Crisi esistenziale

Salve, mi chiamo Anna e ho quasi vent'anni. Vi scrivo per un malessere che da un mese a questa parte (forse anche più di un mese) ha il mio fidanzato, anche lui ventenne.
Un mese fa, dopo due anni insieme e un futilissimo litigio, decide di non parlarmi (e vedermi) per qualche giorno fino alla decisione di prendersi una pausa. Dice che ha bisogno di stare da solo, che il nostro rapporto non va tanto bene come prima e ha bisogno di riflettere. Io ovviamente sto malissimo e il giorno dopo a sua insaputa mi presento fuori casa sua. Gli chiedo maggiori spiegazioni e lui mi dice che mi ama ancora e non ha intenzione di lasciarmi ma da un mese sta male con se stesso, si sente un fallito perché non trova lavoro e perché per il momento non sta studiando. Da ciò capisco che in realtà il problema non siamo proprio noi. Comunque non vuole stare con nessuno, nemmeno i suoi amici e quindi ha bisogno che io lo aspetti. Mi abbraccia più volte e lasciamo la situazione in sospeso.
Detto ciò io l'anno scorso ho vissuto un forte malessere che mi ha spinto a rivolgermi ad una psicologa, non volevo vedere nessuno, avevo continuo dubbi sul mio fidanzato e su di me, e piangevo in continuazione. Lui ha vissuto con me questa situazione e sa che bisogna far qualcosa per cambiare le cose ma continua a ripetere che questa sua crisi esistenziale passerà. Io gli ho detto che lo lascerò stare ma almeno una volta a settimana ho bisogno di vederlo per sapere come sta e cosa succede nella sua vita e lui ha accettato. Infatti ci vediamo il sabato (a volte capita anche in settimana) e nonostante ci fosse all'inizio un po' di imbarazzo da parte sua passiamo delle belle serate, anche se lui dice di stare comunque male e lo capisco perché so cosa vuol dire stare con qualcuno che si di ama ma sentirsi triste dentro. Però io ora non so come comportarmi, lui non parlerebbe mai con uno psicologo perché è molto chiuso. Non ha amici con cui confidarsi, praticamente l'unica con cui parlava sono io. In che modo potrei aiutarlo a superare questo suo malessere?
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazza,
Mi sembra davvero una trappola, oltre che un pericolosissimo compromesso.

La sua crisi esistenziale - solitamente le crisi hanno una causa, un'evolizione, una fine, oppure hanno il nome di un altro partner...- il suo accettare ogni cosa, il vostro vedervi una volta a settimana.

Così lei non solo sarà complice di questa condizione davvero poco chiara, ma inizierà a stare male anche lei.

Se è ancora in terapia ne discuta con chi ha il piacere di occuparsi di lei.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Raffaella Carla Ragaglini Psicologo 2
Bentrovata Anna, innanzitutto ritengo che il modo migliore di supportare questo ragazzo sia quello di non relativizzare ma condividere con lui i benefici vissuti personalmente a seguito della propria esperienza terapeutica. Sarà indubbiamente resistente al consulto psicologico ma dovrà comunque prendere in considerazione il fatto che pur essendo una ragazza meravigliosa che riesce ad accogliere il suo disagio ed a comprenderlo oltre cha ad amarlo, lei non sia una terapeuta bensì abbia avuto beneficio dal confronto con uno specialista diventando a sua volta più forte e consapevole. Il percorso svolto o in svolgimento le ha probabilmente concesso di evitare cadute maggiori e divenire più consapevole; questa sua capacità di chiedere aiuto, al momento giusto ed alla persona giusta, è giusto venga suggerita e condivisa con chi ama.
L'accettazione incondizionata del bisogno di isolamento con l'accontentarsi del minimo possibile è assai pericolosa nel medio e lungo periodo, sia per la relazione che per la salute psicologica del suo ragazzo. Non desidero crearle allarmismi ma suggerirle di diventare leva della capacità del suo ragazzo di chiedere aiuto, anche psicologico. Tale capacità è spesso carente in molte persone ma solo sul versante psicologico perché in ambito fisico corrono dal medico. Se ritiene che per una anomalia della pelle andrebbe dal dermatologo prima che divenga psoriasi invalidante o patologia, così come per una persistente cefalea chiederebbe aiuto ad un neurologo per escluderne una natura pericolosa, credo debba valutare di proporre al suo Lui un consulto psicologico prima che l'esigenza divenga psichiatrica o comunque più compromettente. saluto cordialmente.

Dr.ssa Raffaella Carla Ragaglini

[#3]
Utente
Utente
Ci sono delle novità, purtroppo negative..
Per un mese ci siamo frequentati il sabato, cominciavamo ad uscire anche in settimana e nonostante lui stesse male con me sorrideva già di più, l'imbarazzo spariva e cominciava anche a contattarmi senza che io gli chiedessi nulla. Un giorno addirittura mi disse che sapeva di dover fare qualcosa e che non voleva rovinare la nostra relazione. Poi qualche giorno dopo mentre mangiavamo assieme, ad una festa, lui si è come bloccato e si è arrabbiato. Non so con chi o perché ma non gli si poteva parlare e il giorno dopo mi ha detto che voleva prendersi di nuovo una pausa e non sapeva nemmeno se volesse che io lo aspettassi.
Io penso che inconsciamente lui sia arrabbiato con me per quello che ho passato l'anno scorso
Cefalea

Cefalea è il termine che descrive tutte le diverse forme di mal di testa: sintomi, cause, diagnosi e terapie possibili per le cefalee primarie e secondarie.

Leggi tutto