Ansia, attacchi di panico e depressione: che fare?
Buongiorno.
Sono un ragazzo di 28 anni e mi trovo in una situazione che, a mio parere, non è affatto normale.
Dall'inizio dell'anno corrente ho deciso di andare a vivere da solo, per cercare di smuovere la situazione (un consiglio peraltro datomi anche da una psicologa che mi seguiva) e diciamo che nel mio piccolo riesco a mantenermi.
Ho una vita abbastanza tranquilla: lavoro in un negozio, ho la mia cerchia di amici, da circa un anno ho voluto prendere la patente della moto e nel tempo libero "cerco" di svagarmi.
In tutto ciò, però, sono perennemente in preda all'angoscia e alla tristezza, piango praticamente un giorno su tre, quando arrivo a casa o quando torno dai miei genitori. Solo con una terapia al bisogno, riesco a stare tranquillo per almeno una settimana o due, per poi ritornare al punto di partenza.
Ammetto che la mia posizione lavorativa non mi sta più piacendo da molto (ho già provato a cambiare lavoro, ma ho paura dell'ignoto, rispetto alla sicurezza di un lavoro, soprattutto in questi tempi) e che la mia compagnia di amicizie inizia a sfaldarsi (o sono io che non sopporto più i miei amici) ed ammetto di non aver mai avuto una ragazza, nessuna.
Ammetto inoltre di aver sempre avuto un carattere introverso e purtroppo pessimista.
Sono già in cura da svariati anni presso la mia ASL di competenza per ansia e attacchi di panico; i farmaci che mi sono stati prescritti, mi è stato detto, che sono una dose discretamente bassa ma sufficientemente giusta.
Da circa 5 mesi convivo con ansia, tremori, mal di testa e sensazione di spilli lungo tutto il corpo e, in seguito al mio cambio di residenza, dovendo cambiare il medico di competenza, mi è stato prescritto un calmante da prendere al bisogno.
Conseguentemente al mio cambio di residenza, ho cercato di cambiare le mie abitudini, pensando anche a come uscire da queste sensazioni: ho iniziato a meditare e a praticare yoga la mattina presto (tramite corsi guidati online), vado a lavoro in bici, cerco di camminare tutti i giorni il più possibile e ho iniziato anche a correre al parco almeno 2 volte alla settimana.
Da circa un mese e mezzo, ho deciso di intraprendere un percorso di psicoterapia privato, dove sto cercando di seguire i consigli della psicoterapeuta, ma dopo il periodo iniziale ora continuo ad essere dubbioso sul reale cambiamento che mi può apportare. Oltre a ciò, essendo sedute private, ho paura di investire soldi in una cosa che potrebbe non darmi una via di soluzione.
Per farla breve, ho una vita apparentemente serena, eppure sono sempre così angosciato e triste.
Ammetto di aver preso male la cura iniziata anni fa con i farmaci, siccome non vedo soluzione.
Vorrei un vostro parere in merito, se è giusto quello che faccio, se dovrei imparare semplicemente ad accettare questa condizione.
Sarò idealista, ma questa a me non sembra un' esistenza ragionevole.
Chiedo scusa per la prolissità.
Grazie dell'attenzione e della disponibilità.
Sono un ragazzo di 28 anni e mi trovo in una situazione che, a mio parere, non è affatto normale.
Dall'inizio dell'anno corrente ho deciso di andare a vivere da solo, per cercare di smuovere la situazione (un consiglio peraltro datomi anche da una psicologa che mi seguiva) e diciamo che nel mio piccolo riesco a mantenermi.
Ho una vita abbastanza tranquilla: lavoro in un negozio, ho la mia cerchia di amici, da circa un anno ho voluto prendere la patente della moto e nel tempo libero "cerco" di svagarmi.
In tutto ciò, però, sono perennemente in preda all'angoscia e alla tristezza, piango praticamente un giorno su tre, quando arrivo a casa o quando torno dai miei genitori. Solo con una terapia al bisogno, riesco a stare tranquillo per almeno una settimana o due, per poi ritornare al punto di partenza.
Ammetto che la mia posizione lavorativa non mi sta più piacendo da molto (ho già provato a cambiare lavoro, ma ho paura dell'ignoto, rispetto alla sicurezza di un lavoro, soprattutto in questi tempi) e che la mia compagnia di amicizie inizia a sfaldarsi (o sono io che non sopporto più i miei amici) ed ammetto di non aver mai avuto una ragazza, nessuna.
Ammetto inoltre di aver sempre avuto un carattere introverso e purtroppo pessimista.
Sono già in cura da svariati anni presso la mia ASL di competenza per ansia e attacchi di panico; i farmaci che mi sono stati prescritti, mi è stato detto, che sono una dose discretamente bassa ma sufficientemente giusta.
Da circa 5 mesi convivo con ansia, tremori, mal di testa e sensazione di spilli lungo tutto il corpo e, in seguito al mio cambio di residenza, dovendo cambiare il medico di competenza, mi è stato prescritto un calmante da prendere al bisogno.
Conseguentemente al mio cambio di residenza, ho cercato di cambiare le mie abitudini, pensando anche a come uscire da queste sensazioni: ho iniziato a meditare e a praticare yoga la mattina presto (tramite corsi guidati online), vado a lavoro in bici, cerco di camminare tutti i giorni il più possibile e ho iniziato anche a correre al parco almeno 2 volte alla settimana.
Da circa un mese e mezzo, ho deciso di intraprendere un percorso di psicoterapia privato, dove sto cercando di seguire i consigli della psicoterapeuta, ma dopo il periodo iniziale ora continuo ad essere dubbioso sul reale cambiamento che mi può apportare. Oltre a ciò, essendo sedute private, ho paura di investire soldi in una cosa che potrebbe non darmi una via di soluzione.
Per farla breve, ho una vita apparentemente serena, eppure sono sempre così angosciato e triste.
Ammetto di aver preso male la cura iniziata anni fa con i farmaci, siccome non vedo soluzione.
Vorrei un vostro parere in merito, se è giusto quello che faccio, se dovrei imparare semplicemente ad accettare questa condizione.
Sarò idealista, ma questa a me non sembra un' esistenza ragionevole.
Chiedo scusa per la prolissità.
Grazie dell'attenzione e della disponibilità.
[#1]
Gentile ragazzo,
partiamo dalla psicoterapia che sta facendo ora: che tipo di psicoterapia è? Quali sono gli obiettivi terapeutici?
Qualcuno di questi obiettivi è stato raggiunto?
partiamo dalla psicoterapia che sta facendo ora: che tipo di psicoterapia è? Quali sono gli obiettivi terapeutici?
Qualcuno di questi obiettivi è stato raggiunto?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
Buonasera dottoressa e grazie innanzitutto per il Suo interessamento.
L'obiettivo della psicoterapia attuale è quello di (testuali parole) "rinforzare la sfera intellettiva e quella spirituale". Nel corso delle sedute, data la pragmaticità della terapeuta, mi è stato consigliato di espandere le mie vedute: frequentare corsi, fare volontariato, conoscere nuove persone. Ora come ora, delle tre non sono riuscito a farne nessuna.
Solo dalle ultime sedute siamo passati da un approccio più pratico a uno più psicologico, condizionato dal fatto che in questo periodo sono di nuovo di cattivo umore.
L'obiettivo della psicoterapia attuale è quello di (testuali parole) "rinforzare la sfera intellettiva e quella spirituale". Nel corso delle sedute, data la pragmaticità della terapeuta, mi è stato consigliato di espandere le mie vedute: frequentare corsi, fare volontariato, conoscere nuove persone. Ora come ora, delle tre non sono riuscito a farne nessuna.
Solo dalle ultime sedute siamo passati da un approccio più pratico a uno più psicologico, condizionato dal fatto che in questo periodo sono di nuovo di cattivo umore.
[#4]
Ex utente
In tutta sincerità non ho capito molto, credo che si intenda fare nuove esperienze, frequentare corsi, conoscere persone nuove, fare volontariato.
Per questi motivi sono dubbioso, perchè sono consigli che può darmi chiunque pensi che una persona debba distrarsi da un disagio come il mio.
Per questi motivi sono dubbioso, perchè sono consigli che può darmi chiunque pensi che una persona debba distrarsi da un disagio come il mio.
[#5]
Infatti le prescrizioni comportamentali che eventualmente può dare uno psicologo psicoterapeuta non sono consigli che può dare chiunque, ma specifiche indicazioni comportamentali che hanno la finalità di aiutare il pz. a modificare ciò che lo fa soffrire e che rende la sua vita difficile.
In questa maniera si possono modificare pensieri, convinzioni, comportamenti ma anche emozioni disfunzionali.
Se è perplesso, dovrebbe discuterne con il terapeuta direttamente.
Da qui non saprei cosa dire su ciò che accade nelle sedute, non essendo presente.
Cordiali saluti,
In questa maniera si possono modificare pensieri, convinzioni, comportamenti ma anche emozioni disfunzionali.
Se è perplesso, dovrebbe discuterne con il terapeuta direttamente.
Da qui non saprei cosa dire su ciò che accade nelle sedute, non essendo presente.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.5k visite dal 01/06/2017.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.