Distacco dai genitori - vacanze e convivenza
Salve, avrei bisogno di un vostro consulto. Io sono una ragazza di 24 anni ed ho un bel rapporo con i miei genitori. Da qualche anno però soffro la distanza da casa quando vado in giro e la distanza dai miei genitori. Mi spiego: Ogni volta che vado in vacanza alcuni giorni prima vado in paranoia, ho momenti di pianto, penso che non mi divertirò, penso che non avrò nientre da fare e mi annoierò, penso a casa e mi vien da paingere, mi si chiude lo stomaco ecc.. nell'agosto 2015 era la prima volta che andavo in vacanza con il mio fidanzato (con il quale ora sto da quasi 3 anni) ed all'inizio è andata male perchè nei giorni prima di partire avevo momenti di pianto, di nostalgia e anche i primi giorni che ero in vacanza. Nella vacanza dell'anno scorso ho avuto attacchi di pianto il giorno prima della partenza ma poi basta, forse anche perchè c'era un'altra coppia di amici e non volevo farmi vedere così e appena arrivati nel luogo della vacanza mi sono un po' trattenuta. Quest'anno a breve devo partire per le vacanze, solo io ed il miio fidanzato quest'anno, però diciamo mi stanno un po' venendo i classici pensieri che ho ogni anno e qualche volta piango.
Anche quando dovevano andare loro al mare per il weekend ed io ero a casa da sola in giorno della loro partenza mi è venuto da piangere, mi si è chiuso lo stomaco e pensavo a loro, poi il mio fidanzato è venuto da me ed è stato a dormire da me e la cosa è un po' scomparsa. Vorrei provare a risolvere da sola quasta situazione per ora, senza andare in terapia da psicologi. Premetto che soffro di ipotiroidismo da qualche anno e da quando ho l'ipotiroidismo il mio problema è maggiore, perchè prima riuscivo comunque a ster bene. Lei cosa mi consiglia di provare a fare?
Poi un'altra cosa, io e il mio fidanzato abbiamo parlato di convivenza e pensavamo di andare l'anno prossimo ad abitare insieme. Io sono molto felice quando sto con lui, con lui sto bene e se non ci vediamo mi manca, però ho paura del distacco dai miei genitori, dalla mia casa, ho paura che sia tutto diverso poi vivendo insieme, ho paura che i miei genitori stiano male, mi dispiace lasciarli soli. Cosa posso fare per combattere questo problema che mi si presenta? Sempre provando da sola prima di andare in terapia.
Grazie in anticipo.
Anche quando dovevano andare loro al mare per il weekend ed io ero a casa da sola in giorno della loro partenza mi è venuto da piangere, mi si è chiuso lo stomaco e pensavo a loro, poi il mio fidanzato è venuto da me ed è stato a dormire da me e la cosa è un po' scomparsa. Vorrei provare a risolvere da sola quasta situazione per ora, senza andare in terapia da psicologi. Premetto che soffro di ipotiroidismo da qualche anno e da quando ho l'ipotiroidismo il mio problema è maggiore, perchè prima riuscivo comunque a ster bene. Lei cosa mi consiglia di provare a fare?
Poi un'altra cosa, io e il mio fidanzato abbiamo parlato di convivenza e pensavamo di andare l'anno prossimo ad abitare insieme. Io sono molto felice quando sto con lui, con lui sto bene e se non ci vediamo mi manca, però ho paura del distacco dai miei genitori, dalla mia casa, ho paura che sia tutto diverso poi vivendo insieme, ho paura che i miei genitori stiano male, mi dispiace lasciarli soli. Cosa posso fare per combattere questo problema che mi si presenta? Sempre provando da sola prima di andare in terapia.
Grazie in anticipo.
[#1]
Cara Utente,
come le è stato risposto più di un anno fa da una mia collega è possibile che lei abbia una dipendenza dai suoi genitori, che soffra di forte insicurezza, che non abbia sciolto una serie di nodi legati al conseguimento dell'autonomia: tutto questo non è affrontabile online con qualche "consiglio", ma dev'essere analizzato di persona per arrivare alla vera causa del problema e risolverla.
Se per esempio io le "consigliassi" di vivere giorno per giorno, di restare nel presente, di pensare che con il suo ragazzo sta bene e si divertirà...partirebbe più serena?
Non credo proprio, perchè il problema è un altro.
Se avesse chiesto aiuto un anno fa (o, meglio ancora, due anni fa) a quest'ora avrebbe probabilmente già risolto tutto, mentre si ritrova al punto di partenza: come vede rimandare non serve a nulla, se non a riproporre il problema e ad ingigantirlo.
Il distacco al quale porterà la convivenza con il suo ragazzo sarà infatti ben più difficile da sopportare rispetto alla breve lontananza di una vacanza e se non risolverà il problema dell'indipendenza dalla famiglia potrà mettere a rischio il rapporto con lui.
Di conseguenza non posso che suggerirle sentitamente di iniziare a farsi seguire da uno psicologo quanto prima, per affrontare e risolvere il problema una volta per tutte.
Tanti cari auguri,
come le è stato risposto più di un anno fa da una mia collega è possibile che lei abbia una dipendenza dai suoi genitori, che soffra di forte insicurezza, che non abbia sciolto una serie di nodi legati al conseguimento dell'autonomia: tutto questo non è affrontabile online con qualche "consiglio", ma dev'essere analizzato di persona per arrivare alla vera causa del problema e risolverla.
Se per esempio io le "consigliassi" di vivere giorno per giorno, di restare nel presente, di pensare che con il suo ragazzo sta bene e si divertirà...partirebbe più serena?
Non credo proprio, perchè il problema è un altro.
Se avesse chiesto aiuto un anno fa (o, meglio ancora, due anni fa) a quest'ora avrebbe probabilmente già risolto tutto, mentre si ritrova al punto di partenza: come vede rimandare non serve a nulla, se non a riproporre il problema e ad ingigantirlo.
Il distacco al quale porterà la convivenza con il suo ragazzo sarà infatti ben più difficile da sopportare rispetto alla breve lontananza di una vacanza e se non risolverà il problema dell'indipendenza dalla famiglia potrà mettere a rischio il rapporto con lui.
Di conseguenza non posso che suggerirle sentitamente di iniziare a farsi seguire da uno psicologo quanto prima, per affrontare e risolvere il problema una volta per tutte.
Tanti cari auguri,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Direi di no e direi che più che un "consulto" le serve un percorso di psicoterapia, perchè potrebbe anche soffrire di un disturbo relazionale (che da qui non possiamo diagnosticare).
Se lei fosse in grado di uscirne da sola (cioè di vivere positivamente la crescita e l'autonomia) l'avrebbe già fatto, e "consigli" come quelli dei quali le ho dato degli esempi lasciano il tempo che trovano proprio perchè il problema è più profondo.
Sta a lei valutare quanto la sua vita sia influenzata da questo problema: ora che non riguarda più solo le vacanze, ma il suo futuro di coppia, a mio avviso è importante occuparsene.
Se lei fosse in grado di uscirne da sola (cioè di vivere positivamente la crescita e l'autonomia) l'avrebbe già fatto, e "consigli" come quelli dei quali le ho dato degli esempi lasciano il tempo che trovano proprio perchè il problema è più profondo.
Sta a lei valutare quanto la sua vita sia influenzata da questo problema: ora che non riguarda più solo le vacanze, ma il suo futuro di coppia, a mio avviso è importante occuparsene.
[#6]
Utente
Buongiorno,
Ho accettato il vostro consiglio e mi sono rivolta alla psicologa del consultorio del mio paese e abbiamo fatto degli incontri affrontando il mio problema. Dopo un paio di incontri in cui mi ha fatto parlare e qualche domanda la psicologa mi ha detto che la mia è una paura di stare sola con me stessa. Mi ha consigliato di fare qualche passione/hobby da sola in modo da abituarmi, partendo da piccole cose e poi facendo sempre di più.
A distanza di qualche mese ora è arrivato il grande passo della convivenza e tra una settimana dovremmo trasferirci. Però mi è ritornata l'ansia. Forse questa ansia è dovuta al cambiamento perché sono sempre un po' restia a cambiare anche rispetto le mie abitudini. Ho letto che ci sono molte ragazze che hanno la mia stessa ansia prima di un passo così importante.
Cosa posso fare per tranquillizzarmi e far passare quest'ansia?
Ho accettato il vostro consiglio e mi sono rivolta alla psicologa del consultorio del mio paese e abbiamo fatto degli incontri affrontando il mio problema. Dopo un paio di incontri in cui mi ha fatto parlare e qualche domanda la psicologa mi ha detto che la mia è una paura di stare sola con me stessa. Mi ha consigliato di fare qualche passione/hobby da sola in modo da abituarmi, partendo da piccole cose e poi facendo sempre di più.
A distanza di qualche mese ora è arrivato il grande passo della convivenza e tra una settimana dovremmo trasferirci. Però mi è ritornata l'ansia. Forse questa ansia è dovuta al cambiamento perché sono sempre un po' restia a cambiare anche rispetto le mie abitudini. Ho letto che ci sono molte ragazze che hanno la mia stessa ansia prima di un passo così importante.
Cosa posso fare per tranquillizzarmi e far passare quest'ansia?
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Le suggerirei di rivolgersi di nuovo alla psicologa con la quale ha svolto dei colloqui, che le sono stati utili in precedenza, per affrontare lo stato d'animo attuale, che rappresenta qualcosa di molto frequente a fronte di cambiamenti di vita importanti.
Questo è vero non solo ma soprattutto quando una persona è generalmente restia ai cambiamenti, come lei stessa si descrive.
Questo è vero non solo ma soprattutto quando una persona è generalmente restia ai cambiamenti, come lei stessa si descrive.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 7.3k visite dal 01/08/2017.
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