Difficoltà a deglutire
Salve a tutti, sono una ragazza di 38 e da un po' di tempo ho difficoltà a deglutire nel senso che nn riesco a mandare giù il cibo perché ho paura di soffocare infatti nn sto più mangiando, a volte anche la roba liquida mi si blocca.
Chiedevo se è un sintomo legato solo ad un discorso di ansia di cui soffro, o può essere legato ad altro. Ho fatto visita otorinolaringoiatra e gastroscopia dalle quali nn è emerso niente.
Può essere lato ad un discorso neurologico? Che devo fare?
Grazie mille a chiunque voglia rispondermi
[#1]
Gentile utente, se i due specialisti consultati non hanno rilevato nulla, hanno formulato ipotesi circa la sua difficoltà? Deve riportare tutti gli esiti al suo medico di base. La guiderà lui verso eventuali altri approfondimenti medici.
Se tutto sarà negativo, si affronterà il discorso psico-somatico. Ad es Come è insorto questo problema? Ha mai avuto altri generi di problemi legati al cibo? O al suo corpo? sono capitati episodi legati all'idea del soffocamento? Oppure, ancora, questa sensazione di accompagna ad un già presente senso di ansia/angoscia , di "stomaco chiuso"? Bisogna capire meglio il quadro.
Deve però prima seguire tutte le indagini mediche che il suo curante eventualmente riterrà necessarie.
Un caro saluto
Se tutto sarà negativo, si affronterà il discorso psico-somatico. Ad es Come è insorto questo problema? Ha mai avuto altri generi di problemi legati al cibo? O al suo corpo? sono capitati episodi legati all'idea del soffocamento? Oppure, ancora, questa sensazione di accompagna ad un già presente senso di ansia/angoscia , di "stomaco chiuso"? Bisogna capire meglio il quadro.
Deve però prima seguire tutte le indagini mediche che il suo curante eventualmente riterrà necessarie.
Un caro saluto
Dr.ssa Paola Invernizzi PhD
[#2]
Gentile utente,
Bene ha fatto ad escludere cause organiche al problema di deglutizione.
Lei scrive: "nn riesco a mandare giù il cibo perché ho paura di soffocare".
- da dove nasce questa paura?
- le è capitato in passato che il cibo le sia andato "di traverso" e abbia avuto l'impressione di soffocare? Se si, in che occasione? E ancora. Se e quando le è successo, ha avuto l'impressione che le potesse accadere cosa?
- quando pensa che mangiando potrebbe soffocare, cosa teme di più in assoluto che le possa accadere?
Bene ha fatto ad escludere cause organiche al problema di deglutizione.
Lei scrive: "nn riesco a mandare giù il cibo perché ho paura di soffocare".
- da dove nasce questa paura?
- le è capitato in passato che il cibo le sia andato "di traverso" e abbia avuto l'impressione di soffocare? Se si, in che occasione? E ancora. Se e quando le è successo, ha avuto l'impressione che le potesse accadere cosa?
- quando pensa che mangiando potrebbe soffocare, cosa teme di più in assoluto che le possa accadere?
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#6]
A questo punto probabilmente si tratta di un fattore psichico, lei stessa ci ha ora detto che ha iniziato a mangiare tutto solo frullato a partire da un episodio specifico, ma ora frullare non basta più.
Usare cibo frullato è stato un palliativo momentaneo che le ha dato l'idea che così fosse tutto a posto..in realtà ha probabilmente stabilizzato il pensiero che "c'è l'effettivo rischio di soffocare".
Il punto su cui andare a lavorare è per cui questo, affinché gradualmente lei possa affrontare l'ostacolo e tornare ad alimentarsi normalmente, senza associare più l' atto di cibarsi al trauma del possibile soffocamento.
Le suggerisco di lavorare con uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale, potrebbe giovare anche la tecnica EMDR.
Un caro saluto
Usare cibo frullato è stato un palliativo momentaneo che le ha dato l'idea che così fosse tutto a posto..in realtà ha probabilmente stabilizzato il pensiero che "c'è l'effettivo rischio di soffocare".
Il punto su cui andare a lavorare è per cui questo, affinché gradualmente lei possa affrontare l'ostacolo e tornare ad alimentarsi normalmente, senza associare più l' atto di cibarsi al trauma del possibile soffocamento.
Le suggerisco di lavorare con uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale, potrebbe giovare anche la tecnica EMDR.
Un caro saluto
[#8]
In accordo totale con la collega Invernizzi riguardo la verosimile causa psicologica del suo disagio e all'utilità dell'orientamento terapeutico suggerito,
Aggiungo che le somatizzazioni ansiose alla gola sono molto comuni, e si possono manifestare attraverso una sensazione di "nodo alla gola" e/o un senso di costrizione. Questo avviene perché una costante ansia attiva il nostro sistema autonomo ortosimpatico che tende proprio a determinare sensazione di impossibilità di deglutire, data dal fatto che la muscolatura della gola tende ad essere in costante stato di tensione. Diventa quindi un circolo vizioso che occorre spezzare con l'aiuto di un/una Collega Psicoterapeuta.
Prediliga l'orientamento terapeutico suggerito dalla collega. È estremamente efficace nel trattamento dei malesseri ansia-correlati
Cari saluti
Aggiungo che le somatizzazioni ansiose alla gola sono molto comuni, e si possono manifestare attraverso una sensazione di "nodo alla gola" e/o un senso di costrizione. Questo avviene perché una costante ansia attiva il nostro sistema autonomo ortosimpatico che tende proprio a determinare sensazione di impossibilità di deglutire, data dal fatto che la muscolatura della gola tende ad essere in costante stato di tensione. Diventa quindi un circolo vizioso che occorre spezzare con l'aiuto di un/una Collega Psicoterapeuta.
Prediliga l'orientamento terapeutico suggerito dalla collega. È estremamente efficace nel trattamento dei malesseri ansia-correlati
Cari saluti
[#9]
"Se si soffoca si rischia di morire"!
Ecco qui! La ringrazio per la risposta. Ora il quadro è più chiaro.
Lei ha paura della morte. Ovviamente tutti la temiamo, ma quando l'ansia/timore porta ad un evitamento costante e frequente dell'evento temuto (nel suo caso del cibo), è necessario ricorrere ad un aiuto specialistico.
Occorrerà lavorare su questo timore in psicoterapia e probabilmente anche sull'intolleranza dell'incertezza.
Le rinnovo i saluti
Molti auguri per tutto!
Ecco qui! La ringrazio per la risposta. Ora il quadro è più chiaro.
Lei ha paura della morte. Ovviamente tutti la temiamo, ma quando l'ansia/timore porta ad un evitamento costante e frequente dell'evento temuto (nel suo caso del cibo), è necessario ricorrere ad un aiuto specialistico.
Occorrerà lavorare su questo timore in psicoterapia e probabilmente anche sull'intolleranza dell'incertezza.
Le rinnovo i saluti
Molti auguri per tutto!
[#12]
Gentile ragazza,
Non esistono terapie che hanno maggiore o minore efficacia curativa per una persona, ma esistono terapie chiamate "evidence based"; basate appunto su evidenze scientifiche di ricerca scientifica e pratica clinica che sono maggiormente indicate nel trattamento di specifici malesseri psichici. La terapia cognitivo-comportamentale è una di queste ed è riconosciuta, dal panorama internazionale delle cure psicoterapiche, quella che funziona meglio nella risoluzione sintomatologica (in tempi sufficientemente brevi) di sindromi ansia-correlate.
Ovviamente nessun terapeuta e nessuna terapia ha la bacchetta magica. Quindi occorrerà avere pazienza, costanza e che lei si ponga in maniera attiva nel processo psicoterapico. Queste variabili sono basilari nel percorso verso l'acquisizione del benessere che lei merita.
In proposito legga questi link.
http://www.stateofmind.it/2015/04/funzioni-psicoterapia-cognitiva/ https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Non esistono terapie che hanno maggiore o minore efficacia curativa per una persona, ma esistono terapie chiamate "evidence based"; basate appunto su evidenze scientifiche di ricerca scientifica e pratica clinica che sono maggiormente indicate nel trattamento di specifici malesseri psichici. La terapia cognitivo-comportamentale è una di queste ed è riconosciuta, dal panorama internazionale delle cure psicoterapiche, quella che funziona meglio nella risoluzione sintomatologica (in tempi sufficientemente brevi) di sindromi ansia-correlate.
Ovviamente nessun terapeuta e nessuna terapia ha la bacchetta magica. Quindi occorrerà avere pazienza, costanza e che lei si ponga in maniera attiva nel processo psicoterapico. Queste variabili sono basilari nel percorso verso l'acquisizione del benessere che lei merita.
In proposito legga questi link.
http://www.stateofmind.it/2015/04/funzioni-psicoterapia-cognitiva/ https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
[#15]
Non faccia nulla. È solo ansia e i sintomi che avverte sono ad essa correlati. L'ansia ha un picco ma poi tende a calare fisiologicamente e quindi anche il fastidio al petto, molto presto, scemerà. Di ansia non si muore, non si sviene, non si impazzisce. ;)
TRANQUILLA!
TRANQUILLA!
[#20]
"nell'attesa che passi è dura!" È vero! ma il nome della sua emozione prevalente è ANSIA e calerà e non occorre fare nulla se non semplicemente le cose che comunemente fa a quest'ora. Più pensa all'ansia e più le sale. Si distragga con le normali abitudini che ha.
Da domani cerchi un collega cognitivista nella sua zona.
Serenità
Da domani cerchi un collega cognitivista nella sua zona.
Serenità
Questo consulto ha ricevuto 21 risposte e 10.4k visite dal 23/08/2017.
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