Dubbi Terapia
Salve, ho necessità di contattarvi per cercare di capire meglio la situazione che mi si è presentata in queste ultime settimane.
Innanzitutto vorrei precisare che sono in terapia da una psicoterapeuta da circa un mese, con la quale mi trovo molto bene e della quale ho molta fiducia. Abbiamo terminato oggi la fase di "assessment" dopo aver compilato il test MMPI 2 e aver fatto 2-3 sedute per conoscere la mia storia personale. Mi ha detto che ha inquadrato bene il problema e la mia personalità e mi ha diagnosticato un'ansia grave e una fobia sociale, problemi che cercheremo di risolvere nei mesi a venire. Ora, però, io mi sono rivolto a lei da quando ho saputo che la mia ex ragazza si è trasferita nella mia città (relazione a distanza durata quasi 5 anni e terminata da 3 anni) e questo evento non ha fatto altro che scaturire in me un' ulteriore paura di uscire per il terrore di incontrarla o di trovarla sotto casa. Le ho spiegato, durante la ricostruzione della mia vita personale, il peso che questa unica storia d'amore ha avuto per me ed il modo tremendo con il quale è terminata. Fortunatamente o sfortunatamente, abitando lontano da me, non ho vissuto la fase del "potrei rivederla con qualcun'altro" o "potrei incontrarla quando vado a fare la spesa" e quindi non mi sono mai posto questi problemi. Purtroppo, però, curiosando sono venuto a scoprire che si è trasferita definitivamente qua ed ha iniziato ad allacciare contatti con dei miei amici (che, all'epoca, conosceva ovviamente anche lei) e sono stato catapultato al giorno in cui ci siamo lasciati. Non ho più il magone o la tristezza della separazione affettiva, ma sono davvero terrorizzato dall'idea di vederla comparire nel bar dove lavoro o direttamente sotto casa. Purtroppo, con la dottoressa, non abbiamo approfondito questo episodio nel dettaglio, ma ci soffermati "solo" sui miei problemi relazionali e d'ansia e sembra che il focus della terapia si sia spostato su obiettivi che voglio raggiungere (riprendere l'università, ricominciare ad uscire di più, riallacciare rapporti ecc), ma che in questo momento non sono così importanti per me. Mi spiego meglio, mi sono rivolto a lei dopo aver saputo quanto sopra, ma poi siamo finiti a parlare e ad analizzare tutt'altro, soprattutto dell'aver bloccato la vita da quando mi sono lasciato (con conseguente perdita di amici, isolamento, nessun'altra relazione affettiva, abbandono dell'università ecc). Come mi ha detto lei, "la vita è andata avanti e te ti sei fermato a 3 anni fa". A me piacerebbe, come prima cosa, imparare a gestire quest'ansia che mi attanaglia. Anzi, questo terrore. Cercare di capire come affrontare l'incontro con la ex, che è altamente probabile visto che abito in una città medio/piccola e prima o poi tutti si incontrano.
Ora, comprendo che questa non sia la sede per ulteriori terapie, ma le mie domande sono le seguenti:
- E' normale o accade di frequente, nelle prime sedute, non focalizzarsi sul problema portato dal paziente?
- Gli obiettivi suggeriti dalla dottoressa, che a me sembrano slegati dal problema proposto, possono essere invece legati? Cioè, risolvendo i problemi di ansia e di fobia sociale, posso imparare a capire meglio come affrontare i momenti di forte tensione come questo?
Ovviamente ne parlerò con la dottoressa, questo domande sono solo a scopo informativo.
Grazie.
Innanzitutto vorrei precisare che sono in terapia da una psicoterapeuta da circa un mese, con la quale mi trovo molto bene e della quale ho molta fiducia. Abbiamo terminato oggi la fase di "assessment" dopo aver compilato il test MMPI 2 e aver fatto 2-3 sedute per conoscere la mia storia personale. Mi ha detto che ha inquadrato bene il problema e la mia personalità e mi ha diagnosticato un'ansia grave e una fobia sociale, problemi che cercheremo di risolvere nei mesi a venire. Ora, però, io mi sono rivolto a lei da quando ho saputo che la mia ex ragazza si è trasferita nella mia città (relazione a distanza durata quasi 5 anni e terminata da 3 anni) e questo evento non ha fatto altro che scaturire in me un' ulteriore paura di uscire per il terrore di incontrarla o di trovarla sotto casa. Le ho spiegato, durante la ricostruzione della mia vita personale, il peso che questa unica storia d'amore ha avuto per me ed il modo tremendo con il quale è terminata. Fortunatamente o sfortunatamente, abitando lontano da me, non ho vissuto la fase del "potrei rivederla con qualcun'altro" o "potrei incontrarla quando vado a fare la spesa" e quindi non mi sono mai posto questi problemi. Purtroppo, però, curiosando sono venuto a scoprire che si è trasferita definitivamente qua ed ha iniziato ad allacciare contatti con dei miei amici (che, all'epoca, conosceva ovviamente anche lei) e sono stato catapultato al giorno in cui ci siamo lasciati. Non ho più il magone o la tristezza della separazione affettiva, ma sono davvero terrorizzato dall'idea di vederla comparire nel bar dove lavoro o direttamente sotto casa. Purtroppo, con la dottoressa, non abbiamo approfondito questo episodio nel dettaglio, ma ci soffermati "solo" sui miei problemi relazionali e d'ansia e sembra che il focus della terapia si sia spostato su obiettivi che voglio raggiungere (riprendere l'università, ricominciare ad uscire di più, riallacciare rapporti ecc), ma che in questo momento non sono così importanti per me. Mi spiego meglio, mi sono rivolto a lei dopo aver saputo quanto sopra, ma poi siamo finiti a parlare e ad analizzare tutt'altro, soprattutto dell'aver bloccato la vita da quando mi sono lasciato (con conseguente perdita di amici, isolamento, nessun'altra relazione affettiva, abbandono dell'università ecc). Come mi ha detto lei, "la vita è andata avanti e te ti sei fermato a 3 anni fa". A me piacerebbe, come prima cosa, imparare a gestire quest'ansia che mi attanaglia. Anzi, questo terrore. Cercare di capire come affrontare l'incontro con la ex, che è altamente probabile visto che abito in una città medio/piccola e prima o poi tutti si incontrano.
Ora, comprendo che questa non sia la sede per ulteriori terapie, ma le mie domande sono le seguenti:
- E' normale o accade di frequente, nelle prime sedute, non focalizzarsi sul problema portato dal paziente?
- Gli obiettivi suggeriti dalla dottoressa, che a me sembrano slegati dal problema proposto, possono essere invece legati? Cioè, risolvendo i problemi di ansia e di fobia sociale, posso imparare a capire meglio come affrontare i momenti di forte tensione come questo?
Ovviamente ne parlerò con la dottoressa, questo domande sono solo a scopo informativo.
Grazie.
[#1]
E' necessario senz'altro parlarne con la terapeuta, ma provo a rispondere alle Sue domande.
Innanzitutto dipende dal tipo di psicoterapia che sta facendo: io posso arrivare allo stesso risultato percorrendo strade diverse.
Provo a risponderLe secondo l'approccio cognitivo-comportamentale.
- E' normale o accade di frequente, nelle prime sedute, non focalizzarsi sul problema portato dal paziente?
No
- Gli obiettivi suggeriti dalla dottoressa, che a me sembrano slegati dal problema proposto, possono essere invece legati? Cioè, risolvendo i problemi di ansia e di fobia sociale, posso imparare a capire meglio come affrontare i momenti di forte tensione come questo?
SI. Chiaramente gli obiettivi devono essere sensati, misurabili e percorribili
Cordiali saluti,
Innanzitutto dipende dal tipo di psicoterapia che sta facendo: io posso arrivare allo stesso risultato percorrendo strade diverse.
Provo a risponderLe secondo l'approccio cognitivo-comportamentale.
- E' normale o accade di frequente, nelle prime sedute, non focalizzarsi sul problema portato dal paziente?
No
- Gli obiettivi suggeriti dalla dottoressa, che a me sembrano slegati dal problema proposto, possono essere invece legati? Cioè, risolvendo i problemi di ansia e di fobia sociale, posso imparare a capire meglio come affrontare i momenti di forte tensione come questo?
SI. Chiaramente gli obiettivi devono essere sensati, misurabili e percorribili
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
La terapia che sto seguendo è di orientamento cognitivo-comportamentale.
Praticamente dalla seconda seduta in poi abbiamo ripercorso tutta la mia vita, dall'infanzia ad oggi ma del reale problema per il quale mi sono rivolto alla dottoressa ne abbiamo parlato, secondo me, poco.
Ovviamente, siamo ancora agli inizi, ma sono rimasto un po' sorpreso quando ho notato che abbiamo preso una direzione che sì è giusta, ma non di primaria importanza per me. O meglio, riuscissimo a risolvere tutti i problemi insieme sarebbe certamente meglio.
Praticamente dalla seconda seduta in poi abbiamo ripercorso tutta la mia vita, dall'infanzia ad oggi ma del reale problema per il quale mi sono rivolto alla dottoressa ne abbiamo parlato, secondo me, poco.
Ovviamente, siamo ancora agli inizi, ma sono rimasto un po' sorpreso quando ho notato che abbiamo preso una direzione che sì è giusta, ma non di primaria importanza per me. O meglio, riuscissimo a risolvere tutti i problemi insieme sarebbe certamente meglio.
[#3]
Utente
Salve,
innanzitutto, sono stato troppo frettoloso nel giudicare la Dottoressa poiché oggi è emerso, come sostenevo e pensavo, che il problema "più grande" è il fatto di non aver elaborato in questi anni la separazione affettiva dalla mia ex ragazza e proprio su questo, inizialmente, lavoreremo. Mi ha assegnato un esercizio di mindfulness da eseguire a casa e mi ha informato che intraprenderemo un percorso con la tecnica EMDR e mi ha spiegato come funziona. Uscito dalla terapia, ho iniziato a riflettere su questa tecnica e sono un po' spaventato dal dolore che potrei provare. Mi è stato detto che potrebbe essere dolorosa e che potrei avere delle "ricadute" (flashback) durante le settimane di trattamento ma che, ovviamente, tutto ciò è positivo per il raggiungimento degli obiettivi.
Un'altra cosa che mi preoccupa di questa tecnica è il fatto che non ho un vero e proprio evento traumatico sul quale focalizzarmi. Io e la mia ex ragazza ci siamo lasciati, più o meno, come fanno tutti. Quindi, a cosa dovrò pensare durante la terapia? La Dottoressa mi guiderà o dovrò fare tutto da solo?
Purtroppo questi dubbi mi assalgono una volta uscito dalla seduta e devo aspettare una settimana per poterne parlare di persona con la terapeuta, per questo chiedo un consulto a Voi.
Grazie.
innanzitutto, sono stato troppo frettoloso nel giudicare la Dottoressa poiché oggi è emerso, come sostenevo e pensavo, che il problema "più grande" è il fatto di non aver elaborato in questi anni la separazione affettiva dalla mia ex ragazza e proprio su questo, inizialmente, lavoreremo. Mi ha assegnato un esercizio di mindfulness da eseguire a casa e mi ha informato che intraprenderemo un percorso con la tecnica EMDR e mi ha spiegato come funziona. Uscito dalla terapia, ho iniziato a riflettere su questa tecnica e sono un po' spaventato dal dolore che potrei provare. Mi è stato detto che potrebbe essere dolorosa e che potrei avere delle "ricadute" (flashback) durante le settimane di trattamento ma che, ovviamente, tutto ciò è positivo per il raggiungimento degli obiettivi.
Un'altra cosa che mi preoccupa di questa tecnica è il fatto che non ho un vero e proprio evento traumatico sul quale focalizzarmi. Io e la mia ex ragazza ci siamo lasciati, più o meno, come fanno tutti. Quindi, a cosa dovrò pensare durante la terapia? La Dottoressa mi guiderà o dovrò fare tutto da solo?
Purtroppo questi dubbi mi assalgono una volta uscito dalla seduta e devo aspettare una settimana per poterne parlare di persona con la terapeuta, per questo chiedo un consulto a Voi.
Grazie.
[#4]
"Mi ha assegnato un esercizio di mindfulness da eseguire a casa e mi ha informato che intraprenderemo un percorso con la tecnica EMDR e mi ha spiegato come funziona. "
Quale esercizio è stato assegnato?
" Mi è stato detto che potrebbe essere dolorosa e che potrei avere delle "ricadute" (flashback) durante le settimane di trattamento ma che, ovviamente, tutto ciò è positivo per il raggiungimento degli obiettivi. "
Chi glielo ha detto?
Quale esercizio è stato assegnato?
" Mi è stato detto che potrebbe essere dolorosa e che potrei avere delle "ricadute" (flashback) durante le settimane di trattamento ma che, ovviamente, tutto ciò è positivo per il raggiungimento degli obiettivi. "
Chi glielo ha detto?
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.2k visite dal 29/05/2017.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.