Non riesco a presentarmi agli esami universitari
Salve a tutti,
ringrazio anticipatamente per le risposte.
Sono una studentessa di Giurisprudenza di 25 anni.
Sono sempre stata molto brava a scuola, elementari, medie e al liceo.
Provai a fare il test per medicina per due volte ma non lo superai e decisi di iscrivermi a Giurisprudenza.
Il primo anno è andato bene, riuscendo a dare tutti gli esami previsti.
Al secondo anno fui bocciata per la prima volta ad un esame. Da quel momento, il disastro.
I miei genitori sono sempre stati molto severi, minacciandomi di mandarmi a lavorare se non fossi riuscita a dare gli esami.
Questo mi ha portato a iniziare a mentire, dicendo di aver dato le materie, e mi ritrovo adesso, al sesto anno, in un baratro senza fine.
È diventato sempre più facile mentire, non sopportavo l'ansia prima di un esame e mi ripetevo che sarei andata al prossimo appello... Questo mi faceva stare bene, mi sollevava. Gli esami si sono accumulati, le bugie anche, e adesso sento di star finendo il tempo. Non faccio che studiare per esami che puntualmente decido di non dare, fare programmi che non rispetto.
Ogni volta mi ripeto che sarà l'ultima volta, ma non lo è mai.
Sono diventata la peggior nemica di me stessa e mi sento malissimo, non dormo bene, ho attacchi di panico e ogni volta che parlo con i miei genitori mi sento in colpa. Vorrei poter raccontargli tutto e togliermi questo peso, ma non capirebbero e so che la loro soluzione sarebbe farmi smettere di studiare. Ho bisogno di un modo per convincermi e forzarmi a dare esami, un punto di vista diverso.
Scusate lo sfogo, non so davvero con chi parlarne.
ringrazio anticipatamente per le risposte.
Sono una studentessa di Giurisprudenza di 25 anni.
Sono sempre stata molto brava a scuola, elementari, medie e al liceo.
Provai a fare il test per medicina per due volte ma non lo superai e decisi di iscrivermi a Giurisprudenza.
Il primo anno è andato bene, riuscendo a dare tutti gli esami previsti.
Al secondo anno fui bocciata per la prima volta ad un esame. Da quel momento, il disastro.
I miei genitori sono sempre stati molto severi, minacciandomi di mandarmi a lavorare se non fossi riuscita a dare gli esami.
Questo mi ha portato a iniziare a mentire, dicendo di aver dato le materie, e mi ritrovo adesso, al sesto anno, in un baratro senza fine.
È diventato sempre più facile mentire, non sopportavo l'ansia prima di un esame e mi ripetevo che sarei andata al prossimo appello... Questo mi faceva stare bene, mi sollevava. Gli esami si sono accumulati, le bugie anche, e adesso sento di star finendo il tempo. Non faccio che studiare per esami che puntualmente decido di non dare, fare programmi che non rispetto.
Ogni volta mi ripeto che sarà l'ultima volta, ma non lo è mai.
Sono diventata la peggior nemica di me stessa e mi sento malissimo, non dormo bene, ho attacchi di panico e ogni volta che parlo con i miei genitori mi sento in colpa. Vorrei poter raccontargli tutto e togliermi questo peso, ma non capirebbero e so che la loro soluzione sarebbe farmi smettere di studiare. Ho bisogno di un modo per convincermi e forzarmi a dare esami, un punto di vista diverso.
Scusate lo sfogo, non so davvero con chi parlarne.
[#1]
Cara signorina il problema è veramente serio perchè non ha che uno sbocco riuscire a dire la verità ai suoi genitori con la consapevolezza che sarà per loro un grande dolore ed una grande delusione. L'unico modo per uscirne è cercarsi un lavoro che lei sia in grado di fare , accertarsi di essere assunta, magari iniziare a farlo se riesce ad organizzarsi e quindi parlare con i suoi genitori. E' evidente che vorrebbe fuggire da questa responsabilità che ha eluso per anni, ma non c'è possibilità alternativa. Deve affrontare la situazione avendo una via di riserva. E' chiaro che non ha attitudine per il corso universitario che sta seguendo e quindi a 26 anni non c'è spazio per un'altra prova. Provi a capire quali reali attitudini ha e si metta alla prova. Purtroppo lei è sola in questa situazione perchè sicuramente non ne ha parlato con nessuno e quindi non si può appoggiare a nessuno. Cerchi la forza dentro di lei per affrontare questa difficilissima prova, ma non la rimandi. Più va avanti e peggio è. Sono un professore universitario e di queste situazioni me ne sono già capitate e per questo le dico affronti la verità, farà sempre meno male di qualunque gesto inconsulto che le potrebbe venire in mente di fare perchè il dolore dei suoi sarebbe peggiore. Mi scriva se vuole confidarsi, ma cerchi di farsi un percorso chiaro che la porti ad affrontare il problema. Cari saluti
gerunda
gerunda
Prof.Giorgio Enrico Gerunda Professore Ordinario di Chirurgia Generale Università di Modena e Reggio Emilia
[#2]
Cara Utente,
da quanto scrive pare che sia lei sia i suoi genitori abbiate vissuto nell'illusione della sua infallibilità e che al primo errore tutto sia crollato per lei (e crollerà per i suoi genitori, quando sapranno la verità), come se nella vita di una famiglia contassero solo i risultati scolastici e universitari e non molto altro.
Questo accade spesso quando una persona non ha mai fallito durante gli anni di studio e considera quindi inaccettabile non superare brillantemente tutte le prove che affronta; allo stesso tempo i genitori in questi casi non pensano nemmeno che un figlio possa prendere brutti voti o essere bocciato e si cullano nell'illusione che non si verificherà mai nessun inciampo o errore.
Di solito poi si preoccupano solo dei voti e non della serenità del figlio: per questo immagino che gli altri aspetti della sua vita non siano stati adeguatamente osservati e immagino che il grande malessere che lei sta vivendo non sia nemmeno stato colto dai suoi genitori, mentre persone più attente a lei come individuo e non solo come studentessa si sarebbero rese conto da tempo che qualcosa non va.
Lei quindi è sempre stata molto brava a scuola e non si aspettava certo di poter essere bocciata ad un esame universitario, illudendosi che non avrebbe mai inciampato; i suoi genitori, nella loro eccessiva severità, si sono illusi di aver cresciuto una figlia che non sbaglia mai anche tenendola "sulla retta via" minacciandola, nel dubbio che le potesse capitare un fallimento anche piccolo, come se lei non fosse stata sempre una persona che non si sottraeva agli obblighi dello studio e che quindi non merita di essere minacciata nè ripresa perchè faccia il proprio dovere..
Forse, se in tutto questo un errore c'è stato, è stato quello di ripiegare su un corso di laurea molto diverso da quello che avrebbe voluto frequentare, ed è possibile che quella prima e ultima bocciatura abbia poi funto da elemento di rottura che l'ha portata a non progredire oltre su una strada che non sente come sua.
Al momento la situazione è ferma a quella bocciatura e non ha dato più alcun esame, giusto?
Se è così le chiedo se pensa ancora che nella sua vita ci sia posto per una laurea in Giurisprudenza e che senso possa avere conseguirla.
Se per caso si è resa conto di aver sbagliato strada può pensare di cambiarla, magari lavorando per pagarsi da sola altri studi, ed è in ogni caso importante che comprenda che non è obbligatorio laurearsi e "forzarsi a dare esami" se non si ha intrapreso il percorso più giusto per sè stessi.
E' giunto il momento di uscire allo scoperto e di dire ai suoi genitori che la loro eccessiva severità e le minacce l'hanno spinta a mentire perchè in famiglia non è presente alcuno spazio di dialogo nè possibilità di sbagliare..
Da quanto scrive le cose sono andate così: lei ha sempre studiato e dato soddisfazione ai suoi, fino a primo anno di università, quindi non è certo una persona pigra o incapace o desiderosa di buttare via il proprio tempo.
Se non ha parlato è perchè loro non ammettevano la possibilità di un errore e ora sarebbe giusto che si prendessero la propria parte di responsabilità per come sono andate le cose.
Sono laureati?
Lei è figlia unica?
da quanto scrive pare che sia lei sia i suoi genitori abbiate vissuto nell'illusione della sua infallibilità e che al primo errore tutto sia crollato per lei (e crollerà per i suoi genitori, quando sapranno la verità), come se nella vita di una famiglia contassero solo i risultati scolastici e universitari e non molto altro.
Questo accade spesso quando una persona non ha mai fallito durante gli anni di studio e considera quindi inaccettabile non superare brillantemente tutte le prove che affronta; allo stesso tempo i genitori in questi casi non pensano nemmeno che un figlio possa prendere brutti voti o essere bocciato e si cullano nell'illusione che non si verificherà mai nessun inciampo o errore.
Di solito poi si preoccupano solo dei voti e non della serenità del figlio: per questo immagino che gli altri aspetti della sua vita non siano stati adeguatamente osservati e immagino che il grande malessere che lei sta vivendo non sia nemmeno stato colto dai suoi genitori, mentre persone più attente a lei come individuo e non solo come studentessa si sarebbero rese conto da tempo che qualcosa non va.
Lei quindi è sempre stata molto brava a scuola e non si aspettava certo di poter essere bocciata ad un esame universitario, illudendosi che non avrebbe mai inciampato; i suoi genitori, nella loro eccessiva severità, si sono illusi di aver cresciuto una figlia che non sbaglia mai anche tenendola "sulla retta via" minacciandola, nel dubbio che le potesse capitare un fallimento anche piccolo, come se lei non fosse stata sempre una persona che non si sottraeva agli obblighi dello studio e che quindi non merita di essere minacciata nè ripresa perchè faccia il proprio dovere..
Forse, se in tutto questo un errore c'è stato, è stato quello di ripiegare su un corso di laurea molto diverso da quello che avrebbe voluto frequentare, ed è possibile che quella prima e ultima bocciatura abbia poi funto da elemento di rottura che l'ha portata a non progredire oltre su una strada che non sente come sua.
Al momento la situazione è ferma a quella bocciatura e non ha dato più alcun esame, giusto?
Se è così le chiedo se pensa ancora che nella sua vita ci sia posto per una laurea in Giurisprudenza e che senso possa avere conseguirla.
Se per caso si è resa conto di aver sbagliato strada può pensare di cambiarla, magari lavorando per pagarsi da sola altri studi, ed è in ogni caso importante che comprenda che non è obbligatorio laurearsi e "forzarsi a dare esami" se non si ha intrapreso il percorso più giusto per sè stessi.
E' giunto il momento di uscire allo scoperto e di dire ai suoi genitori che la loro eccessiva severità e le minacce l'hanno spinta a mentire perchè in famiglia non è presente alcuno spazio di dialogo nè possibilità di sbagliare..
Da quanto scrive le cose sono andate così: lei ha sempre studiato e dato soddisfazione ai suoi, fino a primo anno di università, quindi non è certo una persona pigra o incapace o desiderosa di buttare via il proprio tempo.
Se non ha parlato è perchè loro non ammettevano la possibilità di un errore e ora sarebbe giusto che si prendessero la propria parte di responsabilità per come sono andate le cose.
Sono laureati?
Lei è figlia unica?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 27.8k visite dal 19/07/2017.
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