Panico totale nel caos della mia vita
Vi scrivo perché sento di essere in estrema difficoltà..
Dopo aver concluso il liceo scientifico con voti non ottimale, ma buoni a settembre mi sono iscritta alla facoltà di chimica e tecnologia farmaceutiche pur consapevole del fatto che non fosse la mia massima propensione, essendo fin da piccola più predisposta e più portata per le materie umanistiche, sconsigliata tra l'altro da alcuni professori, ma comunque speranzosa che un ambiente diametralmente opposto a quello liceale mi avrebbe concesso di mettere la massima dedizione e il massimo impegno in questa nuova avventura.
"Che ingenua superficiale", penserete ora voi.. E quanta ragione avete!
Le aspettative e le speranze si sono presto vanificate.
Le prime delusioni universitarie per quanto riguarda il rendimento non si sono fatte attendere e questo ha portato tutta una serie di conseguenze che ad ora mi sembra si stiano ripercuotendo anche nella mia vita quotidiana.
Inoltre il fatto di essere pendolare con 3 altri ragazzi della mia vecchia classe e vivere ogni giorno quasi 3 ore di treno tra andata e ritorno non mi ha mai permesso di entrare pienamente nei ritmi universitari e di staccarmi dal mio mondo, di fare quel passo in più che forse mi sarebbe servito.Ho cominciato a bocciare esami su esami, a vedermi prendere in giro dai miei colleghi, a veder incrinarsi i rapporti con i miei genitori che non vedendo risultati hanno cominciato a farmi pesare il fatto che stessi studiando e gravando sulle spese economiche familiari.
Ieri l'ultima devastante botta psicologica che mi ha messo al tappeto.Qualche settimana fa avevo sostenuto l'ultimo parziale di chimica inorganica (durante il quale tra l'altro avevo avuto un attacco di panico) ed ero convinta di non aver totalizzato il punteggio per essere ammessa all'orale e la cosa mi aveva già molto sconfortata essendo chimica l'esame più importante del primo anno da ben 12 crediti e bloccando tutti gli esami del secondo.Invece sono riuscita a passare all'orale seppur con il punteggio minimo.Mi sono messa sotto, ho cercato di impegnarmi, di studiare, ieri sono andata all'orale. Dopo una notte con un'ora di sonno, sono arrivata lì tesa, ma speranzosa. Prima domanda. Sbagliata.La professoressa mi manda via.L'orale è finito così. Non vi dico la delusione, l'amarezza, la sensazione di fallimento e l'umiliazione che ho provato..
Sono KO.Piango da ieri, perché sono consapevole di aver buttato un anno intero. Mia madre è visibilmente delusa,ma io ho deciso che non voglio rimettere più piede in quel posto.Non è il mio mondo e questa è una cosa che ormai penso da mesi, mi sento un peso e non mi riconosco nemmeno io perché bene o male sono sempre riuscita a riportare dei risultati a mettermi sotto..
Che devo fare? Come devo comportarmi?
Lo so che non si può sentire dalla bocca di una ventenne,ma io non so veramente cosa fare della mia vita ad ora..Cercarmi un lavoro?Informarmi per un nuovo corso di studio? Ho bisogno di una mano..
Dopo aver concluso il liceo scientifico con voti non ottimale, ma buoni a settembre mi sono iscritta alla facoltà di chimica e tecnologia farmaceutiche pur consapevole del fatto che non fosse la mia massima propensione, essendo fin da piccola più predisposta e più portata per le materie umanistiche, sconsigliata tra l'altro da alcuni professori, ma comunque speranzosa che un ambiente diametralmente opposto a quello liceale mi avrebbe concesso di mettere la massima dedizione e il massimo impegno in questa nuova avventura.
"Che ingenua superficiale", penserete ora voi.. E quanta ragione avete!
Le aspettative e le speranze si sono presto vanificate.
Le prime delusioni universitarie per quanto riguarda il rendimento non si sono fatte attendere e questo ha portato tutta una serie di conseguenze che ad ora mi sembra si stiano ripercuotendo anche nella mia vita quotidiana.
Inoltre il fatto di essere pendolare con 3 altri ragazzi della mia vecchia classe e vivere ogni giorno quasi 3 ore di treno tra andata e ritorno non mi ha mai permesso di entrare pienamente nei ritmi universitari e di staccarmi dal mio mondo, di fare quel passo in più che forse mi sarebbe servito.Ho cominciato a bocciare esami su esami, a vedermi prendere in giro dai miei colleghi, a veder incrinarsi i rapporti con i miei genitori che non vedendo risultati hanno cominciato a farmi pesare il fatto che stessi studiando e gravando sulle spese economiche familiari.
Ieri l'ultima devastante botta psicologica che mi ha messo al tappeto.Qualche settimana fa avevo sostenuto l'ultimo parziale di chimica inorganica (durante il quale tra l'altro avevo avuto un attacco di panico) ed ero convinta di non aver totalizzato il punteggio per essere ammessa all'orale e la cosa mi aveva già molto sconfortata essendo chimica l'esame più importante del primo anno da ben 12 crediti e bloccando tutti gli esami del secondo.Invece sono riuscita a passare all'orale seppur con il punteggio minimo.Mi sono messa sotto, ho cercato di impegnarmi, di studiare, ieri sono andata all'orale. Dopo una notte con un'ora di sonno, sono arrivata lì tesa, ma speranzosa. Prima domanda. Sbagliata.La professoressa mi manda via.L'orale è finito così. Non vi dico la delusione, l'amarezza, la sensazione di fallimento e l'umiliazione che ho provato..
Sono KO.Piango da ieri, perché sono consapevole di aver buttato un anno intero. Mia madre è visibilmente delusa,ma io ho deciso che non voglio rimettere più piede in quel posto.Non è il mio mondo e questa è una cosa che ormai penso da mesi, mi sento un peso e non mi riconosco nemmeno io perché bene o male sono sempre riuscita a riportare dei risultati a mettermi sotto..
Che devo fare? Come devo comportarmi?
Lo so che non si può sentire dalla bocca di una ventenne,ma io non so veramente cosa fare della mia vita ad ora..Cercarmi un lavoro?Informarmi per un nuovo corso di studio? Ho bisogno di una mano..
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Gentile signorina è vero lei ha sbagliato facoltà. Se era portata per facoltà umanistiche doveva scegliere tra quelle valutando anche le reali possibilità di impiego successivamente.Il fatto di andare avanti ed in dietro con il treno ogni giorno è un peso non indifferente e rende la vita più complessa dal punto di vista dello studio oltre al fatto che le impedisce di vivere la vita universitaria che è eccitante e piena di allegria oltre che di rapporti sociali e di occasioni ed esperienze di vita.Lei ogni giorno torna nella sua famiglia e quindi rientra nel nucleo senza aprirsi alla vita. deve fare un esame di coscienza.Cosa realmente le piacerebbe studiare, quali possibilità di lavoro questa scelta mi potrà procurare senza dover pesare sulla famiglia fono a trenta anni? quanto costa lei al mese tra treno, mangiare fuori ecc? forse se cerca trova una stanza assieme ad altre ragazze ad un prezzo ragionevole che le permetterebbe di vivere meglio e studiare meglio. Lei ha venti anni, la perdita di un anno non è tanto se riesce a rimediare. Andare a lavorare è una possibilità, ma consideri quello che potrebbe fare.Con il suo titolo di studio sono pochi i lavori possibili e che comunque le diano prospettive.Quindi esame di coscienza, informazione, preparare un progetto e parlarne con i suoi genitori per sapere fini a che unto possono aiutarla e darsi delle scadenze certe: entro due anni devo essere a posto con gli esami se no smetto ecc. Quindi tata volontà di riuscire: sappia che la sua istruzione è l'unica eredità vera che i suoi genitori possono lasciarle: cari saluti
gerunda
gerunda
Prof.Giorgio Enrico Gerunda Professore Ordinario di Chirurgia Generale Università di Modena e Reggio Emilia
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 939 visite dal 07/07/2017.
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