Empatia

Buongiorno, scrivo perché mi sento a disagio e in colpa per la situazione che sto vivendo. Mia moglie ha un serio problema familiare e io sento di non riuscire a supportarla. Mi ferisce la sua freddezza nei confronti del mio tentativo di starle vicino. Non sembra trarre beneficio dal mio essere presente, non risponde ai miei tentativi di parlare del problema o al contrario di distrarla. Sento che la pazienza, che forse dovrei avere in questo caso, sta venendo meno. Mi viene voglia di abbandonarla a se stessa. La questione che mi esaspera è che lei è così: se è preoccupata, triste o arrabbiata (magari come in questo caso per questioni esterne alla coppia) smette di comunicare. Si chiude nella freddezza o in risposte secche e acide. La stessa mancanza di empatia c'è in fondo anche quando tento di parlare dei miei problemi. I suoi sembrano i giudizi freddi di un'estranea o peggio le risposte stizzite di chi i miei problemi preferirebbe non sentirli. Il punto è che per me manca un aspetto centrale del rapporto di coppia: il sostenersi e rendersi più forti a vicenda. Mi sento solo quando ho un problema, mi sento inutile quando ce l'ha lei. Nello specifico poi, mi sento persino in colpa perché sta vivendo davvero qualcosa di brutto. Io di solito così attento a stare vicino ai miei cari in questi momenti, non riesco più a farlo con lei.
Vorrei un consiglio su come uscirne o un parere su quanto questo sia il segnale di un rapporto che non funziona.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Prima una domanda: sapendo che sua moglie è sempre stata così, a quanto è possibile capire, e se l'aspetto che ha descritto la fa soffrire così tanto, che cosa l'ha spinta inizialmente a unirsi a lei tanto da decidere di sposarla?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Mia moglie ha ovviamente anche dei pregi e dei lati caratteriali che apprezzo. Inoltre mi attrae.
Poi, come credo accada spesso, si commette l'errore di sperare che certi problemi si risolvano con il tempo e con l'amore
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> come credo accada spesso, si commette l'errore di sperare che certi problemi si risolvano con il tempo e con l'amore
>>>

Esattamente. E lo si capisce sempre dopo. Solo che l'amore non risolve i problemi psicologici e relazionali, semmai li accentua ancora di più.

Spesso le persone non si scelgono a caso. Quando si fa finta di non vedere i lati problematici dell'altro e si decide di andare avanti comunque, senza esserne obbligati, in genere è per due motivi: o perché non si hanno abbastanza autostima e amor proprio, o perché il lato problematico dell'altro è complementare a un lato problematico che è in noi.

Come vede i consigli che lei tanto vorrebbe non sono pillole di saggezza espressa, tali che leggendole qui, in un semplice consulto per email, lei potrebbe magicamente sovvertire la situazione. Piuttosto, potrebbe aver bisogno di riflettere in modo più strutturato sulla sua situazione e sulle sue motivazioni, e questo potrebbe farlo meglio rivolgendosi a un collega di persona.

Legga anche qui:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3520-equilibrio-psichico-ed-equilibrio-in-amore-vanno-di-pari-passo.html
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Utente
Utente
mi perdoni ma ha scritto delle grandi ovvietà presumendo per altro di avere a che fare con qualcuno con l'intelligenza emotiva di un invertebrato.
quante relazioni nascono e si sviluppano senza problemi e conflitti? esiste forse l'anima gemella con cui si corre mano nella mano su un prato fiorito per tutta la vita cantando canzoni di battisti? di cosa stiamo parlando?
poi questa cosa che online non si può risolvere è un'altra ovvietà. ma se non si prova nemmeno a capire e ad ascoltare, cosa ci fa su questo sito?

che aspettarsi che le cose cambino sia una speranza vana, l'ho imparato sulla mia pelle. ora si tratterebbe di capire come trovare un equilibrio o prendere atto che non si può trovare.
Sono graditi altri pareri. Lei si fermi pure qui.
Grazie
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Si rammenti che lei è ospite di un servizio gratuito, protetto dall'anonimato, mentre noi rispondiamo con nome, cognome e identità di ciò che diciamo. Vorrebbe, da anonimo, dettare chi ha diritto di parola e chi no?

Che lei sia molto arrabbiato è comprensibile data la sua situazione, ma sta di fatto che nessuno qui ne è responsabile. Quindi la invito a moderare il tono.

Parlando di ovvietà dovrebbe essere evidente perché non è possibile risolvere a distanza problemi che riguardano la relazione - cioè la vicinanza - con una persona. Ma riconosco che per alcuni possa essere meno ovvio che per altri. Può quindi provare a leggere qui:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3551-psicologo-devo-proprio-andarci-di-persona-perche-non-potete-aiutarmi-online.html

>>> ma se non si prova nemmeno a capire e ad ascoltare, cosa ci fa su questo sito?
>>>

Si sbaglia, l'ascolto lo sta avendo, le informazioni pure. Ma a lei non piacciono, perché forse non sono quelle che si aspettava. Qualcuno ha detto che la psicologia è la scienza dell'ovvio, ma anche se fosse vero - e non lo è - "ovvio" non vuol dire automaticamente "scontato", né tanto meno "accettabile".

Il fatto che le cose che le ho detto le siano suonate come ovvietà e l'abbiano fatta arrabbiare potrebbe semplicemente significare che in fondo lei sa bene - come il 90% delle persone che si rivolgono a noi - che cosa sarebbe necessario fare per cambiare la situazione che le sta a cuore. Solo che forse non è disposto a prenderlo in considerazione.
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Utente
Utente
Non sono qui per perdermi in una discussione con lei. Davvero, scriva pure a chi trae beneficio dal suo approccio.
Ho recepito la sua risposta/teoria (che dai link mi sembra il suo dogma): lo sapevi dove andavi a cacciarti, adesso cosa ti lamenti a fare?
La mia visione dei rapporti, pur non essendo io l'esperto, è più sfaccettata. Amore, passione, pregi e difetti, problemi, errori sono parte di un rapporto, anche di quelli felici. Il mio ha tutti questi elementi, vorrei lavorare su quelli che ritengo negativi o prendere atto che prevalgono. Che 10 anni fa avrei potuto prendere un'altra strada è una considerazione totalmente inutile.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Credo che abbia ricevuto un messaggio diverso da quello inteso, che non era: "Lo sapevi dove andavi a cacciarti, adesso cosa ti lamenti a fare?" Questo non è il mio dogma. Si figuri se sarebbe possibile fare un lavoro come questo con i dogmi.

Il messaggio era invece quest'altro: dato che lei ha scelto di sposare questa donna, e dato che si è reso conto che l'amore non è bastato a correggere ciò che dal suo punto di vista andava corretto, e dato, a quanto capisco, che lei su questa possibilità ci contava molto, ebbene, le opzioni che restano sono sostanzialmente due: o decide di mettere in discussione il modo in cui si pone nei confronti di sua moglie e di acquisire la flessibilità comportamentale necessaria (ad esempio: se sua moglie è fredda e la evita, ha senso ostinarsi nel mostrarle vicinanza, se sta ottenendo l'effetto contrario a quello desiderato?), oppure ne trae le dovute conclusioni e decide che si tratta probabilmente di un "segnale di un rapporto che non funziona", per usare le sue stesse parole.

Ma scelte del genere non si possono fare attraverso consigli ricevuti da un sito di consultazioni online, sono troppo delicate e importanti. Sarebbe come se un medico prescrivesse medicine senza neanche vedere in faccia il paziente. Occorre il consulto di persona.

Questo era il senso del mio messaggio.

Adesso le è più chiaro?
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Utente
Utente
La ringrazio per l'accanimento terapeutico, sicuramente dettato da buone intenzioni.
Ci sono altri pareri? Grazie