Non riesco più a vivere la mia sessualità (e non solo)
Gentili medici,
sono una ragazza di 22 anni e non riesco più a vivere la mia sessualità serenamente. Da quando il mio ex ragazzo mi ha lasciata, circa 1 anno fa, non sono più riuscita ad avere rapporti sessuali con nessun altro. Quando incontro dei ragazzi che potrebbero piacermi divento eccessivamente ansiosa, ho voglia di fuggire, non riesco a dialogare serenamente, mi blocco insomma. Quando mi capita di essere più rilassata invece mi tiro indietro, in prenda ad ansie e paure, paura di legarmi emotivamente e di stare di nuovo male, paura di essere solamente una ragazza di passaggio per il ragazzo in questione e altre cose del genere, iniziano una serie di pensieri svalutanti nei miei confronti. Questo mi spaventa, ho paura di rimanere bloccata e di non riuscire a lasciarmi andare con nessun altro a causa delle mie paure e pretese eccessive per gli inizi di un qualsiasi tipo di conoscenza.
Oltre a ciò ho ricevuto un'educazione molto rigida, la mia famiglia è molto cattolica e mia madre soprattutto rifiuta categoricamente di conoscere e sapere della mia vita sentimentale mentre la mia vita sessuale è assolutamente fuori discussione. Con mio padre non ho un buon rapporto, vivo lontana da casa ormai da 4 anni, l'ultimo all'estero, e non ci sentiamo quasi mai. Lui è malato oltre che nel corpo anche nella mente, da qualche tempo ha dei problemi psichiatrici, l'ultima diagnosi è stata quella di disturbo paranoide e ciò rende il mio rapporto con lui ancora più difficile e aspro visto che oltre a non essere la figlia prediletta non hai mai accettato la mia scelta di essermene andata da casa.
In sostanza mi sento fragile emotivamente, sola e senza una reale guida che mi sproni a continuare. Ho vissuto troppi eventi destabilizzanti quest'anno, il trasferimento all'estero, una situazione critica in casa a causa di mio padre, che ha anche rischiato di morire quest'anno, il mio ragazzo che mi ha lasciata e che ha lasciato un vuoto colossale dentro di me e un enorme senso di smarrimento e ho litigato pesantemente con una delle mie miglior amiche con cui ho ormai perso ogni contatto. Ho pensato di stare per impazzire nei mesi passati, non sono riuscita a dare nemmeno un esame all'università, ho problemi di memoria e la mia ansia sociale è cresciuta fino alle stelle. Adesso sento di stare meglio ma so di avere dei blocchi che non mi fanno andare realmente avanti. Non so cosa fare per uscire da questo circolo vizioso, mi rendo conto che il problema di non riuscire a lasciarmi andare è dato da tutte le esperienze negative vissute ma vorrei tanto vivere serenamente la mia vita e le relazioni con gli altri e tornare ad essere la ragazza solare e spensierata di un tempo.
Grazie a chi risponderà e a chi mi darà utili consigli
sono una ragazza di 22 anni e non riesco più a vivere la mia sessualità serenamente. Da quando il mio ex ragazzo mi ha lasciata, circa 1 anno fa, non sono più riuscita ad avere rapporti sessuali con nessun altro. Quando incontro dei ragazzi che potrebbero piacermi divento eccessivamente ansiosa, ho voglia di fuggire, non riesco a dialogare serenamente, mi blocco insomma. Quando mi capita di essere più rilassata invece mi tiro indietro, in prenda ad ansie e paure, paura di legarmi emotivamente e di stare di nuovo male, paura di essere solamente una ragazza di passaggio per il ragazzo in questione e altre cose del genere, iniziano una serie di pensieri svalutanti nei miei confronti. Questo mi spaventa, ho paura di rimanere bloccata e di non riuscire a lasciarmi andare con nessun altro a causa delle mie paure e pretese eccessive per gli inizi di un qualsiasi tipo di conoscenza.
Oltre a ciò ho ricevuto un'educazione molto rigida, la mia famiglia è molto cattolica e mia madre soprattutto rifiuta categoricamente di conoscere e sapere della mia vita sentimentale mentre la mia vita sessuale è assolutamente fuori discussione. Con mio padre non ho un buon rapporto, vivo lontana da casa ormai da 4 anni, l'ultimo all'estero, e non ci sentiamo quasi mai. Lui è malato oltre che nel corpo anche nella mente, da qualche tempo ha dei problemi psichiatrici, l'ultima diagnosi è stata quella di disturbo paranoide e ciò rende il mio rapporto con lui ancora più difficile e aspro visto che oltre a non essere la figlia prediletta non hai mai accettato la mia scelta di essermene andata da casa.
In sostanza mi sento fragile emotivamente, sola e senza una reale guida che mi sproni a continuare. Ho vissuto troppi eventi destabilizzanti quest'anno, il trasferimento all'estero, una situazione critica in casa a causa di mio padre, che ha anche rischiato di morire quest'anno, il mio ragazzo che mi ha lasciata e che ha lasciato un vuoto colossale dentro di me e un enorme senso di smarrimento e ho litigato pesantemente con una delle mie miglior amiche con cui ho ormai perso ogni contatto. Ho pensato di stare per impazzire nei mesi passati, non sono riuscita a dare nemmeno un esame all'università, ho problemi di memoria e la mia ansia sociale è cresciuta fino alle stelle. Adesso sento di stare meglio ma so di avere dei blocchi che non mi fanno andare realmente avanti. Non so cosa fare per uscire da questo circolo vizioso, mi rendo conto che il problema di non riuscire a lasciarmi andare è dato da tutte le esperienze negative vissute ma vorrei tanto vivere serenamente la mia vita e le relazioni con gli altri e tornare ad essere la ragazza solare e spensierata di un tempo.
Grazie a chi risponderà e a chi mi darà utili consigli
[#1]
Gentile utente,
Verosimilmente, (la prego di prendere tutto con le pinze perché siamo online), ci potremmo trovare al cospetto di un fenomeno ansioso molto comune nei casi come il suo: la paura/ansia della sofferenza.
Se lei ha dolorosamente sofferto quando il suo ragazzo la ha lasciata - e in quel momento lei non aveva o non ha avuto successivamente a disposizione "strumenti" cognitivi (pensieri ed emozioni) che le consentissero di pensare al distacco e alla perdita in modo funzionale e diverso da come l'ha vissuta e pensata- adesso è più che comprensibile che lei sperimenti ansia (e fugge via) anche al cospetto di un ragazzo che potrebbe piacerle. Il pensiero automatico e inconsapevole quale potrebbe essere???
Forse è questo: "se mi avvicino a questo ragazzo che mi piace e dovessimo piacerci e iniziare una relazione, lui... come faccio ad essere certa che non mi mollerà come quell'altro?. E se mi mollerà io soffrirò ancora"
Questa è la paura/ANSIA di vivere e/o rivivere la sofferenza e la tristezza già vissuta.
Le torna qualcosa?
Aspetto suoi feedback..
Cari saluti
Verosimilmente, (la prego di prendere tutto con le pinze perché siamo online), ci potremmo trovare al cospetto di un fenomeno ansioso molto comune nei casi come il suo: la paura/ansia della sofferenza.
Se lei ha dolorosamente sofferto quando il suo ragazzo la ha lasciata - e in quel momento lei non aveva o non ha avuto successivamente a disposizione "strumenti" cognitivi (pensieri ed emozioni) che le consentissero di pensare al distacco e alla perdita in modo funzionale e diverso da come l'ha vissuta e pensata- adesso è più che comprensibile che lei sperimenti ansia (e fugge via) anche al cospetto di un ragazzo che potrebbe piacerle. Il pensiero automatico e inconsapevole quale potrebbe essere???
Forse è questo: "se mi avvicino a questo ragazzo che mi piace e dovessimo piacerci e iniziare una relazione, lui... come faccio ad essere certa che non mi mollerà come quell'altro?. E se mi mollerà io soffrirò ancora"
Questa è la paura/ANSIA di vivere e/o rivivere la sofferenza e la tristezza già vissuta.
Le torna qualcosa?
Aspetto suoi feedback..
Cari saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#2]
Utente
Gentile dottore,
grazie della risposta.
In effetti è così... la paura di ricevere un'altra delusione è più forte della voglia di vivere nuove emozioni. Penso che se dovessi ricevere un'altra delusione non riuscirei più a rialzarmi, è stato molto duro fare i conti con quello che ormai è il passato e continua ad essere ancora cosi in certi momenti. Inoltre è come se mi mancasse l'energia e la carica per affrontare qualsiasi cosa. Come si superano questo tipo di paure?
grazie della risposta.
In effetti è così... la paura di ricevere un'altra delusione è più forte della voglia di vivere nuove emozioni. Penso che se dovessi ricevere un'altra delusione non riuscirei più a rialzarmi, è stato molto duro fare i conti con quello che ormai è il passato e continua ad essere ancora cosi in certi momenti. Inoltre è come se mi mancasse l'energia e la carica per affrontare qualsiasi cosa. Come si superano questo tipo di paure?
[#3]
"Penso che se dovessi ricevere un'altra delusione non riuscirei più a rialzarmi,"
Questa è una tua credenza connotata proprio da ansia... e dato che tu dici "penso che..", questo è un tuo pensiero. E al 99,9% dei casi, i pensieri non corrispondono alla realtà.
quindi:
- abbiamo la certezza assoluta che sia così? Non mi pare, dato che certezze assolute non esistono.
Quello virgolettato è un pensiero protettivo che tu esprimi, su base ansiosa perché "ti mantiene lontana" da eventuali sofferenze che pensi possano ri-avvesarsi.
È un po (esempio banale) come pungersi con la spina di una rosa di un fascio di fiori. Mi sono punto/a con quella spina ma non è detto che, per tutta la vita,
1)continuerò a pungermi
2) mi procurerà del male anche se dovessi pungermi nuovamente
" la paura di ricevere un'altra delusione è più forte della voglia di vivere nuove emozioni"
E qui sarebbe il caso che questo pensiero, con l'aiuto di un/a Collega psicologo psicoterapeuta, iniziasse ad invertirsi: la voglia di vivere nuove emozioni è molto più forte di ricevere un'altra delusione.
Le emozioni colorano il mondo! Inizia a colorare di emozioni il tuo mondo. Un/a collega, come detto, ti aiuterà a farlo!
Questa è una tua credenza connotata proprio da ansia... e dato che tu dici "penso che..", questo è un tuo pensiero. E al 99,9% dei casi, i pensieri non corrispondono alla realtà.
quindi:
- abbiamo la certezza assoluta che sia così? Non mi pare, dato che certezze assolute non esistono.
Quello virgolettato è un pensiero protettivo che tu esprimi, su base ansiosa perché "ti mantiene lontana" da eventuali sofferenze che pensi possano ri-avvesarsi.
È un po (esempio banale) come pungersi con la spina di una rosa di un fascio di fiori. Mi sono punto/a con quella spina ma non è detto che, per tutta la vita,
1)continuerò a pungermi
2) mi procurerà del male anche se dovessi pungermi nuovamente
" la paura di ricevere un'altra delusione è più forte della voglia di vivere nuove emozioni"
E qui sarebbe il caso che questo pensiero, con l'aiuto di un/a Collega psicologo psicoterapeuta, iniziasse ad invertirsi: la voglia di vivere nuove emozioni è molto più forte di ricevere un'altra delusione.
Le emozioni colorano il mondo! Inizia a colorare di emozioni il tuo mondo. Un/a collega, come detto, ti aiuterà a farlo!
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Puoi anche rivolgerti al consultorio della città in cui sei oppure, tramite impegnativa del tuo medico curante, puoi accedere (previo pagamento ticket) a sedute di psicoterapia presso il servizio di psicologia clinica della tua ASL.
Ti tornerà comunque certamente utile!
Lieto di esserti stato d'aiuto
In bocca al lupo!
Ti tornerà comunque certamente utile!
Lieto di esserti stato d'aiuto
In bocca al lupo!
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.9k visite dal 23/06/2017.
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