Socializzare con gli amici della mia ragazza
Salve a tutti, sono un ragazzo di 23 anni fidanzato da 9 mesi con una di 21 anni. Nelle ultime due settimane sono stato con lei a due compleanni di 18 anni di ragazzi di cui lei è anche responsabile all'interno di un'associazione. Il problema di cui parlerò nasce dal fatto che questi ragazzi li avrò visti in qualche altra occasione come queste ma senza dare continuità alla conoscenza, vista l'età e per il fatto che ovviamente non escono con noi avendo le proprie comitive di coetanei così come ce l'abbiamo noi. Ciò che ho constatato in queste feste che, non conoscendo nessuno, non sono riuscito ad interagire con alcuno di loro e, quando magari non avevo la mia ragazza vicina, sembravo un solitario. Io sono già di mio una persona introversa e che si sottostima e per interagire con qualcuno ho anche bisogno di essere sollecitato da qualcuno. In questo caso è difficile anche per me fare uno sforzo visto che ognuno ha il suo gruppetto e quindi questo porta a non coinvolgere qualcuno "esterno" come me. Tant'è che oltre al saluto non c'è nessun argomento di cui discutere data anche l'età, quindi, nel corso della serata tutto ciò non faceva altro che buttarmi sempre più giù fino a procurarmi un evidente malumore. La mia ragazza spesso mi dice "puoi anche dire qualcosa", o sottoforma di battutina ha detto ad un'amica "è asociale"; lei è così, fa spesso la simpatica e io ci sto al gioco ma ieri davvero era impossibile poter scherzare quando intorno a me vedevo il "nulla" e qualsiasi riferimento al mio non socializzare mi procurava ulteriore malumore. La mia ragazza capisce le mie difficoltà però dice che non è che per questo debba rinunciare alle cose e che magari piano piano la situazione migliorerà. Ci può stare ma quello che mi sarei auspicato che, conoscendomi, mi avesse evitato di andare ad un compleanno di persone che nemmeno conosco e con cui non avrò alcun seguito al di fuori di questi eventi. Questo ho evitato di dirglielo perchè lei mi disse che nei miei panni non si sarebbe fatta problemi se per me la sua presenza fosse importante come lo er la mia per lei in questi casi. Gentili Dottori e Dottoresse, io vi chiedo come posso fare in modo che possa essere più spigliato, più socievole in questi contesti? E come comportarmi con lei? Da una parte cerco comprensione, dall'altra mi dispiace che magari lei ieri e in altre circostanze abbia avuto quasi un "peso" accanto piuttosto che il suo ragazzo. Ovviamente per lei non sono un peso, anzi lei mi incoraggia e dice che piano piano andrà meglio. Sulla base delle descrizioni che vi ho fornito e magari sull'inquadramento della situazione generale e delle persone (me, lei, gli amici) cosa mi connsigliate?
Grazie per l'attenzione
Grazie per l'attenzione
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gentile ragazzo la cosa migliore, sempre, è quella di rispettare il proprio modo di essere e quello del o della compagna, senza forzature. la maturità in una coppia si evince proprio da questo. Lei si sente a disagio in un gruppo di estranei dove non ci sarà continuità? L'ideale sarebbe andarci lo stesso e , magari, fare amicizie, (ma appunto negli ideali) nella realtà potrebbe anche non andarci e fare cose differenti. NON esistono regole tranne quella del rispetto delle diversità dei membri di una coppia.
saluti
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
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Utente
Gent. Dott. innanzitutto La ringrazio per la Sua attenzione.
Al Suo quesito rispondo che lei ha conosciuto la mia effettiva comitiva, quindi persone che, ogni qualvolta dovessimo uscire insieme, comunque rivedrà. E la differenza sta anche nell'età, fattore determinante a mio modo di vedere (insieme alla continuità). Se la prima volta ha avuto un po di difficoltà ma non come me, quelle successive è stata molto meglio. Ripeto però parliamo sì di caratteri diversi ma bisogna fare attenzione al fatto che lei ha conosciuto gente coetanea e che ha rivisto e rivedrà in uscite, feste ecc, mentre io ragazzini con cui trovo difficile un inserimento per i fattori già citati. Cioè se per lei è normale un inserimento nella mia comitiva, così come per me nella sua, risulta difficile quello in cui sono incappato io. La ringrazio ancora, Saluti
Al Suo quesito rispondo che lei ha conosciuto la mia effettiva comitiva, quindi persone che, ogni qualvolta dovessimo uscire insieme, comunque rivedrà. E la differenza sta anche nell'età, fattore determinante a mio modo di vedere (insieme alla continuità). Se la prima volta ha avuto un po di difficoltà ma non come me, quelle successive è stata molto meglio. Ripeto però parliamo sì di caratteri diversi ma bisogna fare attenzione al fatto che lei ha conosciuto gente coetanea e che ha rivisto e rivedrà in uscite, feste ecc, mentre io ragazzini con cui trovo difficile un inserimento per i fattori già citati. Cioè se per lei è normale un inserimento nella mia comitiva, così come per me nella sua, risulta difficile quello in cui sono incappato io. La ringrazio ancora, Saluti
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 9.2k visite dal 10/06/2017.
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