La chiesa abbia fatto male
Cari dottori e care dottoresse,
più volte nella vita sono stata fermamente credente (cristiana) e atea, le vie di mezzo non fanno proprio per me (e credo che questo mi causi tanti disagi nella vita). Quando ero piccola credevo che lo scopo della mia vita e quindi anche il senso della vita fosse quello di vivere per riflettere la luce di Dio agli altri. Ho provato a farlo anche coi mie genitori, separati, e pensavo che col mio pensiero avrei potuto migliorare le nostre vite. Sicuramente li ho influenzati, migliorati non so ma non è di questo che vi voglio parlare. Il punto è che oggi (ieri no...) sono diventata atea di nuovo, è da quando ho 17 anni che continuo a farmi domande e cambiare opinione su Dio o non Dio, prima semplicemente avevo una fede "dura come la roccia". Ora invece penso "se Dio non esiste allora ho vissuto praticamente tutta la mia vita non essendo me stessa". Dico questo perché mi sono resa conto che la chiesa come tutte le cose di questo mondo non è totalmente positiva né totalmente negativa. Immagino una persona molto ansiosa che prende un ansiolitico; a lei farà bene ma a una persona con un carattere opposto farà male. Ebbene io credo che su di me, la chiesa abbia fatto male. Credo che mi abbia spento e che mi abbia assuefatto il cervello con il "porgi l'atra guancia" che io ho sempre applicato anche a condizioni ESTREME. Vedo invece che a certe persone fa MOLTO bene andare in chiesa (esempio della medicina che non va bene per tutti). Con questo non sto dicendo che la chiesa sia un ansiolitico avrei potuto anche fare l'esempio che la pasta al pomodoro non fa bene a tutti. Quello che voglio dire è che vedendo le foto di quando ero piccola vedo una bambina vitale e bella. Vedendo le foto di quando avevo già 9-13 anni vedo una bambina spenta. Mi piacerebbe tornare come ero a 3/7 anni ossia una persona vitale e con vera energia, ma credo di essere stata assuefatta per troppi anni e non trovo più il modo di tornare indietro, vedo casa mia conosco la strada ma non so più come devo fare a percorrerla, mi sento come intrappolata in un labirinto di nebbia. So che voi dottori fate tesoro di ogni esperienza con i vostri pazienti per cercare di formulare nuove ipotesi o teorie per il bene comune ma vi prego di non trarre, almeno dalle mie parole, la conclusione che la chiesa sia un male, io non la considero negativamente così come le persone che pregano per il bene altrui e i preti che tramandano insegnamenti di pace. Dico solo che essendo io una persona di mio "troppo pacifica" sono stata completamente sbilanciata verso un'unica direzione. Dico una cosa brutta ma lo faccio scherzosamente: credo che se potessi andare a lezioni privare dal "diavolo" la mia vita diventerebbe più equilibrata, ma al mondo le persone troppo buone sono in minoranza e quindi ci sono solo "buoni insegnamenti" da tramandare. Mi spiace per la lunghezza a parole si faceva in un attimo. Grazie dell'attenzione
più volte nella vita sono stata fermamente credente (cristiana) e atea, le vie di mezzo non fanno proprio per me (e credo che questo mi causi tanti disagi nella vita). Quando ero piccola credevo che lo scopo della mia vita e quindi anche il senso della vita fosse quello di vivere per riflettere la luce di Dio agli altri. Ho provato a farlo anche coi mie genitori, separati, e pensavo che col mio pensiero avrei potuto migliorare le nostre vite. Sicuramente li ho influenzati, migliorati non so ma non è di questo che vi voglio parlare. Il punto è che oggi (ieri no...) sono diventata atea di nuovo, è da quando ho 17 anni che continuo a farmi domande e cambiare opinione su Dio o non Dio, prima semplicemente avevo una fede "dura come la roccia". Ora invece penso "se Dio non esiste allora ho vissuto praticamente tutta la mia vita non essendo me stessa". Dico questo perché mi sono resa conto che la chiesa come tutte le cose di questo mondo non è totalmente positiva né totalmente negativa. Immagino una persona molto ansiosa che prende un ansiolitico; a lei farà bene ma a una persona con un carattere opposto farà male. Ebbene io credo che su di me, la chiesa abbia fatto male. Credo che mi abbia spento e che mi abbia assuefatto il cervello con il "porgi l'atra guancia" che io ho sempre applicato anche a condizioni ESTREME. Vedo invece che a certe persone fa MOLTO bene andare in chiesa (esempio della medicina che non va bene per tutti). Con questo non sto dicendo che la chiesa sia un ansiolitico avrei potuto anche fare l'esempio che la pasta al pomodoro non fa bene a tutti. Quello che voglio dire è che vedendo le foto di quando ero piccola vedo una bambina vitale e bella. Vedendo le foto di quando avevo già 9-13 anni vedo una bambina spenta. Mi piacerebbe tornare come ero a 3/7 anni ossia una persona vitale e con vera energia, ma credo di essere stata assuefatta per troppi anni e non trovo più il modo di tornare indietro, vedo casa mia conosco la strada ma non so più come devo fare a percorrerla, mi sento come intrappolata in un labirinto di nebbia. So che voi dottori fate tesoro di ogni esperienza con i vostri pazienti per cercare di formulare nuove ipotesi o teorie per il bene comune ma vi prego di non trarre, almeno dalle mie parole, la conclusione che la chiesa sia un male, io non la considero negativamente così come le persone che pregano per il bene altrui e i preti che tramandano insegnamenti di pace. Dico solo che essendo io una persona di mio "troppo pacifica" sono stata completamente sbilanciata verso un'unica direzione. Dico una cosa brutta ma lo faccio scherzosamente: credo che se potessi andare a lezioni privare dal "diavolo" la mia vita diventerebbe più equilibrata, ma al mondo le persone troppo buone sono in minoranza e quindi ci sono solo "buoni insegnamenti" da tramandare. Mi spiace per la lunghezza a parole si faceva in un attimo. Grazie dell'attenzione
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gentile ragazza c'è da capire se la sua sia una sofferenza esistenziale tipica di un passaggio verso l'età adulta o una dinamica ossessiva. La differenza può essere innanzitutto compresa dall'intensità della sofferenza che le sue dinamiche mentali le creano. Se questa tematica rappresenta il centro della sua vita e non riesce a trovare altre distrazioni in grado di rasserenarla allora parliamo di sentimenti "patologici" degni di attenzione specialistica.
saluti
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Utente
Gent.mo dottore, non credo sia una dinamica ossessiva nel senso che se sono serena e impegnata in un'attività che mi piace (anche passare dei tempo in palestra) non ho questi pensieri. Tuttavia trovo che affrontare la vita con una sicurezza del tipo "io credo che/io credo che non" sia più proficuo dell'incertezza. Anche nelle cose apparentemente banali la cosa anche se non è ossessiva condiziona la mia vita per esempio se sto studiano nei momenti in cui ho fede studio per pura passione dell'argomento (che mi interessi o meno). In questo momento punto di più alla prestazione (voto esame). Non so se su internet posso fare questa domanda ma Lei dottore come ne uscirebbe? oppure se non si può dire, conosce qualche trucchetto" che potrei applicare? Perché ad esempio se penso a Lei penso ad un uomo che ha fatto un certo percorso, una certa carriera, isomma uno che "ce l'ha fatta". Ma dato che nessuno può dimostrare l'esistenza o la non esistenza di Dio, Lei, se si può chiedere, come fa a vivere la cosa? È schierato da una parte o sta nel mezzo? Nel mondo scientifico abbiamo avuto grandi scienziati credenti e viceversa però io sento il bisogno di "posizionarmi da qualche parte" perché altrimenti mi sento indecisa.
Grazie tante per l'attenzione Cordiali saluti
Grazie tante per l'attenzione Cordiali saluti
[#3]
(...) io sento il bisogno di "posizionarmi da qualche parte" perché altrimenti mi sento indecisa.(..)
anche questa posizione potrebbe celare una sorta di disagio. La necessità di aggrapparsi a una certezza sia in negativo che in positivo poichè l'incertezza crea un conflitto.
Un lavoro psicologico potrebbe aiutarla a tollerare questo conflitto.
Potrei consigliarle delle letture ma dipende cosa lei cerca davvero, vuole una visione scientifica della cosa?
anche questa posizione potrebbe celare una sorta di disagio. La necessità di aggrapparsi a una certezza sia in negativo che in positivo poichè l'incertezza crea un conflitto.
Un lavoro psicologico potrebbe aiutarla a tollerare questo conflitto.
Potrei consigliarle delle letture ma dipende cosa lei cerca davvero, vuole una visione scientifica della cosa?
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Utente
Gent.mo dottore, innanzitutto grazie del suo aiuto.
Mi fa proprio una bella domanda! Tant'è che forse sul momento non Le so rispondere. Guardi io le posso dire che sono sempre stata attratta molto fortemente dalla fisica dell'universo (quindi scienza) però per me nella vita le cose più importanti sono le emozioni e i rapporti umani. Infatti sto studiano medicina (così ho unito le cose ;)). Devo dire che sono più tentata da una lettura scientifica, tra quelle che mi propone, anche se temo che alla fine la conclusione sia che, date le conoscenze attuali, tutto sia possibile. Letture non scientifiche non vorrei portino a delle conclusioni troppo personali ma d'altronde bisogna accettare questi compromessi. Potrei essere interessata a entrambe le cose.
Nel ringraziarla di nuovo, mi affido totalmente alla sua esperienza; scelga Lei per me e sono certa che andrà bene. Grazie
Cari saluti
Mi fa proprio una bella domanda! Tant'è che forse sul momento non Le so rispondere. Guardi io le posso dire che sono sempre stata attratta molto fortemente dalla fisica dell'universo (quindi scienza) però per me nella vita le cose più importanti sono le emozioni e i rapporti umani. Infatti sto studiano medicina (così ho unito le cose ;)). Devo dire che sono più tentata da una lettura scientifica, tra quelle che mi propone, anche se temo che alla fine la conclusione sia che, date le conoscenze attuali, tutto sia possibile. Letture non scientifiche non vorrei portino a delle conclusioni troppo personali ma d'altronde bisogna accettare questi compromessi. Potrei essere interessata a entrambe le cose.
Nel ringraziarla di nuovo, mi affido totalmente alla sua esperienza; scelga Lei per me e sono certa che andrà bene. Grazie
Cari saluti
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Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.1k visite dal 12/07/2017.
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