Vivere per se stessi
Buongiorno,
Poco tempo fa ho rischiesto un consulto in questa stessa sezione per chiedere aiuto per il mio compagno - ormai ex, credo. Ora lo faccio per me, perché riflettendo sul dolore provocato dal termine della mia ultima relazione sono giunta ad una consapevolezza: non so vivere senza qualcuno accanto.
All'età di 17 anni ho iniziato una relazione con un ragazzo di 21, che è durata per ben 9 anni e si è conclusa in giugno. Dopo pochissimo tempo, senza neppure avere modo di razionalizzare sull'accaduto, mi sono letteralmente "buttata" in una nuova storia, che però non ha avuto l'esito sperato e mi ha lasciata con un'amarezza infinita. Ora fatico a trovare un senso alla mia esistenza, è come se non riuscissi a vivere solo per me stessa, se nessuna azione avesse scopo perché non proiettata verso qualcun altro. Ho il terrore di rimanere sola, che tutte le persone che amo trovino qualcuno con cui condividere la loro vita ed io venga abbandonata. Ho 26 anni, sono giovane, ho amici, mi sono realizzata pienamente negli studi ed ora sono alla ricerca di un lavoro, ma nulla mi sembra più come prima. Dopo la fine della mia recente relazione, mi sono resa conto di essere praticamente dipendente dagli altri. Continuo a cercare il mio ex nonostante da parte sua sia chiara la volontà di non sentirmi - tra l'altro, tutto lascia intendere che lui soffra di depressione. Cerco conforto nel mio ragazzo storico, con cui abbiamo un rapporto di grande affetto ed amicizia, illudendomi in parte di poter riprendere la nostra storia da dove l'abbiamo interrotta, pur sapendo che non è possibile per mille motivi (lui adesso, al contrario di me, vuole pensare solo a sé e ai suoi progetti; inoltre è pressoché evidente che il mio non possa essere amore, se soffro ancora per la perdita di qualcun altro).
Non ho uno scopo per alzarmi al mattino, mi trascino fino a sera, quando finalmente posso andare a dormire e mi sento consolata: la notte tutti dormono, tutto "si ferma", non c'è rischio che chi amo si allontani da me. Mi sento profondamente angosciata, vorrei tanto iniziare a fare qualcosa per me stessa, per star meglio e avere una vita piena e soddisfacente, ma è come se non avessi nemmeno le forze per provarci. Ogni momento che trascorro da sola si trasforma in una prigione.
Da dove si comincia a volersi bene, a fare progetti solo per sé, ad essere positivi e propositivi? Pur avendo - credo - inquadrato bene quale sia il mio problema e averne parlato anche con mia madre, che ha notato tutto e mi sprona a trovarmi nuovi interessi e stimoli, non riesco a darmi da fare e ad avere il coraggio di prendere in mano le redini della mia vita.
Grazie a chi vorrà aiutarmi,
Floriana
Poco tempo fa ho rischiesto un consulto in questa stessa sezione per chiedere aiuto per il mio compagno - ormai ex, credo. Ora lo faccio per me, perché riflettendo sul dolore provocato dal termine della mia ultima relazione sono giunta ad una consapevolezza: non so vivere senza qualcuno accanto.
All'età di 17 anni ho iniziato una relazione con un ragazzo di 21, che è durata per ben 9 anni e si è conclusa in giugno. Dopo pochissimo tempo, senza neppure avere modo di razionalizzare sull'accaduto, mi sono letteralmente "buttata" in una nuova storia, che però non ha avuto l'esito sperato e mi ha lasciata con un'amarezza infinita. Ora fatico a trovare un senso alla mia esistenza, è come se non riuscissi a vivere solo per me stessa, se nessuna azione avesse scopo perché non proiettata verso qualcun altro. Ho il terrore di rimanere sola, che tutte le persone che amo trovino qualcuno con cui condividere la loro vita ed io venga abbandonata. Ho 26 anni, sono giovane, ho amici, mi sono realizzata pienamente negli studi ed ora sono alla ricerca di un lavoro, ma nulla mi sembra più come prima. Dopo la fine della mia recente relazione, mi sono resa conto di essere praticamente dipendente dagli altri. Continuo a cercare il mio ex nonostante da parte sua sia chiara la volontà di non sentirmi - tra l'altro, tutto lascia intendere che lui soffra di depressione. Cerco conforto nel mio ragazzo storico, con cui abbiamo un rapporto di grande affetto ed amicizia, illudendomi in parte di poter riprendere la nostra storia da dove l'abbiamo interrotta, pur sapendo che non è possibile per mille motivi (lui adesso, al contrario di me, vuole pensare solo a sé e ai suoi progetti; inoltre è pressoché evidente che il mio non possa essere amore, se soffro ancora per la perdita di qualcun altro).
Non ho uno scopo per alzarmi al mattino, mi trascino fino a sera, quando finalmente posso andare a dormire e mi sento consolata: la notte tutti dormono, tutto "si ferma", non c'è rischio che chi amo si allontani da me. Mi sento profondamente angosciata, vorrei tanto iniziare a fare qualcosa per me stessa, per star meglio e avere una vita piena e soddisfacente, ma è come se non avessi nemmeno le forze per provarci. Ogni momento che trascorro da sola si trasforma in una prigione.
Da dove si comincia a volersi bene, a fare progetti solo per sé, ad essere positivi e propositivi? Pur avendo - credo - inquadrato bene quale sia il mio problema e averne parlato anche con mia madre, che ha notato tutto e mi sprona a trovarmi nuovi interessi e stimoli, non riesco a darmi da fare e ad avere il coraggio di prendere in mano le redini della mia vita.
Grazie a chi vorrà aiutarmi,
Floriana
[#1]
Gentlile Floriana,
Direi che il primo passo l'ha già fatto, ed è quello di raccontarci la sua storia in maniera sincera.
Solo lei, però, può ora decidere se proseguire in questa direzione, contattando un esperto non più virtuale capace di seguirla e aiutarla in questo momento di fragilità.
In bocca al lupo,
Direi che il primo passo l'ha già fatto, ed è quello di raccontarci la sua storia in maniera sincera.
Solo lei, però, può ora decidere se proseguire in questa direzione, contattando un esperto non più virtuale capace di seguirla e aiutarla in questo momento di fragilità.
In bocca al lupo,
Dr. Luca Mazzucchelli
www.psicologo-milano.it
[#3]
Credo che sia possibile ma difficile.
Questo perchè, a mio modo di vedere, è necessario un grande cambiamento da parte sua.
Per raggiungere questo cambiamento è meglio "affidarsi" in parte a una persona esterna, capace di vedere le cose con maggior distacco e oggettività.
cordialmente,
Questo perchè, a mio modo di vedere, è necessario un grande cambiamento da parte sua.
Per raggiungere questo cambiamento è meglio "affidarsi" in parte a una persona esterna, capace di vedere le cose con maggior distacco e oggettività.
cordialmente,
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.8k visite dal 01/12/2008.
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