Anafranil e assenza di emozioni
Buongiorno,
avrei bisogno di una informazione. E' da circa 15 anni che mio marito alterna periodi di ossessioni pure più che altro riguardanti la sfera lavorativa a periodi in cui sta bene.
Sempre curato con anafranil solo quando aveva la crisi. Ogni volta che si riprendeva diceva che anafranil lo faceva sentire forte. Io non ho mai capito cosa volesse dire.
Purtroppo ci stiamo separando e lui mi addossato tutta la colpa della sua malattia, che è dovuta a me ed inoltre dice che in questo momento lui non prova nulla per me e che è l'effetto dell'anafranil che sta prendendo da dicembre 2016.
Che non riesce a piangere e che si trova in una fase "up" e che pertanto la nostra separazione non lo tocca più di tanto e che non gliene devo fare una colpa.
Ma può essere che anafranil faccia questo effetto?
Inoltre può essere che sia veramente io o la nostra relazione causa del suo doc?
Premetto che l'ho sempre aiutato a superare ogni crisi. Grazie davvero, cordiali saluti
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
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E' difficile dire se il solo star bene possa facilitare la fine di rapporti, sicuramente l'ansia da cambiamento è minore nelle fasi in cui le ossessioni sono controllate. Fosse una fase "up" vera e propria si spiegherebbe invece in altro modo.
le suggerisco, considerando il fatto che un periodo di separazione coniugale è un momento inevitabilmente connotato da cambiamenti oggettivi ( es: lo stile di vita) e variazioni emotive, di avvalersi dell'aiuto di un/una collega psicologo psicoterapeuta con il/la quale impostare un percorso che miri essenzialmente a:
- acquisire maggiore consapevolezza cognitiva (pensieri ed emozioni);
- imparare a gestire le emozioni sgradevoli che l'hanno "accompagnata" e, probabilmente, continuano a farlo.
In breve, sarebbe estremamente utile che lei iniziasse, proprio grazie alla terapia suggerita, a prendersi cura di sé.
Attualmente lei è in terapia farmacologica?
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
Decidendolo: se le cose sono andate così per tanto tempo, non significa comunque che non ci siano alternative.
Probabilmente, per una serie di fattori intersecati tra loro, le dinamiche relazionali giocate all'interno del vostro rapporto non sono state ottimali.
Forse sarebbe stato meglio occuparsene prima... In ogni caso, ora la separazione è in corso e, proprio in virtù della vostra storia, immagino che per Lei possa essere più "complicata" che in altre situazioni.
Se ha veramente intenzione di iniziare a pensare a stessa, le suggerisco anch'io di rivolgersi di persona ad uno psicologo psicoterapeuta che l'affianchi in un processo di rielaborazione di quanto sta avvenendo, di riflessione rispetto ad eventuali schemi disfunzionali messi in atto, di (ri)scoperta di sé, di chi è stata, di chi è ora e di chi vorrà essere domani.
Tutto ciò non è fattibile on line, ma necessita di uno spazio e un tempo adeguati.
Cordialità.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
Allora perché non associare alla terapia farmacologica, una psicoterapia? Per lavorare sul rimuginio afinalistico (come lei stessa si rende conto) è il miglior percorso è le tornerebbe estremamente utile.
Ci pensi..
Cari saluti
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