da parte della terapeuta che non fu d accordo della dipartita delle sua cliente.
le cose non sono solo bianche e nere e lei potrebbe almeno diluire le visite e prendersi piu tempo per se, invece di fare l'infermiera, ma ogni cosa ha una ragione e il vincolo che lega Marina ai suoi e a Sandro credo che sia un po' lo stesso. Per ora la ringrazio e non so se vuole aggiungere una chiosa. Grazie. Mauro
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Per aggiungere altro bisognerebbe conoscere le reali motivazioni di Marina e cosa significhi per lei occuparsi di Sandro.
Come le dicevo, se fosse per la necessità di sentirsi utile e per la gratificazione che ne trae potrebbe "dirottare" altrove queste pulsioni altruistiche - il che non significherebbe per forza chiudere ogni rapporto con lui, ma portare la loro amicizia su un piano differente, attenuando di molto le componenti salvifiche che Marina contribuisce ad apportare al loro scambio (parlo di scambio perchè ognuno di loro ne trae presumibilmente qualcosa).
Penso che la cosa migliore da fare sia che vi rechiate assieme da un mio collega, perchè ho il dubbio che Marina non colga del tutto la portata del proprio atteggiamento e comportamento nè le conseguenze che ha sulla vostra coppia.
Come le dicevo, se fosse per la necessità di sentirsi utile e per la gratificazione che ne trae potrebbe "dirottare" altrove queste pulsioni altruistiche - il che non significherebbe per forza chiudere ogni rapporto con lui, ma portare la loro amicizia su un piano differente, attenuando di molto le componenti salvifiche che Marina contribuisce ad apportare al loro scambio (parlo di scambio perchè ognuno di loro ne trae presumibilmente qualcosa).
Penso che la cosa migliore da fare sia che vi rechiate assieme da un mio collega, perchè ho il dubbio che Marina non colga del tutto la portata del proprio atteggiamento e comportamento nè le conseguenze che ha sulla vostra coppia.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.2k visite dal 29/08/2017.
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