Resistenza alla terapia, umore depresso

Torno a chiedere l'ennesimo consulto in questa sezione perchè non riesco ad uscire da una situazione di forte crisi, nonostante sia seguita da una psicologa. Dopo la crisi avuta l'inverno scorso, ho deciso di continuare la terapia con la medesima psicoterapeuta, mi sono chiarita con lei ed essenzialmente è emerso che ho un fortissimo blocco e proprio nel momento in cui la terapia iniziava a dare i suoi frutti e io a vivere una vita più attiva, senza ansia sociale o quasi, ho avuto un crollo. Nello specifico ho iniziato a dare una attenzione spasmodica ai segnali del corpo, e a sviluppare così una "ansia da malattia": ogni minimo sintomo mi terrorizza, penso al peggio, ma sono allo stesso tempo terrorizzata dagli accertamenti medici. Dentro di me, credevo di aver avuto un peggioramento dell'ansia sociale a causa di questa preoccupazione delle malattie. La psicologa invece ritiene che questa nuova somatizzazione sia una scusante adottata per non affrontare la mia nuova vita, e di conseguenza quello che è il nodo di tutto, cioè una dipendenza da una madre manipolativa, proprio ora che avevo iniziato ad emanciparmi. Mi dice che ho resistenza alla terapia, che devo lasciarmi andare, ma a me risulta difficilissimo. Sto sempre peggio, lei mi da dei compiti che a me sembrano montagne da scalare. Vorrei che mi togliesse la preoccupazione per la salute, lei invece dice che devo uscire, crearmi amicizie, fare una vita più attiva....capisco che ha ragione, ma non ci riesco. Ho pensato di cambiare terapia, ma credo che dopo qualche tempo si verificherebbe lo stesso blocco, e allora forse è meglio superarlo con lei, con cui tutto sommato riesco ad aprirmi almeno un po'. Probabilmente avrei bisogno di farmaci, anni fa assumevo escitalopram e stavo meglio, poi la psichiatra che mi seguiva proprio vedendo i miglioramenti ha deciso di sospenderlo. Forse dovrei ricontattarla, ma a questo si associa un'altra grande paura. Sono emetofobica, quei farmaci mi portavano nausea, ed ora sono certa che mi costringerebbero in casa per i primi giorni, in attesa che passi. Chiedo scusa per la confusione nell'esposizione, ma non riesco ad esprimermi meglio. Ho paura di tante cose, che questa resistenza non si risolva mai, che dovrò rimanere in questo stato per sempre. Sono veramente sfiduciata, non tanto verso la psicologa che vedo sta facendo di tutto per seguirmi, ma verso la mia possibilità di avere una vita normale.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(...)Sono veramente sfiduciata, non tanto verso la psicologa che vedo sta facendo di tutto per seguirmi, ma verso la mia possibilità di avere una vita normale.(..)
provi a leggere questo e cerchi di capire se si inquadra nelle situazioni descritte
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4088-quando-il-paziente-si-allea-con-la-propria-malattia.html

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Buongiorno Dottor De Vincentiis, ho letto l'articolo e mi ha fatto riflettere. La mia storia è lunga, credo di essere ansiosa fin da bambina, a 25 anni ho iniziato a stare parecchio male,ho fatto alcuni anni di analisi, ma vuoi per ignoranza mia, vuoi per una psicoterapeuta che non è mai stata chiara, ci sono andata per troppi anni, nonostante non vedessi risultati ma addirittura un peggioramento. La psicologa stessa mi teneva legata con velate minacce di un peggioramento grave se avessi smesso, facendomi pagare le sedute a cui non andavo e altre cose del genere. Quando finalmente sono riuscita a divincolarmi da lei (questa era la sensazione!), sono ricorsa a una psichiatra e all'uso di farmaci, in seguito ai quali ho trascorso anni molto sereni, mantenendo un certo benessere anche dopo averli smessi. Però i problemi non si risolvono da soli....e infatti si sono ripresentati ed è stato lì che ho iniziato la terapia c.c. con la mia attuale psicologa. Onestamente, miglioramenti ne ho avuti tantissimi, ma proprio quando iniziavo a muovermi da sola e senza ansia, è arrivata la crisi attuale, che mi ha portato anche a sospendere la terapia e ad una situazione di malessere e sconforto molto forte.
La psicologa mi dice che io non mi sono mai lasciata andare completamente, e che ho sempre opposto un po' di resistenza....che ora è diventata fortissima.Da lei mi sento capita, accolta e seguita, ed è per questo che ho deciso di riprovarci....anche perchè questo blocco preferisco superarlo con lei, che mi conosce e con la quale riesco ad aprirmi, piuttosto che in un nuovo percorso che sarebbe tutto un'incognita. Come ha ben scritto nel suo articolo, sto boicottando la terapia, inventandomi scuse. Io tendo a dare la colpa di tutto ai mille sintomi fisici e alla preoccupazione per essi, la psicologa mi sta facendo capire che questi sintomi sono IL boicottaggio. Razionalmente lo capisco, ma nel profondo ancora no.