Relazione d'amore non ha funzionato, amicizia?
Buongiorno,
sono una ragazza di 30 anni che a 28 ha preso consapevolezza della propria preferenza sessuale per lo stesso sesso. Dopo alcune infatuazioni un po' frustranti e logoranti perché non ricambiate e dopo aver rifiutato ragazze non interessanti, mi sono trovata in modo piuttosto spontaneo, in contatto con una ragazza molto interessante, carina e seria, di 40 anni. In modo naturale come non avevo mai sperimentato abbiamo manifestato il nostro iniziale interesse, curiosità, stima reciproci. A dire il vero è stato da parte sua più manifesta all'inizio la voglia di vederci e di conoscerci, io ero timorosa di illudermi di nuovo e non avrei mai creduto che data l'età e lo spessore di questa persona, potesse avvicinarsi a me con l'intenzione di provare a stabilire una relazione d'amore. Viviamo in città diverse e così abbiamo iniziato a frequentarci nei fine settimana oltre che a sentirci nei ritagli di tempo e ogni sera. Andavo da lei perché la sua è una città di mare e d'estate preferisce stare al mare. Col tempo si sono verificati episodi in cui quando ci vedevamo di persona si avvertiva una tensione, una distanza. Io piano piano nei tre mesi che la cosa è durata mi sentivo rimpicciolire, perché si parlava perlopiù di lei, dei suoi problemi con il lavoro e quando andavo lì si stava con gli amici suoi. C'erano momenti di dolcezza e di tenerezza, di regali, di vero affetto, di parole piacevoli e di condivisione di pensieri. Mentre la sentivo allontanarsi, provavo a scrivere parole ad effetto, a riavvicinarla, a farle saper che progettavo un futuro, a dirle per esempio "quando ci sposeremo lavorerò lì" ma forse in quel momento credevo a un sogno, che era stato di entrambe ma che non si stava realizzando. Poi l'ultimo week end che ci siamo viste da lei, mi ha detto che io le piaccio, che mi vuole bene, che sono forse l'unica persona che le ha voluto davvero bene e forse la persona più dolce che ha conosciuto, ma che la scintilla non è scoccata e che non è una cosa che si può decidere, che si sentiva molto in colpa e che le dispiaceva moltissimo che molto probabilmente, per come sono fatta, non ci saremmo più sentite, che le dispiaceva perdermi anche come persona e che io avevo fatto il possibile e che da parte mia aveva percepito molto. Così me ne sono tornata a casa. L'ho chiamata il giorno dopo e ci siamo dette le stesse cose, a proposito del risentirci o meno mi ha detto che dovevo decidere io, perché mi rispetta. Dopo 3 giorni sto razionalizzando, è ancora forse presto ma mi chiedo se tra un mese abbia un senso e possa essere bello e non fonte di nuova sofferenza risentirla come amica, se potrà bastarmi, se non affiorerà un mio senso d'inferiorità, gelosie oppure frustrazione. Mi sembra ancora un po' strano riposizionarla tra le persone qualsiasi. Il pensiero di risentirla un giorno è però la cosa che mi consola e mi fa sorridere, ma allo stesso tempo ne ho paura. E' pensabile trovare un equilibrio in questi casi in un diverso rapporto?
Grazie
sono una ragazza di 30 anni che a 28 ha preso consapevolezza della propria preferenza sessuale per lo stesso sesso. Dopo alcune infatuazioni un po' frustranti e logoranti perché non ricambiate e dopo aver rifiutato ragazze non interessanti, mi sono trovata in modo piuttosto spontaneo, in contatto con una ragazza molto interessante, carina e seria, di 40 anni. In modo naturale come non avevo mai sperimentato abbiamo manifestato il nostro iniziale interesse, curiosità, stima reciproci. A dire il vero è stato da parte sua più manifesta all'inizio la voglia di vederci e di conoscerci, io ero timorosa di illudermi di nuovo e non avrei mai creduto che data l'età e lo spessore di questa persona, potesse avvicinarsi a me con l'intenzione di provare a stabilire una relazione d'amore. Viviamo in città diverse e così abbiamo iniziato a frequentarci nei fine settimana oltre che a sentirci nei ritagli di tempo e ogni sera. Andavo da lei perché la sua è una città di mare e d'estate preferisce stare al mare. Col tempo si sono verificati episodi in cui quando ci vedevamo di persona si avvertiva una tensione, una distanza. Io piano piano nei tre mesi che la cosa è durata mi sentivo rimpicciolire, perché si parlava perlopiù di lei, dei suoi problemi con il lavoro e quando andavo lì si stava con gli amici suoi. C'erano momenti di dolcezza e di tenerezza, di regali, di vero affetto, di parole piacevoli e di condivisione di pensieri. Mentre la sentivo allontanarsi, provavo a scrivere parole ad effetto, a riavvicinarla, a farle saper che progettavo un futuro, a dirle per esempio "quando ci sposeremo lavorerò lì" ma forse in quel momento credevo a un sogno, che era stato di entrambe ma che non si stava realizzando. Poi l'ultimo week end che ci siamo viste da lei, mi ha detto che io le piaccio, che mi vuole bene, che sono forse l'unica persona che le ha voluto davvero bene e forse la persona più dolce che ha conosciuto, ma che la scintilla non è scoccata e che non è una cosa che si può decidere, che si sentiva molto in colpa e che le dispiaceva moltissimo che molto probabilmente, per come sono fatta, non ci saremmo più sentite, che le dispiaceva perdermi anche come persona e che io avevo fatto il possibile e che da parte mia aveva percepito molto. Così me ne sono tornata a casa. L'ho chiamata il giorno dopo e ci siamo dette le stesse cose, a proposito del risentirci o meno mi ha detto che dovevo decidere io, perché mi rispetta. Dopo 3 giorni sto razionalizzando, è ancora forse presto ma mi chiedo se tra un mese abbia un senso e possa essere bello e non fonte di nuova sofferenza risentirla come amica, se potrà bastarmi, se non affiorerà un mio senso d'inferiorità, gelosie oppure frustrazione. Mi sembra ancora un po' strano riposizionarla tra le persone qualsiasi. Il pensiero di risentirla un giorno è però la cosa che mi consola e mi fa sorridere, ma allo stesso tempo ne ho paura. E' pensabile trovare un equilibrio in questi casi in un diverso rapporto?
Grazie
[#1]
Cara Utente,
da quanto scrive questa frequentazione è durata poco (3 mesi) e, dopo un periodo durante il quale vi siete sentite e frequentate quando possibile, questa persona le ha detto di essersi resa conto di non provare nulla in particolare per lei.
Le chiedo quindi: che senso avrebbe riprendere a sentire una persona che ha conosciuto di recente, frequentato per poco tempo, e che le ha detto che non ha sviluppato alcun particolare interesse nei suoi confronti?
Lei si domanda questo:
"mi chiedo se tra un mese abbia un senso e possa essere bello e non fonte di nuova sofferenza risentirla come amica, se potrà bastarmi, se non affiorerà un mio senso d'inferiorità, gelosie oppure frustrazione"
e, premesso che non sappiamo come si sentirà fra un mese e se a quel punto avrà voglia di risentire questa ragazza, le suggerisco di chiedersi se la prospettiva di mantenere un contatto non le serva più a negare il rifiuto ricevuto che a creare un'amicizia.
Cosa ne pensa?
da quanto scrive questa frequentazione è durata poco (3 mesi) e, dopo un periodo durante il quale vi siete sentite e frequentate quando possibile, questa persona le ha detto di essersi resa conto di non provare nulla in particolare per lei.
Le chiedo quindi: che senso avrebbe riprendere a sentire una persona che ha conosciuto di recente, frequentato per poco tempo, e che le ha detto che non ha sviluppato alcun particolare interesse nei suoi confronti?
Lei si domanda questo:
"mi chiedo se tra un mese abbia un senso e possa essere bello e non fonte di nuova sofferenza risentirla come amica, se potrà bastarmi, se non affiorerà un mio senso d'inferiorità, gelosie oppure frustrazione"
e, premesso che non sappiamo come si sentirà fra un mese e se a quel punto avrà voglia di risentire questa ragazza, le suggerisco di chiedersi se la prospettiva di mantenere un contatto non le serva più a negare il rifiuto ricevuto che a creare un'amicizia.
Cosa ne pensa?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Gentile Dr.ssa Massaro,
mi rendo conto in questi giorni, dalla mia reazione, che probabilmente più che un rifiuto sia stato un averci provato ed un essersi rese conto che non stava funzionando, solo che io per minore esperienza e maturità sarei rimasta più lungamente attaccata a un'idea astratta e ad una forzatura. Quindi comprendo che è stato meglio così e che anche per me è stato un sollievo. Altrimenti se mi fossi innamorata, dopo questo poco tempo credo che starei ancora molto male.
Questa persona ha manifestato nei miei confronti un sentimento di affetto e di confidenza, ha detto che ha aperto il suo cuore a una persona dopo molto tempo.
mi rendo conto in questi giorni, dalla mia reazione, che probabilmente più che un rifiuto sia stato un averci provato ed un essersi rese conto che non stava funzionando, solo che io per minore esperienza e maturità sarei rimasta più lungamente attaccata a un'idea astratta e ad una forzatura. Quindi comprendo che è stato meglio così e che anche per me è stato un sollievo. Altrimenti se mi fossi innamorata, dopo questo poco tempo credo che starei ancora molto male.
Questa persona ha manifestato nei miei confronti un sentimento di affetto e di confidenza, ha detto che ha aperto il suo cuore a una persona dopo molto tempo.
[#3]
Secondo me al momento non è il caso di decidere nulla, nè di rimuginare sull'argomento, ma è più utile attendere del tempo e vedere come cambierà il suo stato d'animo verso questa ragazza, perchè ora non lo può prevedere.
E' possibile che fra qualche settimana lei avrà perso del tutto interesse, come è possibile che invece desideri diventarle amica perchè è una persona che ammira e stima.
E' possibile che fra qualche settimana lei avrà perso del tutto interesse, come è possibile che invece desideri diventarle amica perchè è una persona che ammira e stima.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.2k visite dal 01/08/2017.
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