Ansia sociale
Buongiorno, sono da una ragazza di 21 anni e credo di aver iniziato a soffrire di fobia sociale.
Sono sempre stata una persona socievole, non ho mai avuto problemi a sentirmi a mio agio con gli altri. Certo, un po' di insicurezza l'ho sempre avuta, però era a livelli normali prima. Magari mi capitava di sentirmi un po' in ansia se ero con gruppi di persone che non conoscevo, ma mai niente di esagerato. Poi a settembre ho iniziato l'università e sono iniziati i problemi. Mi sento sempre a disagio quando vado a lezione e non sono riuscita a legare con nessuno. Non sto da sola, ci sono delle persone con cui passo il tempo lì ma niente di più. All'inizio questa cosa mi faceva stare male ma pensavo che tanto avevo già i miei amici e il mio ragazzo. Poi però è peggiorata un sacco, anche perché qualche mese fa ho iniziato a lavorare in un posto pieno di ragazzi della mia età e anche lì vedevo tutti che facevano amicizia e entravano in confidenza e io niente, quindi ho iniziato a pensare di essere io il problema. Adesso mi sento a disagio sempre, costantemente, anche con le mie migliori amiche. Mi sento sbagliata, tanto tanto sbagliata. Come se qualsiasi cosa io faccia o dica sia stupida e agli altri non interessi quello che ho da dire o lo giudicheranno male. Poi spesso quando sono con una persona nuova sto lì a pensare a cosa dire e quindi alla fine o dico una cosa noiosa oppure non dico niente.
Vado anche da una psicologa, le ho parlato di questo problema ma lei continua a voler parlare di altre cose, della mia infanzia, delle mie paure o cose così, quindi forse lei pensa che la mia non sia ansia sociale ma che la mia situazione dipenda da altri problemi. La cosa strana è che esco un sacco, sono fidanzata e ho molte amiche fuori dall'università, però la mia paura è che prima o poi tutti mi lasceranno e io non sarò in grado di crearmi nuovi rapporti, stante la situazione. Spero che qualcuno sappia darmi un consiglio, ormai penso sempre a questa cosa, è il mio pensiero fisso.
Sono sempre stata una persona socievole, non ho mai avuto problemi a sentirmi a mio agio con gli altri. Certo, un po' di insicurezza l'ho sempre avuta, però era a livelli normali prima. Magari mi capitava di sentirmi un po' in ansia se ero con gruppi di persone che non conoscevo, ma mai niente di esagerato. Poi a settembre ho iniziato l'università e sono iniziati i problemi. Mi sento sempre a disagio quando vado a lezione e non sono riuscita a legare con nessuno. Non sto da sola, ci sono delle persone con cui passo il tempo lì ma niente di più. All'inizio questa cosa mi faceva stare male ma pensavo che tanto avevo già i miei amici e il mio ragazzo. Poi però è peggiorata un sacco, anche perché qualche mese fa ho iniziato a lavorare in un posto pieno di ragazzi della mia età e anche lì vedevo tutti che facevano amicizia e entravano in confidenza e io niente, quindi ho iniziato a pensare di essere io il problema. Adesso mi sento a disagio sempre, costantemente, anche con le mie migliori amiche. Mi sento sbagliata, tanto tanto sbagliata. Come se qualsiasi cosa io faccia o dica sia stupida e agli altri non interessi quello che ho da dire o lo giudicheranno male. Poi spesso quando sono con una persona nuova sto lì a pensare a cosa dire e quindi alla fine o dico una cosa noiosa oppure non dico niente.
Vado anche da una psicologa, le ho parlato di questo problema ma lei continua a voler parlare di altre cose, della mia infanzia, delle mie paure o cose così, quindi forse lei pensa che la mia non sia ansia sociale ma che la mia situazione dipenda da altri problemi. La cosa strana è che esco un sacco, sono fidanzata e ho molte amiche fuori dall'università, però la mia paura è che prima o poi tutti mi lasceranno e io non sarò in grado di crearmi nuovi rapporti, stante la situazione. Spero che qualcuno sappia darmi un consiglio, ormai penso sempre a questa cosa, è il mio pensiero fisso.
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Gentile utente,
probabilmente in lei una lieve tendenza connotata da ansia sociale c'è. (si definisce ansia sociale il timore che un proprio errore, venga giudicato negativamente dagli altri. Quindi ci si sente costantemente timorosi di ricevere terribili giudizi negativamente dagli altri). In proposito a questo, mi ha colpito una sua frase: "Come se qualsiasi cosa io faccia o dica sia stupida e agli altri non interessi quello che ho da dire o lo GIUDICHERANNO MALE."
ma, leggendola, appare (siamo online e quindi lei ben capirà che altro non possiamo fare che ipotesi) che il lavoro terapeutico sarebbe opportuno puntasse sui suoi pensieri (timorosi?) ed emozioni di allontanamento e abbandono.
Ipotizzo questo per due motivi:
* il primo è che il malessere di cui ci parla, è insorto a settembre quando ha cambiato ambiente e stile di vita: università, vita diversa, nuove amicizie etc.
* il secondo per una frase del suo scritto: "però la mia paura è che prima o poi tutti mi lasceranno e io non sarò in grado di crearmi nuovi rapporti"
Una domanda
Sì è trasferita per studiare in università?
Ps: "credo di soffrire di fobia sociale". Suggerimento: mai farsi autodiagnosi ;)
probabilmente in lei una lieve tendenza connotata da ansia sociale c'è. (si definisce ansia sociale il timore che un proprio errore, venga giudicato negativamente dagli altri. Quindi ci si sente costantemente timorosi di ricevere terribili giudizi negativamente dagli altri). In proposito a questo, mi ha colpito una sua frase: "Come se qualsiasi cosa io faccia o dica sia stupida e agli altri non interessi quello che ho da dire o lo GIUDICHERANNO MALE."
ma, leggendola, appare (siamo online e quindi lei ben capirà che altro non possiamo fare che ipotesi) che il lavoro terapeutico sarebbe opportuno puntasse sui suoi pensieri (timorosi?) ed emozioni di allontanamento e abbandono.
Ipotizzo questo per due motivi:
* il primo è che il malessere di cui ci parla, è insorto a settembre quando ha cambiato ambiente e stile di vita: università, vita diversa, nuove amicizie etc.
* il secondo per una frase del suo scritto: "però la mia paura è che prima o poi tutti mi lasceranno e io non sarò in grado di crearmi nuovi rapporti"
Una domanda
Sì è trasferita per studiare in università?
Ps: "credo di soffrire di fobia sociale". Suggerimento: mai farsi autodiagnosi ;)
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#3]
Avere timore dell'abbandono non vuol dire necessariamente aver subito un abbandono. Nello stesso modo ad esempio: per avere paura delle malattie, non vuol dire averne avuta qualcuna...
È quello che le suscita, in termini di pensieri ed emozioni, il timore (ANSIA) dell'allontanamento e dell'abbandono, quello su cui si lavora in terapia.
-Allontanamento dallo stile di vita precedente?
-Abbandono della ragazza liceale e più spensierata ed ora universitaria?
-Diverse modalità di vita tra la liceale e l'universitaria,
Etc etc etc
continui il percorso con la sua terapeuta. Penso che me potrà trarre beneficio.
Un'ultima domanda: "non ho mai subito abbandoni "gravi". Posso chiederle che intende?
È quello che le suscita, in termini di pensieri ed emozioni, il timore (ANSIA) dell'allontanamento e dell'abbandono, quello su cui si lavora in terapia.
-Allontanamento dallo stile di vita precedente?
-Abbandono della ragazza liceale e più spensierata ed ora universitaria?
-Diverse modalità di vita tra la liceale e l'universitaria,
Etc etc etc
continui il percorso con la sua terapeuta. Penso che me potrà trarre beneficio.
Un'ultima domanda: "non ho mai subito abbandoni "gravi". Posso chiederle che intende?
[#4]
A occhio e croce sembra più una paura di essere abbandonata da persone e amicizie che già hai, rispetto all'ansia sociale vera e propria che invece consiste soprattutto nella paura di avvicinarsi agli sconosciuti.
Ma non è escluso che una certa componente di ansia sociale possa pure essere presente, come fa notare il collega.
>>> Vado anche da una psicologa, le ho parlato di questo problema ma lei continua a voler parlare di altre cose, della mia infanzia, delle mie paure o cose così, quindi forse lei pensa che la mia non sia ansia sociale ma che la mia situazione dipenda da altri problemi
>>>
È probabile che la psicologa segua un approccio secondo cui per risolvere i problemi del presente è necessario scavare nel passato. Esistono altri approcci che si rivolgono invece direttamente al presente, ma dato che sei già in cura, aspetta ancora un po' e vedi se riuscite a ottenere benefici con questa psicologa. A cambiare sei sempre in tempo.
Ma non è escluso che una certa componente di ansia sociale possa pure essere presente, come fa notare il collega.
>>> Vado anche da una psicologa, le ho parlato di questo problema ma lei continua a voler parlare di altre cose, della mia infanzia, delle mie paure o cose così, quindi forse lei pensa che la mia non sia ansia sociale ma che la mia situazione dipenda da altri problemi
>>>
È probabile che la psicologa segua un approccio secondo cui per risolvere i problemi del presente è necessario scavare nel passato. Esistono altri approcci che si rivolgono invece direttamente al presente, ma dato che sei già in cura, aspetta ancora un po' e vedi se riuscite a ottenere benefici con questa psicologa. A cambiare sei sempre in tempo.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.5k visite dal 25/05/2017.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.