Questa ansia fortissima
Buonasera,
dopo un lungo periodo di tempo, mi ritrovo a cercare nuovamente un confronto qui.
In questi anni credo, anzi, ne sono sicura, sono cambiate molte cose, ad esempio, ho iniziato una psicoterapia. Dopo un lungo periodo di indecisione, ho finalmente fatto questo grande passo e ne sono felice.
Ho avuto modo di leggere i miei vecchi consulti, un po' mi ritrovo in quella persona, in molte cose sono cambiata, per altre c'è ancora molto da lavorare.
Vi scrivo perché per la prima volta mi trovo a vivere la pausa estiva con molta ansia. Questi ultimi mesi sono stati molto travagliati e hanno portato alla luce molte cose spiacevoli e, la sensazione che ho, è quella di aver aperto un contenitore saturo di elementi che adesso mi stanno decisamente mettendo a dura prova. Con la mia terapeuta, però, non abbiamo avuto modo di approfondire e lavorare su queste ultime "novità" proprio per l'incombente periodo di pausa e per altri motivi per i quali avevo interrotto gli incontri. Quest'ultimo è stato un periodo molto difficile, dal quale non mi sento ancora uscita, un po' come se qualcuno mi avesse dato uno scossone ed io non mi fossi ancora ripresa. Il rapporto con la mia terapeuta è diventato molto più profondo e di questo ne sono felice.
Questa ansia è fortissima, così come la paura e l'angoscia che negli ultimi mesi sono diventate particolarmente invalidanti. Lo sottolineo perché sono sempre stata ansiosa, ma adesso noto questo peggioramento, perché ogni evento mi manda nel panico. Aggiungo che, proprio nel periodo in cui sono riuscita a parlare di alcuni traumi con la mia psichiatra, mi è capitato spesso di vivere una sensazione di quasi panico. Mi spiego meglio. In treno o al cinema, mi è capitato di avere un'ansia fortissima, che sembrava un attacco di panico, credo di esserci andata molto vicina.A questo periodo ha fatto seguito anche un'insonnia, di cui avevo già sofferto in passato e che, allo stesso modo, aveva subito un peggioramento poco prima di un esame. Ho fatto uso di un ansiolitico, quindi, per un breve periodo relativo a questa difficoltà a dormire.
In questi giorni dovrò partire per alcuni giorni e mi vergogno nel dire che non vorrei. Preferirei restare a casa, tra le mie cose e nella mia routine. Credo che vivere in tutta questa ansia, la routine sia un modo di provare a tenerla a bada, ho l'impressione di poterla controllare (anche se è un'impressione sbagliata, perché di fatto anche a casa ho vissuto dal nulla momenti di quasi panico), mentre l'idea di dovermi spostare in un luogo che non conosco, di dormire in un posto che non conosco e vedere la mia routine sconvolta, ammetto che mi manda in crisi. Ho delle vere crisi di pianto e mi vergogno perché le persone che mi circondano non capiscono che sta diventando un incubo per me.
Vi scrivo perché avrei voluto contattare la mia terapeuta, ma so che in questo momento non si trova in Italia. Non so precisamente cosa vi sto chiedendo, ma spero in una vostro aiuto.
dopo un lungo periodo di tempo, mi ritrovo a cercare nuovamente un confronto qui.
In questi anni credo, anzi, ne sono sicura, sono cambiate molte cose, ad esempio, ho iniziato una psicoterapia. Dopo un lungo periodo di indecisione, ho finalmente fatto questo grande passo e ne sono felice.
Ho avuto modo di leggere i miei vecchi consulti, un po' mi ritrovo in quella persona, in molte cose sono cambiata, per altre c'è ancora molto da lavorare.
Vi scrivo perché per la prima volta mi trovo a vivere la pausa estiva con molta ansia. Questi ultimi mesi sono stati molto travagliati e hanno portato alla luce molte cose spiacevoli e, la sensazione che ho, è quella di aver aperto un contenitore saturo di elementi che adesso mi stanno decisamente mettendo a dura prova. Con la mia terapeuta, però, non abbiamo avuto modo di approfondire e lavorare su queste ultime "novità" proprio per l'incombente periodo di pausa e per altri motivi per i quali avevo interrotto gli incontri. Quest'ultimo è stato un periodo molto difficile, dal quale non mi sento ancora uscita, un po' come se qualcuno mi avesse dato uno scossone ed io non mi fossi ancora ripresa. Il rapporto con la mia terapeuta è diventato molto più profondo e di questo ne sono felice.
Questa ansia è fortissima, così come la paura e l'angoscia che negli ultimi mesi sono diventate particolarmente invalidanti. Lo sottolineo perché sono sempre stata ansiosa, ma adesso noto questo peggioramento, perché ogni evento mi manda nel panico. Aggiungo che, proprio nel periodo in cui sono riuscita a parlare di alcuni traumi con la mia psichiatra, mi è capitato spesso di vivere una sensazione di quasi panico. Mi spiego meglio. In treno o al cinema, mi è capitato di avere un'ansia fortissima, che sembrava un attacco di panico, credo di esserci andata molto vicina.A questo periodo ha fatto seguito anche un'insonnia, di cui avevo già sofferto in passato e che, allo stesso modo, aveva subito un peggioramento poco prima di un esame. Ho fatto uso di un ansiolitico, quindi, per un breve periodo relativo a questa difficoltà a dormire.
In questi giorni dovrò partire per alcuni giorni e mi vergogno nel dire che non vorrei. Preferirei restare a casa, tra le mie cose e nella mia routine. Credo che vivere in tutta questa ansia, la routine sia un modo di provare a tenerla a bada, ho l'impressione di poterla controllare (anche se è un'impressione sbagliata, perché di fatto anche a casa ho vissuto dal nulla momenti di quasi panico), mentre l'idea di dovermi spostare in un luogo che non conosco, di dormire in un posto che non conosco e vedere la mia routine sconvolta, ammetto che mi manda in crisi. Ho delle vere crisi di pianto e mi vergogno perché le persone che mi circondano non capiscono che sta diventando un incubo per me.
Vi scrivo perché avrei voluto contattare la mia terapeuta, ma so che in questo momento non si trova in Italia. Non so precisamente cosa vi sto chiedendo, ma spero in una vostro aiuto.
[#1]
Gentile ragazza,
Stia serena,
Innanzitutto leggo con molto piacere che ha fatto tanti progressi con la psicoterapia e sta riuscendo a riconoscere le emozioni e darli un nome. Aspetto importantissimo, quello dell'acquisizione della consapevolezza emotiva, nel processo psicoterapeutico. Complimenti!
Ora c'è quest'ansia del viaggio, dello spostamento, di vivere per un periodo in un luogo che non conosce e che non "padroneggia". È frequente che le sensazioni che avverte si slatentizzino in un momento in cui si presenta davanti un cambiamento di routine. La serenità che offre la zona "comfort", è estremamente piacevole per chi ancora non riesce bene a gestire l'ansia. Per questo sarebbe utile considerare che:
- il timore di abbandonare il suo "luogo al sicuro", potrebbe far parte della mancata capacità che ancora non ha nel gestite l'ansia; ma che nel tempo acquisirà.
- che l'ansia è solo una emozione sulla quale sarebbe utile e sano non rimuginarci; altrimenti tenderà ad incrementarsi.
- che è poco utile catastrofizzare su quello che potrà succedere abbandonandola. Non è detto che si verifichi ciò che teme! Dove sta scritto?
E che se anche si verificasse di avvertire un'ansia acuta: non occorre farsi spaventare dall'ansia proprio perché è semplicemente un'emozione (sulla quale lavorerà ancora in psicoterapia) e che come tutte le emozioni ha l'aspetto di una curva gaussiana:
* ha un punto 0 di partenza, sale fino a raggiungere un livello massimo ma poi inevitabilmente e fisiologicamente tende a calare.
Cordiali saluti
Stia serena,
Innanzitutto leggo con molto piacere che ha fatto tanti progressi con la psicoterapia e sta riuscendo a riconoscere le emozioni e darli un nome. Aspetto importantissimo, quello dell'acquisizione della consapevolezza emotiva, nel processo psicoterapeutico. Complimenti!
Ora c'è quest'ansia del viaggio, dello spostamento, di vivere per un periodo in un luogo che non conosce e che non "padroneggia". È frequente che le sensazioni che avverte si slatentizzino in un momento in cui si presenta davanti un cambiamento di routine. La serenità che offre la zona "comfort", è estremamente piacevole per chi ancora non riesce bene a gestire l'ansia. Per questo sarebbe utile considerare che:
- il timore di abbandonare il suo "luogo al sicuro", potrebbe far parte della mancata capacità che ancora non ha nel gestite l'ansia; ma che nel tempo acquisirà.
- che l'ansia è solo una emozione sulla quale sarebbe utile e sano non rimuginarci; altrimenti tenderà ad incrementarsi.
- che è poco utile catastrofizzare su quello che potrà succedere abbandonandola. Non è detto che si verifichi ciò che teme! Dove sta scritto?
E che se anche si verificasse di avvertire un'ansia acuta: non occorre farsi spaventare dall'ansia proprio perché è semplicemente un'emozione (sulla quale lavorerà ancora in psicoterapia) e che come tutte le emozioni ha l'aspetto di una curva gaussiana:
* ha un punto 0 di partenza, sale fino a raggiungere un livello massimo ma poi inevitabilmente e fisiologicamente tende a calare.
Cordiali saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#2]
Ex utente
La ringrazio Dr Pizzoleo.
Il problema è che non mi sento in grado di affrontare questa prova e questo non è sicuramente un buon punto di partenza, mi rendo conto. La sensazione che ho è quello di non avere una identità ben definita, stabile al punto da poter affrontare eventi, come appunto allontanarmi.
Sono giorni che vivo in questo stato e ho queste crisi di pianto, particolarmente oggi, ed è il motivo che mi ha spinta a scrivere.
Nella mia testa sembra troppo, in questi momenti sono sopraffatta dalla paura e non nascondo la paura di potermi sentire così anche in viaggio, con una persona che conosco a malapena e che non mi conosce per questo aspetto. Negli ultimi mesi avevo anche il timore di stare male mentre ero in strada, da sola.
Non mi sento particolarmente pronta e mi vergogno immensamente perché preferirei che si presentasse un imprevisto per il quale annullare tutto. Lo farei molto volentieri, onestamente.
Il problema è che non mi sento in grado di affrontare questa prova e questo non è sicuramente un buon punto di partenza, mi rendo conto. La sensazione che ho è quello di non avere una identità ben definita, stabile al punto da poter affrontare eventi, come appunto allontanarmi.
Sono giorni che vivo in questo stato e ho queste crisi di pianto, particolarmente oggi, ed è il motivo che mi ha spinta a scrivere.
Nella mia testa sembra troppo, in questi momenti sono sopraffatta dalla paura e non nascondo la paura di potermi sentire così anche in viaggio, con una persona che conosco a malapena e che non mi conosce per questo aspetto. Negli ultimi mesi avevo anche il timore di stare male mentre ero in strada, da sola.
Non mi sento particolarmente pronta e mi vergogno immensamente perché preferirei che si presentasse un imprevisto per il quale annullare tutto. Lo farei molto volentieri, onestamente.
[#4]
Ex utente
Sì, ovviamente temo il giudizio degli altri, ed è anche uno dei motivi per i quali mi sono sentita sotto pressione i primi anni di università e questo continua a farmi vivere un disagio tutt'ora.
La mia risposta è che nessuno teoricamente mi può obbligare. Ma ci sono molte problematiche. Si tratta di un regalo e già qualche settimana fà sarei dovuta partire ma non ero pronta (ovviamente non mi sono espressa in questi termini con le persone coinvolte! Non mi avrebbero capito). Quindi per non perdere i soldi del viaggio è stato deciso (nemmeno da me che non volevo più partire) un cambio di destinazione.
Se adesso dicessi che ho un'ansia che mi sta creando forti problemi anche fisici, dopo aver già cancellato un viaggio e, aggiungo, alla mia tenera età, non so cosa ne verrebbe fuori.
La mia risposta è che nessuno teoricamente mi può obbligare. Ma ci sono molte problematiche. Si tratta di un regalo e già qualche settimana fà sarei dovuta partire ma non ero pronta (ovviamente non mi sono espressa in questi termini con le persone coinvolte! Non mi avrebbero capito). Quindi per non perdere i soldi del viaggio è stato deciso (nemmeno da me che non volevo più partire) un cambio di destinazione.
Se adesso dicessi che ho un'ansia che mi sta creando forti problemi anche fisici, dopo aver già cancellato un viaggio e, aggiungo, alla mia tenera età, non so cosa ne verrebbe fuori.
[#6]
Ex utente
Sì, siamo al punto. Di mezzo c'è la famiglia, con me viaggia una mia cugina più piccola e temo anche che si possa poi (s)parlare in tutta la famiglia, perché non tutti comprendono questi disturbi.
Ma ci sarebbe, temo, anche una perdita economica, un'altra. Perché annullando il primo viaggio è stata già persa una somma.
Lo so che non è molto logico, che sono una persona adulta, anche se non sembra, ma ho tutte queste ansie e paure amplificate che mi danno l'impressione che, qualunque cosa io faccia, sarà sbagliata.
Partire, se non voglio, non è poi così giusto.
Non partire e causare un'altra perdita economica, non lo è nemmeno questo. Si tratta di un regalo tra parentesi. E sono stata io a desiderare un viaggio, non sapevo che l'avrei vissuta così male nella realtà.
E il tempo stringe.
Ma ci sarebbe, temo, anche una perdita economica, un'altra. Perché annullando il primo viaggio è stata già persa una somma.
Lo so che non è molto logico, che sono una persona adulta, anche se non sembra, ma ho tutte queste ansie e paure amplificate che mi danno l'impressione che, qualunque cosa io faccia, sarà sbagliata.
Partire, se non voglio, non è poi così giusto.
Non partire e causare un'altra perdita economica, non lo è nemmeno questo. Si tratta di un regalo tra parentesi. E sono stata io a desiderare un viaggio, non sapevo che l'avrei vissuta così male nella realtà.
E il tempo stringe.
[#7]
Gentile ragazza,
Eventuali critiche ad una sua volontà di non partire, la esporrebbero al cospetto di giudizi. Ma quando qualcuno critica l'altro, il problema fondamentalmente è di chi critica e non di chi viene criticato. Questo perché qualsiasi cosa dica un altro di noi, è e resta il pensiero di lui/lei su di noi. Noi non siamo come gli altri ci "dipingono". Quindi: ci potrebbero criticare quanto vogliono. Dirci che siamo fragili, stupidi, deboli, cattivi etc. Ma è vero? No. È un loro giudizio e tale resterà. Mica se le dicessero che è un asino, lei inizierebbe a ragliare?
Ok. Ci sarebbe una perdita economica. Ma è più importante una perdita economica o una ulteriore compromissione della sua salute mentale? I soldi prima o poi tornano ma in questo momento lei si deve prendere cura di sé senza pensare agli altri. Ci rimangono male? Si arrabbiano? La criticano? Problema loro. Prima o poi si calmeranno.
Lei continui a prendersi cura di sé in terapia come sta facendo. Ci sarà, con molta probabilità, anche da lavorare sull'autocritismo e il timore del giudizio sociale.
Le faccio i miei migliori auguri per il proseguimento della terapia.
Eventuali critiche ad una sua volontà di non partire, la esporrebbero al cospetto di giudizi. Ma quando qualcuno critica l'altro, il problema fondamentalmente è di chi critica e non di chi viene criticato. Questo perché qualsiasi cosa dica un altro di noi, è e resta il pensiero di lui/lei su di noi. Noi non siamo come gli altri ci "dipingono". Quindi: ci potrebbero criticare quanto vogliono. Dirci che siamo fragili, stupidi, deboli, cattivi etc. Ma è vero? No. È un loro giudizio e tale resterà. Mica se le dicessero che è un asino, lei inizierebbe a ragliare?
Ok. Ci sarebbe una perdita economica. Ma è più importante una perdita economica o una ulteriore compromissione della sua salute mentale? I soldi prima o poi tornano ma in questo momento lei si deve prendere cura di sé senza pensare agli altri. Ci rimangono male? Si arrabbiano? La criticano? Problema loro. Prima o poi si calmeranno.
Lei continui a prendersi cura di sé in terapia come sta facendo. Ci sarà, con molta probabilità, anche da lavorare sull'autocritismo e il timore del giudizio sociale.
Le faccio i miei migliori auguri per il proseguimento della terapia.
[#8]
Ex utente
La ringrazio ancora Dr Pizzoleo.
Sono molto combattuta. Vorrei parlarne apertamente con mia madre, ma non so se riuscirò, la partenza è comunque tra un giorno.Al di là di quello che potrebbero pensare questi parenti che, a pensarci bene, poco m'importa perché sono io effettivamente consapevole delle mie paure, resta mia madre che ha tentato in tutti i modi di rendermi felice, di concedermi un momento di relax.
E' difficile che una persona che non ha questi problemi riesca a capire a fondo. Perché io ero inizialmente d'accordo, desideravo intensamente trascorrere dei giorni lontano da casa, subito dopo, però, dopo aver realizzato una serie di cose, sono stata colta dal panico.
E come lo spiego che no, ho troppa paura, quando le ho fatto spendere anche il doppio? Il timore più grande ce l'ho nei suoi confronti, e anche questo è sicuramente da approfondire in terapia.
Temo fortemente i rimproveri ed i giudizi di mia madre. Che spesso non si è mostrata comprensiva nemmeno di fronte a miei problemi di salute fisici. Farle capire che sono in terapia, ad esempio, è un'impresa, e a volte sembra capire e appoggiarmi, altre, al contrario, si mostra piuttosto aggressiva, aspettandosi da queste sedute che io riesca a sostenere un numero elevato di esami universitari. Cosa che non accade e per lei la terapia diventa ciclicamente inutile.
Quindi sì, ha ragione, però non vedo tutto bianco o tutto nero in questa situazione, nel senso che ogni decisione avrà delle conseguenze che mi porteranno a vivere ancora in uno stato ansioso. E non ne posso veramente più, a dirla tutta.
Sono molto combattuta. Vorrei parlarne apertamente con mia madre, ma non so se riuscirò, la partenza è comunque tra un giorno.Al di là di quello che potrebbero pensare questi parenti che, a pensarci bene, poco m'importa perché sono io effettivamente consapevole delle mie paure, resta mia madre che ha tentato in tutti i modi di rendermi felice, di concedermi un momento di relax.
E' difficile che una persona che non ha questi problemi riesca a capire a fondo. Perché io ero inizialmente d'accordo, desideravo intensamente trascorrere dei giorni lontano da casa, subito dopo, però, dopo aver realizzato una serie di cose, sono stata colta dal panico.
E come lo spiego che no, ho troppa paura, quando le ho fatto spendere anche il doppio? Il timore più grande ce l'ho nei suoi confronti, e anche questo è sicuramente da approfondire in terapia.
Temo fortemente i rimproveri ed i giudizi di mia madre. Che spesso non si è mostrata comprensiva nemmeno di fronte a miei problemi di salute fisici. Farle capire che sono in terapia, ad esempio, è un'impresa, e a volte sembra capire e appoggiarmi, altre, al contrario, si mostra piuttosto aggressiva, aspettandosi da queste sedute che io riesca a sostenere un numero elevato di esami universitari. Cosa che non accade e per lei la terapia diventa ciclicamente inutile.
Quindi sì, ha ragione, però non vedo tutto bianco o tutto nero in questa situazione, nel senso che ogni decisione avrà delle conseguenze che mi porteranno a vivere ancora in uno stato ansioso. E non ne posso veramente più, a dirla tutta.
[#9]
Signorina,
A prescindere dalla decisione "partire si, partire no", molto probabilmente, come lei stessa giustamente scrive, ci sarà da lavorare in terapia:
- sul "peso specifico" che sua madre ha nella sua vita;
- su perché, quanto e come i giudizi materni le creino disagio significativamente rilevante;
- e quindi: su come, e perché il giudizio e il criticismo di sua mamma sia così terribilmente temuto e su quanto e perché, probabilmente, (siamo online e non possiamo che ipotizzare. Quindi prenda quello che le dico con cautela) lei stessa concede a sua mamma la libertà di criticarla e ferirla.
Tutto ciò comunque, come detto, rimane una ipotesi di aspetti su cui lavorare. Online è impossibile fare altro. Dal vivo, nel "comfort" della stanza di terapia, avrà modo di capire se occorre lavorare anche su questo insieme alla collega.
In bocca al lupo!
Le auguro serenità
A prescindere dalla decisione "partire si, partire no", molto probabilmente, come lei stessa giustamente scrive, ci sarà da lavorare in terapia:
- sul "peso specifico" che sua madre ha nella sua vita;
- su perché, quanto e come i giudizi materni le creino disagio significativamente rilevante;
- e quindi: su come, e perché il giudizio e il criticismo di sua mamma sia così terribilmente temuto e su quanto e perché, probabilmente, (siamo online e non possiamo che ipotizzare. Quindi prenda quello che le dico con cautela) lei stessa concede a sua mamma la libertà di criticarla e ferirla.
Tutto ciò comunque, come detto, rimane una ipotesi di aspetti su cui lavorare. Online è impossibile fare altro. Dal vivo, nel "comfort" della stanza di terapia, avrà modo di capire se occorre lavorare anche su questo insieme alla collega.
In bocca al lupo!
Le auguro serenità
[#10]
Ex utente
Sì, sono consapevole del fatto che ci sia ancora tantissimo su cui lavorare in terapia. Alcuni argomenti, ad esempio, non sono stati approfonditi a sufficienza, perché è un caos su più fronti!
Esatto, le permetto di farmi vivere i suoi disagi, questa credo sia la verità. Lei proietta su di me tutte le sue angosce e le sue paure da sempre, e questo mi bloccato nella vita perché ho sempre avuto paura. In pratica decide lei per me. Quando dovrei avere paura e quando no. Ma il fatto di avermi fatto crescere nelle sue ansie, mi ha indotto a percepire la vita solo in un modo ansioso, quindi quando pretende che io mi comporti diversamente, io non lo so fare ed ho probabilmente timore di deludere le sue aspettative.
C'è sicuramente moltissimo su cui lavorare.
Intanto la mia ansia si manifestando con disturbi fisici perché la partenza è prevista per domani ed ho una nausea che non mi abbandona da questa notte.
Crepi il lupo e la ringrazio per l'augurio!
Esatto, le permetto di farmi vivere i suoi disagi, questa credo sia la verità. Lei proietta su di me tutte le sue angosce e le sue paure da sempre, e questo mi bloccato nella vita perché ho sempre avuto paura. In pratica decide lei per me. Quando dovrei avere paura e quando no. Ma il fatto di avermi fatto crescere nelle sue ansie, mi ha indotto a percepire la vita solo in un modo ansioso, quindi quando pretende che io mi comporti diversamente, io non lo so fare ed ho probabilmente timore di deludere le sue aspettative.
C'è sicuramente moltissimo su cui lavorare.
Intanto la mia ansia si manifestando con disturbi fisici perché la partenza è prevista per domani ed ho una nausea che non mi abbandona da questa notte.
Crepi il lupo e la ringrazio per l'augurio!
[#11]
"C'è sicuramente moltissimo su cui lavorare"
Direi di si. Ma non si lasci impressionare da questo ne da eventuali sintomi fisici che avverte correlati all'ansia.
La nausea è frequentemente ansia-correlata. Legga questo in proposito https://www.google.it/amp/sanifutura.it/medicina-e-diagnosi-quantistica/la-pancia-sente-comanda-piu-del-cervello/amp/
Cari saluti
Direi di si. Ma non si lasci impressionare da questo ne da eventuali sintomi fisici che avverte correlati all'ansia.
La nausea è frequentemente ansia-correlata. Legga questo in proposito https://www.google.it/amp/sanifutura.it/medicina-e-diagnosi-quantistica/la-pancia-sente-comanda-piu-del-cervello/amp/
Cari saluti
[#12]
Ex utente
La ringrazio. Ho sperimentato spesso disturbi di questo tipo legati all'ansia. Ho vissuto anche periodi intensi con emicranie fortemente debilitanti! Non mi faccio mancare nulla!
Devo decidere, diciamo che nella mia testa la decisione di non partire è già lì, ed è un'idea molto consolatoria rispetto a quella di fare la valigia, che mi viene male al solo pensiero.
Devo decidere.
Devo decidere, diciamo che nella mia testa la decisione di non partire è già lì, ed è un'idea molto consolatoria rispetto a quella di fare la valigia, che mi viene male al solo pensiero.
Devo decidere.
[#13]
Allora potrebbe iniziare ad essere consapevole che ognuno di noi sa, in fondo, cosa vuole e cosa non vuole nella e dalla vita. Bisogna imparare a "mettere in atto" le decisioni che abbiamo "in potenza". E come prima cosa, lo dobbiamo fare per noi stessi.
[#14]
Ex utente
Sì, anche per altre situazioni ero consapevole di ciò che avrei voluto fare, ma l'idea di subire arrabbiature altrui, non mi ispira molto. Perché vivo già di mio sensazioni molto spiacevoli e quando qualcuno mi dice cose non carine, mi sento in modo terribile e lo sguardo di delusione, quasi di disgusto che più volte ho percepito, mi annienta ogni volta.
[#15]
Ex utente
È difficile. Sono stata male tutto il giorno, nausea e vomito principalmente. L'unica preoccupazione di mia madre (come sempre) è quella della figuraccia che ne verrebbe fuori nei confronti della persona che verrebbe in viaggio con me, che è una mia parente, quindi per lei la figuraccia sarebbe enorme. E poi il lato economico.
Tutto tranne un "come stai"
La sua preoccupazione non è mai rivolta alla mia salute, mai e poi mai. Anzi, una cosa di lei che proprio non capisco è il perché si arrabbi tanto quando sto male! Come se fosse colpa mia!!
Questo rende tutto molto più difficile, perché mi fa vivere sempre con una forte senso di colpa. Ed è colpa mia in effetti, che le consente di trattarmi come una bambina nonostante la mia età.
Adesso vedrò come passerà la notte. La valigia è pronta, la voglia manca molto. Potrei provare a sfidarmi, con me ho anche l'ansiolitico. Non so come andrà a finire
Tutto tranne un "come stai"
La sua preoccupazione non è mai rivolta alla mia salute, mai e poi mai. Anzi, una cosa di lei che proprio non capisco è il perché si arrabbi tanto quando sto male! Come se fosse colpa mia!!
Questo rende tutto molto più difficile, perché mi fa vivere sempre con una forte senso di colpa. Ed è colpa mia in effetti, che le consente di trattarmi come una bambina nonostante la mia età.
Adesso vedrò come passerà la notte. La valigia è pronta, la voglia manca molto. Potrei provare a sfidarmi, con me ho anche l'ansiolitico. Non so come andrà a finire
[#16]
Ex utente
Buonasera. Alla fine sono partita.
Il viaggio è stato fisicamente abbastanza faticoso e stressante come prevedevo, per via dei tanti spostamenti che mi creavano ansia.
Ammetto che la prima sera ho pianto e che contavo i giorni che mancavano al rientro. In generale però, posso dire di aver affrontato questa "prova", ho visto dei luoghi bellissimi, ho staccato, per forza di cose, dallo studio per qualche giorno. Penso che, da un lato, pur non sentendomi assolutamente pronta, questa spinta mi sia servita.
Certamente, arrivare a sentirsi male fisicamente non è un buon sintomo e spero di poter lavorare su questo e su molti altri aspetti con la mia terapeuta.
In questi giorni non riuscivo a stare ferma, probabilmente il fatto di andare sempre alla ricerca di qualcosa, anche dopo escursioni piuttosto faticose, mi aiutava a non pensare.
Spero veramente di liberarmi di quest'angoscia che mi ostacola e non mi fa godere nemmeno delle cose belle. E spero, un giorno, di potermi godere una vacanza in un posto che desidero visitare da anni, con serenità e voglia di scoprire!
Il viaggio è stato fisicamente abbastanza faticoso e stressante come prevedevo, per via dei tanti spostamenti che mi creavano ansia.
Ammetto che la prima sera ho pianto e che contavo i giorni che mancavano al rientro. In generale però, posso dire di aver affrontato questa "prova", ho visto dei luoghi bellissimi, ho staccato, per forza di cose, dallo studio per qualche giorno. Penso che, da un lato, pur non sentendomi assolutamente pronta, questa spinta mi sia servita.
Certamente, arrivare a sentirsi male fisicamente non è un buon sintomo e spero di poter lavorare su questo e su molti altri aspetti con la mia terapeuta.
In questi giorni non riuscivo a stare ferma, probabilmente il fatto di andare sempre alla ricerca di qualcosa, anche dopo escursioni piuttosto faticose, mi aiutava a non pensare.
Spero veramente di liberarmi di quest'angoscia che mi ostacola e non mi fa godere nemmeno delle cose belle. E spero, un giorno, di potermi godere una vacanza in un posto che desidero visitare da anni, con serenità e voglia di scoprire!
[#17]
Buonasera,
Leggo con piacere che il rimuginio ansioso che sperimentava prima della partenza, ha lasciato spazio -qualche spazio- ad un po di serenità. E questo mi pare già un piccolo grande passo verso il benessere che le auguro di conquistare!
Continui con la terapia. Con lavoro, pazienza e volontà... arriverà a godersi le vacanze!
Un caro saluto
Leggo con piacere che il rimuginio ansioso che sperimentava prima della partenza, ha lasciato spazio -qualche spazio- ad un po di serenità. E questo mi pare già un piccolo grande passo verso il benessere che le auguro di conquistare!
Continui con la terapia. Con lavoro, pazienza e volontà... arriverà a godersi le vacanze!
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 17 risposte e 1.7k visite dal 20/08/2017.
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