Trauma infantile
Buongiorno,
vengo da dei percorsi di 4 anni di Cognitivo Comportamentale ed 1 anno di psicoanalisi, senza aver ottenuto dei risultati. Come indicato nell'oggetto il mio problema è un trauma infantile di cui porto ancora la cicatrice. Il trauma però non è nitido nella mia mente ma mi viene, nei momenti di pseudo rilassamento, un flash del quale però mi spavento subito e mi allontano, senza avere il coraggio di affrontarlo. A volte riesco a percepire qualcosa in più e sento che mi viene da piangere, ma è come se non volessi affrontare e stoppo l'emozione dissociandomi. Ho quindi come si intuisce dei meccanismi difensivi molto consolidati e forti.
Detto ciò, ho visto in internet dell'emdr, della psicotraumatologia, della psicologia sensoriale, dell'ipnosi, ecc. Quale potrebbe essere un percorso valido per lo superamento di un trauma? Ce n'è uno meglio di un altro?
Grazie
vengo da dei percorsi di 4 anni di Cognitivo Comportamentale ed 1 anno di psicoanalisi, senza aver ottenuto dei risultati. Come indicato nell'oggetto il mio problema è un trauma infantile di cui porto ancora la cicatrice. Il trauma però non è nitido nella mia mente ma mi viene, nei momenti di pseudo rilassamento, un flash del quale però mi spavento subito e mi allontano, senza avere il coraggio di affrontarlo. A volte riesco a percepire qualcosa in più e sento che mi viene da piangere, ma è come se non volessi affrontare e stoppo l'emozione dissociandomi. Ho quindi come si intuisce dei meccanismi difensivi molto consolidati e forti.
Detto ciò, ho visto in internet dell'emdr, della psicotraumatologia, della psicologia sensoriale, dell'ipnosi, ecc. Quale potrebbe essere un percorso valido per lo superamento di un trauma? Ce n'è uno meglio di un altro?
Grazie
[#1]
Gentile utente,
mi risulta che sia l'EMDR che l'ipnosi possono essere indicati, ma in realtà dovrebbero funzionare bene anche delle tecniche di scrittura o altre manovre della Terapia Strategica Breve.
I traumi rispondono molto bene a dei compiti di scrittura e se questi non sono attuabili, anche a colloqui ripetuti.
Ovviamente se il ricordo non è nitido l'elaborazione diventa più difficile, l'ipnosi e l'EMDR potrebbero aiutare, ma potrebbero rivelarsi ancora più efficaci tecniche che stimolano l'elaborazione ancora più attivamente e con un maggiore ausilio/guida del terapeuta, come può avvenire con le tecniche della Gestalt.
Mi rendo conto di averle forse aumentato le possibilità di scelta, ma tenga anche presente che le Terapie Brevi (anche la Gestalt spesso è molto veloce) dovrebbero dare risultati già dopo pochissimi colloqui, di modo che lei può facilmente orientarsi senza spendere fortune.
cordiali saluti
mi risulta che sia l'EMDR che l'ipnosi possono essere indicati, ma in realtà dovrebbero funzionare bene anche delle tecniche di scrittura o altre manovre della Terapia Strategica Breve.
I traumi rispondono molto bene a dei compiti di scrittura e se questi non sono attuabili, anche a colloqui ripetuti.
Ovviamente se il ricordo non è nitido l'elaborazione diventa più difficile, l'ipnosi e l'EMDR potrebbero aiutare, ma potrebbero rivelarsi ancora più efficaci tecniche che stimolano l'elaborazione ancora più attivamente e con un maggiore ausilio/guida del terapeuta, come può avvenire con le tecniche della Gestalt.
Mi rendo conto di averle forse aumentato le possibilità di scelta, ma tenga anche presente che le Terapie Brevi (anche la Gestalt spesso è molto veloce) dovrebbero dare risultati già dopo pochissimi colloqui, di modo che lei può facilmente orientarsi senza spendere fortune.
cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#2]
Utente
Buongiorno,
la ringrazio per la risposta. Spulciando in Internet non mi è chiarissimo in cosa consista la terapia della Gelstalt. A me la cosa che non mi rende ottimista, non della Gelstalt nello specifico ma in generale, sono i miei meccanismi difensivi che appunto sono veramente forti pur di non andare a vedere il trauma. Sono passato dal DOC, a dei veri e proprio scatti fisici. Mi sono reso conto che da tutta la vita sono stato preda di pensieri paranoici, fino a vere e proprie costruzioni mentali, che mi servivano per mantenermi distante dal dolore. Tutt'ora questi pensieri, sebbene non li badi perchè mi rendo conto che sono solo difese, purtroppo mi tengono ben distante dal dolore. E con i colloqui orali non riesco ad arginarli tali meccanismi. L'ipnosi, emdr, gestalt ecc. vanno oltre questi meccanismi difensivi?
la ringrazio per la risposta. Spulciando in Internet non mi è chiarissimo in cosa consista la terapia della Gelstalt. A me la cosa che non mi rende ottimista, non della Gelstalt nello specifico ma in generale, sono i miei meccanismi difensivi che appunto sono veramente forti pur di non andare a vedere il trauma. Sono passato dal DOC, a dei veri e proprio scatti fisici. Mi sono reso conto che da tutta la vita sono stato preda di pensieri paranoici, fino a vere e proprie costruzioni mentali, che mi servivano per mantenermi distante dal dolore. Tutt'ora questi pensieri, sebbene non li badi perchè mi rendo conto che sono solo difese, purtroppo mi tengono ben distante dal dolore. E con i colloqui orali non riesco ad arginarli tali meccanismi. L'ipnosi, emdr, gestalt ecc. vanno oltre questi meccanismi difensivi?
[#3]
Gentile utente,
Vorrei porgerle alcune domande.
*. In un consulto dello scorso agosto, scrive: "l'evento riguarda la morte di mio nonno per la quale io ero felice ma in un certo senso mi fu "fatto pesare"
Potrebbe, se lo desidera, spiegarci meglio che cosa intende con: "io ero felice ma in un certo mi fu fatto pesare" ???
* è questo pensiero che le determina flashback inerenti il passato?
Ringrazio anticipatamente per le risposte che, se vuole, vorrà darci.
Vorrei porgerle alcune domande.
*. In un consulto dello scorso agosto, scrive: "l'evento riguarda la morte di mio nonno per la quale io ero felice ma in un certo senso mi fu "fatto pesare"
Potrebbe, se lo desidera, spiegarci meglio che cosa intende con: "io ero felice ma in un certo mi fu fatto pesare" ???
* è questo pensiero che le determina flashback inerenti il passato?
Ringrazio anticipatamente per le risposte che, se vuole, vorrà darci.
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#4]
Utente
Buonasera,
con quella frase intendo che quando dissi che non avevo pianto per la morte di mio nonno, al seguito dello stupore da parte della maestra d'elementari intervenne mia madre dicendo davanti a lei appunto "come no, si che hai pianto". Ed in quel momento so che ho visto nero. Ora quel ricordo è nitido, il flash invece non riesco a decifrarlo. Tempo fa mi venne a galla un pensiero riguardante la mia felicità in relazione con mia madre: per un paio di secondi sono stato bene e poi è come se lo avessi ributtato indietro nella mia mente, a non volerlo guardare. Ma se cerco di ricomporre questo pensiero razionalmente non ci riesco, vengono solo ipotesi che non si avvicinano dall'originale (che appunto non ricordo ma mi ha lasciato un sentore). Ora non so se questo flash sia un ricordo o questo pensiero, so che ne ho terribilmente paura.
con quella frase intendo che quando dissi che non avevo pianto per la morte di mio nonno, al seguito dello stupore da parte della maestra d'elementari intervenne mia madre dicendo davanti a lei appunto "come no, si che hai pianto". Ed in quel momento so che ho visto nero. Ora quel ricordo è nitido, il flash invece non riesco a decifrarlo. Tempo fa mi venne a galla un pensiero riguardante la mia felicità in relazione con mia madre: per un paio di secondi sono stato bene e poi è come se lo avessi ributtato indietro nella mia mente, a non volerlo guardare. Ma se cerco di ricomporre questo pensiero razionalmente non ci riesco, vengono solo ipotesi che non si avvicinano dall'originale (che appunto non ricordo ma mi ha lasciato un sentore). Ora non so se questo flash sia un ricordo o questo pensiero, so che ne ho terribilmente paura.
[#5]
(...)Ora non so se questo flash sia un ricordo o questo pensiero, so che ne ho terribilmente paura.(...)
gentile utente ho la sensazione che lei stia cercando soluzioni inadeguate al suo problema che potrebbe avere una valenza prettamente ossessiva e che un cosiddetto trauma non centri proprio nulla. Occhio a cercare qualcosa nelle memoria passate si rischia di trovare traumi e confermarli anche se questi non sono mai avvenuti-
legga questo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1396-molestie-e-abusi-ipotesi-o-ricordi-quando-il-trauma-non-e-mai-avvenuto.html
gentile utente ho la sensazione che lei stia cercando soluzioni inadeguate al suo problema che potrebbe avere una valenza prettamente ossessiva e che un cosiddetto trauma non centri proprio nulla. Occhio a cercare qualcosa nelle memoria passate si rischia di trovare traumi e confermarli anche se questi non sono mai avvenuti-
legga questo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1396-molestie-e-abusi-ipotesi-o-ricordi-quando-il-trauma-non-e-mai-avvenuto.html
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#6]
Utente
Buongiorno,
ho letto l'articolo. Forse però mi sono espresso male io. Sono certo al 100% che non ho subito un trauma materiale (violenze, maltrattamenti, ecc..), ma è successo qualcosa secondo me per il quale la mia mente ha vissuto un particolare evento emotivo come traumatico, ma che analizzato dall'esterno, o magari successo ad un altro bambino, non avrebbe comportato niente. Sono sempre stato ipersensibile. In più quando avevo 7 anni mi mandarono dallo psicologo ed emerse, tramite dei test e colloqui, una "personalità" (non so se possa essere il termine adatto) colma di rabbia e di rancore, a prova che già all'epoca c'era qualcosa che non andava. Purtroppo però le cure non vennero proseguite.
Ora io accetto anche l'idea che possa essere un pensiero ossessivo, e come indicato precedentemente a valorizzarne la tesi ci sta anche che quando mi venne in mente questo pensiero mi sono sentito subito meglio, salvo poi negarmelo e "rispingerlo" nei meandri della mia mente, bello chiuso da molteplici meccanismi difensivi. Il risultato ad oggi è che quando mi passa questo flash mi blocco, sento paura, e questa sensazione si scatena sempre quando provo dei momenti di benessere\felicità, quindi è molto frustrante non provare emozioni positive perchè sopraffatte dalla paura e dai meccanismi difensivi. Detto ciò l'ipnosi, emdr, gestalt ecc. vanno oltre questi meccanismi difensivi?
Grazie
ho letto l'articolo. Forse però mi sono espresso male io. Sono certo al 100% che non ho subito un trauma materiale (violenze, maltrattamenti, ecc..), ma è successo qualcosa secondo me per il quale la mia mente ha vissuto un particolare evento emotivo come traumatico, ma che analizzato dall'esterno, o magari successo ad un altro bambino, non avrebbe comportato niente. Sono sempre stato ipersensibile. In più quando avevo 7 anni mi mandarono dallo psicologo ed emerse, tramite dei test e colloqui, una "personalità" (non so se possa essere il termine adatto) colma di rabbia e di rancore, a prova che già all'epoca c'era qualcosa che non andava. Purtroppo però le cure non vennero proseguite.
Ora io accetto anche l'idea che possa essere un pensiero ossessivo, e come indicato precedentemente a valorizzarne la tesi ci sta anche che quando mi venne in mente questo pensiero mi sono sentito subito meglio, salvo poi negarmelo e "rispingerlo" nei meandri della mia mente, bello chiuso da molteplici meccanismi difensivi. Il risultato ad oggi è che quando mi passa questo flash mi blocco, sento paura, e questa sensazione si scatena sempre quando provo dei momenti di benessere\felicità, quindi è molto frustrante non provare emozioni positive perchè sopraffatte dalla paura e dai meccanismi difensivi. Detto ciò l'ipnosi, emdr, gestalt ecc. vanno oltre questi meccanismi difensivi?
Grazie
[#7]
(...)Detto ciò l'ipnosi, emdr, gestalt ecc. vanno oltre questi meccanismi difensivi?(..)
la sua premessa è scorretta NON necessariamente deve andare al di là di meccanismi difensivi deve solo trattare la sua probabilissima dinamica ossessiva. NON deve cercare improbabili cause remote.
saluti
la sua premessa è scorretta NON necessariamente deve andare al di là di meccanismi difensivi deve solo trattare la sua probabilissima dinamica ossessiva. NON deve cercare improbabili cause remote.
saluti
[#8]
Utente
Ok, e come? Con la TCC e la psicanalisi non ho avuto molti benefici. C'è qualche altra terapia?
Ed inoltre una cosa non mi è chiara: secondo Lei questo flash che mi passa che cos'è? Un pensiero ossessivo? Anche secondo me potrebbe essere solamente un pensiero. Ma il problema è che non riesco a "percepirlo".
Ed inoltre una cosa non mi è chiara: secondo Lei questo flash che mi passa che cos'è? Un pensiero ossessivo? Anche secondo me potrebbe essere solamente un pensiero. Ma il problema è che non riesco a "percepirlo".
[#9]
A questo punto, concordo pienamente con il Collega De Vincentiis riguardo alla tematica ossessiva.
"salvo poi negarmelo e "rispingerlo" nei meandri della mia mente, bello chiuso da molteplici meccanismi difensivi."
"un flash del quale però mi spavento subito e mi allontano, senza avere il coraggio di affrontarlo."
Se non sono pensieri ossessivi questi...
Non vuol dire nulla che lei ha fatto 4 anni di TCC e uno di psicoanalisi. Le variabili, nel processo terapeutico, sono moltissime...
Oltretutto,
È sufficiente leggere i titoli dei suoi consulti qui su Medicitalia, per comprendere che verosimilmente ci troviamo al cospetto di un carattere ed un'emotività ossessivi. È sarebbe proprio tipico della sua personalità ossessiva, cercare di voler dare una spiegazione a tutto.
Ma la strategia più utile non è quella di cercare risposte continuamente, ma è quella di porre rimedio alla sua tendenza a farsi e fare continue domande.
"salvo poi negarmelo e "rispingerlo" nei meandri della mia mente, bello chiuso da molteplici meccanismi difensivi."
"un flash del quale però mi spavento subito e mi allontano, senza avere il coraggio di affrontarlo."
Se non sono pensieri ossessivi questi...
Non vuol dire nulla che lei ha fatto 4 anni di TCC e uno di psicoanalisi. Le variabili, nel processo terapeutico, sono moltissime...
Oltretutto,
È sufficiente leggere i titoli dei suoi consulti qui su Medicitalia, per comprendere che verosimilmente ci troviamo al cospetto di un carattere ed un'emotività ossessivi. È sarebbe proprio tipico della sua personalità ossessiva, cercare di voler dare una spiegazione a tutto.
Ma la strategia più utile non è quella di cercare risposte continuamente, ma è quella di porre rimedio alla sua tendenza a farsi e fare continue domande.
[#10]
Utente
La situazione dai miei precedenti consulti è cambiata da un certo punto di vista. Sicuramente da un anno a questa parte le domande ossessive che mi pongo sono diminuite. L'unica che mi pongo è perchè sto male? Perchè mi scatta la paura quando mi pervade questo flash? Tutto qua, non chiedo la luna. Tenendo conto del fatto che da qualche mese non lavoro più e purtroppo non ne sono in grado, non esco più con gli amici e non esco in generale. Vorrei, ma solo all'idea mi spaventa.
[#12]
e quanto più intensamente darà peso al pensiero ossessivo che avverte, tanto più starà "male" e tanto più ci sarà la probabilità di cadere nel vortice depressivo.
Quindi:
- contatti un medico psichiatra per un eventuale terapia farmacologica e la associ con una TCC, in cui il terapeuta non è quello che "da consigli", ma è quello che condivide con lei strategie funzionali e mirate alla riduzione del sintomo ossessivo. Non conosco il suo percorso terapeutico, ma la psicoterapia la inizi a considerare come una gara di rally. In cui nella macchina siete in due. Il suo terapeuta è il pilota perché sa guidare, ma deve necessariamente avere lei accanto come co-pilota che ha in mano la cartina stradale e dice al pilota: dove, come e quando andare.
Quindi:
- contatti un medico psichiatra per un eventuale terapia farmacologica e la associ con una TCC, in cui il terapeuta non è quello che "da consigli", ma è quello che condivide con lei strategie funzionali e mirate alla riduzione del sintomo ossessivo. Non conosco il suo percorso terapeutico, ma la psicoterapia la inizi a considerare come una gara di rally. In cui nella macchina siete in due. Il suo terapeuta è il pilota perché sa guidare, ma deve necessariamente avere lei accanto come co-pilota che ha in mano la cartina stradale e dice al pilota: dove, come e quando andare.
[#13]
Utente
Sono già sotto cura farmacologica da 2 anni, ma ho notato che non mi è mai stata utile, ed ora (sempre sotto osservazione dello psichiatra) la sto riducendo.
Una precisazione che ho omesso inizialmente: che sia la psicanalista, che una psicoterapeuta (non so precisamente di che branchia) che ho conosciuto tramite dei gruppi di auto mutuo aiuto, hanno riferito che in me ci sono dei sintomi di un trauma. Quindi non l'ho ipotizzato io di sana pianta. Sono consapevole del fatto che ora questo mio trauma è identificato in un pensiero (pensiero ossessivo), che non viene a galla, ma che ha preso origine dall'infanzia. Con trauma non intendo chissà che evento, ma magari una parola detta di troppo che dato il mio carattere e la mia sensibilità da piccolo mi ha "trafitto". Quando questo pensiero è venuto fuori, prima di ricacciarlo dentro la mia mente, ho potuto realizzare che in questa mia convinzione (od ossessione se è più idoneo) centra la figura di mia madre. Per molto tempo mi ci sono soffermato parecchio a cercare di ipotizzare qualcosa su questo pensiero che ricordo a metà, ma sulle ipotesi mi sono reso conto di non concludere niente di utile . Questo pensiero ossessivo è ben marcato dentro la mia mente ma non voglio vederlo, quando mi ci avvicino mi spavento e lui sta la, a crearmi dei notevoli scompensi fisici e ad impedirmi di vivere. Questo confermato anche da 2 terapeuti.
Detto ciò, se una TCC è la più adatta per questo tipo di situazione, quali sono degli indicatori per capire se sto facendo un lavoro corretto con il terapeuta? Capite bene che dopo 4 anni di TCC non buona sono un pò titubante a riguardo, quanto meno nel capire se il lavoro svolto è produttivo.
Grazie
Una precisazione che ho omesso inizialmente: che sia la psicanalista, che una psicoterapeuta (non so precisamente di che branchia) che ho conosciuto tramite dei gruppi di auto mutuo aiuto, hanno riferito che in me ci sono dei sintomi di un trauma. Quindi non l'ho ipotizzato io di sana pianta. Sono consapevole del fatto che ora questo mio trauma è identificato in un pensiero (pensiero ossessivo), che non viene a galla, ma che ha preso origine dall'infanzia. Con trauma non intendo chissà che evento, ma magari una parola detta di troppo che dato il mio carattere e la mia sensibilità da piccolo mi ha "trafitto". Quando questo pensiero è venuto fuori, prima di ricacciarlo dentro la mia mente, ho potuto realizzare che in questa mia convinzione (od ossessione se è più idoneo) centra la figura di mia madre. Per molto tempo mi ci sono soffermato parecchio a cercare di ipotizzare qualcosa su questo pensiero che ricordo a metà, ma sulle ipotesi mi sono reso conto di non concludere niente di utile . Questo pensiero ossessivo è ben marcato dentro la mia mente ma non voglio vederlo, quando mi ci avvicino mi spavento e lui sta la, a crearmi dei notevoli scompensi fisici e ad impedirmi di vivere. Questo confermato anche da 2 terapeuti.
Detto ciò, se una TCC è la più adatta per questo tipo di situazione, quali sono degli indicatori per capire se sto facendo un lavoro corretto con il terapeuta? Capite bene che dopo 4 anni di TCC non buona sono un pò titubante a riguardo, quanto meno nel capire se il lavoro svolto è produttivo.
Grazie
[#14]
Faccia eventuale riferimento a questo sito. Se dovesse scegliere di avvalersi della tecnica dell'EMDR, è bene che il terapeuta stesso che utilizza L'EMDR, sia specialista in TCC o terapia breve strategica. Così potrà lavorare parallelamente sui tratti ossessivi.
http://emdr.it/
http://emdr.it/index.php/terapeuti/
http://emdr.it/
http://emdr.it/index.php/terapeuti/
[#15]
Gentile utente,
prescindo dalla discussione per risponderle solo sul quesito che mi ha fatto nel suo secondo post.
L'ipnosi per definizione è una tecnica che cerca di raggiungere l'inconscio in un modo potremmo dire molto diretto, bypassando in toto o in parte la coscienza.
L'emdr stimola fortemente l'elaborazione cognitiva del paziente, facendo emergere ricordi o associazioni di pensiero. Il suo limite a mio avviso sta nelle capacità di elaborazione della persona, dal momento che il terapeuta ha una funzione prevalentemente di supporto.
La Gestalt per raggiungere l'inconscio si avvale di tecniche varie che possono richiedere anche diverso tempo, ma che possono essere molto veloci se supportate da un abile terapeuta. In essa come nell'ipnosi e più che con l'EMDR a mio avviso, il terapeuta può avere un ruolo attivo che rende l'elaborazione maggiormente efficace.
Cordiali saluti
prescindo dalla discussione per risponderle solo sul quesito che mi ha fatto nel suo secondo post.
L'ipnosi per definizione è una tecnica che cerca di raggiungere l'inconscio in un modo potremmo dire molto diretto, bypassando in toto o in parte la coscienza.
L'emdr stimola fortemente l'elaborazione cognitiva del paziente, facendo emergere ricordi o associazioni di pensiero. Il suo limite a mio avviso sta nelle capacità di elaborazione della persona, dal momento che il terapeuta ha una funzione prevalentemente di supporto.
La Gestalt per raggiungere l'inconscio si avvale di tecniche varie che possono richiedere anche diverso tempo, ma che possono essere molto veloci se supportate da un abile terapeuta. In essa come nell'ipnosi e più che con l'EMDR a mio avviso, il terapeuta può avere un ruolo attivo che rende l'elaborazione maggiormente efficace.
Cordiali saluti
[#16]
Utente
Buonasera,
la ringrazio per la risposta. Terrò in considerazione i suggerimenti ricevuti. Alla fine della fiera mi sono reso conto comunque che il primo nemico in tutto ciò sono io stesso, nel senso che ho talmente paura di questo flash (che a detta dei 2 terapeuti è un trauma, ma non escludo neanche l'ipotesi sollevata dal dottor De Vicentiis che possa essere un meccanismo ossessivo) che mi impedisco di andarlo a vedere e solamente all'idea di affrontarlo mi viene la nausea. Senza poi contare che come conseguenza, sempre diagnosticato dalla terapeuta, ho un blocco emotivo e reagisco al dolore con la dissociazione. Però appunto mi sembra che con il colloquio orale non ne ottenga dei benefici, perchè non riesco ad entrare nel problema. Per questo mi interrogavo su eventuali altre tecniche più dirette.
la ringrazio per la risposta. Terrò in considerazione i suggerimenti ricevuti. Alla fine della fiera mi sono reso conto comunque che il primo nemico in tutto ciò sono io stesso, nel senso che ho talmente paura di questo flash (che a detta dei 2 terapeuti è un trauma, ma non escludo neanche l'ipotesi sollevata dal dottor De Vicentiis che possa essere un meccanismo ossessivo) che mi impedisco di andarlo a vedere e solamente all'idea di affrontarlo mi viene la nausea. Senza poi contare che come conseguenza, sempre diagnosticato dalla terapeuta, ho un blocco emotivo e reagisco al dolore con la dissociazione. Però appunto mi sembra che con il colloquio orale non ne ottenga dei benefici, perchè non riesco ad entrare nel problema. Per questo mi interrogavo su eventuali altre tecniche più dirette.
Questo consulto ha ricevuto 16 risposte e 2.6k visite dal 03/06/2017.
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