Dubbi ossessivi sull'identità
Sono una ragazza di 18 anni e mi trovo in uno stato di sofferenza abbastanza intenso, causato da dei pensieri che , ormai in modo quasi del tutto automatico occupano la mia mente. Immagino si tratti un’altra volta del disturbo ossessivo, solo che questa volta mi sembra ancora più difficile uscirne. I dubbi che mi stanno tormentando riguardano la mia identità: ho paura di avere un'indole, forse inconscia, maschile. La mia è una paura molto forte che spesso non mi permette nemmeno di dormire, e chiaramente limita e rovina il mio vivere quotidiano ed il rapporto con le persone. È giusto precisare che io sono sempre stata una persona molto ribelle che detesta l'omologazione e le convenzioni sociali. Da bambina odiavo tutto ciò che mi rendesse una “femminuccia”, comprese le gonne e i giochi troppo femminili , soprattutto perché le avvertivo come delle costrizioni. Durante la crescita ho conosciuto e amato la mia femminilità, ero felicissima quando ho avuto per la prima volta le mestruazioni e non vedevo l'ora di indossare i reggiseni. Una caratteristica che mi ha sempre definita è la forte attrazione fisica verso i maschi, ma purtroppo questi dubbi ossessivi (l'anno scorso avevo il terrore di scoprire di essere lesbica) hanno annebbiato ogni mio desiderio. Ho molte paure: di non riuscire più a innamorarmi o a fidanzarmi perché mi sento totalmente smarrita e avverto di avere un'autostima troppo bassa. Il dubbio sulla mia identità è diventato talmente forte che spesso mi sembra di distaccarmi dalla realtà, di non vivere veramente. Nei momenti di crisi (caratterizzati da un’ansia estrema) mi sono imposta e costretta di convincermi delle mie paure, di immedesimarmi in una persona che vuole cambiare sesso e ad ora mi rendo conto che i momenti di spensieratezza sono sempre di meno. Amo truccarmi, farmi i capelli, mettere i tacchi, eppure allo stesso tempo sento una forza negativa che mi spinge a sminuirmi ricordandomi dei dubbi che mi occupano la mente quando ho l'ansia. Sono sicura che si tratti di un disturbo ossessivo, in quanto ne ho già sofferto in passato ma chiaramente i dubbi che mi hanno tormentata non riguardavano assolutamente la mia identità, perche sono sempre stata un po' "mascolina" ma mai ho pensato o desiderato di cambiare sesso o orientamento. Ciò che mi provoca panico ed inquietudine è la paura che non si tratti di un'ossessione, ma di un allarme inconscio che sta cercando di parlarmi. Ho consultato una psicoterapeuta che sostiene si tratti di un dubbio/pensiero ossessivo manipolato anche da un forte controllo. Purtroppo, ad ora, non posso iniziare una terapia continua per questioni economiche, perciò devo rassegnarmi agli sbalzi di umore che caratterizzano le mie giornate. Non so come tornare ad essere spensierata perché ogni volta che mi sento meglio avverto comunque un senso di allerta causato dalla paura che i dubbi tornino e che tornino più forti di prima. Secondo voi è possibile che questi dubbi siano concreti?
[#1]
Cara Utente,
non possiamo darle una risposta certa perchè non conosciamo la sua situazione, ma in linea di massima quanto descrive sembrerebbe una situazione legata a forte ossessività.
Non si tratta di un problema che scomparirà spontaneamente, o che lei possa tenere a bada evitando che nel frattempo evolva e peggiori: è necessaria una terapia e non si può prescindere da questo punto.
Ha detto chiaramente alla psicologa che ha consultato che non può permettersi un percorso a tariffa piena, chiedendole di negoziare un'altra cifra?
Ha valutato la possibilità di rivolgersi ad una struttura pubblica?
non possiamo darle una risposta certa perchè non conosciamo la sua situazione, ma in linea di massima quanto descrive sembrerebbe una situazione legata a forte ossessività.
Non si tratta di un problema che scomparirà spontaneamente, o che lei possa tenere a bada evitando che nel frattempo evolva e peggiori: è necessaria una terapia e non si può prescindere da questo punto.
Ha detto chiaramente alla psicologa che ha consultato che non può permettersi un percorso a tariffa piena, chiedendole di negoziare un'altra cifra?
Ha valutato la possibilità di rivolgersi ad una struttura pubblica?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Si, ho valutato quest'opzione, ma mi sento un po' diffidente... approfitto del momenti per porvi una domanda, che è in parte una curiosità... cosa definisce la nostra identità? Io ho sempre avuto atteggiamenti molto femminili e in ugual misura maschili, ma ciò che veramente mi fa sentire donna è l'attrazione fisica verso i ragazzi, perchè è qualcosa di molto istintivo e non è contaminato (apparte nell'ultimo periodo) da paranoie o pensieri: questo significherebbe però che se fossi lesbica avrei un fattore in meno che mi possa far sentire donna?
[#3]
La sua domanda sull'identità è troppo ampia per essere trattata e non ha una riposta univoca; le segnalo questo libro sull'argomento:
https://www.ibs.it/psicologia-dell-identita-libro-tiziana-mancini/e/9788815138569
In che senso si sente "un po' diffidente"?
Intende rispetto alla possibilità di recarsi al consultorio?
https://www.ibs.it/psicologia-dell-identita-libro-tiziana-mancini/e/9788815138569
In che senso si sente "un po' diffidente"?
Intende rispetto alla possibilità di recarsi al consultorio?
[#5]
La sua è una situazione molto più diffusa di quanto possa pensare e non rappresenta nulla di particolare, cioè di fuori dal comune, per uno psicologo clinico.
Può iniziare il percorso al consultorio o al centro di salute mentale e vedere come si trova, o può sempre ricontattare la psicologa che ha già consultato, chiedendole una tariffa agevolata, se le ha fatto una buona impressione.
Può iniziare il percorso al consultorio o al centro di salute mentale e vedere come si trova, o può sempre ricontattare la psicologa che ha già consultato, chiedendole una tariffa agevolata, se le ha fatto una buona impressione.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.5k visite dal 01/08/2017.
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