Accettarsi e farsi accettare per ricominciare
Salve.
Scrivo perché sto sentendo sempre più urgente dentro di me il bisogno di capire cosa voglio dalla vita.
Ho sempre saputo, con qualche incertezza, di essere attratto sessualmente dai ragazzi, ma non mi è ancora mai capitato di sentire qualcosa emotivamente per loro, piuttosto ho avuto due infatuazioni per ragazze a scuola, per le quali tuttavia non provavo attrazione fisica di alcun genere.
Questo mi ha frenato per tanto tempo: sapevo cosa fossi, ma non volevo chiarirmelo. Oggi, a 21 anni, so bene che sono gay, e la cosa mi fa piacere solo in parte purtroppo. Sono un ragazzo timido, riservato, studio molto e ho due o tre amici, che vedo raramente. Mai avuto relazioni, rapporti sessuali nemmeno a dirlo. D'altronde so solo io di me. Tutto questo vivere nascondendomi e sapendo di non poter "vivere" pienamente mi ha portato a isolarmi, il resto lo hanno fatto il mio carattere e il mio aspetto fisico, poiché ero abbastanza sovrappeso (ora per fortuna sono quasi normopeso) e ho altri elementi in me che non amo e che mi portano a non accettare il mio corpo da (quasi) ex sovrappeso. Tutto mi provoca ansia sociale e voglia di stare da solo, ormai esco di casa 1-2 volte a settimana quando non sono all'università, estate compresa.
Nessuno sa di me, non ho atteggiamenti o movenze che tutti banalmente definirebbero da effeminati.
La mia famiglia non accetterebbe mai: per mio padre è una malattia, mia madre ci scherza sempre su nascondendo sotto sotto (a volte nemmeno tanto) disgusto vero e proprio. Il problema è che mi sento incompleto, non sento di vivere la mia vita e i miei 21 anni. Ho bisogno di amare e di essere amato, di avere esperienze sessuali, di sentirmi libero di non recitare sempre, ma tutto questo mi porterebbe a perdere le persone care..per poi magari non trovare nessuno per cui valga la pena tutto ciò: del resto come si incontrano ragazzi gay in una piccola città (dove tutti sanno tutto e sparlano di tutto, tra l'altro)? Per di più trovare la persona giusta, non il primo gay che c'è. Odio siti d'incontri e simili, perché non cerco solo sesso, voglio veri sentimenti: dunque potrei rimanere più solo di ora.
Sono bravo a resistere, a pazientare, ma sento i primi segnali: sto un po' vacillando dentro di me.
Volevo avere un consiglio, un parere, uno sprono, qualcosa che potrei fare per iniziare ad accettarmi (più fisicamente che in quanto ad identità sessuale), a farmi accettare (in ogni cosa) e a (ri)cominciare a vivere la mia vita di 21enne.
Ringrazio per la risposta e la pazienza nella lettura.
Scrivo perché sto sentendo sempre più urgente dentro di me il bisogno di capire cosa voglio dalla vita.
Ho sempre saputo, con qualche incertezza, di essere attratto sessualmente dai ragazzi, ma non mi è ancora mai capitato di sentire qualcosa emotivamente per loro, piuttosto ho avuto due infatuazioni per ragazze a scuola, per le quali tuttavia non provavo attrazione fisica di alcun genere.
Questo mi ha frenato per tanto tempo: sapevo cosa fossi, ma non volevo chiarirmelo. Oggi, a 21 anni, so bene che sono gay, e la cosa mi fa piacere solo in parte purtroppo. Sono un ragazzo timido, riservato, studio molto e ho due o tre amici, che vedo raramente. Mai avuto relazioni, rapporti sessuali nemmeno a dirlo. D'altronde so solo io di me. Tutto questo vivere nascondendomi e sapendo di non poter "vivere" pienamente mi ha portato a isolarmi, il resto lo hanno fatto il mio carattere e il mio aspetto fisico, poiché ero abbastanza sovrappeso (ora per fortuna sono quasi normopeso) e ho altri elementi in me che non amo e che mi portano a non accettare il mio corpo da (quasi) ex sovrappeso. Tutto mi provoca ansia sociale e voglia di stare da solo, ormai esco di casa 1-2 volte a settimana quando non sono all'università, estate compresa.
Nessuno sa di me, non ho atteggiamenti o movenze che tutti banalmente definirebbero da effeminati.
La mia famiglia non accetterebbe mai: per mio padre è una malattia, mia madre ci scherza sempre su nascondendo sotto sotto (a volte nemmeno tanto) disgusto vero e proprio. Il problema è che mi sento incompleto, non sento di vivere la mia vita e i miei 21 anni. Ho bisogno di amare e di essere amato, di avere esperienze sessuali, di sentirmi libero di non recitare sempre, ma tutto questo mi porterebbe a perdere le persone care..per poi magari non trovare nessuno per cui valga la pena tutto ciò: del resto come si incontrano ragazzi gay in una piccola città (dove tutti sanno tutto e sparlano di tutto, tra l'altro)? Per di più trovare la persona giusta, non il primo gay che c'è. Odio siti d'incontri e simili, perché non cerco solo sesso, voglio veri sentimenti: dunque potrei rimanere più solo di ora.
Sono bravo a resistere, a pazientare, ma sento i primi segnali: sto un po' vacillando dentro di me.
Volevo avere un consiglio, un parere, uno sprono, qualcosa che potrei fare per iniziare ad accettarmi (più fisicamente che in quanto ad identità sessuale), a farmi accettare (in ogni cosa) e a (ri)cominciare a vivere la mia vita di 21enne.
Ringrazio per la risposta e la pazienza nella lettura.
[#1]
Caro Utente,
visto il quadro che descrive, quell'accettazione che lei desidera conquistare nei suoi stessi confronti può essere ottenuta solo tramite un percorso psicologico che le consiglio di iniziare il prima possibile, considerando sia la confusione, sia il senso di isolamento che riferisce e l'impossibilità/incapacità di costruire delle relazioni entro le quali confidarsi e ricevere aiuto.
Da quanto riferisce in realtà non è sicuro di essere gay e non escluderei che quelli che per ora sono solo pensieri e ipotesi, visto che non ha ancora avuto relazioni affettive con un/una partner, possano essere semplicemente una reazione al suo sentirsi indesiderabile e quindi respinto dalle ragazze prima ancora di fare un passo verso di loro.
Immagino che le sia costato molto impegnarsi per dimagrire e cambiare fisicamente e immagino anche che sia per lei una delusione vedere che il fatto di essere migliorato nell'aspetto non le abbia portato sostanziali benefici a livello sociale.
Le suggerisco di porsi come prossimo obiettivo quello di fare chiarezza dentro sè stesso per capire chi è e cosa vuole veramente.
Si faccia aiutare in questo da uno psicologo, perchè non può dipanare la matassa da solo.
Un caro saluto,
visto il quadro che descrive, quell'accettazione che lei desidera conquistare nei suoi stessi confronti può essere ottenuta solo tramite un percorso psicologico che le consiglio di iniziare il prima possibile, considerando sia la confusione, sia il senso di isolamento che riferisce e l'impossibilità/incapacità di costruire delle relazioni entro le quali confidarsi e ricevere aiuto.
Da quanto riferisce in realtà non è sicuro di essere gay e non escluderei che quelli che per ora sono solo pensieri e ipotesi, visto che non ha ancora avuto relazioni affettive con un/una partner, possano essere semplicemente una reazione al suo sentirsi indesiderabile e quindi respinto dalle ragazze prima ancora di fare un passo verso di loro.
Immagino che le sia costato molto impegnarsi per dimagrire e cambiare fisicamente e immagino anche che sia per lei una delusione vedere che il fatto di essere migliorato nell'aspetto non le abbia portato sostanziali benefici a livello sociale.
Le suggerisco di porsi come prossimo obiettivo quello di fare chiarezza dentro sè stesso per capire chi è e cosa vuole veramente.
Si faccia aiutare in questo da uno psicologo, perchè non può dipanare la matassa da solo.
Un caro saluto,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Ex utente
Gentile Dottoressa, la ringrazio per la risposta e la tempestività.
Purtroppo sì, sono in una fase dove non conosco bene me stesso, e proprio per questo ho per così tanto tempo rifiutato ogni contatto che ho finito per isolarmi da tutti, e non ho persone con cui ho un rapporto così stretto da parlare di ciò che sto vivendo.
Come ha giustamente detto, ho fatto fatica a dimagrire: il vantaggio che ho avuto mi ha permesso di stare tra compagni di università e tra la gente in generale sentendomi più sicuro di me, quindi più a mio agio. D'altro canto, tuttavia, da un punto di vista affettivo non è cambiato nulla, e non mi sento ancora abbastanza sicuro di me da pensare che qualcuno possa interessarsi a me.
Volevo chiederle un chiarimento a proposito di quanto diceva, in particolare sul fatto che potrei non essere omosessuale e che, se ho capito bene, potrebbe essere un semplice preconcetto che ho in testa per il fatto di essere sicuro di non piacere. In questo caso, se facessi un percorso approfondito su di me, potrei dunque arrivare a scoprire scoprire di provare attrazione anche nei confronti del sesso femminile (da un punto di vista fisico, intendo, visto che emotivamente parlando mi è già successo, e non escludo che possa accadermi nuovamente)? Mi pongo questo dubbio perché l'attrazione verso il corpo maschile (e, per ora, solo per quello) è qualcosa che mi porto dietro sin da piccolo: nei primi momenti non sapevo bene cosa fosse e non mi ponevo neppure il problema, pian piano ho iniziato a dargli un nome e solo ora riesco a rendermene conto pienamente. Ma come quest'ultimo aspetto, anche la non accettazione del mio corpo mi accompagna sin da piccolo. Inoltre da piccolo ho sempre avuto stretto contatto con mia sorella maggiore, per me è stato un punto di riferimento importante molto più dei compagni di scuola che ho frequentato saltuariamente: ho iniziato a mettermi quasi nei suoi panni in una sorta di emulazione (studiavo molto come lei, ho scelto persino lo stesso percorso di studi, perché in realtà ho scoperto che tutto questo mi piaceva): che questo possa avermi anche influenzato a sviluppare un desiderio che potrebbe anche non essere propriamente mio, ma che ora sento come l'unico possibile?
La ringrazio nuovamente per gli eventuali chiarimenti, e ancora una volta mi scuso per la prolissità del messaggio.
Purtroppo sì, sono in una fase dove non conosco bene me stesso, e proprio per questo ho per così tanto tempo rifiutato ogni contatto che ho finito per isolarmi da tutti, e non ho persone con cui ho un rapporto così stretto da parlare di ciò che sto vivendo.
Come ha giustamente detto, ho fatto fatica a dimagrire: il vantaggio che ho avuto mi ha permesso di stare tra compagni di università e tra la gente in generale sentendomi più sicuro di me, quindi più a mio agio. D'altro canto, tuttavia, da un punto di vista affettivo non è cambiato nulla, e non mi sento ancora abbastanza sicuro di me da pensare che qualcuno possa interessarsi a me.
Volevo chiederle un chiarimento a proposito di quanto diceva, in particolare sul fatto che potrei non essere omosessuale e che, se ho capito bene, potrebbe essere un semplice preconcetto che ho in testa per il fatto di essere sicuro di non piacere. In questo caso, se facessi un percorso approfondito su di me, potrei dunque arrivare a scoprire scoprire di provare attrazione anche nei confronti del sesso femminile (da un punto di vista fisico, intendo, visto che emotivamente parlando mi è già successo, e non escludo che possa accadermi nuovamente)? Mi pongo questo dubbio perché l'attrazione verso il corpo maschile (e, per ora, solo per quello) è qualcosa che mi porto dietro sin da piccolo: nei primi momenti non sapevo bene cosa fosse e non mi ponevo neppure il problema, pian piano ho iniziato a dargli un nome e solo ora riesco a rendermene conto pienamente. Ma come quest'ultimo aspetto, anche la non accettazione del mio corpo mi accompagna sin da piccolo. Inoltre da piccolo ho sempre avuto stretto contatto con mia sorella maggiore, per me è stato un punto di riferimento importante molto più dei compagni di scuola che ho frequentato saltuariamente: ho iniziato a mettermi quasi nei suoi panni in una sorta di emulazione (studiavo molto come lei, ho scelto persino lo stesso percorso di studi, perché in realtà ho scoperto che tutto questo mi piaceva): che questo possa avermi anche influenzato a sviluppare un desiderio che potrebbe anche non essere propriamente mio, ma che ora sento come l'unico possibile?
La ringrazio nuovamente per gli eventuali chiarimenti, e ancora una volta mi scuso per la prolissità del messaggio.
[#3]
La mia è solo un'ipotesi, ma se la mancata accettazione del suo corpo e l'attrazione per corpi maschili sono andate di pari passo fin dalla sua infanzia penso che lei si sia sentito attratto fisicamente (e non emotivamente) da altri maschi semplicemente perchè avrebbe tanto voluto essere come loro.
Essendo molto spaventato dal rifiuto che immaginava avrebbe ricevuto può essersi tenuto lontano dalle ragazze, ma di alcune di loro si è innamorato e quindi non si può dire che lei siano indifferenti.
Anche se ogni persona è un mondo a sè, solitamente attrazione fisica ed emotiva per l'uno o l'altro sesso coincidono e questa sua "scissione" fra i due tipi di attrazione può proprio dipendere dalla sua paura dei rapporti con possibili partner e, sostanzialmente, del rifiuto.
Allo stesso tempo se sua sorella è stata un importante punto di riferimento e siete cresciuti assieme (tanto che ha scelto lo stesso percorso scolastico e si è messo "nei suoi panni") è possibile che la sua attrazione fisica per altri maschi sia stata rinforzata dai discorsi che ha sentito fare a lei, soprattutto se al contempo le è mancato un forte riferimento maschile che potesse essere un modello da seguire e imitare.
A mio avviso un percorso psicologico di tipo psicodinamico/psicoanalitico le sarebbe di enorme aiuto nel comprendere meglio sè stesso e arrivare a far coincidere attrazione fisica ed emotiva nei confronti di potenziali partner, perciò le consiglio di intraprenderlo.
Essendo molto spaventato dal rifiuto che immaginava avrebbe ricevuto può essersi tenuto lontano dalle ragazze, ma di alcune di loro si è innamorato e quindi non si può dire che lei siano indifferenti.
Anche se ogni persona è un mondo a sè, solitamente attrazione fisica ed emotiva per l'uno o l'altro sesso coincidono e questa sua "scissione" fra i due tipi di attrazione può proprio dipendere dalla sua paura dei rapporti con possibili partner e, sostanzialmente, del rifiuto.
Allo stesso tempo se sua sorella è stata un importante punto di riferimento e siete cresciuti assieme (tanto che ha scelto lo stesso percorso scolastico e si è messo "nei suoi panni") è possibile che la sua attrazione fisica per altri maschi sia stata rinforzata dai discorsi che ha sentito fare a lei, soprattutto se al contempo le è mancato un forte riferimento maschile che potesse essere un modello da seguire e imitare.
A mio avviso un percorso psicologico di tipo psicodinamico/psicoanalitico le sarebbe di enorme aiuto nel comprendere meglio sè stesso e arrivare a far coincidere attrazione fisica ed emotiva nei confronti di potenziali partner, perciò le consiglio di intraprenderlo.
[#4]
Ex utente
La ringrazio ancora dottoressa. Questo mi fa mettere molte cose in discussione, e mi apre nuove prospettive.
In effetti sì, come figura maschile nell'infanzia ho avuto solo mio padre, anche se con lui ho sempre avuto un rapporto molto debole e talvolta anche con degli scontri; e di amici maschi non ne ho avuti fino all'università.
Cercherò di seguire il suo prezioso consiglio, grazie di nuovo.
In effetti sì, come figura maschile nell'infanzia ho avuto solo mio padre, anche se con lui ho sempre avuto un rapporto molto debole e talvolta anche con degli scontri; e di amici maschi non ne ho avuti fino all'università.
Cercherò di seguire il suo prezioso consiglio, grazie di nuovo.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.9k visite dal 12/08/2017.
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