Angoscia nelle relazioni sociali per i giudizi sulla mia obesità

Gentili dottori, sono una studentessa,giovane mamma e moglie e fino a sette anni fa non ho mai avuto problemi di peso, vivevo bene col mio corpo, ero una persona molto sportiva e seppur seduttiva l aspetto non era un "pensiero" . Ho iniziato ad ingrassare avendo una vita sedentaria e ho preso molti kg. Sicuramente questo mi "pesa" ma soffro molto dei giudizi che ricevo, in particolare dai miei genitori. Ho scoperto da poco il mondo degli obesi,costellato di umiliazioni gratuite , in cui il metro di giudizio diventa quello da sarta. Pur consapevole della assurdità della cosa e della miseria di chi si imprigiona in un mondo di apparenza,resto Colpita duramente. Vengo a richiedere il vostro aiuto perché spesso vivo in imbarazzo, questo mi sta generando ansia nelle relazioni sociali, una tristezza profondissima che non mi permette di collocarmi in modo equilibrato nel mondo, sono insicura e sto divenendo ipercritica e infelice.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

C’era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino. Decisero di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo. Così partirono tutti e tre con il loro asino.
Arrivati nel primo paese, la gente commentava: “guardate quel ragazzo quanto è maleducato… lui sull’asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano”. Allora la moglie disse a suo marito: “non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio”. Il marito lo fece scendere e salì sull’asino.
Arrivati al secondo paese, la gente mormorava: “guardate che svergognato quel tipo… lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l’asino, mentre lui vi sta comodamente in groppa”. Allora presero la decisione di far salire la moglie, mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l’asino.
Arrivati al terzo paese, la gente commentava: “pover’uomo! Dopo aver lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie salga sull’asino. E povero figlio, chissà cosa gli spetta, con una madre del genere! Allora si misero d’accordo e decisero di sedersi tutti e tre sull’asino per cominciare nuovamente il pellegrinaggio.
Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese: “sono delle bestie, più bestie dell’asino che li porta. Gli spaccheranno la schiena”. Alla fine, decisero di scendere tutti e camminare insieme all’asino.
Ma, passando per il paese seguente, non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo: guarda quei tre idioti: “camminano, anche se hanno un asino che potrebbe portarli!”
Che cosa ci può insegnare questa breve "fiaba"?
Che:
- qualsiasi cosa facciamo,
- come siamo fisicamente,
- come pensiamo rispetto ad una situazione,
-etc etc etc
troveremo sempre alcune persone che ci criticheranno o che parleranno male di noi.

Ma il giudizio dell'altro/altri su di noi, rimane un problema dei giudicanti e non nostro.

Anche perché, nel rapportarsi con il giudicante, con il criticista, con il rimproveratore, si ottiene nulla. Perché:
- possiamo dimagrire o ingrassare
- possiamo pensarla in un modo o nell'altro
- possiamo comportarci in un modo o nell'altro
Ma il giudicante, avrà comunque modo di criticare. Troverà comunque il modo di giudicare.

Quindi: chi glielo fa fare ad essere ipercritica verso sé stessa e infelice? Le è utile ai fini del sua serenità?
dobbiamo puntare, prima di tutto, a tutelare il nostro benessere mentale!

si tenga ben stretti i suoi amori, come suo figlio/a, suo marito e i suoi affetti (anche amicali) più cari.

Le allego delle letture che potranno chiarirle la relazione tra criticismo genitoriale e autocriticismo http://www.stateofmind.it/2014/06/criticismo-subito-infamiglia-bias-cognitivi-inchemodo-correlano/ http://www.stateofmind.it/2016/12/criticismo-genitoriale/

ps: se le emozioni dolorose che avverte, dovessero diventare, nel tempo, difficilmente gestibili e intensamente più dolorose, è consigliabile che si avvalga dell'aiuto di un/una Collega Psicologo Psicoterapeuta. Non potrà farle che bene.

Cordiali saluti

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Utente
Utente
La ringrazio per il suo intervento, così generoso e con riferimenti. Mi ha divertito molto quello sui bias, che mi tornerà in mente quando tenderò a cogliere (o accogliere) le critiche rispetto alle aperture.
Cercherò di portare con me i suoi suggerimenti e di meditarli per trarne il maggiore beneficio. Esiste anche qualche esercizio che mi possa aiutare prima magari di giungere ad un aiuto più specialistico?
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Sono lieto che le abbia fatto bene avere spunti interessanti dalla lettura sui bias e se riesce ad affinare (anche un po) la propria dis-attenzione verso segnali emotivi negativi, facendo riferimento anche a ciò che ci siamo scritti...beh...questo si che sarebbe un ottimo esercizio! ;-)

Molti auguri