Ansia e stress
Salve sono una ragazza di 27 anni sposata con figlia di 4 anni e un lavoro al supermercato premetto che sono sempre stata magra non ho mai superato i 49 kg ultimamente però ho effettuato le analisi del sangue e sono uscite buone eco addome completo buono nessuna intolleranza alimentare e analisi della tiroide perfette... da un mese a questa parte non so perche sto soffrendo di attacchi d ansia premetto che io sono molto ansiosa quasi ipocondriaca a causa di forte stress e ho perso peso sono 44kg ho perso un kg e mezzo in un mese e ho paura di avere un tumore perche non riesco a prendere peso pur mangiando e ogni tanto avverto un extrasistole ho troppa paura mio marito dice che non ho nulla e tutto derivato da questo periodo e lo stesso lo dice il mio medico... vi prego aiutatemi ho troppa paura... posso avere un tumore?
[#1]
Gentile utente,
"posso avere un tumore?" È una domanda:
- alla quale qualsiasi medico online e senza analisi specifiche, non le potrebbe rispondere;
- fondamentalmente basata su timore (ANSIA) di carattere ipocondriaco.
Lo stress e l'ansia contribuiscono sensibilmente a far perdere peso in modo: evidente, costante e graduale.
il motivo statisticamente e scientificamente più significativo, sta nel fatto che tratti/periodi di ansia invalidante, agiscono positivamente sul centro della sazietà dell'ipotalamo e negativamente su quello della fame.
L’ipotalamo e l’ipofisi sono due strutture anatomiche, strettamente collegate fra loro, situate alla base del cranio. Si tratta di due strutture che rappresentano la più importante area di interconnessione fra il sistema nervoso e il sistema endocrino da cui partono gli impulsi e gli stimoli ormonali che governano l’intero sistema endocrino.
L’ipotalamo è un centro che, nel nostro corpo, regola il ritmo sonno/veglia, la FAME appunto, la sete e la temperatura corporea.
L'ansia quindi, agendo sul sistema endocrino, influisce sul metabolismo avendo un potente effetto anoressizzante: ovvero l’appetito di chi ne soffre viene generalmente ridotto sostanzialmente, soprattutto a ridosso dei periodi/momenti di ansia più acuti.
Oltretutto può capitare che le persone molto ansiose, anche se consumano porzioni di cibo identiche a quelle assunte prima dell'esordio ansioso, tendono comunque a consumare più calorie, con un effetto appunto su peso e massa corporei.
cordiali saluti
"posso avere un tumore?" È una domanda:
- alla quale qualsiasi medico online e senza analisi specifiche, non le potrebbe rispondere;
- fondamentalmente basata su timore (ANSIA) di carattere ipocondriaco.
Lo stress e l'ansia contribuiscono sensibilmente a far perdere peso in modo: evidente, costante e graduale.
il motivo statisticamente e scientificamente più significativo, sta nel fatto che tratti/periodi di ansia invalidante, agiscono positivamente sul centro della sazietà dell'ipotalamo e negativamente su quello della fame.
L’ipotalamo e l’ipofisi sono due strutture anatomiche, strettamente collegate fra loro, situate alla base del cranio. Si tratta di due strutture che rappresentano la più importante area di interconnessione fra il sistema nervoso e il sistema endocrino da cui partono gli impulsi e gli stimoli ormonali che governano l’intero sistema endocrino.
L’ipotalamo è un centro che, nel nostro corpo, regola il ritmo sonno/veglia, la FAME appunto, la sete e la temperatura corporea.
L'ansia quindi, agendo sul sistema endocrino, influisce sul metabolismo avendo un potente effetto anoressizzante: ovvero l’appetito di chi ne soffre viene generalmente ridotto sostanzialmente, soprattutto a ridosso dei periodi/momenti di ansia più acuti.
Oltretutto può capitare che le persone molto ansiose, anche se consumano porzioni di cibo identiche a quelle assunte prima dell'esordio ansioso, tendono comunque a consumare più calorie, con un effetto appunto su peso e massa corporei.
cordiali saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#3]
"Quindi magari secondo voi e bene provare a stare piu tranquilla e serena per vedere qualche miglioramento?" Certamente si.
Ma nel contempo, le tornerebbe molto utile avvalersi dell'aiuto di un/una collega Psicologo Psicoterapeuta. Le potrebbero tornare utili anche poche sedute.
dia un'occhiata a questo link, per optare per l'approccio psicoterapico che ritiene più indicato per lei. Lo faccia più che altro come forma preventiva, anche per venire incontro alle esigenze di sua figlia che merita una madre più serena. https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Cari saluti
Ma nel contempo, le tornerebbe molto utile avvalersi dell'aiuto di un/una collega Psicologo Psicoterapeuta. Le potrebbero tornare utili anche poche sedute.
dia un'occhiata a questo link, per optare per l'approccio psicoterapico che ritiene più indicato per lei. Lo faccia più che altro come forma preventiva, anche per venire incontro alle esigenze di sua figlia che merita una madre più serena. https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Cari saluti
[#7]
Gentile utente, probabilmente la domanda che pone, dovrebbe essere rivolta al suo cardiologo che, meglio di chiunque altro, potrà valutare la situazione cardiologica.
Nello stesso tempo, si potrebbe trattare di somatizzazioni da ansia.
Questa lettura le potrà servire https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html
Pensi che esistono notevoli e importanti correlazioni, scientificamente sostenute, tra mente e cuore.
Infatti, per secoli, tante culture hanno considerato il cuore come la fonte delle emozioni migliori, come l'amore, il coraggio, la generosità. Presso l'Istituto di HeartMath (IHM), sono stati esplorati scientificamente i meccanismi fisiologici con cui il cuore comunica con il cervello, come influenza l'elaborazione delle informazioni, delle percezioni, delle emozioni.
L'osservazione scientifica ha dimostrato che il cuore è molto di più di quello che crediamo e che non è affatto una semplice pompa, come siamo abituati a considerarlo...
Il muscolo cardiaco è, in sostanza, un centro complesso, auto-organizzato, di elaborazione dati, con una propria mente, che comunica costantemente con il cervello, con il sistema nervoso e con tutta la nostra fisiologia, influenzando profondamente ogni organo, in un complesso intreccio di messaggi e feedback.
Giovanni e Beatrice Lacey, negli anni tra il 1960 e gli anni '70, hanno scoperto che il cuore comunica con il cervello in modo tale da influenzare significativamente il modo in cui percepiamo e reagiamo al mondo.
I coniugi Lacey andarono ben oltre: realizzarono che questo motore della circolazione sanguigna sembrava avere una sua logica, una sua mente, che spesso divergeva da quella del sistema nervoso autonomo; soprattutto capirono che è l'organo predominante.
Infatti il cuore inviava messaggi significativi al cervello, dei veri e propri comandi, che influenzavano tutto il comportamento di una persona.
Mentre i Laceys stavano compiendo le loro ricerche in psicofisiologia, un piccolo gruppo di ricercatori nel campo cardiovascolare si unirono ad alcuni neurofisiologi, dando il via ad una nuova disciplina detta Neurocardiologia, che da allora ha fornito indicazioni estremamente importanti sul sistema nervoso del cuore e su come il cervello e il cuore comunicano attraverso il sistema nervoso.
Dopo approfondite ricerche, uno dei primi pionieri della psiconeurocardiologia, il Dr. J. Andrew Armour, nel 1991 introdusse il concetto di "cervello del cuore".
Il suo lavoro dimostrò che il cuore ha un complesso sistema nervoso intrinseco molto sofisticato, un "piccolo cervello" appunto, una rete intricata di diversi tipi di neuroni, neurotrasmettitori, proteine e cellule, molto simili a quelli trovati nel cervello.
Nel libro "Neurocardiology", il Dr. Armour e il Dr. Jeffrey Ardell, forniscono una panoramica completa della funzione del sistema nervoso intrinseco del cuore: il quale contiene circa 40.000 neuroni, detti neuriti sensori; essi rilevano gli ormoni circolanti, La chimica corporea, la pressione e la frequenza cardiaca.
Quindi il mio suggerimento è quello di contattare il cardiologo, e successivamente avvalersi di una consulenza psicologico-psicoterapica.
Nello stesso tempo, si potrebbe trattare di somatizzazioni da ansia.
Questa lettura le potrà servire https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html
Pensi che esistono notevoli e importanti correlazioni, scientificamente sostenute, tra mente e cuore.
Infatti, per secoli, tante culture hanno considerato il cuore come la fonte delle emozioni migliori, come l'amore, il coraggio, la generosità. Presso l'Istituto di HeartMath (IHM), sono stati esplorati scientificamente i meccanismi fisiologici con cui il cuore comunica con il cervello, come influenza l'elaborazione delle informazioni, delle percezioni, delle emozioni.
L'osservazione scientifica ha dimostrato che il cuore è molto di più di quello che crediamo e che non è affatto una semplice pompa, come siamo abituati a considerarlo...
Il muscolo cardiaco è, in sostanza, un centro complesso, auto-organizzato, di elaborazione dati, con una propria mente, che comunica costantemente con il cervello, con il sistema nervoso e con tutta la nostra fisiologia, influenzando profondamente ogni organo, in un complesso intreccio di messaggi e feedback.
Giovanni e Beatrice Lacey, negli anni tra il 1960 e gli anni '70, hanno scoperto che il cuore comunica con il cervello in modo tale da influenzare significativamente il modo in cui percepiamo e reagiamo al mondo.
I coniugi Lacey andarono ben oltre: realizzarono che questo motore della circolazione sanguigna sembrava avere una sua logica, una sua mente, che spesso divergeva da quella del sistema nervoso autonomo; soprattutto capirono che è l'organo predominante.
Infatti il cuore inviava messaggi significativi al cervello, dei veri e propri comandi, che influenzavano tutto il comportamento di una persona.
Mentre i Laceys stavano compiendo le loro ricerche in psicofisiologia, un piccolo gruppo di ricercatori nel campo cardiovascolare si unirono ad alcuni neurofisiologi, dando il via ad una nuova disciplina detta Neurocardiologia, che da allora ha fornito indicazioni estremamente importanti sul sistema nervoso del cuore e su come il cervello e il cuore comunicano attraverso il sistema nervoso.
Dopo approfondite ricerche, uno dei primi pionieri della psiconeurocardiologia, il Dr. J. Andrew Armour, nel 1991 introdusse il concetto di "cervello del cuore".
Il suo lavoro dimostrò che il cuore ha un complesso sistema nervoso intrinseco molto sofisticato, un "piccolo cervello" appunto, una rete intricata di diversi tipi di neuroni, neurotrasmettitori, proteine e cellule, molto simili a quelli trovati nel cervello.
Nel libro "Neurocardiology", il Dr. Armour e il Dr. Jeffrey Ardell, forniscono una panoramica completa della funzione del sistema nervoso intrinseco del cuore: il quale contiene circa 40.000 neuroni, detti neuriti sensori; essi rilevano gli ormoni circolanti, La chimica corporea, la pressione e la frequenza cardiaca.
Quindi il mio suggerimento è quello di contattare il cardiologo, e successivamente avvalersi di una consulenza psicologico-psicoterapica.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.4k visite dal 05/06/2017.
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Approfondimento su Ansia
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