Ansia e paura di morire
Salve sono una ragazza di 22 anni.. da circa 4 anni (dopo la morte di mio nonno) ho iniziato a star male. Mi è sempre stata diagnosticata ansia.. ho avuto vari momenti di alti e bassi con sintomi come: peso al petto e allo stomaco, difficoltà a digerire, mancanza di aria improvvisa, senso di agitazione e tensione ecc per questo mi sono state prescritte, dalla mia dott di base delle gocce rilassanti a base di erbe.
Finita la scuola superiore ho iniziato a lavorare come barista e psicologicamente non stavo bene perché era un posto dove non mi trovavo tanto bene.
Ho lasciato quel posto di lavoro e dopo un po di tempo ho ripreso in un altro bar (vicino casa) come cameriera.. dove ho lavorato per circa 9 mesi.
Anche qui nell'ultimo periodo cominciavo ad accusare nuovamente sintomi di ansia stress e tensione tant'è che il mese di luglio del 2016 ho avuto un forte calo fisico e psicologico (ovviamente mi sono recata spesso in pronto soccorso dove mi consigliavano soltanto di provvedere con ansiolitici e terapia psicologica).
Da quel momento la mia dott di base mi ha prescritto xanax in gocce tipo 10 al mattino 8 al pomeriggio e 8 la sera e così per un po fino a scalare (ma nn di molto).
Nel frattempo ho seguito un percorso cognitivo comportamentale che però non mi ha aiutato più di tanto..
Purtroppo a dicembre sempre del 2016 ho perso mio padre per arresto cardiaco.. ovviamente il mio stato psicologico è peggiorato parecchio.. anche se nonostante tutto sono riuscita ad essere forte ad aiutare in famiglia ecc.. nel contempo però ho avuto un forte stato confusionale.. il mio ragazzo stava aprendo un attività di ristorazione quindi oltre al dolore e ai vari pensieri per la famiglia e per me c'erano anche i vari impegni per l'avvio di questa attività.
Diciamo che da luglio a dicembre la situazione era un po migliorata.. da dicembre ad ora piano piano cerco di farmi forza ead impegnarmi anche appunto con l'attività che ormai è avviata e va bene.
In tutto ciò non ho continuato il percorso con la psicologa ma mi sono rivolta ad una psichiatra (amica di famiglia) la quale invece dello xanax mi ha prescritto il pasaden in compresse da 1 mg da prendere mezza la mattina mezza il pomeriggio e mezza la sera.
Il mio più grande problema però in tutta questa confusione è la paura.. la paura continua di star male, di morire da un momento all'altro, di questi sintomi che persistono e che pur non essendo così tanto forti e gravi, mi fanno star male.
Provo in tutti i modi a controllarmi e a convincermi di non preoccuparmi perché i vari accertamenti fatti sono tutti perfetti ma le il momento non riesco ancora bene.
Volevo chiedere se da tutto ciò è possibile uscirne.. che tipo di terapia posso seguire?? e come posso comportarmi quando mi capitano questi momenti di calo??.. perché spesso non riesco proprio a reagire.
Grazie
Finita la scuola superiore ho iniziato a lavorare come barista e psicologicamente non stavo bene perché era un posto dove non mi trovavo tanto bene.
Ho lasciato quel posto di lavoro e dopo un po di tempo ho ripreso in un altro bar (vicino casa) come cameriera.. dove ho lavorato per circa 9 mesi.
Anche qui nell'ultimo periodo cominciavo ad accusare nuovamente sintomi di ansia stress e tensione tant'è che il mese di luglio del 2016 ho avuto un forte calo fisico e psicologico (ovviamente mi sono recata spesso in pronto soccorso dove mi consigliavano soltanto di provvedere con ansiolitici e terapia psicologica).
Da quel momento la mia dott di base mi ha prescritto xanax in gocce tipo 10 al mattino 8 al pomeriggio e 8 la sera e così per un po fino a scalare (ma nn di molto).
Nel frattempo ho seguito un percorso cognitivo comportamentale che però non mi ha aiutato più di tanto..
Purtroppo a dicembre sempre del 2016 ho perso mio padre per arresto cardiaco.. ovviamente il mio stato psicologico è peggiorato parecchio.. anche se nonostante tutto sono riuscita ad essere forte ad aiutare in famiglia ecc.. nel contempo però ho avuto un forte stato confusionale.. il mio ragazzo stava aprendo un attività di ristorazione quindi oltre al dolore e ai vari pensieri per la famiglia e per me c'erano anche i vari impegni per l'avvio di questa attività.
Diciamo che da luglio a dicembre la situazione era un po migliorata.. da dicembre ad ora piano piano cerco di farmi forza ead impegnarmi anche appunto con l'attività che ormai è avviata e va bene.
In tutto ciò non ho continuato il percorso con la psicologa ma mi sono rivolta ad una psichiatra (amica di famiglia) la quale invece dello xanax mi ha prescritto il pasaden in compresse da 1 mg da prendere mezza la mattina mezza il pomeriggio e mezza la sera.
Il mio più grande problema però in tutta questa confusione è la paura.. la paura continua di star male, di morire da un momento all'altro, di questi sintomi che persistono e che pur non essendo così tanto forti e gravi, mi fanno star male.
Provo in tutti i modi a controllarmi e a convincermi di non preoccuparmi perché i vari accertamenti fatti sono tutti perfetti ma le il momento non riesco ancora bene.
Volevo chiedere se da tutto ciò è possibile uscirne.. che tipo di terapia posso seguire?? e come posso comportarmi quando mi capitano questi momenti di calo??.. perché spesso non riesco proprio a reagire.
Grazie
[#1]
Gentile utente,
rispondo volentieri al suo consulto, ma prima vorrei farle delle domande per comprendere meglio (lei capirà..con i limiti comunque di una consulenza online).
1) ha una diagnosi specialistica? Psichiatrica e/o psicologica?
Dire "ansia" e basta, senza un preciso inquadramento diagnostico e di funzionamento cognitivo, è come dire nulla...
2) in proposito alla terapia cognitivo - comportamentale che ha seguito:
* come si svolgevano le sedute?
* su cosa avete lavorato? Che strategie avete utilizzato, avete condiviso scopi terapeutici con il Collega? Se si, sono stati raggiunti? e quali scopi sono stati raggiunti? In che misura?
* come erano cadenzate le sedute? (Una volta a settimana?)
* come si trovava, emotivamente, nella relazione con il collega?
rispondo volentieri al suo consulto, ma prima vorrei farle delle domande per comprendere meglio (lei capirà..con i limiti comunque di una consulenza online).
1) ha una diagnosi specialistica? Psichiatrica e/o psicologica?
Dire "ansia" e basta, senza un preciso inquadramento diagnostico e di funzionamento cognitivo, è come dire nulla...
2) in proposito alla terapia cognitivo - comportamentale che ha seguito:
* come si svolgevano le sedute?
* su cosa avete lavorato? Che strategie avete utilizzato, avete condiviso scopi terapeutici con il Collega? Se si, sono stati raggiunti? e quali scopi sono stati raggiunti? In che misura?
* come erano cadenzate le sedute? (Una volta a settimana?)
* come si trovava, emotivamente, nella relazione con il collega?
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#2]
Utente
Grazie per aver risposto.
Allora la diagnosi è depressione con sintomi ansiosi..detto sia dalla psicologa che psichiatra.. la psichiatra mi ha fatto fare il test MMPI ed è risultato ciò.
Le sedute di terapia cognitivo - comportamentale si svolgevano una volta alla settimana e mi trovavo bene solo che ciò che mi veniva consigliato di fare come strategie non sempre riuscivo ad applicarle.. come ad esempio dedicarmi alle cose che mi piaceva veramente fare oppure cercare di modificare il mio pensiero da negativo a positivo. La cosa che sono riuscita a modifcare è il liberarmi dal nido che avevo creato stando in casa.. il mese di luglio non pensavo di uscire di giorno per paura di svenire con il caldo, di star male fuori.. ora invece esco e anzi preferisco stare fuori (anche perché la morta di mio padre mi ha colpito molto e stare a casa nn mi aiuta). La cosa che più mi fa star male è questa paura continua che mi possa succedere qualcosa e anche che possa succedere agli altri.. tante volte preferisco star fuori anche perché penso che se mi succede qualcosa possa immediatamente correre in ospedale e cose del genere :(
E un'altra cosa per cui non sto bene è il fatto che mi addosso molti pensieri preoccupazioni colpe ecc che fondamentalmente non mi spettano così da accumulare molto stress ansia e paure che esplodono poi ad un tratto. Non so veramente come poter risolvere.. la cura farmacologica mi aiuta si, ma non riesco a cambiare il mio modo di pensare e prendere le cose.
Grazie ancora per la risposta
Allora la diagnosi è depressione con sintomi ansiosi..detto sia dalla psicologa che psichiatra.. la psichiatra mi ha fatto fare il test MMPI ed è risultato ciò.
Le sedute di terapia cognitivo - comportamentale si svolgevano una volta alla settimana e mi trovavo bene solo che ciò che mi veniva consigliato di fare come strategie non sempre riuscivo ad applicarle.. come ad esempio dedicarmi alle cose che mi piaceva veramente fare oppure cercare di modificare il mio pensiero da negativo a positivo. La cosa che sono riuscita a modifcare è il liberarmi dal nido che avevo creato stando in casa.. il mese di luglio non pensavo di uscire di giorno per paura di svenire con il caldo, di star male fuori.. ora invece esco e anzi preferisco stare fuori (anche perché la morta di mio padre mi ha colpito molto e stare a casa nn mi aiuta). La cosa che più mi fa star male è questa paura continua che mi possa succedere qualcosa e anche che possa succedere agli altri.. tante volte preferisco star fuori anche perché penso che se mi succede qualcosa possa immediatamente correre in ospedale e cose del genere :(
E un'altra cosa per cui non sto bene è il fatto che mi addosso molti pensieri preoccupazioni colpe ecc che fondamentalmente non mi spettano così da accumulare molto stress ansia e paure che esplodono poi ad un tratto. Non so veramente come poter risolvere.. la cura farmacologica mi aiuta si, ma non riesco a cambiare il mio modo di pensare e prendere le cose.
Grazie ancora per la risposta
[#3]
Bene. La ringrazio per le risposte.
È evidente che, seppur perseguito lo scopo del
"liberarmi dal nido che avevo creato stando in casa.. " , sono presenti ancora sintomi di ansia che non riesce a gestire
quindi mi chiedo:
- come mai non riusciva sempre ad applicare le strategie? ne ha parlato di questo con il Collega?
- quanto tempo è durata la terapia psicologica?
- come mai la psicoterapia non si è prolungata?
È evidente che, seppur perseguito lo scopo del
"liberarmi dal nido che avevo creato stando in casa.. " , sono presenti ancora sintomi di ansia che non riesce a gestire
quindi mi chiedo:
- come mai non riusciva sempre ad applicare le strategie? ne ha parlato di questo con il Collega?
- quanto tempo è durata la terapia psicologica?
- come mai la psicoterapia non si è prolungata?
[#4]
Utente
Grazie nuovamente.
Non riuscivo ad applicare le strategie proprio per paura.. sono molto debole caratterialmente e non molta forza di volontà.. qualsiasi cosa mi sembrava e mi sembra ancora un po adesso difficile..
Ponevo resistenza a quel tipo di terapia che è durata dal mese di luglio fino a fine novembre prima della morte di mio papà..
Non ho continuato perché sono stata presa dai vari problemi familiari e dall'avvio dell'attivita.. sono ritornata metà dicembre, primi di marzo e poi di nuovo settimana scorsa..
Dovrei solo prendere una scelta e cioè se continuare con la terapia applicando le strategie ecc oppure far da sola seguendo i consigli dati.
Ma soprattutto devo risolvere queste mie paure.. che a volte mi frenano molto
Non riuscivo ad applicare le strategie proprio per paura.. sono molto debole caratterialmente e non molta forza di volontà.. qualsiasi cosa mi sembrava e mi sembra ancora un po adesso difficile..
Ponevo resistenza a quel tipo di terapia che è durata dal mese di luglio fino a fine novembre prima della morte di mio papà..
Non ho continuato perché sono stata presa dai vari problemi familiari e dall'avvio dell'attivita.. sono ritornata metà dicembre, primi di marzo e poi di nuovo settimana scorsa..
Dovrei solo prendere una scelta e cioè se continuare con la terapia applicando le strategie ecc oppure far da sola seguendo i consigli dati.
Ma soprattutto devo risolvere queste mie paure.. che a volte mi frenano molto
[#5]
Gentile utente,
Sarebbe il caso che riprendesse a seguire la psicoterapia,
avvalendosi di alcuni suggerimenti:
- parli con il collega ( e condivida con lo stesso) delle paure che le impediscono di seguire le istruzioni che le vengono fornite. In breve: come mai non sono capace di eseguire le strategie che vengono suggerite? Non è una questione di debolezza, ma probabilmente di volontà. Se come ci dice: la diagnosi è quella di depressione, è bene che lei sappia che la depressione si sintetizza proprio nella mancanza di volontà. Quindi, con molta probabilità, ci sarebbe da lavorare sui tratti depressivi, prima ancora di utilizzare strategie per fronteggiare l'ansia. Perché se la tristezza depressiva le ha tolto la volontà di fare, non riuscirà conseguentemente a mettere in atto strategie in cui la stessa volontà di fare è fondamentale.
- 5/6 mesi di terapia, nel suo caso, non sono stati sufficienti. Ognuno di noi ha i suoi tempi.
- per i tratti ansiosi -sulla base di quello che ci descrive- ci sarebbe da lavorare su alcuni componenti specifici dell'ansia:
* tendenza al controllo
* tolleranza dell'incertezza
* pensieri catastrofici
* rimuginio
componenti che ritroviamo in questo suo scritto: "La cosa che più mi fa star male è questa paura continua che mi possa succedere qualcosa e anche che possa succedere agli altri.. tante volte preferisco star fuori anche perché penso che se mi succede qualcosa possa immediatamente correre in ospedale"
Sul cercare di "farcela da soli", legga questo https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
cordiali saluti
e magari, se lo desidera, ci faccia sapere come va.
Sarebbe il caso che riprendesse a seguire la psicoterapia,
avvalendosi di alcuni suggerimenti:
- parli con il collega ( e condivida con lo stesso) delle paure che le impediscono di seguire le istruzioni che le vengono fornite. In breve: come mai non sono capace di eseguire le strategie che vengono suggerite? Non è una questione di debolezza, ma probabilmente di volontà. Se come ci dice: la diagnosi è quella di depressione, è bene che lei sappia che la depressione si sintetizza proprio nella mancanza di volontà. Quindi, con molta probabilità, ci sarebbe da lavorare sui tratti depressivi, prima ancora di utilizzare strategie per fronteggiare l'ansia. Perché se la tristezza depressiva le ha tolto la volontà di fare, non riuscirà conseguentemente a mettere in atto strategie in cui la stessa volontà di fare è fondamentale.
- 5/6 mesi di terapia, nel suo caso, non sono stati sufficienti. Ognuno di noi ha i suoi tempi.
- per i tratti ansiosi -sulla base di quello che ci descrive- ci sarebbe da lavorare su alcuni componenti specifici dell'ansia:
* tendenza al controllo
* tolleranza dell'incertezza
* pensieri catastrofici
* rimuginio
componenti che ritroviamo in questo suo scritto: "La cosa che più mi fa star male è questa paura continua che mi possa succedere qualcosa e anche che possa succedere agli altri.. tante volte preferisco star fuori anche perché penso che se mi succede qualcosa possa immediatamente correre in ospedale"
Sul cercare di "farcela da soli", legga questo https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
cordiali saluti
e magari, se lo desidera, ci faccia sapere come va.
[#6]
Utente
Grazie.
Penso che continuerò ancora con la terapia .. il punto è che determinate cose riesco a farle come ad esempio lavorare qui con il mio ragazzo, uscire ecc.. è da sola che spesso non riesco a soprattutto ora non riesco volentieri a ritornare a casa la sera finito il lavoro perché penso di essere da sola.. nonostante ci sia mia madre, mio fratello, mia nonna e i miei zii che abitano vicino..
Non so è un periodo un po pesante ma probabilmente ho ancora bisogno di terapia..
Penso che continuerò ancora con la terapia .. il punto è che determinate cose riesco a farle come ad esempio lavorare qui con il mio ragazzo, uscire ecc.. è da sola che spesso non riesco a soprattutto ora non riesco volentieri a ritornare a casa la sera finito il lavoro perché penso di essere da sola.. nonostante ci sia mia madre, mio fratello, mia nonna e i miei zii che abitano vicino..
Non so è un periodo un po pesante ma probabilmente ho ancora bisogno di terapia..
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 5k visite dal 29/05/2017.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.