Disturbo identità di genere?

Salve Egregi Dottori, vi scrivo per un problema che sento da un po' di tempo. Premetto che sono una persona ansiosa e sono già in cura da uno psichiatra per un disturbo ossessivo compulsivo a sfondo omosessuale.
E' da tempo ormai che ciclicamente si presenta il dubbio di soffrire di un disturbo dell'identità di genere, questa cosa mi provoca un'ansia fortissima, incapacità a studiare e dormire e mangiare.
Deriva tutto dalla problematica di non riuscire a vivere in maniera serena la mia sessualità e dall'apparente calo della libido di cui soffro da un anno.
Da piccolo ho condotto una vita piuttosto normale, sebben la figura paterna sia un po' mancata, ciò che ricordo però è che quando con mio fratello giocavo ai giochi di immaginazione, a me piaceva interpretare personaggi femminili, era una costante. Guerrieri, maghi ecc. tutti personaggi femmine. A volte mi mettevo delle arance nella maglietta simulando un seno e la cosa sembrava piacermi, a quanto ricordi.
Nonostante ciò avevo molti amici, giocavo con tutti i giochi da maschi e mi piacevano tutti i giochi tipi della mia età (spade, pistole finte, soldatini, macchinine ecc.).
Col tempo quando crebbi iniziai a sviluppare un forte interesse verso i videogiochi, ho sempre avuto questa passione (sebbene sia molto calata negli ultimi anni) e in particolare ho iniziato a preferire i giochi di ruolo che dessero la possibilità di scegliere e caratterizzare il personaggio che io sceglievo sempre femminile, mi sembrava di riuscire a connettermi ed entrare più facilmente nella storia se il personaggio era una femmina, se mi doveste chiedere se m'immedesimassi in questo personaggio non vi saprei rispondere.
Inoltre inizio anche a frequentare dei giochi di ruolo online dove si creava un personaggio e si dava vita ad un personaggio attraverso la scrittura, interagendo con altri giocatori (ho sempre amato scrivere), ed anche lì ho sempre interpretato meglio personaggi femminili e mai che ricordi maschili, e in generale ho sempre avuto più facilità a rapportarmi e connettermi col mondo femminile, sebbene questo non vuol dire che non riuscissi ad indentificarmi in un maschio, solo che ne avevo più difficoltà.
Non so se mi sento uomo o donna, non ho ben chiaro cosa voglia dire sentirsi uomo o donna in realtà.
So però che non ho mai voluto che mi si scambiasse per una donna, non mi dà fastidio che mi sia dia del "lui" oppure scrivere con gli articoli maschili, non ho mai sentito il bisogno di androginizzare il mio corpo, anzi ho sempre voluto esaltare le caratteristiche maschili quali barba, muscolatura, spalle larghe, braccia grosse ecc.
Sento però sempre il bisogno di dimostrare agli altri di essere un uomo adulto, di potercela fare da solo, di essere una persona forte ed indipendente, difatti sono attratto da tutte quelle attività che richiedono froza fisica e sono tipicamente "da maschi", è come se fossi alla disperata ricerca di qualcosa che confermi a me stesso e agli occhi degli altri la mia mascolinità ovvero il fatto di essere "un vero uomo".
I cambiamenti della pubertà, la crescita del pene, la crescita della barba e tutti gli altri li ho vissuti con serenità e soddisfazione. Ero contento che il mio corpo stesse cambiando e stesse diventando quello di un uomo, di questo ne sono certo.
La mia paura più grande è che mi si dica che l'unica scelta per me è la riassegnazione del sesso o l'infelicità cronica, ho il terrore di essere messo di fronte ad una scelta del genere. Il pensiero di cambiare sesso mi provoca una forte ansia e tristezza, eppure mi sorgono dubbi che non sia perchè la sento una cosa lontana da me e che non desidero nè mi appartiene, ma piuttosto perchè sto reprimendo questo aspetto di me.
Sono abbastanza in balia di pensieri e rimuginazioni continute.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
"E' da tempo ormai che ciclicamente si presenta il dubbio di soffrire di un disturbo dell'identità di genere"
"Sono abbastanza in balia di pensieri e rimuginazioni continute."

Gentile Ragazzo,
in generale, chi ha una disforia di genere "lo sa", "lo sente" da quando era bambino, non ha "il dubbio" che le cose possano essere o no così.

Dubbi, pensieri e rimuginazioni sono invece tipici della mente ossessiva, così come le ricerche di rassicurazioni.

La cura dello psichiatra che la segue è esclusivamente farmacologica?
Le è stata suggerita l'opportunità di un parallelo percorso di psicoterapia con uno psicologo psicoterapeuta?

Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Utente
Utente
La ringrazio della risposta Dottoressa Scalco.
Purtroppo è da ieri che è esplosa in me questa paura, ed è da ieri che continuo cercare informazioni, sintomi e storie simili alla mia per cercare conferme (che vengono vissute sempre con attacchi di ansia e pianto) o smentite.
Questo è un aspetto tipico dei miei attacchi d'ansia, facevo la stessa cosa con il doc omosex e con il doc da contaminazione/malattie che ho avuto.
La cosa strana é che adesso che ho questa nuova preoccupazione, il doc omosex sembra essersi ridotto d'intensità.
Pensi che ho provato anche a indossare biancheria femminile per vedere che effetto mi faceva (non ho mai avuto il desiderio di fare cross-dressing in vita mia), poiché avevo letto che un ragazzo aveva capito così di essere trans. La cosa non mi ha fatto nè caldo nè freddo, mi sentivo solo ridicolo e grottesco.
Col mio psichiatra probabilmente seguiremo un protocollo di TCC associata ad una cura di xanax + Fevarin (che mi é già stato prescritto).
Dico probabilmente perché ho fatto poche sedute e dobbiamo ancora definire la strategia.
Eppure ancora non mi spiego il perché di quello che facevo da bambino e perché preferisca i personaggi femminili, come se li sentissi più vicini a me, come se riuscissi a connettermi meglio con loro.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
"Dico probabilmente perché ho fatto poche sedute e dobbiamo ancora definire la strategia."

Bene: colga l'occasione per parlarne con chi ha già il piacere di seguirla, esprimendo le sue esigenze e le sue aspettative in merito.
Si dia tempo ed eviti di fare ricerche che, anche se lì per lì possono sembrare un rimedio, sono in realtà inefficaci, se non dannose.

Saluti.
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Utente
Utente
Lei cosa ne pensa, Dottoressa?
Crede che questi aspetti che ho evidenziato possano avere a che fare con un disturbo di identità di genere?