Ricerca della solitudine

Buongiorno Dottori,
Sono un uomo di trentasette anni sposato e con un lavoro sicuro ormai da anni.
Sono sempre stato, fin da ragazzo, una persona piuttosto solitaria e con pochissimi amici, purtuttavia essendo una persona brillante e divertente in compagnia soprattutto con i vecchi amici o parenti.
Da diversi mesi ormai, credo anche in seguito alla morte di mio padre, la mia necessità di stare da solo o al massimo con mia moglie o con pochi parenti, è diventata quasi ossessiva. Rifuggo da qualsiasi occasione di incontro con amici specie se amici di mia moglie o comuni. Vivo queste occasioni quasi come una violenza e con grande ansia e stress anche se si tratta di un paio d'ore. Esco magari una volta al mese con qualche collega (sul lavoro sono sempre tranquillo e addirittura brillante) o con un amico di vecchia data.
Questa situazione per me non sarebbe troppo preoccupante se non fosse che sta diventando motivo di discussioni con mia moglie che dice di vedermi spento e non accetta questo mio isolamento vedendolo quasi come patologico.
Potete rassicurarmi? Quando dovrei iniziare a preoccuparmi?
Sono stato già in passato da un paio di psicologi, e non so se sia il caso di tornarvi, anche se lo farei solo per amore di mia moglie alla quale tengo moltissimo.
Grazie anticipatamente per le risposte, cordiali saluti.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Buongiorno,
Condoglianze per la perdita di suo padre,

Il confine tra solitudine fertile e fuga difensiva dalla realtà è davvero sottile.

È possibile che dopo la grave perdita, lei stia elaborando il lutto a modo suo, con la necessita, anzi bisogno, di stare da solo o soltanto con chi ama davvero.

Mi sembra davvero sacrosanto!

Per sapere però, cosa le stia accadendo davvero, dovrebbe rivolgersi ad un nostro collega de visu.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Grazie Dottoressa Randone per la sua risposta. A settembre se non ci saranno cambiamenti credo che tornerò da una sua collega, perché sicuramente la situazione legata a mio papà ha accentuato una predisposizione che comunque ho sempre avuto. E voglio capire quanto questo possa essere una scusa, e quanto questo mio evitare rapporti con le persone possa essere "normale".
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
È davvero troppo presto per comprenderlo, dovrà prima elaborare il lutto per la sua perdita, attraversare il dolore, e solo dopo si potrà stabilire se trattasi di un alibi, di una stretagia difensiva della sua psiche, o una fuga dalla vita relazionale.
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Utente
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Grazie di nuovo.