Progressivo annullamento
Le mie giornate sono caratterizzate da una spossatezza totale e spesso sonnolenza.
Ho cominciato con tic nervosi leggeri da bambino, a cui crescendo se ne sono aggiunti altri più marcati. Adesso ne ho numerosi. Da tutta la vita combatto contro l'emicrania e l'ansia. Da anni innumerevoli assumo durante la giornata, nell'ordine: Efexor 75, Lyrica 200, Tavor 2,5. Non riesco più a guidare e il sesso...quello è un libro chiuso da tanto tempo, forse mai del tutto aperto. Anche in gioventù le erezioni sono sempre state difficili per me e comunque di breve durata.
In tutto questo mi sono sposato 25 anni fa.
Mia moglie ormai si comporta come se fosse vedova, vive una vita parallela alla mia e indipendente da me, pur sotto lo stesso tetto.
Mi capita spesso di dover trascorrere giornate intere immobile nel letto, al buio e senza rumori, poi passa e torno a giornate in cui sono solo stanchissimo e in preda al torpore. Il peso probabilmente non mi aiuta, ma tutti i farmaci che prendo fanno ingrassare e faccio una vita totalmente sedentaria. Ho perso i capelli e il mio corpo è molle e cadente. Non ho più nulla che ispiri vitalità e vigoria fisica. Quando esco di casa mi sento indifeso. Se facessi a botte con un bambino soccomberei. Dimostro molti più anni di quelli che ho effettivamente.
Lavoro come impiegato in una piccola impresa, ma sono più le volte che non riesco ad andare che quelle in cui sono presente.
Credo che continuino a tenermi per una sorta di beneficenza. L'unica cosa che ancora riesco a fare e tiene vivo il mio cervello è la lettura.
Mi chiedo se abbia senso una vita così, sono ancora vivo o a poco a poco sono morto?
Ho cominciato con tic nervosi leggeri da bambino, a cui crescendo se ne sono aggiunti altri più marcati. Adesso ne ho numerosi. Da tutta la vita combatto contro l'emicrania e l'ansia. Da anni innumerevoli assumo durante la giornata, nell'ordine: Efexor 75, Lyrica 200, Tavor 2,5. Non riesco più a guidare e il sesso...quello è un libro chiuso da tanto tempo, forse mai del tutto aperto. Anche in gioventù le erezioni sono sempre state difficili per me e comunque di breve durata.
In tutto questo mi sono sposato 25 anni fa.
Mia moglie ormai si comporta come se fosse vedova, vive una vita parallela alla mia e indipendente da me, pur sotto lo stesso tetto.
Mi capita spesso di dover trascorrere giornate intere immobile nel letto, al buio e senza rumori, poi passa e torno a giornate in cui sono solo stanchissimo e in preda al torpore. Il peso probabilmente non mi aiuta, ma tutti i farmaci che prendo fanno ingrassare e faccio una vita totalmente sedentaria. Ho perso i capelli e il mio corpo è molle e cadente. Non ho più nulla che ispiri vitalità e vigoria fisica. Quando esco di casa mi sento indifeso. Se facessi a botte con un bambino soccomberei. Dimostro molti più anni di quelli che ho effettivamente.
Lavoro come impiegato in una piccola impresa, ma sono più le volte che non riesco ad andare che quelle in cui sono presente.
Credo che continuino a tenermi per una sorta di beneficenza. L'unica cosa che ancora riesco a fare e tiene vivo il mio cervello è la lettura.
Mi chiedo se abbia senso una vita così, sono ancora vivo o a poco a poco sono morto?
[#1]
"Da anni innumerevoli assumo durante la giornata..."
Gentile Signore,
da chi le sono stati prescritti i farmaci che assume?
Effettua regolarmente le visite di controllo?
In tutti questi innumerevoli anni non è mai stata ravvisata l'opportunità di ricalibrare dosi e/o tipologia dei medicinali (anche tenendo conto degli effetti collaterali che ne conseguono)?
Non le è mai stato suggerito o non ha mai pensato di intraprendere una psicoterapia?
"Mi chiedo se abbia senso una vita così, sono ancora vivo o a poco a poco sono morto?"
Il mio illustre e compianto concittadino Giorgio Faletti (citando l'altrettanto illustre Marcello Marchesi) in una sua bella canzone di parecchi anni fa pregava Dio con queste parole: "Fa che la morte mi trovi vivo". Il senso della sua vita lo può trovare solamente Lei, nessuno glielo può instillare e sta a Lei decidere se essere ancora vivo o sopravvivere.
Cordialmente,
Gentile Signore,
da chi le sono stati prescritti i farmaci che assume?
Effettua regolarmente le visite di controllo?
In tutti questi innumerevoli anni non è mai stata ravvisata l'opportunità di ricalibrare dosi e/o tipologia dei medicinali (anche tenendo conto degli effetti collaterali che ne conseguono)?
Non le è mai stato suggerito o non ha mai pensato di intraprendere una psicoterapia?
"Mi chiedo se abbia senso una vita così, sono ancora vivo o a poco a poco sono morto?"
Il mio illustre e compianto concittadino Giorgio Faletti (citando l'altrettanto illustre Marcello Marchesi) in una sua bella canzone di parecchi anni fa pregava Dio con queste parole: "Fa che la morte mi trovi vivo". Il senso della sua vita lo può trovare solamente Lei, nessuno glielo può instillare e sta a Lei decidere se essere ancora vivo o sopravvivere.
Cordialmente,
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Ex utente
Gentile dottoressa,
tutti i farmaci mi sono stati prescritti dal medico di base, che vedo ogni tanto.
Talvolta ho avuto il desiderio di provare a ridurre le dosi. In alcuni casi ho provato con il consenso del medico, in altri anche senza, ma SEMPRE, sono dovuto tornare indietro e in alcune situazioni è stata aumentata la dose per un periodo.
No, non ho mai pensato alla psicoterapia, anche perché ciò che ritengo più invalidante di tutto è l'emicrania. Il resto è fastidioso ma, in fondo, gestibile. Lei no, mi blocca e paralizza, non riesco a fare nulla, non penso che la psicoterapia mi possa aiutare.
Ha ragione sul senso della vita. Credo di avere un intelletto ancora vivace che subisce le frustrazioni di un corpo che è un pesante fardello, che limita e spesso impedisce qualsiasi iniziativa. I tic mi sfiniscono, i farmaci mi appesantiscono e intorpidiscono, ma quando c'è l'emicrania...tutto è finito. Bisogna solo aspettare che passi. Non riesco neanche a dedicarmi alla lettura in quei giorni. In queste condizioni fisiche il senso della vita si smarrisce e la morte appare quasi come una salvezza. A che cosa ser e la mia vita? A chi è utile? Per chi è pia evolve la mia esistenza?
Oggi per esempio il tic alla bocca è fortissimo. A metà giornata sono già stanco. Mi sono sforzato di scendere al mare perché abbiamo preso una settimana di vacanza. Mia moglie mi evita come la peste perché si vergogna di me. Ho fatto un bagno da solo. Nuotare mi piaceva tantissimo, ma ora la fatica supera il piacere. Sono sprofondato su un lettino e colo sudore, non credo di essere un bello spettacolo. Sono attaccato al telefono come tutti, ma non mi sento vivo, mi sento in attesa della prossima pastiglia, del prossimo attacco di emicrania, della prossima giornata inutile. Sono anche riuscito a farmi invitare in un giro in barca...il mio cervello dice splendido...il mio corpo dice no, ho spesso le vertigini e soffro il mal di mare. È la storia della mia vita, occasioni perse, situazioni che ho dovuto evitare pur desiderandole e i tic montano...come faccio a farmi trovare vivo dalla morte ?
tutti i farmaci mi sono stati prescritti dal medico di base, che vedo ogni tanto.
Talvolta ho avuto il desiderio di provare a ridurre le dosi. In alcuni casi ho provato con il consenso del medico, in altri anche senza, ma SEMPRE, sono dovuto tornare indietro e in alcune situazioni è stata aumentata la dose per un periodo.
No, non ho mai pensato alla psicoterapia, anche perché ciò che ritengo più invalidante di tutto è l'emicrania. Il resto è fastidioso ma, in fondo, gestibile. Lei no, mi blocca e paralizza, non riesco a fare nulla, non penso che la psicoterapia mi possa aiutare.
Ha ragione sul senso della vita. Credo di avere un intelletto ancora vivace che subisce le frustrazioni di un corpo che è un pesante fardello, che limita e spesso impedisce qualsiasi iniziativa. I tic mi sfiniscono, i farmaci mi appesantiscono e intorpidiscono, ma quando c'è l'emicrania...tutto è finito. Bisogna solo aspettare che passi. Non riesco neanche a dedicarmi alla lettura in quei giorni. In queste condizioni fisiche il senso della vita si smarrisce e la morte appare quasi come una salvezza. A che cosa ser e la mia vita? A chi è utile? Per chi è pia evolve la mia esistenza?
Oggi per esempio il tic alla bocca è fortissimo. A metà giornata sono già stanco. Mi sono sforzato di scendere al mare perché abbiamo preso una settimana di vacanza. Mia moglie mi evita come la peste perché si vergogna di me. Ho fatto un bagno da solo. Nuotare mi piaceva tantissimo, ma ora la fatica supera il piacere. Sono sprofondato su un lettino e colo sudore, non credo di essere un bello spettacolo. Sono attaccato al telefono come tutti, ma non mi sento vivo, mi sento in attesa della prossima pastiglia, del prossimo attacco di emicrania, della prossima giornata inutile. Sono anche riuscito a farmi invitare in un giro in barca...il mio cervello dice splendido...il mio corpo dice no, ho spesso le vertigini e soffro il mal di mare. È la storia della mia vita, occasioni perse, situazioni che ho dovuto evitare pur desiderandole e i tic montano...come faccio a farmi trovare vivo dalla morte ?
[#3]
"come faccio a farmi trovare vivo dalla morte ?"
Innanzitutto decidendo di volerlo fare.
Colpisce nel suo scritto la dicotomia che pone tra mente e corpo, in cui parrebbe che la prima non possa in alcun modo "governare" il secondo, indiscusso sovrano.
Dal mio punto di vista, invece, occuparsi anche della mente attraverso un percorso psicoterapico porterebbe grande giovamento anche al fisico e a tante sue problematiche. Ma se non è motivato a farlo, meglio attendere.
Intanto, però, le suggerisco queste letture:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/156-dubbi-e-miti-dell-aspirante-psico-paziente-indeciso.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/849-perche-non-andare-dallo-psicologo.html
Tra l'altro, è curioso che ritenga che la psicoterapia non la possa aiutare, che pensi che i problemi più invalidanti siano quelli fisici, ma che poi posti la sua richiesta d'aiuto in Psicologia :-)
Lasciamo comunque da parte la psiche.
Allora, però, diventa importante partire dal corpo, per occuparsene in modo più efficace.
Senza nulla togliere al suo medico di base, per prima cosa -a mio avviso- sarebbe necessario rivolgersi ad uno psichiatra (lo specialista di riferimento per questo tipo di farmaci) per impostare un trattamento adeguato all'attuale situazione e che tenga conto del pregresso e del "contorno".
Parallelamente, se non l'ha ancora fatto o se è trascorso tanto tempo, rivolgersi ad un centro per la terapia delle cefalee (nella sua città ce n'è uno di alto livello), così da incontrare un neurologo con cui parlare anche dei suoi tic.
Questo per cominciare: da lì, a cascata, si procederà con altri approfondimenti.
Innanzitutto decidendo di volerlo fare.
Colpisce nel suo scritto la dicotomia che pone tra mente e corpo, in cui parrebbe che la prima non possa in alcun modo "governare" il secondo, indiscusso sovrano.
Dal mio punto di vista, invece, occuparsi anche della mente attraverso un percorso psicoterapico porterebbe grande giovamento anche al fisico e a tante sue problematiche. Ma se non è motivato a farlo, meglio attendere.
Intanto, però, le suggerisco queste letture:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/156-dubbi-e-miti-dell-aspirante-psico-paziente-indeciso.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/849-perche-non-andare-dallo-psicologo.html
Tra l'altro, è curioso che ritenga che la psicoterapia non la possa aiutare, che pensi che i problemi più invalidanti siano quelli fisici, ma che poi posti la sua richiesta d'aiuto in Psicologia :-)
Lasciamo comunque da parte la psiche.
Allora, però, diventa importante partire dal corpo, per occuparsene in modo più efficace.
Senza nulla togliere al suo medico di base, per prima cosa -a mio avviso- sarebbe necessario rivolgersi ad uno psichiatra (lo specialista di riferimento per questo tipo di farmaci) per impostare un trattamento adeguato all'attuale situazione e che tenga conto del pregresso e del "contorno".
Parallelamente, se non l'ha ancora fatto o se è trascorso tanto tempo, rivolgersi ad un centro per la terapia delle cefalee (nella sua città ce n'è uno di alto livello), così da incontrare un neurologo con cui parlare anche dei suoi tic.
Questo per cominciare: da lì, a cascata, si procederà con altri approfondimenti.
[#4]
Ex utente
Intanto grazie di tutto. Per la prima volta non mi sono sentito trasparente.
Lei crede che uno psichiatra potrebbe pensare di cambiare farmaci ? Quando scrive "contorno" a che cosa si riferisce in particolare?
Purtroppo conosco già il centro che dice e ho incontrato neurologi svariate volte. Per sfortuna, malgrado gli sforzi non ho mai ottenuto risultati apprezzabili.
I farmaci mi aiutano soprattutto per l'ansia, ma i tic da quando sono venuti non sono mai regrediti. Ci sono giorni migliori e altri meno. Oggi, per esempio sono in vacanza e in spiaggia eppure è una giornata faticosa da questo punto di vista. Capisco il suo slancio e la sua iniziativa, ma quando uno ci prova da tanti anni, seguendo idee e strade diverse e si ritrova sempre impantanato nello stesso punto, perde tutte le motivazioni. Continuo solo a prendere i farmaci perché non sono riuscito a smettere.
Ho pensato di scrivere in psicologia perché sono profondamente convinto che i miei problemi nascano dal fisico, che non sono riuscito a guarire, e che a poco a poco sta uccidendo il mio spirito.
C'è stato un periodo in gioventù in cui correvo. Mi sono allenato per anni e il mio sogno era correre la maratona di New York. Ci sono andato tre volte e in nessun caso sono mai riuscito a partire. Una volta un problema muscolare, una volta un problema di vertigini che non mi faceva stare in piedi e l'ultima volta un attacco di emicrania. Sono stato a New York 20 giorni, poi ho pensato di poter partire. Dopo poche ore ho cominciato a soffrire l'aereo, eravamo in pieno oceano...credevo di morire...da allora non ho più volati e non ho più corso.
Magari, come dice lei, occuparsi della mente potrebbe portare giovamento al fisico, ma in questo momento non ho la forza per cominciare un'altra battaglia, anche se forse sarebbe quella giusta. Forse se avessi accanto una persona come lei potrei ritrovare lo slancio. Non posso biasimare mia moglie più di tanto, perché in qualche modo sono io che sto rinunciando alla vita. Ma sono stanco, tanto stanco.
Lei crede che uno psichiatra potrebbe pensare di cambiare farmaci ? Quando scrive "contorno" a che cosa si riferisce in particolare?
Purtroppo conosco già il centro che dice e ho incontrato neurologi svariate volte. Per sfortuna, malgrado gli sforzi non ho mai ottenuto risultati apprezzabili.
I farmaci mi aiutano soprattutto per l'ansia, ma i tic da quando sono venuti non sono mai regrediti. Ci sono giorni migliori e altri meno. Oggi, per esempio sono in vacanza e in spiaggia eppure è una giornata faticosa da questo punto di vista. Capisco il suo slancio e la sua iniziativa, ma quando uno ci prova da tanti anni, seguendo idee e strade diverse e si ritrova sempre impantanato nello stesso punto, perde tutte le motivazioni. Continuo solo a prendere i farmaci perché non sono riuscito a smettere.
Ho pensato di scrivere in psicologia perché sono profondamente convinto che i miei problemi nascano dal fisico, che non sono riuscito a guarire, e che a poco a poco sta uccidendo il mio spirito.
C'è stato un periodo in gioventù in cui correvo. Mi sono allenato per anni e il mio sogno era correre la maratona di New York. Ci sono andato tre volte e in nessun caso sono mai riuscito a partire. Una volta un problema muscolare, una volta un problema di vertigini che non mi faceva stare in piedi e l'ultima volta un attacco di emicrania. Sono stato a New York 20 giorni, poi ho pensato di poter partire. Dopo poche ore ho cominciato a soffrire l'aereo, eravamo in pieno oceano...credevo di morire...da allora non ho più volati e non ho più corso.
Magari, come dice lei, occuparsi della mente potrebbe portare giovamento al fisico, ma in questo momento non ho la forza per cominciare un'altra battaglia, anche se forse sarebbe quella giusta. Forse se avessi accanto una persona come lei potrei ritrovare lo slancio. Non posso biasimare mia moglie più di tanto, perché in qualche modo sono io che sto rinunciando alla vita. Ma sono stanco, tanto stanco.
[#5]
"Lei crede che uno psichiatra potrebbe pensare di cambiare farmaci ? Quando scrive "contorno" a che cosa si riferisce in particolare?"
Certo che potrebbe pensarlo: dipende dal tipo di diagnosi che verrà posta e dall'anamnesi raccolta (comprendente anche la sua "storia" farmacologica e l'insieme della sintomatologia che attualmente presenta, del suo stato fisico e della vita -lavorativa e relazionale- che conduce = il "contorno").
Io non sono medico, ma ritengo che un'accurata (ri)valutazione del caso sarebbe importante.
Perché non ripartire da lì?
Sperando che abbia avuto voglia di leggere i precedenti articoli segnalati, ne aggiungo altri, così da offrirle ulteriori spunti di riflessione:
https://www.medicitalia.it/blog/psichiatria/942-antidepressivi-e-depressione-le-cure-lunghe-fanno-bene-o-male.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/373-sull-efficacia-della-psicoterapia-parte-i.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6339-la-psicoterapia-e-efficace-l-attestazione-ufficiale-dell-american-psychological-association-e.html
Precisando che questo non sarebbe sostitutivo di una visita di persona, se lo ritiene utile posso provvedere a spostare la sua richiesta nella sezione Psichiatria, magari con un suo quesito più specifico.
Saluti.
Certo che potrebbe pensarlo: dipende dal tipo di diagnosi che verrà posta e dall'anamnesi raccolta (comprendente anche la sua "storia" farmacologica e l'insieme della sintomatologia che attualmente presenta, del suo stato fisico e della vita -lavorativa e relazionale- che conduce = il "contorno").
Io non sono medico, ma ritengo che un'accurata (ri)valutazione del caso sarebbe importante.
Perché non ripartire da lì?
Sperando che abbia avuto voglia di leggere i precedenti articoli segnalati, ne aggiungo altri, così da offrirle ulteriori spunti di riflessione:
https://www.medicitalia.it/blog/psichiatria/942-antidepressivi-e-depressione-le-cure-lunghe-fanno-bene-o-male.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/373-sull-efficacia-della-psicoterapia-parte-i.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6339-la-psicoterapia-e-efficace-l-attestazione-ufficiale-dell-american-psychological-association-e.html
Precisando che questo non sarebbe sostitutivo di una visita di persona, se lo ritiene utile posso provvedere a spostare la sua richiesta nella sezione Psichiatria, magari con un suo quesito più specifico.
Saluti.
[#6]
Ex utente
Solo per capire, questa accurata rivalutazione del caso a che cosa speriamo ci porti? Che cosa ritiene ragionevolmente si possa sperare che accada?
Se è un miraggio no, ma se intravede qualche possibilità concreta potrei anche dare fondo alle ultime energie per provare. In fondo non ho nulla da perdere...peggio di così. Per i tic, dopo tanti anni, pensa che possa ancora accadere qualcosa?
Ho sempre pensato che fossero cronici. Alle elementari strizzavo solo gli occhi e mi sembrava una montagna, oggi non mi accorgo quasi più di quello. Quelli per me più fastidiosi sono la bocca e il collo e quelli rumorosi, che spesso sono imbarazzanti.
In quanto alle letture le ho trovate molto interessanti. Mi piace molto il suo modo di dialogare, professionale, ma anche molto umano.
Non si disturbi a spostarmi in psichiatria, a questo punto, se devo farlo lo farò dal vivo.
Mi parli ancora lei...
Se è un miraggio no, ma se intravede qualche possibilità concreta potrei anche dare fondo alle ultime energie per provare. In fondo non ho nulla da perdere...peggio di così. Per i tic, dopo tanti anni, pensa che possa ancora accadere qualcosa?
Ho sempre pensato che fossero cronici. Alle elementari strizzavo solo gli occhi e mi sembrava una montagna, oggi non mi accorgo quasi più di quello. Quelli per me più fastidiosi sono la bocca e il collo e quelli rumorosi, che spesso sono imbarazzanti.
In quanto alle letture le ho trovate molto interessanti. Mi piace molto il suo modo di dialogare, professionale, ma anche molto umano.
Non si disturbi a spostarmi in psichiatria, a questo punto, se devo farlo lo farò dal vivo.
Mi parli ancora lei...
[#7]
Ribadisco di non essere un medico, perciò non ho le competenze per addentrarmi in certi discorsi, ma posso parlare solo in linea generale.
Da un numero imprecisato -ma elevato!- di anni assume i medesimi farmaci su non si sa bene quale base (con in più un pericoloso fai-da-te), da cui non pare trarre più benefici rilevanti.
Il tono dell'uomore è comunque prennemente basso, descrive problematiche ansiose/fobiche, la presenza di tic invalidanti...
Valutare la situazione attuale potrebbe portare a rifocalizzare il bersaglio dell'azione terapeutica e, di conseguenza, richiedere una modifica della terapia, che potrebbe rivelarsi maggiormente efficace di quella seguita ora. E che prosegue solo perché "non sono riuscito a smettere."
Inoltre, nel frattempo, sono sicuramente entrati in commercio medicinali più "nuovi" che magari potrebbero fare al caso suo.
Legga anche questi articoli, che aiutano anche a comprendere quanto sia utile rivolgersi ad uno specialista in grado di tener conto di una molteplicità di variabili individuali:
https://www.medicitalia.it/salute/psichiatria/195-antidepressivi.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/2335-genetica-e-antidepressivi-il-problema-delle-dosi-reali-e-della-diversa-sensibilita-agli-effetti.html
Da un numero imprecisato -ma elevato!- di anni assume i medesimi farmaci su non si sa bene quale base (con in più un pericoloso fai-da-te), da cui non pare trarre più benefici rilevanti.
Il tono dell'uomore è comunque prennemente basso, descrive problematiche ansiose/fobiche, la presenza di tic invalidanti...
Valutare la situazione attuale potrebbe portare a rifocalizzare il bersaglio dell'azione terapeutica e, di conseguenza, richiedere una modifica della terapia, che potrebbe rivelarsi maggiormente efficace di quella seguita ora. E che prosegue solo perché "non sono riuscito a smettere."
Inoltre, nel frattempo, sono sicuramente entrati in commercio medicinali più "nuovi" che magari potrebbero fare al caso suo.
Legga anche questi articoli, che aiutano anche a comprendere quanto sia utile rivolgersi ad uno specialista in grado di tener conto di una molteplicità di variabili individuali:
https://www.medicitalia.it/salute/psichiatria/195-antidepressivi.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/2335-genetica-e-antidepressivi-il-problema-delle-dosi-reali-e-della-diversa-sensibilita-agli-effetti.html
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Approfondimento su Emicrania
L'emicrania è una delle forme più diffuse di cefalea primaria, può essere con aura o senz'aura. Sintomi, cause e caratteristiche delle emicranie.