Mancanza di sentimenti verso di lui e voglia di tornare single
Ringraziandovi anticipatamente, cerco di esporvi la situazione attuale:
Sto col mio ragazzo da più di 4 anni, una persona sensibile, di animo buono, poco incline alle effusioni. un ragazzo con uno stile di vita tranquillo, di buona famiglia e cuore d'oro.
io invece sognatrice, romantica, testarda e determinata, amante della vita mondana.
all'inizio si è dimostrato essere il ragazzo perfetto, avevamo trovato un punto di incontro tra le mie serate e le sue chiusi in casa a guardare la tv.
non l'ho mai vista come una rinuncia perchè in fondo da lui avevo anche attenzioni, carezze, piccoli gesti romantici che per quanto mi riguarda sono alla base di un rapporto.
no ne ero 'follemente' innamorata, non lo sono mai stata, ma credevo di aver trovare una brava persona con la quale passare la vita.
sono passati i primi 2 anni, poco alla volta lui si è adagiato in questa situazione di sicurezza, rintanato nel suo mondo fatto di certezze, con me al suo fianco. sempre più serate in casa, sempre più ''vai tu se vuoi, a me non va di uscire''.
andava tutto bene, parlavamo costantemente di matrimoni, figli, casa..
finché, nel giro di poco tempo lui sembra 'spegnersi'.
non abitiamo insieme, ma mi ritrovavo accanto una persona apatica, pantofolaio, senza aspirazioni, poco sorridente, stanco e annoiato, dolorante quasi giornalmente. gli chiedevo se potesse essere (anche) causa mia questo suo malessere generale, ma diceva di no.
mi sembrava di stare con un amico.
ho analizzato più e più volte la situazione negli ultimi 7/8 mesi, credendo prima che fosse un suo periodo, ricevendo come sua risposta: 'sono sempre stato così e forse tu mi avevi immaginato diversamente'
poi ho analizzato la nostra relazione in generale, ho capito che se lui fosse stato presente come lo era all'inizio, io non mi sarei ritrovata con tutti questi dubbi.
alla fine sono giunta alla conclusione che forse sono io ad aver cambiato la mia mentalità, a capire che se un uomo non mi da ragioni per averlo accanto, se non dimostra costantemente il suo interesse per me come io faccio per lui, posso benissimo stare da sola. ho imparato a bastarmi da me, a fare quello che mi andava di fare quando lui non aveva voglia di uscire, di stare fino a tardi fuori.
stiamo ancora insieme, anche se ormai non provo desiderio per lui.
gli voglio un bene dell'anima, ma io non sono felice con lui e fa malissimo ammetterlo.
so che mi ama, ma se io non mi sento amata mi spengo.
il punto è, a tutto questo, che lui è stata la mia prima relazione seria.
solo che non so come affrontare il discorso, come fare in modo che capisca i miei punti di vista senza ferirlo, senza fargli credere che parte della colpa sia anche sua. gliene ho parlato, ma non risolviamo.
sto valutando di scrivergli una lettera, anche se può sembrare un gesto vigliacco.
ma di presenza non mi lascerebbe fiato per spiegarmi, vuole sempre tutte le ragioni di questo mondo.
Sto col mio ragazzo da più di 4 anni, una persona sensibile, di animo buono, poco incline alle effusioni. un ragazzo con uno stile di vita tranquillo, di buona famiglia e cuore d'oro.
io invece sognatrice, romantica, testarda e determinata, amante della vita mondana.
all'inizio si è dimostrato essere il ragazzo perfetto, avevamo trovato un punto di incontro tra le mie serate e le sue chiusi in casa a guardare la tv.
non l'ho mai vista come una rinuncia perchè in fondo da lui avevo anche attenzioni, carezze, piccoli gesti romantici che per quanto mi riguarda sono alla base di un rapporto.
no ne ero 'follemente' innamorata, non lo sono mai stata, ma credevo di aver trovare una brava persona con la quale passare la vita.
sono passati i primi 2 anni, poco alla volta lui si è adagiato in questa situazione di sicurezza, rintanato nel suo mondo fatto di certezze, con me al suo fianco. sempre più serate in casa, sempre più ''vai tu se vuoi, a me non va di uscire''.
andava tutto bene, parlavamo costantemente di matrimoni, figli, casa..
finché, nel giro di poco tempo lui sembra 'spegnersi'.
non abitiamo insieme, ma mi ritrovavo accanto una persona apatica, pantofolaio, senza aspirazioni, poco sorridente, stanco e annoiato, dolorante quasi giornalmente. gli chiedevo se potesse essere (anche) causa mia questo suo malessere generale, ma diceva di no.
mi sembrava di stare con un amico.
ho analizzato più e più volte la situazione negli ultimi 7/8 mesi, credendo prima che fosse un suo periodo, ricevendo come sua risposta: 'sono sempre stato così e forse tu mi avevi immaginato diversamente'
poi ho analizzato la nostra relazione in generale, ho capito che se lui fosse stato presente come lo era all'inizio, io non mi sarei ritrovata con tutti questi dubbi.
alla fine sono giunta alla conclusione che forse sono io ad aver cambiato la mia mentalità, a capire che se un uomo non mi da ragioni per averlo accanto, se non dimostra costantemente il suo interesse per me come io faccio per lui, posso benissimo stare da sola. ho imparato a bastarmi da me, a fare quello che mi andava di fare quando lui non aveva voglia di uscire, di stare fino a tardi fuori.
stiamo ancora insieme, anche se ormai non provo desiderio per lui.
gli voglio un bene dell'anima, ma io non sono felice con lui e fa malissimo ammetterlo.
so che mi ama, ma se io non mi sento amata mi spengo.
il punto è, a tutto questo, che lui è stata la mia prima relazione seria.
solo che non so come affrontare il discorso, come fare in modo che capisca i miei punti di vista senza ferirlo, senza fargli credere che parte della colpa sia anche sua. gliene ho parlato, ma non risolviamo.
sto valutando di scrivergli una lettera, anche se può sembrare un gesto vigliacco.
ma di presenza non mi lascerebbe fiato per spiegarmi, vuole sempre tutte le ragioni di questo mondo.
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Gentile utente, a questo punto , anche scrivergli una lettera e rileggerla molto, può essere una buona idea.. la sento molto insofferente a questo punto..se c'è solo.. attaccamento.. da parte sua , cioè senso di sicurezza , non le basta ed è bene chiarire la cosa, forse lui appunto si adagia in una atmosfera tranquilla, apparentemente, che spegne ardori e luccicanza..Ma troppo giovani per vivere di questo.. Dopo la lettera ci saranno discussioni , chiarimenti , anche momenti difficili, ma vi parlerete finalmente.. Restiamo in ascolto, ci riscriva se crede..comprendo la sua voglia di emozioni e di vivere in un mondo più colorato ed espressivo..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 10.5k visite dal 14/06/2017.
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