Lasciata e tradita dopo 4 anni, fatico a rimettermi in carreggiata e continuo a sperare possa tornar
Buongiorno,
cercherò di essere coincisa nell'esporvi il mio problema. Sono una ragazza di 26 anni con una disabilità motoria. Vivo in autonomia ed esco da una storia di 4 anni con una ragazza. Quando ci siamo messe insieme, a distanza, lei aveva 17 anni e io 21. E' sempre stata una persona estremamente chiusa (mi ha sempre detto che prima di me non aveva praticamente amici) riuscire a vivere a distanza questa relazione era molto difficile perché per lei spostarsi era un grosso sacrificio e dovevo sempre star lì a spronarla. Dopo due anni, mi lascia senza ragione. Dopo un mese rispunta, dopo quattro mesi in totale siamo di nuovo insieme. Quasi tre anni fa decido di continuare il mio percorso di studi più vicina a lei per poterci vedere, e finisce che ci vediamo una volta a settimana. Per due anni, insomma, nonostante continui a essere molto difficile, riusciamo a vederci una volta a settimana. Dallo scorso anno le viene diagnosticato un disturbo dell'umore che comincia a trattare con escitalopram 10mg, da lì comincia a diventare socievole, a non avere più voglia, a detta sua, di far sesso, conosce gente, e ogni scusa è buona pe non vedermi: io sono sempre stata piena di premure nei suoi confronti e da parte sua, pur vedendo il suo egoismo, percepivo un forte sentimento. Insomma, comincia ad escludermi e ogni mio tentativo di farle capire la mia sofferenza viene ricevuto con sgarbo e fastidio, per un po' ci facciamo muro. Dalla scorsa estate comincia a parlarmi DI CONTINUO di questo ragazzo che ha conosciuto. Io ingoiavo tutta la mia gelosia, mi dicevo "una volta tanto che ha un amico, non romperle le scatole", ma sei mesi fa, mentre eravamo al cinema (nel cinema buio! con me accanto) butto l'occhio mentre lei messaggia con questo ragazzo e leggo che lui le propone sesso e massaggi. Lei decina, dicendo "stasera non ci sono". Per farla breve, mi sento dire, mentre io ho un attacco di panico pazzesco, che lui è solo un amico, che ci è stata solo un paio di volte per vedere cosa si provava, che è ancora innamorata di me, che non sa come darmi quello che voglio da questo rapporto, che è come se fossimo sposate, che io sono la sua compagna di vita, che i suoi sentimenti nei miei confronti sono cambiati. L'ho cacciata via, nonostante lei mi abia chiesto di essere perdonata. Dopo una ventina di giorni, cerco di reinstaurare un contatto, ma lei rifiuta. Dopo due mesi vissuti in stato semi-catatonico, decido di chiederle delle mie cose con una scusa. Lei me ne porta un po', accetta di uscire con me per un caffè, e un po' mi sembra voglia far finta di nulla, usciamo insieme qualche volta, messaggiamo, ma quando mi racconta allegramente delle corna di una sua amica io esplodo e le vomito tutto addosso. Continua a farsi sentire sporadicamente, io la invito alla mia laurea e lei rifiuta e dice mi avrebbe richiamata. Dopo dieci giorni di silenzio, le chiedo notizie, e mi dice che mi vuole bene come a un ex e che non vuole più vedermi. Io da quella sera di novembre ho un gran peso sul petto e sto cercando l'aiuto di un professionista, che ha cominciato a farmi aprire il fagotto, ma ma non riesco a rassegnarmi e continuo a pensare che col tempo possa maturare e pentirsi... e non so come togliermi questo pensiero e smettere di pensare a lei. Una persona che prende antidepressivi può cambiare personalità/idee in modo così repentino? Avrei dovuto far finta di niente anche io quando ci siamo riviste? Mi sento piena di rimorsi. Mi rendo conto che un consulto chiesto in questi termini non possa essere esaustivo, ma come smetto, a fronte del suo rifiuto, di pensare a lei? Non riesco a smettere di coltivare l'idea che, passato lo stato di novità, possa rendersi conto di aver perso una persona che per anni l'ha sostenuta e amata con cui aveva una affinità e un sentimento molto forte, e sento un dolore fisico, continuo, al petto, che mi schiaccia.
cercherò di essere coincisa nell'esporvi il mio problema. Sono una ragazza di 26 anni con una disabilità motoria. Vivo in autonomia ed esco da una storia di 4 anni con una ragazza. Quando ci siamo messe insieme, a distanza, lei aveva 17 anni e io 21. E' sempre stata una persona estremamente chiusa (mi ha sempre detto che prima di me non aveva praticamente amici) riuscire a vivere a distanza questa relazione era molto difficile perché per lei spostarsi era un grosso sacrificio e dovevo sempre star lì a spronarla. Dopo due anni, mi lascia senza ragione. Dopo un mese rispunta, dopo quattro mesi in totale siamo di nuovo insieme. Quasi tre anni fa decido di continuare il mio percorso di studi più vicina a lei per poterci vedere, e finisce che ci vediamo una volta a settimana. Per due anni, insomma, nonostante continui a essere molto difficile, riusciamo a vederci una volta a settimana. Dallo scorso anno le viene diagnosticato un disturbo dell'umore che comincia a trattare con escitalopram 10mg, da lì comincia a diventare socievole, a non avere più voglia, a detta sua, di far sesso, conosce gente, e ogni scusa è buona pe non vedermi: io sono sempre stata piena di premure nei suoi confronti e da parte sua, pur vedendo il suo egoismo, percepivo un forte sentimento. Insomma, comincia ad escludermi e ogni mio tentativo di farle capire la mia sofferenza viene ricevuto con sgarbo e fastidio, per un po' ci facciamo muro. Dalla scorsa estate comincia a parlarmi DI CONTINUO di questo ragazzo che ha conosciuto. Io ingoiavo tutta la mia gelosia, mi dicevo "una volta tanto che ha un amico, non romperle le scatole", ma sei mesi fa, mentre eravamo al cinema (nel cinema buio! con me accanto) butto l'occhio mentre lei messaggia con questo ragazzo e leggo che lui le propone sesso e massaggi. Lei decina, dicendo "stasera non ci sono". Per farla breve, mi sento dire, mentre io ho un attacco di panico pazzesco, che lui è solo un amico, che ci è stata solo un paio di volte per vedere cosa si provava, che è ancora innamorata di me, che non sa come darmi quello che voglio da questo rapporto, che è come se fossimo sposate, che io sono la sua compagna di vita, che i suoi sentimenti nei miei confronti sono cambiati. L'ho cacciata via, nonostante lei mi abia chiesto di essere perdonata. Dopo una ventina di giorni, cerco di reinstaurare un contatto, ma lei rifiuta. Dopo due mesi vissuti in stato semi-catatonico, decido di chiederle delle mie cose con una scusa. Lei me ne porta un po', accetta di uscire con me per un caffè, e un po' mi sembra voglia far finta di nulla, usciamo insieme qualche volta, messaggiamo, ma quando mi racconta allegramente delle corna di una sua amica io esplodo e le vomito tutto addosso. Continua a farsi sentire sporadicamente, io la invito alla mia laurea e lei rifiuta e dice mi avrebbe richiamata. Dopo dieci giorni di silenzio, le chiedo notizie, e mi dice che mi vuole bene come a un ex e che non vuole più vedermi. Io da quella sera di novembre ho un gran peso sul petto e sto cercando l'aiuto di un professionista, che ha cominciato a farmi aprire il fagotto, ma ma non riesco a rassegnarmi e continuo a pensare che col tempo possa maturare e pentirsi... e non so come togliermi questo pensiero e smettere di pensare a lei. Una persona che prende antidepressivi può cambiare personalità/idee in modo così repentino? Avrei dovuto far finta di niente anche io quando ci siamo riviste? Mi sento piena di rimorsi. Mi rendo conto che un consulto chiesto in questi termini non possa essere esaustivo, ma come smetto, a fronte del suo rifiuto, di pensare a lei? Non riesco a smettere di coltivare l'idea che, passato lo stato di novità, possa rendersi conto di aver perso una persona che per anni l'ha sostenuta e amata con cui aveva una affinità e un sentimento molto forte, e sento un dolore fisico, continuo, al petto, che mi schiaccia.
[#1]
Gentile ragazza,
ogni storia che lascia degli strascichi importanti in termini di pensieri, rimpianti, sogni, paure ecc., che insomma non lascia spazio all'indifferenza, probabilmente non è stata chiusa definitivamente e quindi porta con sé conseguenze molto deleterie.
Le consiglio un mio articolo sulle storie sentimentali che può trovare sul mio sito e che può darle maggiori chiarimenti.
Cordiali saluti
ogni storia che lascia degli strascichi importanti in termini di pensieri, rimpianti, sogni, paure ecc., che insomma non lascia spazio all'indifferenza, probabilmente non è stata chiusa definitivamente e quindi porta con sé conseguenze molto deleterie.
Le consiglio un mio articolo sulle storie sentimentali che può trovare sul mio sito e che può darle maggiori chiarimenti.
Cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#2]
Utente
Il problema è che lei mi ha effettivamente detto "non voglio più vederti, se la tua intenzione è ricominciare, e non voglio ricominciare una storia con te", e io non posso ovviamente scriverle ancora. Sto cercando di chiudere in un cassetto la possibilità che possa maturare e ripensare a me, ma non so assolutamente come fare.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.2k visite dal 06/06/2017.
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