La morte di papà e le sue conseguenze

Buongiorno,
mi chiamo Giulia e ho 28 anni, ho perso mio papà ormai quasi tre anni fa, in seguito a quattro anni di malattia che non ha voluto curare; la scelta di papà mi ha fatto soffrire molto, anche perché nel momento in cui ha iniziato a stare male avevo poco più di 20 anni, facevo i miei primi viaggi all'estero, non ero "pronta" (sebbene in fondo nessuno lo sia davvero) per accettare la sua scelta, di cui poco è stato condiviso perché allora, forse non avrei capito, nell'ottica dei miei; durante la sua malattia provavo una forte rabbia, litigavo moltissimo con mio padre fino ad esasperarlo: non volevo, non potevo accettare di perderlo, che lui si rifiutasse di curarsi e di abbandonarci; negli ultimi giorni della sua vita tuttavia ho lasciato andare perché soffriva troppo. Quando penso al nostro addio sento un dolore che a tratti è anche dolce, lieve, un saluto alla sua sofferenza di anni. A quasi tre anni dalla sua morte mi sento di aver "accolto" la decisione e di averla capita di più, provo meno rabbia e mi relaziono al suo ricordo in maniera più pacifica. Ho seguito una psicoterapia, la quale mi ha aiutata a fare un po' di ordine.
Dall'anno scorso vivo di nuovo con mia mamma, con la quale mi rendo conto di avere un po' il ruolo di colonna portante, lavoro; il lavoro mi piace molto (insegno), ho ripreso a fare sport per sentirmi meglio con me stessa, mi manca però la vita affettiva, sia a livello di coppia, come di amici. Le amiche che ho avuto per tanti anni, che credevo vicine a me, si sono rivelate distanti nel momento in cui papà è mancato, magari non a livello formale, ma a livello di comprensione e questo mi ha portato ad allontanarle, non mi trovo più con loro, mi dispiace un po', ma se le incontro nuovamente mi pento di essere uscita di casa e di averle viste. Se invece stabilisco contatti nuovi con amici che hanno magari esperienze simili alle mie non ho problemi, anzi, sento che la mia vita è più piena e sensata.
Da tre anni inoltre non ho rapporti intimi con nessuno, prima ero abbastanza leggera nelle mie scelte, me ne sono molto pentita, ora sento di non avere più voglia di buttarmi a caso con i ragazzi, sento che vorrei avere a fianco una persona che mi capisca, con cui condividere la vita, a livello mentale e fisico. Sento che la perdita di mio papà ha tracciato nella mia vita un forte "prima" e "dopo", in cui in questo dopo sono diventata una persona migliore, più rispettosa di me stessa ma in cui sono timida e fatico a relazionarmi con gli altri.
Volevo chiedere se la perdita di mio padre possa avere un'influenza così forte sul mio presente, sulla mia persona, se questi miei cambiamenti possano dipendere da questo, mi capita di sentirmi in conflitto, a volte nostalgica di ciò che ero un tempo, forse con più energia, ma forse è solo un modo diverso di vivere e di sentire.
Grazie a chi mi risponderà,
Giulia
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
"Sento che la perdita di mio papà ha tracciato nella mia vita un forte "prima" e "dopo", in cui in questo dopo sono diventata una persona migliore, più rispettosa di me stessa ma in cui sono timida e fatico a relazionarmi con gli altri"

Cara Giulia,
la morte di un padre segna uno sparti acque, tra il
prima ed il dopo, che non sarà mai uguale al prima.

Ha smesso di avere relazioni con uomini sposati?

Ed ha iniziato a volersi più bene?

Questo significa che la sua psicoterapia ha funzionato, e che ha attivato un cammino verso un cambiamento.

"Volevo chiedere se la perdita di mio padre possa avere un'influenza così forte sul mio presente, sulla mia persona, se questi miei cambiamenti possano dipendere da questo, mi capita di sentirmi in conflitto, a volte nostalgica di ciò che ero un tempo, forse con più energia, ma forse è solo un modo diverso di vivere e di sentire"

La nostalgia del passato è normale.
Le manca la Giulia spensierata, intensa, leggera, innamorata.
Le manca il prima, con tutto quello che aveva.
Si dia tempo, vedrà che si scongelerà, e la morte di suo padre non sarà stata vana.

Suo padre inoltre, l'accompagnerà sempre e dalla sua "imago interna" potrà trarre quella forza indispensabile per andare avanti, che diventerà sua, prima o poi.

Tre anni non sono tanti, mi creda.

Suo padre vivrà ancora e per sempre nei suoi ricordi, vivrà con lei e farà da guida al suo mondo interno, scaldandolo..

La vita delle persone morte sta nella memoria di noi vivi.
Condoglianze ed auguri per la sua vita futura

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Utente
Utente
cara Dottoressa Randone,
grazie della risposta, sono incappata in persone già impegnate ma non ho portato avanti nulla, sentivo che non era bene per me. Quello che sento è un vuoto nella mia vita affettiva, anche a livello di amicizie, mi chiedo se ho sbagliato con le mie amiche ad allontanarle, il fatto è che una volta-prima che mio padre stesse male-ero un'altra persona, ingenua, stupida, pronta a credere a tutti, fumavo molte sigarette, poi di colpo ho smesso (dopo 8 anni), in silenzio, senza l'aiuto di nessuno, perché per le mie amiche sentivo che già parlare dei miei problemi a casa era pesante. questo, insieme alla malattia e alla perdita di mio padre mi hanno cambiata profondamente, portandomi a fare una bella distinzione tra ciò che mi fa bene e ciò che mi fa male, non riesco a sopportare l'immagine di me stessa del passato, i legami del passato, mi fanno rabbia perché non mi sento più uguale ad allora, le mie vecchie amiche le vedo vuote e superficiali, è come se ancora stessi digerendo tutto questo e a volte non ne vengo a capo. Vedo che le mie amiche ci sono rimaste male di questo mio allontanamento e dispiace pure a me, ci penso spesso, ma de facto mi sento molto lontana da loro, non mi sento più la persona che ero una volta: da timida e introversa avevo problemi con le persone allora bevevo pur di rompere il ghiaccio finendo a fare spesso cose che non volevo; tutt'ora sono timida e introversa ma ho capito che non voglio più perdere il controllo in situazioni spiacevoli, facendo cose che non vorrei, sento che per me socializzare è una fatica (e un impegno che a volte anche amo prendere seriamente se sento che ne vale la pena) e a volte non ne sento la necessità, mi rassicura di più stare da sola oppure con persone che sento in linea con la mia sensibilità. Vorrei riuscire a darmi più pace e non essere in continuazione nostalgica e in conflitto tra "ora" e "allora"...
Cosa posso fare?
G
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
"mi rassicura di più stare da sola oppure con persone che sento in linea con la mia sensibilità."

Mi sembra tutto assolutamente sano!

La nostalgia può dipendere da mille fattori, di cui lei può non essere consapevole.

Consideri che i cambiamenti, anche se in positivo, hanno un costo psichico elevato, ed il passato con le sue seduzioni, tende a difendersi.

Ne riparli con chi ha avuto il piacere di occuparsi di lei, ha di vero più elementi di me online.
[#4]
Utente
Utente
Grazie Dottoressa!
Cordiali saluti, G
[#5]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
In bocca al lupo per tutto!