Relazione

Buongiorno dott./dott.sa mi trovo in una situazione particolare. Ho 45 anni e nel 2013 mi è mancata la mamma a causa di una siringomielia. Mio padre se ne andato di casa per convivenza di relazione del tutto personale. io per questo disagio ho anche perso il lavoro che di per se mi aveva recato delle difficoltà. Adesso vivo a casa di mio fratello nelle regione marche.
Siccome già negli anni trascorsi ho avuto dispiaceri per una complicazione della salute di mio padre mettendolo in difficoltà col lavoro, e siccome questo ha reso difficile il rapporto familiare lasciando alcune lacune personali, ad oggi dopo alcune storie andate male sia affettive tramite la fidanzata e sia di lavoro dovendomi licenziare per il disagio della solitudine in altre regioni italiane, mi trovo a vivere in casa di parenti stretti dove convivo con due ragazzi giovani e con cui dormo nella loro cameretta. Mio fratello è gentile ed affettuoso perché sa dei miei disagi dopo essere rimasto solo in casa senza lavoro e con difficoltà a cui l'assistente sociale ha dato qualche buona considerazione.
La moglie (mia cognata) gentile per le sue attenzioni mi danno un senso umano di vitale sostegno e fiducia, sicurezza e speranza per il mio futuro sia sul piano lavorativo che sul piano affettivo.
Siccome data l'età spero di trovare lavoro e magari di poter riuscire a vivere in una casa, magari vorrei anche avere una relazione amorosa, chissà con quale buon esito, però sono cosciente che ci vuole tempo perché sono circa pochi mesi che vivo con questa famiglia e data la mia età mi sembra difficile che la mia vita possa tornare normale come tante famiglie. Pensavo di andare via per lavoro ma mi rendo consapevole che grazie a loro, la loro presenza, le loro ragioni e ragionamenti sia familiari che di interesse, i ragazzi con la loro compagnia per me sono stimoli importanti e vitali per una mia considerazione e del suo proseguio. Secondp la psichiatra potevo restare in quella casa tralasciando mio fratello e le mie intime speranze per riprendere lavoro, potendo usufruire di quella casa familiare e del sostegno economico del caso.
Secondo lei è meglio restare con mio fratello e cercare una sistemazione qui a macerata, oppure dopo un periodo di convivenza familiare con loro, tendere a ripartire in una destinazione italiana dove lavorare per costruire un futuro basandomi solo sulla mia esperienza personale?
O e meglio restare qui a macerata anche stabilmente così da avere vicina una famiglia su cui basare la vita e la sua importanza?
Io penso certamente che è meglio restare qui per rimaturare un legame familiare e del suo privilegio. In tal caso mi può dare qualche riferimento sul comportamento da avere con loro o lasciare che sia naturale scandito dalle parole per il loro senso, significato e età? Mio fratello il primo ha 49 anni, io sono il secondo e ho 45 anni, un ragazzo ha 13 anni ed un altro 15, la loro mamma 43 anni. Grazie.
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Dr. Renato Vignati Psicologo, Psicoterapeuta 5 1
La sua situazione presenta diverse problematiche legate alla sua storia personale e alla condizione di precarietà sociale e lavorativa, tuttavia esistono anche alcuni aspetti positivi, riguardanti soprattutto i legami familiari che possono rappresentare la possibilità di ricevere sostegno affettivo.
Quindi, per il momento può ricevere accoglienza e supporto dalla famiglia di sua fratello. Quello che è necessario è il rispetto delle persone con cui convive, rispetto degli spazi personali, della privacy e delle abitudini che hanno i diversi componenti della famiglia. Inoltre, è necessaria la sua disponibilità a collaborare nelle varie mansioni e compiti che comporta la coabitazione e che comprendono, tanto per fare qualche esempio, la spesa, le pulizie, il rispetto degli orari del pranzo e della cena, tenere in ordine gli oggetti e spazi personali, ecc. La convivenza richiede altresì la necessità di affrontare direttamente e sinceramente tutte le questioni che possono provocare, in qualche maniera, disagio a qualcuno dei familiari. La comunicazione trasparente serve a trovare soluzioni ottimali per tutti, evitando conflittualità relazionali.
Nel frattempo, può cominciare la ricerca di una qualche attività lavorativa, secondo le sue capacità. Questo periodo, è necessario per ristabilire una base di partenza e un maggiore equilibrio che le servirà per riprogettare il futuro.

Dr. Renato Vignati - Psicologo Psicoterapeuta - FERMO
Specializzato in Psicoterapia individuale e familiare

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Utente
Utente
Grazie per tutto quello che mi ha scritto, in quanto mi rendo conto di rispettare veramente tutte queste considerazioni, soprattutto perché è un intuito che durante gli anni giovanili di ricerca e studio, rientrano nelle eventualità. Questo aiuto professionale mi rafforza il concetto appreso e di cui ne stò facendo tesoro. Grazie Alfredo.