Doc, ipocondria e hiv
Cercherò di essere breve, ma ho bisogno di spiegarvi bene la mia situazione attuale perchè sta diventando insopportabile. E credo che già la richiesta di questo consulto sia un sintomo.
Ho passato 7 anni (di cui 5 di convivenza) con un partner fisso e da 2 anni a questa parte (forse a causa di una insoddisfazione di base?) ho cominciato a diventare ipocondriaca. Come molti, non appena sentivo un sintomo cercavo rassicurazioni e lui, comunque, era paziente e mi aiutava a liberarmi dall'ansia.
Ho sempre sofferto di attacchi d'ansia, mi è stato detto che soffrivo di Disturbo d'ansia Generalizzato e ho cominciato ad assumere una terapia data da un neurologo a base di Lyrica. Attualmente prendo 100 mg solo la sera, associato a dell'Alprazolam al bisogno.
Da qualche mese (credo fosse dicembre 2016 o giù di lì) ho incontrato una persona e mi sono presa una grave cotta che è sfociata con degli appassionati e lunghi, profusi "baci profondi". Nasce la mia crisi personale e, il 2 Giugno lascio definitivamente il mio ragazzo.
Dove voglio arrivare? Per qualche motivo in me ora è nata un'ossessione, una paura folle, quella di aver in qualche modo contratto l'HIV tramite questo scambio di baci molto, molto appassionati. Ho letto tantissime discussioni in cui viene detto che "il bacio profondo" non trasmette questo virus se non in casi estremi. Ma la mia mente sembra non volerlo accettare. E' andata in ossessione continua e nascono sempre nuovi dubbi: " E se ci fosse stato sangue?" " Me ne sarei accorta?" "Quanto ce ne vuole per infettarsi?".
Sono andata a richiedere un consulto al mio Centro di Salute Mentale di zona e mi è stato prescritto lo Zoloft (ho quindi un DOC?), una compressa da 50 per la prima settimana, per poi passare a 2 in associazione al Lyrica. Può essere davvero efficace? Non mi hanno ancora, tuttavia, fissato un consulto psicologico, ma solo una visita di controllo con lo psichiatra tra un mese.
Razionalmente so che basterebbe fare un test per essere tranquilla, ma non ce la faccio. Il solo pensiero mi terrorizza e le mie paranoie si estendono a tutto ciò che ho fatto nella mia vita. " Una volta, per sbaglio hai usato uno spazzolino non tuo..." " 16 anni fa hai usato una lametta di un'altra persona, e se ti fossi presa qualcosa anche se non ti ricordi di aver sanguinato?". " Se qualcuno che hai baciato o con cui sei stata in passato fosse stato infetto anche se hai sempre usato il preservativo?"
Non so come interrompere questa mole di pensieri. Sta diventando troppo pesante. Ho paura di essere stata contagiata e di poter trasmettere qualcosa agli altri. E dato che qualche episodio di "baci profondi" è avvenuto mentre stavo con il mio ragazzo, sono presa dal panico anche per la paura di aver contagiato lui.
Ho salvato nei preferiti diverse pagine che tranquillizzano riguardo alla mia paura, le leggo quando l'ansia sale, ma dura troppo poco e non trovo quiete. Quindi parto con la ricerca su internet di nuove informazioni...
Come posso interrompere il circolo vizioso in cui sono sprofondata? C'è qualche tecnica che posso usare?
Grazie per la lunga lettura e per le eventuali risposte.
Le è stato detto al Centro di salute mentale che ha un disturbo ossessivo? Quindi, ha una diagnosi specialistica o no?
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
Non mi stato detto esplicitamente "Si, lei ha un DOC", mi ha solo detto che lo Zoloft dovrebbe aiutare a tenere a bada le "ossessioni ipocondriache", ma che avrebbe agito su quello dopo qualche settimana, inizialmente avrei avuto benefici solo sull'umore.
Tenga conto che io non ho ancora iniziato a prendere lo Zoloft perchè ho paura. E' un farmaco che non ho mai usato e mi viene ansia ad ingoiarlo, mi viene l'ansia all'idea che magari mi potrebbe causare uno shock anafilattico perchè magari non so di essere allergica o altre cose.
Quando ho iniziato il Lyrica, avevo la stessa paura, ma chiesi al mio (ormai ex) ragazzo di controllarmi tutta la notte...
Sono cosciente che qualcosa non va. Ma purtroppo i tempi dell'ASL sono lunghi e non posso spendere grosse cifre per uno specialista. E' per questo che richiedo un consulto qui.
Allora. Partiamo dal presupposto che occorre una diagnosi specialistica psichiatrica o psicologico clinica, chiamata diagnosi differenziale: ovvero per comprendere se si tratta di doc o ipocondria oppure di entrambi. Entrambi Sono:
- disagi mentali che sotto vari aspetti sono simili, ma che si differenziano per altri aspetti;
- e che possono anche coesistere.
Quindi quello diagnostico sarebbe il primo passo da fare. Altrimenti senza diagnosi e senza una valutazione del suo funzionamento cognitivo (pensieri ed emozioni), non ci sono gli elementi per individuare su quali aspetti e componenti disfunzionali, dei suoi stati mentali, poter intervenire.
Quindi sarebbe il caso di fare questo primo step.
Successivamente, una volta inquadrato il fulcro del problema, le tornerebbe molto utile contattare un/una Collega Psicologo specialista in psicoterapia (anche accedendo alla sua ASL di riferimento, previa impegnativa del medico curante con la dicitura: "sedute di psicoterapia", pagando il ticket esattamente come per qualsiasi altra prestazione sanitaria pubblica)
Perché questo?
Perché questo le consentirebbe di lavorare sulle sue ansie e timori. Quindi:
*paura di aver contratto l'hiv e poter essere veicolo di infezione;
*sui rimuginii ansiosi di cui scrive: "16 anni fa hai usato una lametta di un'altra persona, e se ti fossi presa qualcosa anche se non ti ricordi di aver sanguinato?". " Se qualcuno che hai baciato o con cui sei stata in passato fosse stato infetto anche se hai sempre usato il preservativo?" Etc etc...
* sul timore di assumere lo zoloft: ", mi viene l'ansia all'idea che magari mi potrebbe causare uno shock anafilattico"
Badi bene che le rassicurazioni che lei mette in atto: "Ho salvato nei preferiti diverse pagine che tranquillizzano riguardo alla mia paura, le leggo quando l'ansia sale, ma dura troppo poco e non trovo quiete. Quindi parto con la ricerca su internet di nuove informazioni...".
Come avrà ben sperimentato, tendono a far calare il livello di ansia per un breve periodo, ma non sono la strategia per curare l'ansia.
Veniamo quindi al dunque. Se in questo momento ha il timore di assumere lo zoloft, ad esempio, si avvalga come le ho suggerito di parlare con un collega psicoterapeuta con cui poter lavorare su questo timore con lo scopo di far decrescere la sintomatologia ansiosa legata proprio all'assunzione del farmaco.
E magari, in futuro, fare una terapia combinata: psicoterapeutica e psicofarmacologica che costituisce il Gold standard nella cura dei malesseri come il suo.
Le allego un link che le potrà essere utile per optare per l'orientamento psicoterapico che ritiene più efficace nel suo caso:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
resto a disposizione per eventuali chiarimenti
Cordiali saluti
In attesa di fare tutto l'iter che mi porterà a risolvere (spero) il problema, c'è qualcosa che posso fare nell'immediato?
Nel senso, quando la "paranoia" mi assale e non riesco a concentrarmi su nulla come posso sviare i pensieri altrove? Ho provato a giocare, a guardare delle serie tv, ma non riesco a prestare attenzione.
Una volta era il mio ex a placarmi e rassicurarmi e mi bastava una sua parola, ma purtroppo a causa di questa seconda persona (quella dei baci, insomma) è stato minato profondamente il rapporto e di certo, anche se volessi cercare rassicurazioni dal mio ex, non posso raccontargli tutta questa storia!
E così oltre alle mie ansie, paure e ossessioni, calo nella tristezza di aver lasciato "Il mio guscio".
Purtroppo ho anche problemi di fiducia nelle persone, quindi praticamente non ho nessuno con cui sfogarmi senza paura di essere presa per pazza o giudicata. Forse è per questo che dopo 3 settimane scrivo qui...
Non esistono (se non avvalendosi di una terapia, preferibilmente cognitivo comportamentale) tecniche e/o strategie di gestione dei pensieri sgradevoli intrusivi che le vengono in mente, se non iniziare ad assumere la consapevolezza che si tratta solo ed esclusivamente di pensieri.
Vede, chi tende ad avere pensieri ossessivi sgradevoli e dolorosi, si "costruisce" ,inconsapevolmente, un meccanismo mentale chiamato "fusione pensiero-azione". Ovvero: "se penso questo, è molto probabile che quello che sto pensando corrisponda alla realtà". Ma resta il fatto che i pensieri sono solo pensieri che non necessariamente corrispondono alla realtà. Anzi, per essere proprio pignoli, un pensiero e/o un dubbio non corrisponde alla realtà nel 99,9% dei casi. E dato ciò, la strategia che potrebbe usare, nel mentre, è questa: " HO QUESTO PENSIERO SGRADEVOLE MA DATO CHE È SOLO UN PENSIERO, LO LASCIO SCORRERE VIA. all'inizio è dura, ma in attesa della terapia, può allenarsi a farlo e metterlo in pratica.
"Purtroppo ho anche problemi di fiducia nelle persone, quindi praticamente non ho nessuno con cui sfogarmi senza paura di essere presa per pazza o giudicata." Probabilmente, in psicoterapia, si dovrà lavorare sulla mancata fiducia nelle persone, dalla quale ipoteticamente, deriva il suo timore di avere l'hiv. Ovvero, potrebbe essere questo il pensiero inconsapevole: " se non mi fido delle persone, non mi fido nemmeno dell'aspetto sierologico di quella persona"
Ci può stare? Se ci riflette, ci si rivede un po in questo pensiero?
Sicuramente farò pressione sul CSM in modo che mi possano dare aiuto più velocemente, su questo nessun dubbio, tanto li ho anche vicini, insisterò di persona...
Tornando a noi: mi ci rifletto in quello che lei mi dice e io stessa avevo il dubbio che fosse qualcosa del genere. Io normalmente ho problemi relazionali, tengo lontane le persone perchè non voglio legarmi.
Allo stesso tempo sono una di quelle persone che non beve dallo stesso bicchiere degli altri, ha paura a fumare dalla stessa sigaretta di altri, si disinfetta in continuazione le mani col gel tipo Amuchina, evito abbracci, contatti fisici eccetera....
Una delle poche persone di cui mi fido e della quale non ho "paura" è donatrice di sangue (sarà un caso??)
Molte persone che conosco sanno questa cosa e mi prendono in giro. Riesco a "disinibirmi" solo se ho dell'alcool (che sia anche della semplice birra) in mano (salvo poi paranoie a non finire il giorno dopo).
In tutto ciò però non sono mai stata così ossessionata dall'hiv, è una cosa recente. In passato mai successo così insistentemente, quando si è trattato di avere rapporti ho sempre usato precauzioni e una volta appurato che fosse tutto ok (che il preservativo fosse integro, per intenderci) il discorso finiva lì.
Tra le mie tante ricerche in rete ho letto di una specie di meccanismo che si chiama "contaminazione mentale" o qualcosa del genere. E' possibile che questa mia ossessione sia causata dal fatto che la "persona dei baci" ha letteralmente intossicato il mio rapporto di 7 anni rovinandolo e che ora il mio inconscio la rifletta in questo modo?
Oppure che si tratti di una sorta di "punizione" che mi sto autoinfliggendo per aver ceduto?
Mi scusi ancora per le molte domande, ma il mio cervello non fa altro che lavorare...
"Una delle poche persone di cui mi fido e della quale non ho "paura" è donatrice di sangue (sarà un caso??)" Non è un caso;). Se attualmente ha il timore hiv, è comprensibile che si fidi della persona in questione.
La terapia, la aiuterà a gestire l'ansia del non fidarsi delle altre persone ed ad adottare meno comportamenti fobico-controllanti.
"Tra le mie tante ricerche in rete ho letto di una specie di meccanismo che si chiama "contaminazione mentale" o qualcosa del genere. E' possibile che questa mia ossessione sia causata dal fatto che la "persona dei baci" ha letteralmente intossicato il mio rapporto di 7 anni rovinandolo e che ora il mio inconscio la rifletta in questo modo?"
A questa domanda non so risponderle. Ipoteticamente, più che di " contaminazione mentale" si potrebbe parlare di manipolazione. Ovvero, la personalità patologica o tendente al patologico (lui) riesce a "gestire mentalmente" a suo piacimento, l'altra persona (lei). Probabile, come no, che sia accaduto questo. Ma solo la psicoterapia dal vivo potrà dare delle risposte a questo e, nel contempo, trovare delle strategie di gestione dei sintomi che le consentiranno di appropriarsi della serenità che merita.
I miei migliori auguri per tutto!
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