Difficoltà a ricostruire da zero una rete sociale dopo il cancro
Mi rivolgo a Voi per un parere perché non so più come gestire la delusione e le aspettative nella sfera "amicizie".
Cresciuta in una famiglia tutto sommato normale, con genitori affettuosi, un fratello 3 anni più grande con cui non ho mai avuto un gran rapporto se non da bambina. A scuola ero sempre la prima della classe, fonte di molte soddisfazioni personali e orgoglio per i miei, peccato che raccoglievo antipatie anche se io non sono stata mai una che si vantava. A parte questo avevo le mie selezionatissime amiche, che tuttavia ho cambiato praticamente a ogni ciclo di studi perché poi le perdevo di vista. Con l'adolescenza e le superiori le cose sono peggiorate tra studio sempre al primo posto e infiniti scontri con i miei.
In quarta superiore ho fatto un anno all'estero in Francia, che però ho vissuto male perché nella famiglia ospitante non ho mai veramente trovato il mio posto e a fine esperienza mi sentivo per lo più un peso; inoltre ero in un piccolo paesino di campagna e non trovavo vie di sfogo se non lo studio.
Al mio ritorno è esploso tutto il mio malessere e finisce che litigo e perdo migliore amica e la compagnia che frequentavamo. In quello stesso periodo mi sono innamorata però del mio attuale fidanzato, che mi ha aiutato moltissimo perché ho iniziato a soffrire di depressione fino a fantasie suicide(ho potuto fare solo qualche seduta da uno psicologo). Nonostante tutto mi diplomo con il massimo dei voti e le crisi depressive si diradano. Inizio psicologia da fuori sede e molto presto quei poco contatti delle superiori perché i weekend li passo tutti tra famiglia e fidanzato, tuttavia riesco ad approfondire nuove conoscenze e grazie anche alle coinquiline conduco una vita sociale soddisfacente.
A qualche mese dalla laurea mi arriva la diagnosi di leucemia. 6 mesi di panico. terapie e nessuna certezza se non la famiglia e il mio fidanzato. Mi è rimasta vicino solo la mia attuale migliore amica (che vive in un'altra città). La tregua dura poco perché dopo qualche mese ho avuto una ricaduta per cui sono stata condotta al trapianto, che si porta dietro anche la menopausa precoce. Le mie priorità sono ovviamente cambiate e decido di cambiare percorso di studi ed entro a ostetricia (pendolare, 2 h di treno a/r) ma vengo poi bloccata per il tirocinio per il rischio biologico, devo aspettare i 2 anni dal trapianto. A fatica ero riuscita infine a relazionarmi in serenità con le mie colleghe del 97 (a cui inizialmente avevo nascosto la malattia) ma ora c'è il forte rischio di rimanere indietro di un anno e dovrò ricominciare da capo.
Sono sempre stata molto alla mano ed espansiva con persone nuove, ora forse faccio più fatica ma mi reputo molto socievole.
Sto bene, convivo da un anno con il mio fidanzato ma soffro molto di non avere davvero più nessuno per me con cui uscire, ci sarebbe un'amica ma sono sempre io a scrivere e la vedo di rado.
Tutto ciò pesa anche sul mio partner perché fosse per me lo vorrei sempre a casa.
Cosa fare?
Cresciuta in una famiglia tutto sommato normale, con genitori affettuosi, un fratello 3 anni più grande con cui non ho mai avuto un gran rapporto se non da bambina. A scuola ero sempre la prima della classe, fonte di molte soddisfazioni personali e orgoglio per i miei, peccato che raccoglievo antipatie anche se io non sono stata mai una che si vantava. A parte questo avevo le mie selezionatissime amiche, che tuttavia ho cambiato praticamente a ogni ciclo di studi perché poi le perdevo di vista. Con l'adolescenza e le superiori le cose sono peggiorate tra studio sempre al primo posto e infiniti scontri con i miei.
In quarta superiore ho fatto un anno all'estero in Francia, che però ho vissuto male perché nella famiglia ospitante non ho mai veramente trovato il mio posto e a fine esperienza mi sentivo per lo più un peso; inoltre ero in un piccolo paesino di campagna e non trovavo vie di sfogo se non lo studio.
Al mio ritorno è esploso tutto il mio malessere e finisce che litigo e perdo migliore amica e la compagnia che frequentavamo. In quello stesso periodo mi sono innamorata però del mio attuale fidanzato, che mi ha aiutato moltissimo perché ho iniziato a soffrire di depressione fino a fantasie suicide(ho potuto fare solo qualche seduta da uno psicologo). Nonostante tutto mi diplomo con il massimo dei voti e le crisi depressive si diradano. Inizio psicologia da fuori sede e molto presto quei poco contatti delle superiori perché i weekend li passo tutti tra famiglia e fidanzato, tuttavia riesco ad approfondire nuove conoscenze e grazie anche alle coinquiline conduco una vita sociale soddisfacente.
A qualche mese dalla laurea mi arriva la diagnosi di leucemia. 6 mesi di panico. terapie e nessuna certezza se non la famiglia e il mio fidanzato. Mi è rimasta vicino solo la mia attuale migliore amica (che vive in un'altra città). La tregua dura poco perché dopo qualche mese ho avuto una ricaduta per cui sono stata condotta al trapianto, che si porta dietro anche la menopausa precoce. Le mie priorità sono ovviamente cambiate e decido di cambiare percorso di studi ed entro a ostetricia (pendolare, 2 h di treno a/r) ma vengo poi bloccata per il tirocinio per il rischio biologico, devo aspettare i 2 anni dal trapianto. A fatica ero riuscita infine a relazionarmi in serenità con le mie colleghe del 97 (a cui inizialmente avevo nascosto la malattia) ma ora c'è il forte rischio di rimanere indietro di un anno e dovrò ricominciare da capo.
Sono sempre stata molto alla mano ed espansiva con persone nuove, ora forse faccio più fatica ma mi reputo molto socievole.
Sto bene, convivo da un anno con il mio fidanzato ma soffro molto di non avere davvero più nessuno per me con cui uscire, ci sarebbe un'amica ma sono sempre io a scrivere e la vedo di rado.
Tutto ciò pesa anche sul mio partner perché fosse per me lo vorrei sempre a casa.
Cosa fare?
[#1]
Gentile ragazza,
trovare nuove amicizie può essere difficile, ma a volte anche invece a portata di mano ad es. nel condominio, in parrocchia, frequentando corsi, palestre, associazioni ecc.
Tenga presente che tutte le persone fuori sede sono a maggior rischio di solitudine e di minore supporto sociale per ovvi motivi ed il supporto sociale si è dimostrato un fattore protettivo nei confronti della salute psico-fisica.
Esistono varie strategie psicologiche per aiutare la persona a migliorare e incrementare i propri rapporti sociali.
Non bisogna dimenticare inoltre che la natura dei rapporti familiari influisce sulla nostra propensione alla socievolezza.
E' consigliabile perciò consultare allo scopo uno psicologo psicoterapeuta.
trovare nuove amicizie può essere difficile, ma a volte anche invece a portata di mano ad es. nel condominio, in parrocchia, frequentando corsi, palestre, associazioni ecc.
Tenga presente che tutte le persone fuori sede sono a maggior rischio di solitudine e di minore supporto sociale per ovvi motivi ed il supporto sociale si è dimostrato un fattore protettivo nei confronti della salute psico-fisica.
Esistono varie strategie psicologiche per aiutare la persona a migliorare e incrementare i propri rapporti sociali.
Non bisogna dimenticare inoltre che la natura dei rapporti familiari influisce sulla nostra propensione alla socievolezza.
E' consigliabile perciò consultare allo scopo uno psicologo psicoterapeuta.
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.8k visite dal 07/06/2017.
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