Sintomi di un disturbo o sto esagerando?

Salve, Il mio problema è questo: mi sono lasciata dopo 4 mesi con un ragazzo, dopo una storia di un anno e un altro anno di amicizia e sono in una fase di disperazione totale. Abbiamo avuto un'amicizia bellissima, che con il tempo si è trasformata in amore, nato con fatica e tra mille paure da parte di entrambi. Li ho iniziato a notare alcuni comportamenti che prima forse non volevo vedere. Lui ha un rapporto molto conflittuale con i genitori, iperprottettivi e apprensivi, lo trattano come un adolescente nonostante lui abbia 30 anni, di conseguenza lui si comporta come tale. Nonostante la sua indole mite, ha delle crisi di rabbia spaventose, per un nonnulla gli urla che li odia, che gli hanno rovinato la vita, che la madre è una serpe, che era meglio se morivano..spesso spacca oggetti ecc. Loro stanno male, ma dopo due giorni lo viziano ancora più di prima. Lui a volte chiede scusa e piange e a volte fa finta di nulla, ma tutte le volte poi sta malissimo. Io sono sempre stata spaventata da questo suo lato, ma ho sempre pensato che ci fosse un motivo e che non conosco le dinamiche della sua famiglia a tal punto da giudicare..il fatto è che ci sono stati due o tre episodi in cui ha fatto così anche con me, per poi implorarmi di perdonarlo. In aggiunta a questo, ha problemi con il sonno, e ha spesso periodi di malessere profondo, durante i quali rimette in discussione tutto, a volte decide di fare qualcosa (un viaggio, un lavoro nuovo ecc) poi puntualmente non riesce e si maledice e maledice i suoi, è bloccato nella sua passività. Per tutti questi problemi, ha cambiato negli anni 10 tra psicologi e psichiatri, ma mai per periodi molto lunghi. Forse c'è molta resistenza da parte sua, ma credo sia stato anche sfortunato perché La prima psicologa dov'è andato gli ha detto "Tu hai qualcosa che non va" dopo la prima seduta, un altro gli ha prescritto lo Xanax dopo pochissimo tempo e senza un dosaggio adeguato e l'ultimo (dov'è ritornato, l'unico con cui diceva di trovarsi bene) gli diceva cose come "se non fai questo non mi chiamare più". Io dal canto mio ho i miei problemi, quindi ho sempre cercato di comprendere, sapendo che lui lo avrebbe fatto con me e che alla fine ci ritrovavamo sempre, più innamorati di prima. Ora però tutto è cambiato, lui da qualche mese ha assunto un atteggiamento freddo, distaccato, insensibile, mi ha allontanato senza darmi una spiegazione coerente, se non che non sopportava più i litigi, proprio nel momento in cui io mi sono aperta di più verso di lui. Quasi come se mi volesse punire e ferire di proposito. Dice che deve pensare a se stesso, che non se la sente, che si è imposto di non cercarmi, ma al tempo stesso mi stringe e mi guarda come se con gli occhi volesse dirmi altro. Come se stesse recitando un mantra, ma non capisco il motivo. Insisto da mesi, ma non ho ottenuto nulla. Vorrei capire se alla luce di tutto questo, ha qualche disturbo dell'umore, o è solo una persona senza scrupoli e cosa posso fare io. Grazie.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile ragazza, è comprensibile quanto tu possa soffrire gli atteggiamenti, l'incoerenza di pensiero, l'instabilità emotivo/affettiva del tuo ragazzo. E quindi, c'è da guardare in faccia la realtà ora chiedendosi:
- quanto questo rincorrere l'incertezza caratteriale ed emotiva di lui possa farmi stare bene?
- conviene veramente, ai fini della mia serenità, continuare a soffrire accanto a lui?

Capisco che possa essere estremamente doloroso pensare in questo modo ma tu, in qualche modo, dovresti cercare di salvaguardare te stessa e ri-appropriatri, col tempo, della serenità che ora non hai e che, senza alcun dubbio, meriti!

Vedi... non si tratta di cattiveria o menefreghismo ma di SANO EGOISMO.
Spesso accade che -sin da giovanissimi- veniamo educati alla tendenza di porre l'attenzione prima e più sugli altri (considerando quel qualcuno o quella cosa, molto più importanti di noi stessi) che a noi.

Ma questa tendenza educativa disfunzionale ed erronea, ci espone con più probabilità a sviluppare malesseri connotati prevalentemente da:ansia, tristezza, paure e sensi di colpa. E forse, alcune di queste emozioni in te già prepotentemente, ci sono...

sviluppare un sano egoismo ci permette di appropriarci di un bisogno sano e "protettivo" che consente di guardare con maggiore consapevolezza noi stessi, le nostre emozioni più dolorose e trovare delle strategie di star bene a prescindere da chi ci fa soffrire.

In breve, il sano egoismo stimola ad assumerci la responsabilità della nostra vita e a non dipendere dagli altri. Acquisendo, nel contempo, l'essenziale capacità e NECESSITÀ di PRENDERCI CURA DI NOI, senza delegare agli altri scelte e soddisfazioni dei propri bisogni. Anche perché... se ci pensiamo bene, nessuno, a parte noi stessi sappiamo cosa possa essere meglio per noi.

"Vorrei capire se alla luce di tutto questo, ha qualche disturbo dell'umore, o è solo una persona senza scrupoli e cosa posso fare io"
Da questa postazione online non possiamo saperlo, quindi sarebbe il caso che i suoi genitori, spronino il suo ragazzo (loro figlio) ad avvalersi di una consulenza specialistica. Perché tu scrivi :" avrà cambiato circa 10 tra psicologi e psichiatri". Ma una diagnosi c'è? Senza una diagnosi e correlatamente ad essa, una accurata definizione del funzionamento cognitivo, diventa non utile avvalersi di cure psicologiche e psichiatriche.

detto cio: suggerisco a te, di avvalersi di una consulenza presso un/una nostra collega psicologo psicoterapeuta per esaminare la situazione in generale, ma soprattutto per iniziare, a piccoli passi, a prenderti cura di te. Altro non potrà farti che bene!

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Utente
Utente
Grazie per la risposta. Ha assolutamente ragione sul discorso del sano egoismo, io ho la tendenza a farmi travolgere dalle cose e proprio per questo ho deciso di lasciarlo quattro mesi fa, perché ero stanca di provare a capire. Il problema è che nonostante tutte le sofferenze che ho provato in quest'anno, è stata la prima volta in vita mia che non ho dovuto fingere di stare bene con qualcuno, la prima volta che ho vissuto qualcosa di vero e non riesco a rinunciare a tutto questo. Lui mi ha aiutata tanto, mi è stato vicino in tante occasioni, grazie a lui sono riuscita a finire gli studi, e questo ancor prima di stare insieme. Tante volte si è messo da parte per rendere felice me, a volte anche più di me. Ad esempio io all'inizio non ero convinta della nostra storia perché avevo paura di rovinare una bella amicizia per un fuoco di paglia e non volevo dirlo a nessuno, volevo continuare a vedere altre persone e lui ha accettato tutto questo pur di stare con me, nonostante in fondo volesse un rapporto esclusivo. Io tra pochi mesi devo trasferirmi e lui mi ha aiutato a prendere questa decisione, sapendo che avrebbe sofferto del mio distacco. Questo per dire che non è stato il classico rapporto in cui io sono la crocerossina e lui il paziente..ma è stato uno scambio reciproco. Proprio per questo non riesco ad accettare che mi stia facendo una cosa del genere, se mi avesse detto di non provare più nulla, se mi avesse parlato chiaramente lo avrei accettato (a fatica, ma lo avrei fatto), ma trattarmi come se fossi improvvisamente solo un peso, è troppo. Vorrei solo capire se nasconde delle motivazioni, perché si è imposto di fare così con me, se non ha il coraggio di dirmi che non mi vuole più o se non lo fa perché non è questo il motivo. Lui dice che tra le altre cose (che non mi dice) c'è il fatto che io vivo vicino casa dei suoi e che sto per andarmene..ma questi problemi c'erano anche prima e non sono comunque giustificazioni per il modo in cui mi sta trattando. So che dovrei concentrarmi su me stessa in questo momento, ma senza una spiegazione non riesco ad elaborare e ad andare avanti. Per rispondere alla sua domanda, non so se c'è una diagnosi, non me ne ha parlato molto e come le ho detto non ha trovato persone molto competenti. Lui spesso dice che ha paura di essere bipolare, ma lo psicologo gli ha detto di no, di non pensarlo neanche, in modo molto aggressivo. So soltanto questo. Secondo lei, che tipo di specialista dovrebbe consultare? Psicologo, psichiatra e specializzato in cosa? Non che io possa dirglielo ora, ma magari in futuro se le cose dovessero cambiare.. se lei mi può dare anche solo una sua idea di ciò che potrebbe passargli in testa, le sarei davvero grata.
per quanto riguarda me, al momento non mi è possibile consultare uno specialista, sarebbe un costo che in questa fase non posso permettermi, ma magari lo farò appena ne avrò la possibilità.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Comprendo benissimo quanto sia "spiazzante", doloroso e non spiegabile, una transizione che ti ha portata a confrontarti, nel tempo, con la stessa persona che prima:"  è stata la prima volta in vita mia che non ho dovuto fingere di stare bene con qualcuno, la prima volta che ho vissuto qualcosa di vero", e che poi ha iniziato a sperimentare emozioni fortemente negative ed assumere agiti violenti altrettanto negativi.

Ti ho suggerito una consulenza psicologica anche:
- per chiarire e trovare risposte sulla mutabilità temporale del vostro rapporto
- per cercare di comprendere le possibili emozioni che ne sono alla base
- etc

Gli specialisti più indicati in questo caso sono lo psichiatra e lo psicologo clinico. Solo dal vivo si potrebbe giungere ad una disamina diagnostica e proporre una terapia.

Perché i sintomi che hai descritto sono trasversali e, quindi comuni, ad una corposa varietà di psicopatologie. E, ciò detto, tu ben capirai che online è praticamente impossibile anche solo fare ipotesi vagamente diagnostiche.

Per quanto riguarda consulenza psicologica e/o terapia, puoi rivolgerti serenamente al consultorio che ritieni più congeniae della tua città oppure, previa impegnativa del tuo medico curante, accedere a sedute di psicoterapia presso la ASL (pagando un ticket almeno che tu non ne sia esente)
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