Paura di "non essere normale"
Ciao a tutti sono una ragazza di 24 anni, noterete dallo storico dei miei consulti, che ho scritto più volte a distanza di mesi di differenza situazioni differenti, in cui esprimevo un malessere e delle preoccupazioni, non mi sono mai rivolta a nessuno psicologo, in quanto andando avanti nel tempo ho compreso che questa sensazione di disagio e di preoccupazione si manifestava solo in particolari situazioni che per me rappresentavano una fonte assoluta di stress, ovvero: Inizialmente il mio primo consulto risaliva ad una situazione verificatasi successivamente al mio trasferimento nel mio paesino di infanzia per poter risparmiare sulla casa universitaria, infatti li, ho lasciato un ambiente di distrazione e di amicizie, che iniziato l'ultimo anno universitario e avendo quindi accumulato molti esami arretrati mi sarebbe stato di grande aiuto per poter svagare, quindi non ero sicuramente all'apice della felicità ed ho incominciato ad essere sempre più preoccupata più cercavo di impegnarmi più saliva in me una sorta di ansia, che accomunata con caffè e sigarette di cui io facevo uso era arrivata ad un livello estremo, infatti un giorno mi sono enormemente spaventata, ricordo di aver avuto il battito molto accelerato e mi sembrava di diventare quasi cieca, non so come descriverlo forse un attacco d'ansia avevo il fiato corto e respiravo a fatica quasi in maniera asmatica, da li è iniziata una spirale intensa di preoccupazioni, sul mio stato di salute mentale, passavo ore interminabili in preda all'ansia nel cercare magari on-line di capire cosa avevo, se avevo qualche patologia, se soffrivo di ansia o di qualcosa, insomma qualunque cosa che mi desse la certezza che ero normale tuttavia questo aveva un effetto contrario ovvero aumentava ancora di più questa preoccupazione in quanto ogni giorno venivo a scoprire un disturbo diverso e quando avvertivo un minimo sintomo che rispecchiava ciò che vivevo io mi identificavo con quella stessa patologia, è davvero orribile un giorno aver paura di essere depressa, un'altro giorno bipolare o altre a mio parere patologie terrificanti, purtroppo io ho un idea davvero molto brutta delle malattie mentali, mi spaventano e pensare di essere affetta da una di questa quasi mi fa scoppiare a piangere, quindi vivere un giorno con la convinzione che vado tutto bene e l'altro con la paura folle di non essere normale, e la conseguente paura folle di poter perdere chi amo per questo problema che effettivamente non vi è alcuna prova che esista mi ha fatto stare molto molto male. Attualmente ciò si verifica molto molto di meno, però rimane un problema, appena qualcuno magari durante un litigio mi offende dicendomi una frase molto comune come : "ma tu sei pazza" entro in una spirale di ansia che non arriva mai al panico ma lo sfiora, in preda a quest'ansia sento di comportarmi in maniera ancora meno naturale davanti agli altri, alimentando la mia ansia, dandomi incapacità di pensare con lucidità e sembrando davvero quasi pazza! Insomma ciò si verifica solo quando sento sta frase, ma vorrei riuscire ad eliminare questa paura definitivamente! Mi direte di rivolgermi a qualcuno ed io vi dico che lo so, però vorrei almeno momentaneamente che qualcuno mi tranquillizzasse, e mi accertasse che da questo circolo vizioso SI PUO' uscire perchè così non vivo serenamente e do un'immagine anche non corretta della mia persona, non quella che sono realmente e che vorrei.
Volevo anche aggiungere che non sono fidanzata, questo aumenta di gran lunga la mia paura perchè penso che se il ragazzo con cui sto si accorge che io "non sia normale" potrebbe lasciarmi e rimarrei sola con questa maledizione, lo so è una cosa insensata ma è ciò che provo e penso. Cosa significa tutto questo?
Volevo anche aggiungere che non sono fidanzata, questo aumenta di gran lunga la mia paura perchè penso che se il ragazzo con cui sto si accorge che io "non sia normale" potrebbe lasciarmi e rimarrei sola con questa maledizione, lo so è una cosa insensata ma è ciò che provo e penso. Cosa significa tutto questo?
[#1]
Gentile utente,
Partiamo dal presupposto che lei è "entrata" in circolo vizioso di ANSIA che, seppur a periodi, appare evidentemente disfunzionale e difficilmente gestibile. E quando l'ansia, che rappresenta un'emozione che nasce con noi e che ci è funzionale perché ci avvisa segnalandoci pericoli, assume caratteristiche di un'emozione ingestibile, è bene che sia posta all'attenzione di un/una Collega Psicoterapeuta.
Quello su cui la invito a riflettere e su cui gradirei un riscontro da parte sua, è questo:
- lei ci parla del timore di potersi ammalare di un disturbo psichico. Già questa è solo ansia! Ma c'è altro.
In un precedente consulto, lei diceva che aveva quasi timore di rivolgersi ad uno psicologo onde evitare che qualcuno ne venisse a conoscenza.
Oggi scrive:
*"paura folle di non essere normale, e la conseguente paura folle di poter perdere chi amo per questo problema".
*"appena qualcuno magari durante un litigio mi offende dicendomi una frase molto comune come : "ma tu sei pazza" entro in una spirale di ansia.
* "però vorrei almeno momentaneamente che qualcuno mi tranquillizzasse, e mi accertasse che da questo circolo vizioso SI PUO' uscire perchè così non vivo serenamente e do un'immagine anche non corretta della mia persona".
* "se il ragazzo con cui sto si accorge che io "non sia normale" potrebbe lasciarmi e rimarrei sola con questa maledizione".
Quindi: chiediamoci insieme:
La paura di fondo è quella di poter sviluppare un disturbo mentale oppure il timore che l'insorgenza eventuale di una patologia mentale la renda stigmatizzata agli occhi degli altri, sottoponendola:
-al giudizio negativo degli altri,
-all'allontanamento delle persone a lei care,
- all'essere abbandonata e allontanata.
?????
Che ne pensa?
Partiamo dal presupposto che lei è "entrata" in circolo vizioso di ANSIA che, seppur a periodi, appare evidentemente disfunzionale e difficilmente gestibile. E quando l'ansia, che rappresenta un'emozione che nasce con noi e che ci è funzionale perché ci avvisa segnalandoci pericoli, assume caratteristiche di un'emozione ingestibile, è bene che sia posta all'attenzione di un/una Collega Psicoterapeuta.
Quello su cui la invito a riflettere e su cui gradirei un riscontro da parte sua, è questo:
- lei ci parla del timore di potersi ammalare di un disturbo psichico. Già questa è solo ansia! Ma c'è altro.
In un precedente consulto, lei diceva che aveva quasi timore di rivolgersi ad uno psicologo onde evitare che qualcuno ne venisse a conoscenza.
Oggi scrive:
*"paura folle di non essere normale, e la conseguente paura folle di poter perdere chi amo per questo problema".
*"appena qualcuno magari durante un litigio mi offende dicendomi una frase molto comune come : "ma tu sei pazza" entro in una spirale di ansia.
* "però vorrei almeno momentaneamente che qualcuno mi tranquillizzasse, e mi accertasse che da questo circolo vizioso SI PUO' uscire perchè così non vivo serenamente e do un'immagine anche non corretta della mia persona".
* "se il ragazzo con cui sto si accorge che io "non sia normale" potrebbe lasciarmi e rimarrei sola con questa maledizione".
Quindi: chiediamoci insieme:
La paura di fondo è quella di poter sviluppare un disturbo mentale oppure il timore che l'insorgenza eventuale di una patologia mentale la renda stigmatizzata agli occhi degli altri, sottoponendola:
-al giudizio negativo degli altri,
-all'allontanamento delle persone a lei care,
- all'essere abbandonata e allontanata.
?????
Che ne pensa?
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#2]
Utente
La paura di fondo penso sia quella, credo che lei abbia centrato, deve sapere dottore che io ho perso mio padre all'età di 13 anni, (non so quanto questo possa influire, ma per risalire all'origine di un problema credo si debba indagare nel profondo) nella mia adolescenza non ho avuto nessun problema particolare, ho solo ricordi nonostante le difficoltà molto positivi, perchè non mi sono mai fatta sopraffare da alcun problema e ho sempre vissuto la mia vita come volevo e in maniera molto soddisfacente, da quell'episodio scatenante, avverto questi forti timori, e non so come affrontali, se lei da un'occhiata agli altri consulti che ne pensa? L'idea che possa essere qualcosa che vada al di la di un problema legata all'ansia appena può mi attanaglia, e cosa anche importante non ne riesco a parlare con NESSUNO e tendo di conseguenza quando sento particolarmente ansia ad isolarmi, per il timore di dire frasi disconnesse o di reagire male nel caso qualcuno notasse questa mia problematica, secondo lei cosa dovrei fare? La ringrazio davvero tanto per la sua risposta.
[#3]
Gentile utente,
ho letto con attenzione tutti i suoi precedenti consulti.
Verosimilmente si tratta esclusivamente di ansia. Probabilmente di una "sottoforma" di ansia chiamata ANSIA SOCIALE. Ovvero: timore del giudizio negativo da parte degli altri. (Ovviamente, lei capirà bene che siamo online e non possiamo avere certezze). Ma dall'ansia disfunzionale e ingestibile, si esce eccome. ;)
È molto probabile che su questo aspetto bisognerà lavorare con l'aiuto di un/una Collega psicoterapeuta.
in questo modo potrà indagare le cause del suo malessere e trovare strategie opportune di gestione dell'ansia.
Il timore di farsi vedere ansiosa e oggetto di giudizio severo da parte di altri, lo esprime anche ora: "tendo di conseguenza quando sento particolarmente ansia ad isolarmi, per il timore di dire frasi disconnesse o di reagire male nel caso qualcuno notasse questa mia problematica"
Ci siamo?
Contatti con serenità un/una Collega che operi anche nel servizio sanitario pubblico della ASL.
linko una breve guida che potrà orientarla nella scelta dell'orientamento psicoterapico che ritiene più idoneo allo scopo di gestione dei suoi sintomi ansiosi. https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
In bocca al lupo!
Cari saluti
ho letto con attenzione tutti i suoi precedenti consulti.
Verosimilmente si tratta esclusivamente di ansia. Probabilmente di una "sottoforma" di ansia chiamata ANSIA SOCIALE. Ovvero: timore del giudizio negativo da parte degli altri. (Ovviamente, lei capirà bene che siamo online e non possiamo avere certezze). Ma dall'ansia disfunzionale e ingestibile, si esce eccome. ;)
È molto probabile che su questo aspetto bisognerà lavorare con l'aiuto di un/una Collega psicoterapeuta.
in questo modo potrà indagare le cause del suo malessere e trovare strategie opportune di gestione dell'ansia.
Il timore di farsi vedere ansiosa e oggetto di giudizio severo da parte di altri, lo esprime anche ora: "tendo di conseguenza quando sento particolarmente ansia ad isolarmi, per il timore di dire frasi disconnesse o di reagire male nel caso qualcuno notasse questa mia problematica"
Ci siamo?
Contatti con serenità un/una Collega che operi anche nel servizio sanitario pubblico della ASL.
linko una breve guida che potrà orientarla nella scelta dell'orientamento psicoterapico che ritiene più idoneo allo scopo di gestione dei suoi sintomi ansiosi. https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
In bocca al lupo!
Cari saluti
[#6]
Utente
Carissimo Dott. Pizzoleo, la riscrivo qui in quanto ritengo che i suoi consigli ed il suo aiuto a comprendere ciò che mi stesse accadendo mi sono stati davvero molto utili! E volevo chiederle se lei poteva aiutarmi per quanto riguarda un'ulteriore situazione, e magari cercare di capire se ci può essere un ulteriore collegamento. La situazione è questa: in famiglia non so per quale motivo contemporaneamente a tutte queste problematiche che sto vivendo subentra anche il fatto che quando viene rivolto un complimento a mia sorella io mi sento morire dentro, ad esempio io ora mi trovo ospite da mia zia e lei ogni volta che cucina dice e se c'era tua sorella avrebbe gradito questo piatto se c'era lei di qua e se c'era lei di la, mi sembra un incubo, un fantasma! Quando poi fanno questo tipo di affermazioni io mi sento una fitta al cuore, mi blocco quasi, faccio finta di nulla ma rimango dentro di me quasi in totale panico e la persona in questione che l'ha detto, in questo caso mia zia non riesco più a guardarla come prima... Mia sorella da quando è piccola non è stata quasi mai preferita da nessuno ed io invece quasi da tutti, ora che lei si sta prendendolo queste rivincite che si è aperta caratterialmente me lo fa quasi apposta perché da quando siamo nate ha subito lei questa situazione, io non so come controllare in ogni caso questo disagio e dolore che provo quando qualcuno le fa un complimento o la preferisce a me, dentro muoio davvero! È da un anno che mi stanno succedendo tutti questi disagi e davvero sono esausta.
Perdoni lo sfogo, spero mi possa dare qualche consiglio a riguardo. La ringrazio molto.
Perdoni lo sfogo, spero mi possa dare qualche consiglio a riguardo. La ringrazio molto.
[#7]
Gentile utente,
Ho appena visto che ha richiesto un nuovo consulto circa "crisi di pianto" che lei, ansiosamente, riconduce al timore (di cui abbiamo parlato) di essere depressa. Nel consulto di oggi ci chiede anche se queste crisi di pianto possono essere associate a depressione.
Allora è bene chiarire degli aspetti su queste nuove richieste di consulto:
- come abbiamo probabilmente ipotizzato: il suo timore di fondo sta nel poter avere qualche tipologia di disagio psichico, per il timore di essere giudicata e/o allontanata dagli altri. Quindi, come suggerito precedentemente, è bene che lei contatti un/una collega psicologo psicoterapeuta (preferibilmente specializzato/a in terapia cognitivo comportamentale o terapia breve strategica. Come avrà avuto modo di leggere nell'articolo che le ho postato) con lo scopo di poter lavorare sul timore del giudizio altrui e imparare a gestire i sintomi ansiosi. Questo è il problema. L'ansia stessa è un problema a cui porre rimedio mediante cure mirate.
- verosimilmente, il confronto con sua sorella: "ogni volta che cucina dice e se c'era tua sorella avrebbe gradito questo piatto se c'era lei di qua e se c'era lei di la," la turba emotivamente, perché è pur sempre un confronto sociale inerente la dolorosa tematica del giudizio.
Se di ansia sociale si tratta (ovviamente questo dovrà essere confermato o meno in sede specialistica), è comune avvertire sentimenti di:
- inadeguatezza rispetto all'altro da sé (in questo caso sua sorella)
- autovalutazione, perché si pensa a se stessi come non capaci di essere come desidereremo essere e come gli altri...
- scarsa stima di sé (es: gli altri sono "meglio di me")
Detto ciò, probabilmente se avessi letto la sua domanda ieri e risposto, oggi non avrebbe chiesto un ulteriore consulto di rassicurazione ( queste crisi di pianto,saranno sintomi di depressione?).
La nuova richiesta di consulto, è l'ansia stessa di cui ci siamo scritti, che l'ha portata a scriverla. È comune negli ansiosi ricercare conferme o smentite in modo quasi ossessivo.
Contatti un Collega. Le farà bene. Si avvalga del sito nazionale dell'ordine psicologi www.psy.it e cerchi un collega nella sua zona.
Un caro saluto
Ho appena visto che ha richiesto un nuovo consulto circa "crisi di pianto" che lei, ansiosamente, riconduce al timore (di cui abbiamo parlato) di essere depressa. Nel consulto di oggi ci chiede anche se queste crisi di pianto possono essere associate a depressione.
Allora è bene chiarire degli aspetti su queste nuove richieste di consulto:
- come abbiamo probabilmente ipotizzato: il suo timore di fondo sta nel poter avere qualche tipologia di disagio psichico, per il timore di essere giudicata e/o allontanata dagli altri. Quindi, come suggerito precedentemente, è bene che lei contatti un/una collega psicologo psicoterapeuta (preferibilmente specializzato/a in terapia cognitivo comportamentale o terapia breve strategica. Come avrà avuto modo di leggere nell'articolo che le ho postato) con lo scopo di poter lavorare sul timore del giudizio altrui e imparare a gestire i sintomi ansiosi. Questo è il problema. L'ansia stessa è un problema a cui porre rimedio mediante cure mirate.
- verosimilmente, il confronto con sua sorella: "ogni volta che cucina dice e se c'era tua sorella avrebbe gradito questo piatto se c'era lei di qua e se c'era lei di la," la turba emotivamente, perché è pur sempre un confronto sociale inerente la dolorosa tematica del giudizio.
Se di ansia sociale si tratta (ovviamente questo dovrà essere confermato o meno in sede specialistica), è comune avvertire sentimenti di:
- inadeguatezza rispetto all'altro da sé (in questo caso sua sorella)
- autovalutazione, perché si pensa a se stessi come non capaci di essere come desidereremo essere e come gli altri...
- scarsa stima di sé (es: gli altri sono "meglio di me")
Detto ciò, probabilmente se avessi letto la sua domanda ieri e risposto, oggi non avrebbe chiesto un ulteriore consulto di rassicurazione ( queste crisi di pianto,saranno sintomi di depressione?).
La nuova richiesta di consulto, è l'ansia stessa di cui ci siamo scritti, che l'ha portata a scriverla. È comune negli ansiosi ricercare conferme o smentite in modo quasi ossessivo.
Contatti un Collega. Le farà bene. Si avvalga del sito nazionale dell'ordine psicologi www.psy.it e cerchi un collega nella sua zona.
Un caro saluto
[#8]
Utente
In realtà Dottore, quando l'ho scritta stavo bene, però quella frase mi aveva destabilizzata diciamo, mi sentivo a disagio nello stare con mia zia, in quanto ritenevo che non so, forse non fosse totalmente gradita la mia presenza, ma avrebbe preferito quella di mia sorella alla mia, e per è quasi una sconfitta questa cosa, perchè mia sorella si è SEMPRE messa in competizione con me ed ha sempre cercato un modo per primeggiare e alla lunga questo atteggiamento, soprattutto in questo mio periodo ansioso non giova per niente, comunque vista la mia reazione fisica di pianto e di malessere, ho deciso di chiamare in consultorio e effettuare una seduta di persona. La ringrazio molto della sua dedizione nello spiegarmi e tranquillizzarmi grazie a lei ho preso un pò di coraggio e sono riuscita ad aprirmi con mia zia, senza temere il suo giudizio, credo mi sia stato di aiuto e spero di tornare alla mia vita di 8 mesi fa, dove queste paure ed angoscie non esistevano. Cari Saluti
[#10]
>>> Cosa significa tutto questo?
>>>
Significa che molto probabilmente lei soffre di ansia connotata da una notevole dose di ossessività.
Uno dei sintomi tipici dell'ossessivo sono le preoccupazioni per qualcosa di negativo che potrebbe accadere e questo porta a un esagerato bisogno di controllo. Si cerca di controllare le situazioni e ciò che ci accade - talvolta anche le sensazioni corporee - per illudersi di avere più potere sugli accadimenti.
Paura di impazzire, ipocondria, affannose ricerche online sono, come dire, fra i temi più gettonati del pensiero ossessivo.
In tale bisogno di controllo rientra anche l'idea di "dovercela fare da soli". Per questo finora non aveva ancora fatto la cosa più sensata, cioè rivolgersi a un terapeuta di persona:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
Solo che più si tenta di fare da soli, più si sta facendo un favore all'ossessione, perché si continua a pensare alle preoccupazioni allo stesso modo.
>>> ma per risalire all'origine di un problema credo si debba indagare nel profondo
>>>
Assolutamente no, per questo tipo di disturbi. Non almeno in una prospettiva strategica. Dall'ansia si può uscire benissimo e senza indagare più di tanto sulla storia personale. Bastano pochi elementi per capire il modo in cui funziona il problema nel presente, per poterlo trattare.
>>>
Significa che molto probabilmente lei soffre di ansia connotata da una notevole dose di ossessività.
Uno dei sintomi tipici dell'ossessivo sono le preoccupazioni per qualcosa di negativo che potrebbe accadere e questo porta a un esagerato bisogno di controllo. Si cerca di controllare le situazioni e ciò che ci accade - talvolta anche le sensazioni corporee - per illudersi di avere più potere sugli accadimenti.
Paura di impazzire, ipocondria, affannose ricerche online sono, come dire, fra i temi più gettonati del pensiero ossessivo.
In tale bisogno di controllo rientra anche l'idea di "dovercela fare da soli". Per questo finora non aveva ancora fatto la cosa più sensata, cioè rivolgersi a un terapeuta di persona:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
Solo che più si tenta di fare da soli, più si sta facendo un favore all'ossessione, perché si continua a pensare alle preoccupazioni allo stesso modo.
>>> ma per risalire all'origine di un problema credo si debba indagare nel profondo
>>>
Assolutamente no, per questo tipo di disturbi. Non almeno in una prospettiva strategica. Dall'ansia si può uscire benissimo e senza indagare più di tanto sulla storia personale. Bastano pochi elementi per capire il modo in cui funziona il problema nel presente, per poterlo trattare.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#11]
Utente
Buonasera Dottori, faccio un saluto generale in quanto ho riletto questi miei consulti di ormai quasi due anni fa, a distanza di tutto questo tempo ci tenevo ad aggiornarvi e a raccontarvi ciò che è accaduto, intanto posso dirvi che a malincuore per le problematiche che avevo non ho mai richiesto un consulto di persona con un esperto nel campo ma ho gestito la situazione da sola, posso affermare che soprattutto quando sei sopraffatto da un problema come l’ansia , il fai da te porta sempre l’esatto opposto di ciò che speri e derideri, quindi la vostra professionalità il vostro ruolo, a cui avete dedicato anni di studio e di sacrifici penso sia una delle professioni più belle, ed estremamente utili nella società e per l’essere umano, in quanto una citazione dice che quando la mente soffre, anche il corpo soffre . Dopo questa esperienza che ho superato ed ora osservo da lontano senza ansia, con lucidità, posso dirvi che ad ogni modo nel mio percorso il pensiero di non aver avuto stampella come un aiuto, mi ha permesso di affrontare un percorso più lungo e doloroso, in cui come avete visto credevo di impazzire e non chiedere aiuto prolunga una sofferenza che può essere controllata con l’aiuto di un professionista ed ho scelto il percorso difficile , la cosa positiva è che senza dubbio ciò mi ha reso incredibilmente più FORTE nei confronti di tale problematica, infatti l’ansia non si ripresenta più o meglio quando sento che arriva ormai la conosco, so che è di passaggio e se ne andrà, così con tanta costanza impegno e sofferenza ho superato il problema. Ringrazio di cuore le vostre figure speciali che si prendono cura di una parte di noi estremamente se non la più delicata che è la nostra mente.
Cordiali Saluti a tutti i professionisti .
Cordiali Saluti a tutti i professionisti .
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 14.7k visite dal 24/05/2017.
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