Psicologo tornare dal primo o cercarne un altro?
Ciao a tutti.
Da un paio di mesi, in seguito a problemi che non reputo risolti ma solo " latenti" ormai da dieci anni, ho deciso di tornare da uno psicologo. Ho un dubbio che riguarda la scelta dello specialista. Circa 5 anni fa feci un percorso con uno psicologo-clinico che durò due anni. Fu lui a dirmi che a parere suo non avrei avuto bisogno di ulteriori incontri, ma che avrei potuto ricontattarlo in caso di bisogno. Credo sia stato molto bravo ma non so se sia il caso di rivolgermi ad uno nuovo specialista, considerando che i problemi che andrei ad esporre sono molto simili a quelli di 5 anni fa e che non so nemmeno se il terapista da cui andavo risiede ancora nella mia stessa città.
Al di là di questo, non nutro un senso di sconfitta quanto dispiacere e vergogna a ripresentarmi con gli stessi problemi presso lo stesso dottore che mi ha seguito qualche anno fa.
Cosa conviene più fare? Sentirsi liberi di scegliere un nuovo terapista ( non so quale sia la differenza tra psicologo, psicoterapeuta ecc) magari donna o più anziano, oppure è più sensato tornare dal mio primo psicologo?
I problemi a cui vado incontro ogni giorno riguardano instabilità emotiva, bassa autostima, senso di vita sprecata, incapacità di riuscire a perseguire obiettivi che realmente mi interessano (anzi faccio l'opposto) e senso di inutilità e insoddisfazione totale per qualsiasi cosa faccia.
Grazie
Da un paio di mesi, in seguito a problemi che non reputo risolti ma solo " latenti" ormai da dieci anni, ho deciso di tornare da uno psicologo. Ho un dubbio che riguarda la scelta dello specialista. Circa 5 anni fa feci un percorso con uno psicologo-clinico che durò due anni. Fu lui a dirmi che a parere suo non avrei avuto bisogno di ulteriori incontri, ma che avrei potuto ricontattarlo in caso di bisogno. Credo sia stato molto bravo ma non so se sia il caso di rivolgermi ad uno nuovo specialista, considerando che i problemi che andrei ad esporre sono molto simili a quelli di 5 anni fa e che non so nemmeno se il terapista da cui andavo risiede ancora nella mia stessa città.
Al di là di questo, non nutro un senso di sconfitta quanto dispiacere e vergogna a ripresentarmi con gli stessi problemi presso lo stesso dottore che mi ha seguito qualche anno fa.
Cosa conviene più fare? Sentirsi liberi di scegliere un nuovo terapista ( non so quale sia la differenza tra psicologo, psicoterapeuta ecc) magari donna o più anziano, oppure è più sensato tornare dal mio primo psicologo?
I problemi a cui vado incontro ogni giorno riguardano instabilità emotiva, bassa autostima, senso di vita sprecata, incapacità di riuscire a perseguire obiettivi che realmente mi interessano (anzi faccio l'opposto) e senso di inutilità e insoddisfazione totale per qualsiasi cosa faccia.
Grazie
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Che approccio seguiva il suo precedente psicologo? Intendo il modo in cui le sedute si svolgevano. Si trattava di colloqui volti solo a cercare di capire e interpretare, oppure riceveva istruzioni e suggerimenti pratici?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
I primissimi colloqui sono stati test volti a dare una sorta di profilo della mia persona, successivamente nella maggior parte delle sedute io parlavo e mi venivano fatte domande, non ricordo particolari istruzioni di comportamento da provare.
Non conosco molto bene i tipi di percorso, ma ricordo che l'utilitá percepita è stata dovuta molto al "sentirsi compresi" e all'opportunitá di poter parlare con una persona competente senza sentirsi stupidi.
Non conosco molto bene i tipi di percorso, ma ricordo che l'utilitá percepita è stata dovuta molto al "sentirsi compresi" e all'opportunitá di poter parlare con una persona competente senza sentirsi stupidi.
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>>> ricordo che l'utilitá percepita è stata dovuta molto al "sentirsi compresi" e all'opportunitá di poter parlare con una persona competente senza sentirsi stupidi
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E questa è certo una parte importante in qualsiasi tipo di psicoterapia. Tuttavia, da un punto di vista strategico occorre ricevere istruzioni specifiche, soprattutto per:
>>> senso di vita sprecata, incapacità di riuscire a perseguire obiettivi
>>>
Migliorando l'area produttiva della sua vita è probabile che aumentino poi anche autostima e stabilità emotiva. Oppure no, magari potrebbe essere necessario lavorare specificamente su di esse. In ogni caso forse dovrebbe rivolgersi a uno psicoterapeuta, perché per la ricerca e il perseguimento di obiettivi può bastare anche lo psicologo non psicoterapeuta, ma se fosse necessario intervenire direttamente sull'emotività sarebbe campo del terapeuta.
In sintesi sarebbe forse meglio rivolgersi a un nuovo psicoterapeuta. Uomo o donna, giovane o anziano non fa differenza, se non la fa per lei. L'importante è che le dia fiducia. Telefoni a qualche collega e ponga delle domande, poi prenda un primo colloquio con quello che le avrà lasciato l'impressione migliore.
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E questa è certo una parte importante in qualsiasi tipo di psicoterapia. Tuttavia, da un punto di vista strategico occorre ricevere istruzioni specifiche, soprattutto per:
>>> senso di vita sprecata, incapacità di riuscire a perseguire obiettivi
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Migliorando l'area produttiva della sua vita è probabile che aumentino poi anche autostima e stabilità emotiva. Oppure no, magari potrebbe essere necessario lavorare specificamente su di esse. In ogni caso forse dovrebbe rivolgersi a uno psicoterapeuta, perché per la ricerca e il perseguimento di obiettivi può bastare anche lo psicologo non psicoterapeuta, ma se fosse necessario intervenire direttamente sull'emotività sarebbe campo del terapeuta.
In sintesi sarebbe forse meglio rivolgersi a un nuovo psicoterapeuta. Uomo o donna, giovane o anziano non fa differenza, se non la fa per lei. L'importante è che le dia fiducia. Telefoni a qualche collega e ponga delle domande, poi prenda un primo colloquio con quello che le avrà lasciato l'impressione migliore.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 8.2k visite dal 22/05/2017.
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