Mancanza di piacere nel contatto oltre al rapporto sessuale

Gentili dottori,

ho recentemente terminato una relazione con un uomo molto più grande di me che ha interrotto la storia in modo molto inaspettato. La nostra relazione era clandestina perché ero fidanzata da anni: quest'uomo ha iniziato a corteggiarmi e io piano piano ho cominciato a fidarmi di lui. Dopo alcuni mesi ho, sotto sua pressione, interrotto la convivenza con il mio fidanzato. Sono entrata in un periodo di crisi, in cui ho avuto spesso sbalzi di umore: per il senso di colpa, per l'improvviso cambio di vita e soprattutto perché l'uomo per cui avevo fatto tutto questo non mi stava vicino, dimostrandosi spesso privo di empatia e sfuggente. L'impressione che avevo era che dopo aver tanto lottato per ottenermi, non provasse più così tanto interesse nel trascorrere tempo con me. Dopo solo alcune settimane dal mio passo, sono stata lasciata. Mi sono state mosse accuse varie, incentrate soprattutto su: mia immaturità, mia fragilità, mia incapacità di prendere decisioni rapide in modo convinto, mio umore instabile, mio eccessivo "pathos" nel richiedere conferme emotive. Tali conferme, preciso, non sono mai arrivate. Piuttosto, quest'uomo mi diceva che dovevamo riuscire a trascorrere un anno insieme per sentirsi sicuro di me. Sono in terapia da un paio di mesi perché per me lo shock è stato enorme.

La terapia sta lentamente dando i suoi frutti, ma sono qui per porvi alcune domande circa la sfera sessuale della relazione: la mia terapeuta, infatti, non si è voluta pronunciare in merito non essendo specializzata. Sono convinta che attraverso un'analisi dei suoi atteggiamenti possa meglio capire chi mi sono trovata di fronte.

L'intesa sessuale con questo partner per me è stata eccelsa. Tuttavia, ho sin dall'inizio notato alcuni aspetti molto particolari. Lui mi ha confermato tutte le mie impressioni dicendo che è sempre stato così per lui (ha avuto innumerevoli partner).
- Non amava essere toccato nelle parti intime, addirittura perdeva l'erezione se lo facevo
- Raggiungeva l'erezione solo toccando me
- Non amava il sesso orale, mi diceva che non voleva che lo facessi a lui e lui aveva disgusto nel farlo. Solo verso la fine della relazione, paradossalmente, ha iniziato a praticarlo e lasciare che io lo praticassi. Mi ha detto di essere stata la prima donna con cui ha provato un orgasmo tramite sesso orale.
- Apprezzava praticamente solo la penetrazione ed i nostri rapporti erano decisamente privi di prelimari. Durante il rapporto non si mostrava mai egoista però, concentrandosi sul mio piacere.
- Dopo che abbiamo iniziato ad avere rapporti, l'aspetto tenero del contatto è andato perso (coccole, carezze, baci erano quasi sempre solo da parte mia).

Mi chiedo se queste caratteristiche possano essere conciliabili con l'atteggiamento di chiusura che ho sempre notato in lui. Avevo sempre la sensazione che emotivamente non si volesse dare...

Vi ringrazio anticipatamente per le vostre risposte.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Nonostante la dovizia di particolari, non si può erogare una diagnosi su altro da lei.

E per di più online

Manca la coppia in sede di consultazione.

Le allego però una lettura che potrebbe aiutarla a riflettere

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1887-quando-non-piace-fare-l-amore-il-disturbo-da-avversione-sessuale-das.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Utente
Utente
Gentile Dottoressa,

la ringrazio per la lettura consigliata. In effetti ritrovo alcune caratteristiche seppur molto lievi...riguardo poi alla causa di questi comportamenti, potrei sospettare solo una confusione nell'orientamento sessuale (era un uomo decisamente effemminato in alcuni suoi modi di fare).

Purtroppo "la coppia" non potrà mai chiedere un consulto e devo basarmi solo sulla mia esperienza.

Ovviamente non pretendo una diagnosi, semmai un'indicazione su cosa si può capire di questa persona dagli aspetti della vita sessuale da me descritti. Se lei o altri suoi colleghi vorranno aiutarmi gliene sarò grata.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
"Sono convinta che attraverso un'analisi dei suoi atteggiamenti possa meglio capire chi mi sono trovata di fronte."

Gentile Utente,
le ipotesi potrebbero essere diverse, ma resterebbero sempre solo sterili ipotesi: bisognerebbe conoscere tanto altro di lui e non per interposta persona.
Ma, a mio parere, il punto sta altrove.
Da cosa deriva questa sua convinzione e quale utilità avrebbe ai suoi fini?
Non è che cercare di conoscere lui la distoglie dalla riflessione su se stessa?
In fondo non è importante chi lui sia o sia stato, ma chi è stato lui per Lei; perché Lei ha deciso di chiudere una storia per stare con lui; cosa le dava e cosa le toglieva rispetto alle sue esigenze; perché nonostante tutto continuava a stare con lui; e via di questo passo...
Conoscere le sue modalità di funzionamento (buono o meno buono,,,) può essere fonte di crescita personale e miglioramento del suo benessere, indipendentemente da chi sia chi le sta a fianco.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Soltanto de visu si potrà investigare davvero, non online.