Depressione e ansia a 20 anni, sentirsi apatici e senza speranze
Sono una ragazza di 20 anni. Mi sono sempre sentita diversa dai miei coetanei. Ho incominciato ad essere ossessionata dal mio fisico ai tempi delle elementari quando iniziai la mia prima dieta. Non che fossi grassa da bambina, ma ricordo esattamente di aver sempre sentito il confronto con le altre ragazzine. Alle scuole medie, rispetto alle altre mie compagne, ero quella che si nascondeva sotto i felponi e che si legava sempre i capelli. Provavo una vergogna assurda nel farmi vedere in vesti più femminili, come se fosse assurdo esserlo per me. Fu proprio alle medie che mi accorsi di provare dei sentimenti per un mio compagno. Quando scegliemmo licei diversi, maturai un'insensata paura nel vederlo, anche solo incontrarlo per strada. Ciò ha generato in me una fobia sociale enorme.Temevo perfino il giudizio delle mie amiche che sapevano tutto e che costringevo a cambiare strada. Le immaginavo fissarmi per vedere come me la sarei cavata nell'affrontarlo se ci fossimo incontrati, Dopo anni,fui costretta a vederlo ad un compleanno e fu deludente. Realizzai quanto tempo avevo sprecato. Per i ragazzi sono sempre stata la migliore amica a cui raccontavano delle loro rispettive cotte. All'inizio questo ruolo mi andava bene ma, con il passare degli anni le cose sono peggiorate. Il l troppo tempo trascorso a nascondermi evitando le situazioni ha fatto sì che, persino le mie amiche,abbiano smesso di chiedermi di partecipare a determinate cose. L'unica cosa su cui non ho mai fallito è stata lo studio, ma anche questo è stato un'arma a doppio taglio. Non sopportavo di essere usata soltanto per tornaconto altrui. Per proseguire, il primo anno di università è stato terribile. L'aspettavo da tempo per avere un riscatto personale. Inoltre, da pochi mesi ho perso mia nonna. La sua morte mi ha fatto riflettere su quanto poco tempo davvero ho per cambiare. Vorrei vivere come una ragazza della mia età, vorrei piacermi anche solo un po', vorrei poter uscire di casa senza assalita dall'ansia sociale, senza dover più inventare scuse per stare a casa. Un'altra cosa assurda è che, quelle poche volte in cui esco sono la classica persona che non mostra mai di essere a disagio, anzi, che tende a fare la simpaticona di turno. Utilizzo l'ironia come arma ma oarmai mi sento completamente inadatta a vivere. Credo di non avere più nulla interessante e più il tempo passa, più sento il peso di non aver mai fatto determinate cose, di non aver mai avuto relazioni o di non essermi rapportata intimamente a qualcuno. Questo mi impedisce anche solo di pensare di fare amicizia sul serio perché penso sempre: "anche se ti fai degli amici, prima o poi capiranno come sei fatta realmente".Lasciarmi andare sembra assurdo. Sono stanca di passare giorni interi sdraiata a letto fingendo che il mondo lì fuori non esista. Sono affamata di vita, ma è la vita che mangia me. Chiedo scusa per i pensieri confusi, ma il limitato spazio per scrivere mi costringe ad essere più sintetica e poco chiara. Grazie.
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""anche se ti fai degli amici, prima o poi capiranno come sei fatta realmente""
Cioè? Che cosa di tanto "mostruoso" potrebbero scoprire?
Dal suo racconto, sembrerebbe più il contrario, ossia che una volta levata la pelle del "rospo", sotto ci sia una principessa...
Forse il punto non sono gli altri, ma quella vocina dentro di Lei che continua a dirle cose negative e le ricorda costantemente di non piacersi. Che ne dice?
Ha ragione: non c'è altro tempo da perdere. Bisogna trovare un paio di occhiali con le lenti di un altro colore per guardare se stessa, la sua vita, il mondo.
La sua storia non è peggiore di tante altre: ciò che può far la differenza è il suo atteggiamento, la sua assunzione di responsabilità nei confronti della sua vita, la sua motivazione al cambiamento. Se ritiene di non riuscirci da sola, può richiedere il supporto di uno psicologo psicoterapeuta che l'accompagni in questa (ri-)scoperta di sé.
Saluti.
Cioè? Che cosa di tanto "mostruoso" potrebbero scoprire?
Dal suo racconto, sembrerebbe più il contrario, ossia che una volta levata la pelle del "rospo", sotto ci sia una principessa...
Forse il punto non sono gli altri, ma quella vocina dentro di Lei che continua a dirle cose negative e le ricorda costantemente di non piacersi. Che ne dice?
Ha ragione: non c'è altro tempo da perdere. Bisogna trovare un paio di occhiali con le lenti di un altro colore per guardare se stessa, la sua vita, il mondo.
La sua storia non è peggiore di tante altre: ciò che può far la differenza è il suo atteggiamento, la sua assunzione di responsabilità nei confronti della sua vita, la sua motivazione al cambiamento. Se ritiene di non riuscirci da sola, può richiedere il supporto di uno psicologo psicoterapeuta che l'accompagni in questa (ri-)scoperta di sé.
Saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
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Ex utente
Mettere a tacere la vocina non è facile, purtroppo. Ho pensato più volte che richiedere un consulto specializzato mi potrebbe essere d'aiuto. Ho provato a dirlo i miei, anche con ironia, ma non riescono a prendermi sul serio, perché tendono a sminuire problemi che non sono fisici e più concreti. È un "vizio" che hanno tutti.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 12.7k visite dal 13/08/2017.
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