Stanchezza ipocondria ansia
Salve ho 27 anni e sono incinta di 3 mesi, figlio voluto è arrivato subito. Da 4 anni assumevo un antidepressivo per problemi di ansia e panico e ho fatto della psicoterapia, tutto si era risolto bene. Da quando sono incinta ho dovuto togliere il farmaco e sono piombata in un grande malessere, ansia, ipocondria malgrado per ora pare che le analisi vadano bene, soprattutto stanchezza eccessiva, mancanza di forze assolutamente, io che fino a prima ero sempre in movimento e facevo mille cose senza mai stancarmi. Certamente un po' e la gravidanza, ma io so che l'ansia e' la principale imputata, ho paura di stare male, che il mio bambino possa avere qualcosa oppure io, tristezza nel non riuscire a svolgere le mie attività. Mi sono rivolta a una terapeuta ma per questioni logistiche non posso vederla con regolarità, inoltre mi ha dato delle direttive di tipo cognitivo comportamentale ma non ho la forza per metterle in atto. Mi sforzo di andare in spiaggia, di fare qualcosa ma sono triste perché vorrei essere quella di prima, ora invece non riesco neppure a fare la spesa e mio marito cerca di aiutarmi ma lavora e io mi rendo conto che non posso delegare le cose a lui....chiedo aiuto, non sono la tipa da passare le giornate seduta o in modo limitato ma non ho forza fisica
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Cara Utente,
in precedenza ha solo assunto farmaci o ha anche effettuato un percorso di tipo psicologico?
Le segnalo che a Milano, presso l'ospedale Sacco, è attivo un ambulatorio di psicofarmacologia che assiste le donne che assumono psicofarmaci in gravidanza.
Secondo i loro dati il 13% delle donne in gravidanza assume psicofarmaci e sono stati sviluppati protocolli utili a gestire queste situazioni: se è vero che i farmaci in gravidanza andrebbero se possibile evitati, è vero anche che una donna incinta che stia male trasmette il proprio malessere al feto, anche tramite la secrezione di ormoni dello stress che arrivano al bambino.
Provi a contattare l'ospedale o a farlo contattare al suo medico curante per capire bene come regolarvi.
Nel frattempo se ha intrapreso un percorso di TCC che non le sta servendo le suggerisco di cambiare psicologo e approccio, ma di non interrompere in nessun caso il lavoro psicologico perché le serve sia ora, sia in previsione di parto e puerperio.
Tanti cari auguri,
in precedenza ha solo assunto farmaci o ha anche effettuato un percorso di tipo psicologico?
Le segnalo che a Milano, presso l'ospedale Sacco, è attivo un ambulatorio di psicofarmacologia che assiste le donne che assumono psicofarmaci in gravidanza.
Secondo i loro dati il 13% delle donne in gravidanza assume psicofarmaci e sono stati sviluppati protocolli utili a gestire queste situazioni: se è vero che i farmaci in gravidanza andrebbero se possibile evitati, è vero anche che una donna incinta che stia male trasmette il proprio malessere al feto, anche tramite la secrezione di ormoni dello stress che arrivano al bambino.
Provi a contattare l'ospedale o a farlo contattare al suo medico curante per capire bene come regolarvi.
Nel frattempo se ha intrapreso un percorso di TCC che non le sta servendo le suggerisco di cambiare psicologo e approccio, ma di non interrompere in nessun caso il lavoro psicologico perché le serve sia ora, sia in previsione di parto e puerperio.
Tanti cari auguri,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.4k visite dal 18/07/2017.
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