Apatia
Buonasera o buongiorno, non so bene nemmeno io cosa scrivere essendo le 3:30 del mattino.
Credo di avere la consapevolezza del fatto che i problemi siano sorti con l'inizio dell'università.
Un anno fa ho concluso il mio percorso scolastico al liceo scientifico con voti non ottimali, ma buoni.
A settembre il cambiamento.
Pur consapevole del fatto che non fosse la mia massima propensione, essendo fin da piccola più predisposta e più portata per le materie umanistiche piuttosto che per quelle scientifiche, sconsigliata tra l'altro da alcuni professori, ma comunque speranzosa del fatto che un ambiente nuovo mi avrebbe dato lo sprint giusto, mi decido di provare il test d'ammissione per la facoltà di chimica e tecnologia farmaceutiche ed entro. E inizia questa nuova avventura.
Pendolare, io altri 3 ragazzi della mia classe delle superiori.. e si parte!
Le aspettative e le speranze si sono presto vanificate.
Le prime delusioni universitarie per quanto riguarda il rendimento non si sono fatte attendere e questo ha portato tutta una serie di conseguenze che ad ora mi sembra si stiano ripercuotendo anche nella mia vita quotidiana. Inoltre il fatto di essere pendolare e vivere ogni giorno quasi 3 ore di treno tra andata e ritorno non mi ha mai permesso di entrare pienamente nei ritmi universitari.
Ho cominciato a bocciare esami su esami, a vedermi prendere in giro dai miei compagni più o meno esplicitamente, a veder incrinarsi i rapporti con i miei genitori che non vedendo risultati hanno cominciato a farmi pesare il fatto che stessi studiando e gravando sulle spese economiche familiari.
Come sto?
Potrei sintetizzarvelo con qualche parole chiave: apatia, sconforto, senso di solitudine, pessimismo, disorientamento totale.
Ho avuto nel corso dei mesi passati diverse crisi,incertezze sul da farsi, tentativi di parlarne con i miei genitori e di cambiare, ma mi sono sempre sentita poco capita e spesso trattata come se fossero problemi isolati miei, come se fossi strana a vivere una situazione del genere..
Ma ora le cose mi sembrano peggiorate..
L'apatia mi divora, le giornate durano 24 ore, ma io passo il mio 90% di fronte al telefono, mi isolo, a volte evito anche di uscire con le mie amiche, non riesco a prendere decisioni anche nelle relazioni sentimentali, mi sento perennemente demotivata e pessimista, non riesco più a dormire la notte e quel che è peggio, di recente nel corso di un esame ho avuto un attacco di panico ed ho rischiato di svenire..
Sono consapevole di quello che mi sta succedendo, vedo il cambiamento che ho subito, soprattutto perché sono sempre stata abbastanza propositiva e comunque senza eccedere ho sempre fatto il mio dovere portando a casa risultati.
Ma ora la situazione è questa e non so come uscirne..
Ci sarebbero tanti altri elementi che mi piacerebbe scrivere, ma ahimè il limite dei caratteri me lo impedisce..
Mi piacerebbe comunque avere un vostro parere, anche soltanto leggendo queste poche righe..
Credo di avere la consapevolezza del fatto che i problemi siano sorti con l'inizio dell'università.
Un anno fa ho concluso il mio percorso scolastico al liceo scientifico con voti non ottimali, ma buoni.
A settembre il cambiamento.
Pur consapevole del fatto che non fosse la mia massima propensione, essendo fin da piccola più predisposta e più portata per le materie umanistiche piuttosto che per quelle scientifiche, sconsigliata tra l'altro da alcuni professori, ma comunque speranzosa del fatto che un ambiente nuovo mi avrebbe dato lo sprint giusto, mi decido di provare il test d'ammissione per la facoltà di chimica e tecnologia farmaceutiche ed entro. E inizia questa nuova avventura.
Pendolare, io altri 3 ragazzi della mia classe delle superiori.. e si parte!
Le aspettative e le speranze si sono presto vanificate.
Le prime delusioni universitarie per quanto riguarda il rendimento non si sono fatte attendere e questo ha portato tutta una serie di conseguenze che ad ora mi sembra si stiano ripercuotendo anche nella mia vita quotidiana. Inoltre il fatto di essere pendolare e vivere ogni giorno quasi 3 ore di treno tra andata e ritorno non mi ha mai permesso di entrare pienamente nei ritmi universitari.
Ho cominciato a bocciare esami su esami, a vedermi prendere in giro dai miei compagni più o meno esplicitamente, a veder incrinarsi i rapporti con i miei genitori che non vedendo risultati hanno cominciato a farmi pesare il fatto che stessi studiando e gravando sulle spese economiche familiari.
Come sto?
Potrei sintetizzarvelo con qualche parole chiave: apatia, sconforto, senso di solitudine, pessimismo, disorientamento totale.
Ho avuto nel corso dei mesi passati diverse crisi,incertezze sul da farsi, tentativi di parlarne con i miei genitori e di cambiare, ma mi sono sempre sentita poco capita e spesso trattata come se fossero problemi isolati miei, come se fossi strana a vivere una situazione del genere..
Ma ora le cose mi sembrano peggiorate..
L'apatia mi divora, le giornate durano 24 ore, ma io passo il mio 90% di fronte al telefono, mi isolo, a volte evito anche di uscire con le mie amiche, non riesco a prendere decisioni anche nelle relazioni sentimentali, mi sento perennemente demotivata e pessimista, non riesco più a dormire la notte e quel che è peggio, di recente nel corso di un esame ho avuto un attacco di panico ed ho rischiato di svenire..
Sono consapevole di quello che mi sta succedendo, vedo il cambiamento che ho subito, soprattutto perché sono sempre stata abbastanza propositiva e comunque senza eccedere ho sempre fatto il mio dovere portando a casa risultati.
Ma ora la situazione è questa e non so come uscirne..
Ci sarebbero tanti altri elementi che mi piacerebbe scrivere, ma ahimè il limite dei caratteri me lo impedisce..
Mi piacerebbe comunque avere un vostro parere, anche soltanto leggendo queste poche righe..
[#1]
Cara Utente,
da quanto scrive ha semplicemente sbagliato corso di laurea e ha scelto qualcosa che non fa per lei.
Succede a tanti, non è certo la sola: accade con una certa frequenza che quello che ci si aspetta di incontrare con l'inizio degli studi universitari diverga molto dalla realtà concreta che poi ci si trova ad affrontare.
E' sufficiente non abbattersi, ammettere a sè stessi che non tutti gli studenti sono portati per le stesse materie e che sbagliare a scegliere corso di laurea non è la fine del mondo.
Lei era consapevole di non essere portata per determinate materie, perciò è stato un azzardo ritenere che il semplice cambio di ambiente le potesse dare uno "sprint" tale da rendere all'improvviso semplice e abbordabile lo studio di materie che non sono quelle nelle quali riesce meglio: ormai quest'anno è andato, ma essersi iscritta inappropriatamente a CTF non è una condanna nè nulla di irrevocabile.
Se deciderà di cambiare indirizzo avrà perso solo un anno, quindi non ci saranno conseguenze terribili come potrebbe aspettarsi ora, nello stato d'animo in cui si trova.
Le suggerisco di scegliere un corso di studi più consono alle sue inclinazioni e magari di valutare la possibilità di trasferirsi nella città dell'università, eventualmente cercandosi un lavoro per contribuire a pagare il suo mantenimento.
Ci rifletta e mi faccia sapere.
Un caro saluto,
da quanto scrive ha semplicemente sbagliato corso di laurea e ha scelto qualcosa che non fa per lei.
Succede a tanti, non è certo la sola: accade con una certa frequenza che quello che ci si aspetta di incontrare con l'inizio degli studi universitari diverga molto dalla realtà concreta che poi ci si trova ad affrontare.
E' sufficiente non abbattersi, ammettere a sè stessi che non tutti gli studenti sono portati per le stesse materie e che sbagliare a scegliere corso di laurea non è la fine del mondo.
Lei era consapevole di non essere portata per determinate materie, perciò è stato un azzardo ritenere che il semplice cambio di ambiente le potesse dare uno "sprint" tale da rendere all'improvviso semplice e abbordabile lo studio di materie che non sono quelle nelle quali riesce meglio: ormai quest'anno è andato, ma essersi iscritta inappropriatamente a CTF non è una condanna nè nulla di irrevocabile.
Se deciderà di cambiare indirizzo avrà perso solo un anno, quindi non ci saranno conseguenze terribili come potrebbe aspettarsi ora, nello stato d'animo in cui si trova.
Le suggerisco di scegliere un corso di studi più consono alle sue inclinazioni e magari di valutare la possibilità di trasferirsi nella città dell'università, eventualmente cercandosi un lavoro per contribuire a pagare il suo mantenimento.
Ci rifletta e mi faccia sapere.
Un caro saluto,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Tuttavia ho delle paure..
Intanto la mia paura è di peggiorare ulteriormente le cose con i miei genitori ponendoli di fronte a questo "fallimento" e poi in secondo luogo la mia paura più grande è quella di mettermi in carreggiata per una nuova facoltà e rischiare comunque di sbagliare di nuovo, di trovarmi nuovamente male..
E a quel punto sarei punto e a capo, ancora più abbattuta e ancora più smarrita..
Intanto la mia paura è di peggiorare ulteriormente le cose con i miei genitori ponendoli di fronte a questo "fallimento" e poi in secondo luogo la mia paura più grande è quella di mettermi in carreggiata per una nuova facoltà e rischiare comunque di sbagliare di nuovo, di trovarmi nuovamente male..
E a quel punto sarei punto e a capo, ancora più abbattuta e ancora più smarrita..
[#3]
E' normale che abbia delle paure, perchè ora deve ripensare al suo futuro dopo aver constatato che ha imboccato una strada che non fa per lei.
Cerchi però di non vivere in maniera catastrofica il fatto che, dopo un anno di corso, ha capito che deve cambiare: avrà perso un solo anno e non "fallito" su tutti i fronti.
Lei conosce già le sue inclinazioni e preferenze, che non vanno verso le materie di CTF, perciò non dovrebbe esserle difficile capire quale tipo di corso di laurea fa per lei.
In ogni caso può sempre rivolgersi ad uno psicologo che si occupi di Orientamento scolastico e lavorativo per far valutare oggettivamente le sue capacità ed essere supportata nella scelta.
Cerchi però di non vivere in maniera catastrofica il fatto che, dopo un anno di corso, ha capito che deve cambiare: avrà perso un solo anno e non "fallito" su tutti i fronti.
Lei conosce già le sue inclinazioni e preferenze, che non vanno verso le materie di CTF, perciò non dovrebbe esserle difficile capire quale tipo di corso di laurea fa per lei.
In ogni caso può sempre rivolgersi ad uno psicologo che si occupi di Orientamento scolastico e lavorativo per far valutare oggettivamente le sue capacità ed essere supportata nella scelta.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2k visite dal 26/06/2017.
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