Attacco di panico quando mi trovo da solo
Ciao, mi chiamo Andrea e fin da quando ero piccolo (scuola superiore) soffro di Ansia. Ora ho 25 anni.
Alterno periodi di ansia più marcata, con mancamenti d'aria continui, a periodi più tranquilli.
E' già da qualche mese che avverto sensazioni di ansie più intense. Molto nervosismo, irritabilità anche per il nulla, e continui attacchi di panico che sfociano prevalentemente quando mi ritrovo da solo in qualsiasi luogo. Se devo uscire con l'auto, e sapere di essere solo, esco poco fuori la strada di casa mia ma mi sale la sensazione di "eruzione del vulcano" che mi fa accostare, perdere tempo, convincersi e poi ripartire affrontandolo sempre con la sensazione che sta salendo e mi sta travolgendo. Ad esempio anche quando passeggio, se mi trovo in una via in cui ci sono diverse persone, non mi fa nulla. Ma se mi ritrovo solo, in cui mi guardo attorno e non vedo nessuno, sale tutto d'un tratto il magone dell'attacco e torno subito indietro. Premetto di esser già andato da psicologi per terapia cognitivo-comportamentale che mi ha aiutato nel primo periodo poi è andato a scemare perchè ho deciso io di abbandonare.
Sono consapevole che i miei attacchi di panico e ansia potrebbero essere legati ad una paura di morire, di sentirsi male, e quando mi succede di dover uscire solo cerco sempre di evitarlo e per tanto mi ripiego ad andare con uno dei miei genitori e contestualmente si innesca un meccanismo di impotenza e al tempo stesso di oppressione in quanto sento la voglia di essere libero e indipendente. Ho vissuto fuori, prima a Napoli e poi a Firenze ed ero più libero sicuramente, ma con la stessa paura che possa ritrovarmi da solo da qualche parte (ma con sensazione di panico più gestibile) di fatti evito ad esempio (da solo): le metro, ascensori, guidare in autostrada, luoghi in cui non c'è nessuno. In compagnia mi fa molto meno.
Probabilmente da settembre dovrei iniziare a lavorare a Milano, non in ufficio ma in giro per strada, e la cosa mi terrorizza un po' in quanto temo attacchi di panico, strade desolate ecc.
Medicinali vorrei evitare, non li ho mai presi e ne mai li vorrò prendere. Sedute psicologiche, certo hanno il effetto ma dopo degli anni le trovo ripetitive e troppo costose.
In che modo potrei aiutarmi?
ciao,
Andrea
Alterno periodi di ansia più marcata, con mancamenti d'aria continui, a periodi più tranquilli.
E' già da qualche mese che avverto sensazioni di ansie più intense. Molto nervosismo, irritabilità anche per il nulla, e continui attacchi di panico che sfociano prevalentemente quando mi ritrovo da solo in qualsiasi luogo. Se devo uscire con l'auto, e sapere di essere solo, esco poco fuori la strada di casa mia ma mi sale la sensazione di "eruzione del vulcano" che mi fa accostare, perdere tempo, convincersi e poi ripartire affrontandolo sempre con la sensazione che sta salendo e mi sta travolgendo. Ad esempio anche quando passeggio, se mi trovo in una via in cui ci sono diverse persone, non mi fa nulla. Ma se mi ritrovo solo, in cui mi guardo attorno e non vedo nessuno, sale tutto d'un tratto il magone dell'attacco e torno subito indietro. Premetto di esser già andato da psicologi per terapia cognitivo-comportamentale che mi ha aiutato nel primo periodo poi è andato a scemare perchè ho deciso io di abbandonare.
Sono consapevole che i miei attacchi di panico e ansia potrebbero essere legati ad una paura di morire, di sentirsi male, e quando mi succede di dover uscire solo cerco sempre di evitarlo e per tanto mi ripiego ad andare con uno dei miei genitori e contestualmente si innesca un meccanismo di impotenza e al tempo stesso di oppressione in quanto sento la voglia di essere libero e indipendente. Ho vissuto fuori, prima a Napoli e poi a Firenze ed ero più libero sicuramente, ma con la stessa paura che possa ritrovarmi da solo da qualche parte (ma con sensazione di panico più gestibile) di fatti evito ad esempio (da solo): le metro, ascensori, guidare in autostrada, luoghi in cui non c'è nessuno. In compagnia mi fa molto meno.
Probabilmente da settembre dovrei iniziare a lavorare a Milano, non in ufficio ma in giro per strada, e la cosa mi terrorizza un po' in quanto temo attacchi di panico, strade desolate ecc.
Medicinali vorrei evitare, non li ho mai presi e ne mai li vorrò prendere. Sedute psicologiche, certo hanno il effetto ma dopo degli anni le trovo ripetitive e troppo costose.
In che modo potrei aiutarmi?
ciao,
Andrea
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Caro Andrea,
non so se le sedute di Terapia Cognitivo-Comportamentale che ha effettuato siano state "ripetitive" come lei dice, ma ciò che conta è che l'hanno aiutata solo all'inizio e che lei è poi tornato al punto di partenza.
Di conseguenza non posso che consigliarle di riprendere una terapia psicologica magari cambiando orientamento e rivolgendosi ad un professionista che effettui un diverso tipo di percorso.
Non esistono altri consigli da darle perchè se è presente forte ansia, fino a costituire un vero e proprio disturbo, non è sufficiente qualche "trucchetto" per uscirne.
Lei inoltre dovrebbe aver già acquisito una serie di strumenti mediante la TCC e può metterli in pratica quando vuole.
A mio avviso se una terapia centrata sul sintomo non le è servita è importante andare oltre la banale spiegazione della "paura della morte" che lei si sta dando, e che è semplicemente un sintomo dell'attacco di panico più che la causa del problema, esplorando le cause alla base della sua paura di non farcela da solo, di non sopravvivere se si sente abbandonato a sè stesso.
Si tratta di angosce profonde, che hanno presumibilmente origine nella sua infanzia, e finchè non le affronterà sarà difficile che possa risolvere definitivamente e non solo temporaneamente il problema.
Un caro saluto,
non so se le sedute di Terapia Cognitivo-Comportamentale che ha effettuato siano state "ripetitive" come lei dice, ma ciò che conta è che l'hanno aiutata solo all'inizio e che lei è poi tornato al punto di partenza.
Di conseguenza non posso che consigliarle di riprendere una terapia psicologica magari cambiando orientamento e rivolgendosi ad un professionista che effettui un diverso tipo di percorso.
Non esistono altri consigli da darle perchè se è presente forte ansia, fino a costituire un vero e proprio disturbo, non è sufficiente qualche "trucchetto" per uscirne.
Lei inoltre dovrebbe aver già acquisito una serie di strumenti mediante la TCC e può metterli in pratica quando vuole.
A mio avviso se una terapia centrata sul sintomo non le è servita è importante andare oltre la banale spiegazione della "paura della morte" che lei si sta dando, e che è semplicemente un sintomo dell'attacco di panico più che la causa del problema, esplorando le cause alla base della sua paura di non farcela da solo, di non sopravvivere se si sente abbandonato a sè stesso.
Si tratta di angosce profonde, che hanno presumibilmente origine nella sua infanzia, e finchè non le affronterà sarà difficile che possa risolvere definitivamente e non solo temporaneamente il problema.
Un caro saluto,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.1k visite dal 01/08/2017.
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