Solo ansia?
Buongiorno,
premetto che sto passando un periodo difficile per la malattia incurabile che ha colpito un mio familiare. È da circa tre mesi che ho degli episodi spiacevoli: dal niente sento come una fame d'aria, un bisogno di respirare a fondo e mi prende una sensazione strana, tipo come se dovessi svenire ma corredata da tachicardia (circa 100/120 bpm). Non sono mai svenuta, ma è una sensazione di mancamento imminente che però non avviene. Il tutto dura secondi o al massimo minuti, poi passato il clou mi resta addosso l'abitazione e la fame d'aria. Ho fatto diversi controlli: elettrocardiogramma, ecocardiogramma ed holter 24h... tutto nella norma. Ora questi episodi sono all'ordine del giorno, come mi devo comportare? Si tratterà della famigerata ansia?
Ringrazio in anticipo per il riscontro.
premetto che sto passando un periodo difficile per la malattia incurabile che ha colpito un mio familiare. È da circa tre mesi che ho degli episodi spiacevoli: dal niente sento come una fame d'aria, un bisogno di respirare a fondo e mi prende una sensazione strana, tipo come se dovessi svenire ma corredata da tachicardia (circa 100/120 bpm). Non sono mai svenuta, ma è una sensazione di mancamento imminente che però non avviene. Il tutto dura secondi o al massimo minuti, poi passato il clou mi resta addosso l'abitazione e la fame d'aria. Ho fatto diversi controlli: elettrocardiogramma, ecocardiogramma ed holter 24h... tutto nella norma. Ora questi episodi sono all'ordine del giorno, come mi devo comportare? Si tratterà della famigerata ansia?
Ringrazio in anticipo per il riscontro.
[#1]
Cara Utente,
premesso che da qui non possiamo porre alcuna diagnosi certa, non conoscendo direttamente il caso, quelli che descrive in questo e nel precedente consulto sono presumibilmente attacchi di panico, diurni e notturni.
Probabilmente la sua ansia è costantemente elevata e in alcuni momenti raggiunge un picco che dà luogo ai fenomeni che ha descritto.
Immagino che sia molto spaventata e preoccupata per la malattia alla quale ha accennato. Ci può dire chi ne è stato colpito?
premesso che da qui non possiamo porre alcuna diagnosi certa, non conoscendo direttamente il caso, quelli che descrive in questo e nel precedente consulto sono presumibilmente attacchi di panico, diurni e notturni.
Probabilmente la sua ansia è costantemente elevata e in alcuni momenti raggiunge un picco che dà luogo ai fenomeni che ha descritto.
Immagino che sia molto spaventata e preoccupata per la malattia alla quale ha accennato. Ci può dire chi ne è stato colpito?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Gentile utente,
Con che frequenza si presentano questi spiacevoli episodi verosimilmente ansia-correlati?
Assume l'ansiolitico che le è stato prescritto al pronto soccorso? Se si, quando?
Con che frequenza si presentano questi spiacevoli episodi verosimilmente ansia-correlati?
Assume l'ansiolitico che le è stato prescritto al pronto soccorso? Se si, quando?
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#3]
Utente
Buongiorno Dottoressa Massaro,
la persona colpita dalla malattia è mio nonno materno a cui sono molto legata, in quanto da quando avevo 9 mesi fino ad ora che ho quasi 31 anni sono stata quasi "allevata" dai nonni per motivi lavorativi dei miei genitori. Ad ottobre 2016 gli è stato diagnosticato un carcinoma al colon con metastasi a fegato e polmoni e, dopo un ciclo e mezzo di chemioterapia, da un mesetto circa è passato alle cure palliative.
Buongiorno Dottor Pizzoleo,
ho avuto due episodi abbastanza forti a marzo e ad aprile (di cui uno la notte mentre avevo applicato l'holter)... poi sono stata abbastanza bene fino a venerdì scorso in cui mi sono svegliata alla notte con una sensazione di stretta al petto e forte agitazione con tachicardia, ed un episodio lieve mercoledì mattina mentre ero al lavoro e stamani mentre ero al bar a far colazione. Quando sono in mezzo alla gente durano pochissimi secondi, quando sono sola sembrano non finire mai anche se, ripeto, non ho la sensazione di terrore/morte che leggo su Internet essere tipica degli attacchi di panico... solo fame d'aria, tachicardia e senso di svenimento.
la persona colpita dalla malattia è mio nonno materno a cui sono molto legata, in quanto da quando avevo 9 mesi fino ad ora che ho quasi 31 anni sono stata quasi "allevata" dai nonni per motivi lavorativi dei miei genitori. Ad ottobre 2016 gli è stato diagnosticato un carcinoma al colon con metastasi a fegato e polmoni e, dopo un ciclo e mezzo di chemioterapia, da un mesetto circa è passato alle cure palliative.
Buongiorno Dottor Pizzoleo,
ho avuto due episodi abbastanza forti a marzo e ad aprile (di cui uno la notte mentre avevo applicato l'holter)... poi sono stata abbastanza bene fino a venerdì scorso in cui mi sono svegliata alla notte con una sensazione di stretta al petto e forte agitazione con tachicardia, ed un episodio lieve mercoledì mattina mentre ero al lavoro e stamani mentre ero al bar a far colazione. Quando sono in mezzo alla gente durano pochissimi secondi, quando sono sola sembrano non finire mai anche se, ripeto, non ho la sensazione di terrore/morte che leggo su Internet essere tipica degli attacchi di panico... solo fame d'aria, tachicardia e senso di svenimento.
[#7]
Mi spiace molto per lei e immagino quanto la faccia soffrire il pensiero di perdere il suo caro nonno.
In questo momento così difficile è importante che non si limiti ad assumere qualche goccia di ansiolitico al bisogno, ma che si faccia supportare da un nostro collega per accettare e vivere il più serenamente possibile quanto sta succedendo, che purtroppo fa parte dell'ordine naturale degli eventi.
In questo momento così difficile è importante che non si limiti ad assumere qualche goccia di ansiolitico al bisogno, ma che si faccia supportare da un nostro collega per accettare e vivere il più serenamente possibile quanto sta succedendo, che purtroppo fa parte dell'ordine naturale degli eventi.
[#11]
Le suggerisco di rivolgersi se possibile ad uno psicologo che abbia esperienza con i pazienti sottoposti a cure palliative (ad es. che lavori o abbia lavorato in un hospice) e quindi con i familiari e il loro dolore nel veder soffrire e spegnersi una persona cara.
[#12]
Totalmente in accordo con la Collega Massaro sull'utilità di richiedere un supporto psicologico per una situazione emotiva estremamente sofferente come quella che sta vivendo lei.
E si ricordi che l'ansia NON FA SVENIRE!
Per quanto riguarda l'aspetto cardiaco, penso che le possa tornare utile sapere che presso l'Istituto di HeartMath (IHM), sono stati esplorati scientificamente i meccanismi fisiologici con cui il cuore comunica con il cervello, come influenza l'elaborazione delle informazioni, delle percezioni, delle emozioni.
L'osservazione scientifica ha dimostrato che il cuore è molto di più di quello che crediamo e che non è affatto una semplice pompa, come siamo abituati a considerarlo...
Il muscolo cardiaco è, in sostanza, un centro complesso, auto-organizzato, di elaborazione dati, con una propria mente, che comunica costantemente con il cervello, con il sistema nervoso e con tutta la nostra fisiologia, influenzando profondamente ogni organo, in un complesso intreccio di messaggi e feedback.
Giovanni e Beatrice Lacey, negli anni tra il 1960 e gli anni '70, hanno scoperto che il cuore comunica con il cervello in modo tale da influenzare significativamente il modo in cui percepiamo e reagiamo al mondo.
I coniugi Lacey andarono ben oltre: realizzarono che questo motore della circolazione sanguigna sembrava avere una sua logica, una sua mente, che spesso divergeva da quella del sistema nervoso autonomo; soprattutto capirono che è l'organo predominante.
Infatti il cuore inviava messaggi significativi al cervello, dei veri e propri comandi, che influenzavano tutto il comportamento di una persona.
Mentre i Laceys stavano compiendo le loro ricerche in psicofisiologia, un piccolo gruppo di ricercatori nel campo cardiovascolare si unirono ad alcuni neurofisiologi, dando il via ad una nuova disciplina detta Neurocardiologia, che da allora ha fornito indicazioni estremamente importanti sul sistema nervoso del cuore e su come il cervello e il cuore comunicano attraverso il sistema nervoso.
Dopo approfondite ricerche, uno dei primi pionieri della psiconeurocardiologia, il Dr. J. Andrew Armour, nel 1991 introdusse il concetto di "cervello del cuore".
Il suo lavoro dimostrò che il cuore ha un complesso sistema nervoso intrinseco molto sofisticato, un "piccolo cervello" appunto, una rete intricata di diversi tipi di neuroni (addirittura 40.000), neurotrasmettitori, proteine e cellule, molto simili a quelli trovati nel cervello.
Ecco spiegato perché, non di rado, il cuore diventa purtroppo uno dei bersagli preferiti dall'ansia seppur con esami medici negativi; il muscolo cardiaco risente estremamente la nostra emotività e dello stress.
si rivolga ad un/una collega, le farà bene!
E si ricordi che l'ansia NON FA SVENIRE!
Per quanto riguarda l'aspetto cardiaco, penso che le possa tornare utile sapere che presso l'Istituto di HeartMath (IHM), sono stati esplorati scientificamente i meccanismi fisiologici con cui il cuore comunica con il cervello, come influenza l'elaborazione delle informazioni, delle percezioni, delle emozioni.
L'osservazione scientifica ha dimostrato che il cuore è molto di più di quello che crediamo e che non è affatto una semplice pompa, come siamo abituati a considerarlo...
Il muscolo cardiaco è, in sostanza, un centro complesso, auto-organizzato, di elaborazione dati, con una propria mente, che comunica costantemente con il cervello, con il sistema nervoso e con tutta la nostra fisiologia, influenzando profondamente ogni organo, in un complesso intreccio di messaggi e feedback.
Giovanni e Beatrice Lacey, negli anni tra il 1960 e gli anni '70, hanno scoperto che il cuore comunica con il cervello in modo tale da influenzare significativamente il modo in cui percepiamo e reagiamo al mondo.
I coniugi Lacey andarono ben oltre: realizzarono che questo motore della circolazione sanguigna sembrava avere una sua logica, una sua mente, che spesso divergeva da quella del sistema nervoso autonomo; soprattutto capirono che è l'organo predominante.
Infatti il cuore inviava messaggi significativi al cervello, dei veri e propri comandi, che influenzavano tutto il comportamento di una persona.
Mentre i Laceys stavano compiendo le loro ricerche in psicofisiologia, un piccolo gruppo di ricercatori nel campo cardiovascolare si unirono ad alcuni neurofisiologi, dando il via ad una nuova disciplina detta Neurocardiologia, che da allora ha fornito indicazioni estremamente importanti sul sistema nervoso del cuore e su come il cervello e il cuore comunicano attraverso il sistema nervoso.
Dopo approfondite ricerche, uno dei primi pionieri della psiconeurocardiologia, il Dr. J. Andrew Armour, nel 1991 introdusse il concetto di "cervello del cuore".
Il suo lavoro dimostrò che il cuore ha un complesso sistema nervoso intrinseco molto sofisticato, un "piccolo cervello" appunto, una rete intricata di diversi tipi di neuroni (addirittura 40.000), neurotrasmettitori, proteine e cellule, molto simili a quelli trovati nel cervello.
Ecco spiegato perché, non di rado, il cuore diventa purtroppo uno dei bersagli preferiti dall'ansia seppur con esami medici negativi; il muscolo cardiaco risente estremamente la nostra emotività e dello stress.
si rivolga ad un/una collega, le farà bene!
Questo consulto ha ricevuto 15 risposte e 1.2k visite dal 15/07/2017.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.